Il termine “carità” nell’etimologia greca richiama grazia, gentilezza, disponibilità ad accogliere le persone che si incontrano, riconoscendo nella loro presenza un dono. Sono proprio questi i tratti manifesti della grande amicizia fra san Luigi Orione e san Luigi Guanella, che attenuano una distanza generazionale di trent’anni.
Le ragazze erano in attesa della lezione di catechismo e speravano di essere assegnate alla classe di suor Chiara. Lo desideravano perché il suo spirito buono sapeva attrarre; era accogliente e serena nel comprendere i loro problemi e quando la vedevano le correvano festosamente incontro. Preghiere, canti, momenti di gioco o la preparazione delle rappresentazioni teatrali animavano le giornate in sua compagnia.
Lʼappuntamento è intorno alle 11 di sabato, il terzo del mese. Siamo nella Parrocchia di santa Prisca all’Aventino, tra le zone più belle di Roma. Il cancelletto che conduce al giardino pensile è aperto, fuori c’è già qualcuno in attesa. Dentro il giardino, alcune suore e un gruppo di ragazzi velocemente dispongono tavoli e sedie sotto i tendoni, puliscono, sistemano le tovaglie di carta, apparecchiano. Tutto deve essere pronto per l’arrivo degli ospiti. Non è un ristorante, non un banchetto: è la “festa dei poveri”.