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«Signore, intervieni!»

di Madre Anna Maria Cánopi osb

Nell’oggi della nostra storia assistiamo, impotenti, al dramma di moltitudini – persone singole, famiglie e anche interi popoli – costretti alla fuga, all’esodo dalla loro terra a causa della guerra, della persecuzione religiosa o anche dell’estrema povertà. Affiora allora spontaneo il grido di aiuto: «Signore, intervieni!». La nostra stessa vita è un cammino pieno di imprevisti e di difficoltà, fatto a tratti insieme e a tratti anche in solitudine.

di Giovanni Cucci

Nel desiderio le cose, le azioni, le scelte diventano importanti perché acquistano un significato simbolico, affettivo, in esse si può raggiungere ciò che è fondamentale per la vita, ciò che sta a cuore.
 
In ambito psicologico si distingue il desiderio dal bisogno. il desiderio ha una radice più sottile e complessa legata alla storia, alla memoria, agli affetti dell’individuo: esso ha anche a che fare con la fantasia e non è così facilmente concretizzabile in un oggetto immediato, come è invece caratteristica del bisogno. Sarebbe dunque riduttivo associare il desiderio al piacere o all’appagamento sessuale, esso è piuttosto un elemento che attraversa tutti gli aspetti della vita, intellettuale, spirituale, relazionale, ludico. C’è un elemento di continuità nel desiderio che indica una direzione, un percorso, un senso al vivere, a differenza del bisogno che è puntuale, limitato, circoscritto; il suo piacere è perciò anche di breve durata.

La presentazione di Gesù al tempio: quarto mistero gaudioso

di Ottavio De Bertolis

In questo quadro che contempliamo si incontrano l’Antico Testamento (il sacerdote Simeone, che riceve Gesù dalle braccia di Maria e benedice Dio) e il Nuovo (il nuovo popolo della nuova alleanza, rappresentato da Maria e da Giuseppe, la figlia di Sion e il giusto per eccellenza): elemento di unione e di incontro è la persona di Gesù, il vero e nuovo consacrato, che sostituisce l’antica consacrazione dei primogeniti, e fa di tutti noi i veri primogeniti, figli di Dio per adozione, come Gesù lo è per natura. 
Simeone e Anna sono definiti “giusti”, il che è la massima lode che l’Antico Testamento può fare: tuttavia sono sterili, proprio come l’osservanza della legge (quella mosaica, ma anche quella della Chiesa) può esserlo, quando non è nata dall’amore e quando non genera amore.

«Oggi devo fermarmi a casa tua»

di Madre Anna Maria Cánopi

Quando Gesù entra in Gerico, una gran folla accorre e fa ressa attorno a lui; tutti desiderano accostarlo, vederlo, ascoltarlo, ottenere da lui qualche cosa. È, infatti, conosciuto come il “Maestro buono”, il Maestro che ama gli umili, i poveri, i malati, gli infelici. Nella moltitudine, però, c’è anche Zaccheo che non appartiene a questa categoria: egli è capo dei pubblicani e ricco, piccolo di statura. Fa quindi la sua comparsa proprio come la persona più lontana da Dio e incallita nel peccato di frode.