La foto di copertina della rivista del mese di novembre due mani alzate in atteggiamento di supplica, mi ha spinto a chiedere il perché si tengono le mani giunte quando si prega. È solo un simbolo oppure è un modo di tenere concentrata l’anima sui sentimenti della preghiera stessa?
Rovira Alessio, Castel Madama (RM)
Nell'antichità cristiana si era solito alzare le mani in atteggiamento di offrire o di ricevere. Come vediamo negli affreschi delle catacombe romane, era l'atteggiamento di chi sta in preghiera, e lo si osserva ancora oggi. Le rubriche liturgiche prescrivono che il sacerdote, in alcuni momenti della Messa, preghi a mani alzate.
In seguito è stato introdotto l'uso delle mani giunte. Le mani giunte ricordano il gesto antico di legare le mani ai prigionieri (azione che ancora si oggi si mantiene viva per le spose nelle liturgie orientali). Per questo, chi stava per essere martirizzato, procedeva con le mani giunte e in quei momenti sicuramente pregava.
Il calendario 2016 ogni mese è accompagnato da episodi della vita di Gesù raccontati dai «vangeli apocrifi», quasi dei fiumi sotterranei che sostenevano la fede popolare dei primi cristiani. Il prof. Franco Cardini, docente di storia della Chiesa, illustra queste «buone notizie nascoste» che non fanno parte del canone della Chiesa. Nel prossimo numero verranno illustrati gli acquarelli che illustrano i singoli episodi.
La parola greca apòkryphos significa “nascosto”: era così che nelle Chiese cristiane dei secoli I-II s’indicavano quei testi evangelici ebraico-cristiani che venivano tenuti segreti e che si riteneva opportuno non divulgare. E’ ovvio che essi divenissero, col tempo, materia di tradizione iniziatica e che alcuni li ritenessero portatori di verità più alte e profonde, da attingere a un livello esoterico, vale a dire riservato a chi avesse avuto accesso a superiori livelli di conoscenza teologica o mistica.
Due Sinodi (2014 e 2015) voluti da Papa Francesco. La novità. Mai un Sinodo era stato preceduto da una consultazione di tutte le chiese del mondo. E qui si trattava di famiglia, matrimonio e sessualità, temi su cui al Concilio per decisione papale fu chiusa la discussione anche tra i vescovi. Dopo il Concilio il tema della famiglia ancora molte volte era stato affrontato, anche in un Sinodo dedicatogli e concluso con la “Familiaris Consortio” di San Giovanni Paolo II (1980). Tenendo conto di questo nel 2014 si poteva semplicemente rimandare al testo di San Giovanni Paolo II: conferma e avanti… Non è andata così…