Caro Don Mario, le racconto la grazia che mio fratello Giuseppe ha ricevuto da San Giuseppe: il primo giugno 2016, alle ore 17.00 mio fratello, uscendo da lavoro, mentre apriva la portiera della sua auto per entrarci è stato colpito all'improvviso da uno scooter, con due minorenni non patentati che sfrecciava a slalom tra le auto, mio fratello è stato trascinato per metri e poi sbalzato in aria. I due ragazzini ripreso lo scooter scapparono lasciando mio fratello sull'asfalto. Portato al pronto soccorso, è stato in osservazione una notte in ospedale e i dottori lo hanno dimesso dicendogli che doveva ringraziare Dio perché aveva avuto un miracolo in quanto seppur colpito in maniera pericolosa era rimasto illeso. Qualche giorno dopo mio papà, che è molto devoto a San Giuseppe, ha sognato San Giuseppe che sembrava contrariato con lui. La mattina mi chiamò dicendomi che dovevo scrivervi perché San Giuseppe voleva che facessimo testimonianza e ringraziassimo Dio per la grazia ricevuta con la sua intercessione. Un abbraccio nel nome di Gesù Cristo.
Rosa - Lecco
Cara signora Rosa, quando abbiamo acquisito la convinzione provata di una costante protezione dell’Alto i nostri occhi sanno leggere e vedere quello che gli occhi distratti di chi è insensibile non vede. Non viviamo in un mondo “miracolistico”, la nostra vita scorre sui binari delle leggi fisiche, ma a volte basta una carezza soprannaturale per sospendere momentaneamente le regole e far fiorire la grazia. Solo un occhio attento ed un animo sensibile riesce a cogliere questi fili di luce che tessono la nostra esistenza sia nella gioia della salute come anche nel far emergere energie insospettate nel patrimonio della grandi risorse del nostro animo. L’opera dei buoni samaritani, strada maestra della santità, è sempre attiva, non conosce orario è una vigilanza attiva per 24 ore al giorno. San Giuseppe è il braccio forte del papà nella nostra famiglia. Non dimentichiamolo.
Stimato Direttore, con molto piacere le riferisco dell’ottima riuscita del nostro gruppo preghiera in occasione della festa di San Giuseppe di quest’anno. Nel mio laboratorio ho preparato l’altare in onore del nostra Santo Protettore, ho ospitato i componenti del gruppo italo-americano e abbiamo celebrato l’eucaristia con la presenza del parroco della nostra parrocchia. Come ogni anno è stato un momento bello di fraterna comunione e di solidarietà anche con i poveri sparsi nel mondo che aiutiamo inviando a lei il frutto della nostra raccolta.
Cannata Connie - Brooklyn (USA)
Gentilissima e cara signora Connie, un grazie cordiale per questo rinnovato appuntamento annuale con il gruppo di preghiera in onore di san Giuseppe. È una tradizione coltivata dai nostri emigranti italiani, provenienti in particolare dalla Sicilia, per mantenere viva questa devozione a san Giuseppe il papà terreno di Gesù e protettore di chi è costretto a emigrare dalla propria terra come è stata per lui forzato ad emigrare dalla Palestina all’Egitto. Lodo queste iniziative dei gruppi di preghiera in onore di san Giuseppe, assai diffusi in alcuni stati degli Usa e nel Canada. In Italia, c’è un gruppo di preghiera che si ritrova ogni mercoledì in basilica per un’ora di preghiera e riflessione sulla spiritualità di san Giuseppe. «Quando due o più persone sono raccolte in preghiera nel nome di Gesù, io sono presente tra loro». La preghiera è sempre un atto di amore, di confidenza e di fiducia e di comunione. La presenza garantita di Gesù crea un legame forte sia tra i singoli come tra i componenti del gruppo: è un respirare in sincronia con il respiro stesso di Gesù. Il nostro respiro umano, a volte singhiozzante per i guai della vita, si fa lieve, armonizzato con quello di Gesù. La convinzione di essere figli di Dio e fratelli tra noi ci rende capaci di conoscere e amare il Padre come Gesù conosce e lo ama. Nella nostra Pia Unione ci sono tanti iscritti che hanno scelto di fare «l’ora santa»: un tempo in cui si possono fare le attività di sempre con maggior amore e per amore. Può essere un’ora della giornata, oppure, un’ora due o tre volte alla settimana, o anche una solo volta al mese, per esempio il 1° mercoledì o il giorno 19 del mese. È un atteggiamento di affetto simile come alla mamma che pensa il suo bambino, il fidanzato alla fidanzata
Carissimo don Mario, le persone in fin di vita, gli anziani, i disabili fisici, gli handicappati psichici, i ciechi, i sordi, i sordomuti, gli emarginati, i poveri : hanno il diritto di vita ? Ma in quale mondo viviamo ? Pare che si vada uniformando un principio molto strano, anomalo, preoccupante da me definito in una Petizione al Parlamento Italiano budget del ricoverato riguardante il campo sanitario, dove persone anziane, in fase terminale, di disabilità, ricoverati negli Enti Ospedalieri italiani in qualsiasi condizione di salute si trovano, “ superato” l’intervento finanziario predisposto dal Servizio Sanitario Nazionale, vengono dimessi dai nosocomi senza peraltro predisporre strutture alternative atte al proseguo delle cure fino al compimento della vita terrena. Mi dispiace ripetere, insistere, ritornare in questo “argomento”, ma si tratta di una “situazione”, che riguarda non solo il mondo della sofferenza, ma tutti i cittadini, in quanto se questa è la realtà, allora è pura eutanasia mascherata e, se tale, si domanda: è legalmente autorizzata ?
Franco Previte, Catania
Gentile e stimato dottor Previte, sono con lei solidale per il suo annoso impegno a difesa di chi sta accampato e inascoltato sulle periferie della nostra società. Ammiro il suo impegno a sostegno delle categorie più fragili della nostra società e Lei è nella nostra costante preghiera affinché i responsabili della cosa pubblica ascoltino la “voce” del disagio drammatico di persone ferite nella vita e aprano con i loro provvedimenti uno spiraglio di speranza sull’orizzonte costantemente al buio. Continui la sua lotta, Dio è con Lei.
Sono una bambina di 13 anni, mi chiamo Angela e ho chiesto alla mia mamma se potevo scrivervi un letterina che lei avrebbe spedito. Vorrei tanto che diceste a San Giuseppe una preghiera per il mio papà, Vittorio, che da un po’ di tempo vedo un po’ triste per la situazione difficile che sta attraversando per il poco lavoro: è preoccupato per la famiglia. Posso contare anche sulle vostre preghiere?
Angela – Rieti
Carissima Angela, San Giuseppe più di ogni altra persona sa comprendere la situazione di disagio in una famiglia. Anche lui ha avuto la responsabilità di essere capo famiglia, di una famiglia speciale, ma che, come tutte le famiglie del mondo, aveva bisogno di lavoro, di cibo, di buona salute e di armonia serena e un clima di fervorosa preghiera per attingere dall’alto, da Dio-Padre, quell’aiuto indispensabile per vivere bene. Uniremo alla nostra preghiera le tue invocazioni e confidiamo che in questi momenti un po’ difficili tuo papà Vittorio possa ritrovare il sorriso e anche un’occupazione soddisfacente. Anche tu sarai sotto la protezione paterna di san Giuseppe e della mamma di Gesù, Maria.
Alcuni giorni fa, un padre di famiglia, che conosco bene in quanto abita nel mio stesso condominio, è stato ricoverato in ospedale con una brutta diagnosi che non lascia molte speranze. Quattro mesi fa è morta la moglie. Lascerà due bambi in età scolare. Certo la mia preghiera non mancherà per questo papà e soprattutto per questi due bambini che diventeranno orfani loro malgrado con un futuro incerto e privo dell’affetto e del sostegno dei genitori. Anche non mettendo in discussione la mia fede nel Signore il mio cuore è triste e amareggiato e la mia ragione non riesce a spiegare tanto mistero.
Arianna Bernasconi, Locarno (Svizzera)
Gentile e cara Arianna, la ringrazio di avermi segnalato questo caso di grande sofferenza e di averci coinvolti nell’unirci al coro di preghiere per ottenere un raggio di speranza e illuminare positivamente questa precaria situazione. Ogni giorno davanti a San Giuseppe, accanto alla preghiera per i bisogni della Chiesa, ci sarà anche la sua speciale intenzione così che San Giuseppe, possa illuminare sia la scienza come l’abile intuizione dei medici e scoprire le terapie più adatte per sconfiggere il male. Non si perda d’animo; a volte, come tutti gli artigiani di cui abbiamo bisogno per qualche lavoretto promettono di venire subito, ma, a volte, si fanno attendere così capita anche per San Giuseppe. Si fa attendere non delude e al momento opportuno è presente con la sua grazia. La solidarietà per le necessità dei suoi vicini di casa non andrà delusa.
Ringrazio tutti per gli articoli pubblicati, ultimamente, sulla vostra rivista, (soprattutto sul n° 3 2016), e, inerenti alla figura/spiritualità di San Giuseppe, “Custode della Misericordia”. In particolare, mi ha colpito l’articolo di Angelo Forti , intitolato “Frammenti di luce per illuminare la vita”. Ricaricata dal “potere riflessivo”di questo articolo, ho ritrovato e apprezzato, con luce nuova, il nome di Giuseppe, presente nel Vangelo e riferito a personaggi, diversi dal padre putativo di Gesù, ma che, per certi versi lo “richiamano”e lo connotano. Penso al Giuseppe di Arimatea (“discepolo di Gesù , ma in segreto”). Nelle caratteristiche e nella carità di Giuseppe di Arimatea si vede il chiaro riflesso della Carità e della Custodia universale di S. Giuseppe, collaboratore della Redenzione e della Resurrezione del Figlio di Dio. Scoprire la “continuità-potenza”, silenziose e concrete, della Presenza di San Giuseppe di Nazareth, anche al di là della sua morte, fa rimanere stupiti. Si potrebbe dire che, come Dio usò S.Giuseppe, promesso sposo di Maria di Nazareth, per fare di Gesù ciò che Questi divenne più tardi, così Dio “usa” ogni Giuseppe della Bibbia per farci conoscere meglio San Giuseppe e la sua potenza.
Irene d.m.
Reverendo Direttore, sono una persona anziana che in gioventù riteneva di essere chiamata al sacerdozio. Ricordo che, ai tempi del seminario, il 1° maggio celebravamo con grande solennità la festa di San Giuseppe Operaio, che, secondo e rubriche liturgiche del tempo, era qualificata come festa di «Prima classe». Amavo le celebrazioni liturgiche e sapevo che le regole liturgiche prevedevano che questa festa di san Giuseppe aveva addirittura il sopravvento sulla domenica. Attualmente il mio parroco mi ha detto il Messale Romano la qualifica come «memoria facoltativa», cioè lascia alla scelta delle singole Comunità la libertà della celebrazione. Come mai questo declassamento di un santo così importante, proclamato Patrono della Chiesa universale che ha avuto l’onore di una Esortazione apostolica da san Giovanni Paolo II?
Francesco Perugini, Ascoli Piceno
Nella vita di don Guanella e in qualche suo scritto si ricorda la «domenica del patrocinio di San Giuseppe», la terza domenica dopo Pasqua. Era stata istituita da Pio IX nel 1847, estendendola a tutta la Chiesa, mentre prima era accordata solo ai Carmelitani di Francia e d’Italia. Successivamente Pio X, nella sua opera volta a ripristinare la supremazia liturgica della domenica sulle altre celebrazioni, la trasferì al mercoledì dopo la III Domenica del Tempo Pasquale. Pio XII nel discorso del 1° maggio 1955, in occasione del decimo anniversario delle ACLI, ripropose san Giuseppe come patrono e modello al mondo del lavoro e istituì la festa liturgica di san Giuseppe operaio, affermando: «Il 1° maggio è e sarà … festa cristiana, cioè giorno di giubilo per il concreto e progressivo trionfo degli ideali cristiani della grande famiglia del lavoro…. Amiamo annunziarvi la Nostra determinazione di istituire – come di fatto istituiamo – la festa liturgica di san Giuseppe artigiano, assegnando ad essa precisamente il giorno 1° maggio». Il competente dicastero vaticano predispose anche nuovi testi liturgici appropriati. La riforma liturgica promossa del Concilio Vaticano II, dopo aver sottolineato che «le feste dei santi proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare», invita a far sì che «perché le feste dei santi non abbiano a prevalere sulle feste che commemorano i misteri della salvezza, molte di esse siano celebrate da ciascuna Chiesa particolare, nazione o famiglia religiosa; siano invece estese a tutta la Chiesa soltanto quelle che celebrano santi di importanza veramente universale» (Sacrosanctum Concilium, 111). Per questo: «il sacerdote tenga presente più il bene spirituale del popolo di Dio che la propria personale inclinazione. Si ricordi anche che la scelta di queste parti si deve fare insieme con i ministri e con coloro che svolgono qualche ufficio nella celebrazione, senza escludere i fedeli in ciò che li riguarda direttamente» (Ordinamento Generale del Messale Romano, ed. 2003).
Carissimo don Mario, mi ha fatto tanto piacere il tuo interessamento e i saluti arrivati a voce da Vito, nostro comune amico. Tu sai già che, nel settembre 2014, ho lasciato gli Stati Uniti, dove avevo lavorato per alcuni anni a Chelsea nello Stato del Michigan, nella filiale della Pia Unione negli USA, e mi stavo preparando con entusiasmo ad andare in Nigeria per almeno un anno come aiuto nella formazione dei nostri novizi. L'Africa è sempre stata il sogno della mia vita fin dalla giovinezza. Per la verità avvertivo qualche dolore alle giunture, ma i medici la diagnosticarono come una forma di artrosi e le radiografie rilevavano solamente alcune vertebre un po’ schiacciate.
Gentilissimo, caro don Mario Carrera, ormai la Porta Santa nella Basilica di San Pietro è stata aperta. A novembre noi stavamo ancora davanti alla “chiusura”. Spiritualmente siamo entrati attraverso di essa. Speriamo che questo sia vero! Con cuore grato noi ricordiamo gli uni gli altri gli splendidi giorni a Roma, ricchi di eventi. Sono stati giorni di grazia che continuano a vivere in noi. Questo saluto è soprattutto per lei, caro don Mario, perché è stato per noi il dono, averla incontrata ancora una volta nella Pia Unione. Lei ci ha dedicato un sacco di tempo e ci è stato veramente vicino, come Gesù ha particolarmente raccomandato all’umanità durante l’anno della misericordia. Lei ci ha testimoniato quello che Gesù ha detto: «Siate misericordiosi come io sono misericordioso». Proprio questo amore misericordioso ci ha permesso di imparare ancora di più i sentimenti di Gesù. Lei è stato ed è un dono per noi e per molti. Grazie! Io vorrei esprimere un altro grazie per la buona collaborazione durante il 2015 e auguro a tutti noi che così possa essere nel nuovo anno 2016. Con quest’augurio, auguriamo a lei e a tutta la sua squadra un Natale benedetto e per intercessione di San Giuseppe un 2016, anno ricco della grazia della misericordia. Con i migliori riconoscenti saluti da St. Trudpert auguriamo: Dio vi benedica e vi protegga tutti.
Vostre, Suor Bernita, Suor Fertraud, Suor Emanuela
Care sorelle, la gioia è mia nel registrare la vostra soddisfazione per la vostra permanenza a Roma in occasione dell’incontro della famiglia guanelliana con il santo padre Francesco. E’ stata una giornata indimenticabile poterci ritrovare a Roma per ringraziare la bontà di Dio nell’averci concesso la gioia di celebrare solennemente il 1° centenario della morte del nostro santo Fondatore. Il vostro legame con la nostra Pia Unione, che fra poco compirà il centesimo anno di esistenza, ci sprona a spingere ad allargare i confini della nostra carità a favore dei morenti sparsi in ogni latitudine del pianeta Terra. Spero che i vescovi delle diocesi indiane del Kerala e di Madhya Pradesh, come mi scriveva la vostra madre generale, Schwester Simone Burger, possano dare l’approvazione per aprire delle filiali della Pia Unione del Transito di San Giuseppe nelle loro diocesi, nelle quale come abbiamo conosciuto dalla missione caritativa della beata Madre Teresa di Calcutta il morire in solitudine e abbandonati è numericamente drammatico. Per questa sua meritevole missione, madre Teresa, campionessa eroica della carità, nei prossimi mesi sarà canonizzata.
Reverendo direttore, ho ricevuto il quadretto con l’immagine di san Giuseppe di cui ha voluto farmi dono, proprio in un periodo di preoccupazioni. E’ stato come se san Giuseppe avesse voluto portarmi concretamente il suo conforto e la risposta alle mie preghiere. Voglia scusare il ritardo nel dirle: grazie! San Giuseppe è sempre con me nelle difficoltà che non mancano mai. Il quadretto è piaciuto anche ad altre persone alle quali vorrei farne dono in occasione delle prossime festività e per questo le chiedo di inviarmene altri quattro, con qualche preghiera del Santo. Le persone alle quali ho fatto conoscere questa fonte di grazie, San Giuseppe, hanno potuto sperimentarne l’efficacia. Grazie per il periodico, sempre più bello. Le chiedo la carità di una preghiera e la benedizione di San Giuseppe. Con stima e gratitudine.
Maria Prestini, Caslano (Svizzera)
Cara signora Maria, ringrazio lei per la sua bella testimonianza di fede, di affidamento a san Giuseppe e i complimenti per la rivista. La sua custodia non smentisce mai. Qualche volta si fa attendere, ma non dobbiamo disperare. Papa Francesco ha detto che san Giuseppe, da buon falegname, qualche volta si fa attendere nel riparare qualche nostro guaio. Si fa attendere ma non si dimentica. La sua custodia è fedele. Dio la benedica e San Giuseppe sempre le sia a fianco.
Rev. Padre Direttore, desidero rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto uscita di strada mi investì. In quei brutti istanti mi sembrava di essere sollevata da terra: mi rialzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Con le mie semplici parole cerco di essere concisa raccontando i punti più importanti. Al mattino seguente andai in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo e abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni. Caro San Giuseppe proteggimi sempre, grazie.
Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro, Malo (VI)
Gentile Anna Maria, nella vita tutto è dono e tutto è grazia.
Provvidenzialmente c’è sempre una mano invisibile che ci preserva e in questo la nostra sensibilità religiosa riconosce in questa mano benedicente la stessa mano di san Giuseppe che nella sua vita ha avuto da Dio il compito di custodire in vita la santa famiglia di Nazareth e ora di custodire i fratelli e le sorelle di Gesù che con il battesimo sono entrati a far parte della sua stessa vita divina. Giuseppe, che ha educato Gesù a essere modello del Buon Samaritano per tutta l’umanità, ha il compito di ottenerci da Dio tutti quei sussidi che possano aiutarci a mantenere sveglio il desiderio di vivere come testimoni autentici del messaggio evangelico.
Reverendo don Mario, di tutto cuore ringrazio per la lettera che mi ha inviato. Avendo ormai qualche debolezza fisica ed essendo avanzata negli anni, prego sempre più S. Giuseppe che mi sia vicino al momento del transito. In questo mi affido anche alle sue preghiere. Fraternamente.
Germana Munari, Malawi
Cara Sorella, sono io a ringraziarla per la sua breve lettera, ma soprattutto per il luogo da cui viene che esprime anche la soddisfazione per il largo raggio in cui la rivista di san Giuseppe porta un messaggio di fede e di amore. Il centro dell’Africa centrale, lo scorso mese, è stato sotto gli occhi di tutti con una particolare attenzione per la visita di papa Francesco. Proprio al centro di questo continente il Papa ha voluto anticipare l’apertura della «Porta santa» del giubileo della misericordia in un territorio carico di speranza seppur travagliato da tanti conflitti. Nella nostra preghiera non ci sono soltanto le popolazioni degli stati africani, ma anche la sua persona, cara Germana. Ogni giorno, in modo particolare, abbiamo nel cuore della preghiera lei e tutti gli iscritti alla nostra Pia Unione dl Transito di san Giuseppe. Malawi, significa «scintillio di sole» a causa del grande lago collocato al centro del vostro paese e che rende fertile il vostro territorio. La nostra preghiera assomiglia a questo «scintillio di luce» che rende luminoso il nostro cammino. Nelle mani di san Giuseppe mettiamo i desideri dei nostri associati e su tutti invochiamo la sua custodia per un benessere fisico e spirituale.
Reverendo padre, ho sempre ricevuto grazie per intercessione di san Giuseppe e per questo gli sono riconoscente. Ora attendo il suo aiuto per la salute di mia sorella della quale già intravedo il suo graduale aiuto. Gradirei tanto che la borsa di studio che intendo offrire sia a nome di mia sorella Adriana e sia un pegno di amore affinché san Giuseppe l’aiuti sempre. La ringrazio e chiedo una preghiera per la mia famiglia.
Maria Laura - Lucca
Cara Maria Laura, con lei ringrazio la bontà di Dio-Padre per l’intercessione di san Giuseppe. È tanto importante aver costantemente nell’animo la freschezza della gratitudine e della riconoscenza. In un mondo in cui tutti avanziamo diritti e pochi doveri. Le ragioni della gratitudine nascono dalla sensibilità del proprio animo e sono sempre figlie che nascono dal patrimonio della fede e della speranza che illumina il cammino della nostra vita soprattutto nei momenti di buio e di difficoltà. Le sono molto grato anche per la bora di studio di aiuto a un seminarista povero delle nostre missioni all’estero. San Giuseppe è stato il primo educatore di Gesù, il sommo ed eterno sacerdote, quindi è impegnato anche lui a fornire aiuto per i futuri sacerdoti in formazione. La benedizione di Dio per l’intercessione di san Giuseppe sia sempre su di lei, sulla sua cara sorella.
Gentile Direttore, ho trovato nella mia parrocchia la vostra rivista di san Giuseppe, l’ho trovata interessante soprattutto per la sua missione quella di pregare per le persone agonizzanti. Vorrei sapere qualcosa di più su questa associazione. La ringrazio per la risposta e saluto cordialmente.
Antonio (per e-mail)
Caro Antonio, grazie dell’attenzione. La nostra Pia Unione del Transito di san Giuseppe è stata ideata come ultimo impegno di carità da parte di don Guanella per sopperire a un momento di povertà radicale qual è la morte. Ha ideato questa associazione in cui gli associati si impegnano a pregare il buon Dio per l’intercessione di san Giuseppe affinché ci sia un supplemento di grazia per un momento così difficoltoso per la nostra natura umana che sente nella sua carne il desiderio di immortalità. Se mi manda il suo indirizzo di casa le faccio aver un dépliant in cui è spiegato un po’ in lungo la scopo della nostra azione evangelizzatrice anche la rivista che sostiene e accompagna gli associati nella vita di fede elevando a Dio per l’intercessione di san Giuseppe preghiere per le nostre sorelle e fratelli giunti al traguardo della vita terrena. Quello che noi facciamo oggi per loro, domani altri lo faranno in nostro favore e anche le nostre preghiere di oggi per gli altri saranno un capitale che Dio riverserà sulla nostra anima con un supplemento di misericordia. Anche questa è un opera di solidarietà. Un caro saluto e tanti auguri in comunione di preghiere.
Rev.Padre Direttore, voglio rendere testimonianza della grande grazia ricevuta da San Giuseppe. Una sera di gennaio scorso, mentre rientravo dall'ufficio a piedi per la pista ciclabile, un'auto è uscita di strada e mi ha investita. Mi sembrava di essere sollevata da terra, stesa sull’asfalto mi alzai lentamente completamente illesa senza alcun graffio, solo tanta paura. Mentre volavo per aria ho invocato San Giuseppe. Con le mie semplici parole ho cercato di essere concisa e di aver raccontato i punti più importanti. Al mattino seguente andai subito in chiesa davanti all'altare di San Giuseppe per ringraziare della grande grazia ricevuta. Prego sempre e sono tanto devota al Santo, inoltre sono abbonata alla rivista " La Santa Crociata" da tantissimi anni, che leggo con passione, poiché mi aiuta a perseverare nella fede ed essere generosa e attenta ai bisogni del prossimo sull’esempio di Giuseppe custode della Santa Famiglia. Caro San Giuseppe proteggemi sempre, grazie. Cordiali saluti.
Anna Maria Marchioro (Vicenza)
Cara Anna Maria, è sempre una gioia condivisa leggere l’amabile attenzione con cui san Giuseppe segue le vicende della nostra vita. Nel nostro spirito si accende la luce dello stupore di fronte a vicende straordinarie che attraversano nel bene e nel male la nostra vita. Una delle qualifiche che l’evangelo attribuisce a san Giuseppe è quella di “custode”. Dio, il creatore dell’universo, ha consegnato il suo Figlio “unigenito” a Giuseppe perché lo custodisse. La custodia non era come una serratura che protegge la casa, ma un cuore che pulsasse in sintonia con tutte le aspirazioni di questo figlio “singolare”. La custodia, quindi, non era fatta solo di alimenti, necessari per la crescita umana, ma anche di affetto, di stima, di fiducia, di istruzione. Insomma, un apprendistato al vivere sociale con un’apertura alla ”sapienza divina” e alle relazioni umane. Dice appunto l’evangelo che Gesù a Nazareth «cresceva in età in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini». La custodia, assegnata da Dio per Gesù, per san Giuseppe ora è estesa a tutti i credenti nel suo Figlio Gesù. La delicatezza usata a Nazareth ora è riservata a tutti noi. A volte ce ne accorgiamo, altre volte passa come una carezza di vento senza che l’avvertiamo. L’importante è non dimenticarsi di ringraziare.
Gentile don Mario Carrera, dal profondo dell’animo la ringrazio sentitamente per la sua sensibilità e preghiera perché quando si vive la sofferenza per anni e la si coglie sul volto di tante persone di diverse età che incontro all’Ospedale di Niguarda, a Milano, quando faccio la chemio, una parola, uno scritto, un sorriso, una preghiera, uno sguardo, dona gioia al cuore ed è “quel niente” ma che è “quel tutto” che fa alzare lo sguardo in alto e dà coraggio. Ringraziando nuovamente e affidando alle sue preghiere e alla protezione di san Giuseppe me, mia sorella, e i miei familiari che con affetto mi stanno vicini, auguro con tutto il cuore ogni bene, tante soddisfazioni a lei e alla Pia Unione per il bene che viene fatto e donato. Con stima i miei cordiali saluti unitamente a mia sorella.
Cecilia, Milano
Gentilissima e cara signora Cecilia, innanzitutto la ringrazio del suo ricordo per i nostri poveri che desiderano un costante gesto di solidarietà. Le voglio anche assicurare il nostro ricordo nella preghiera affinché san Giuseppe le sia accanto in questo periodo in cui è costretta alle cure della chemio. Sappiamo che la nostra vita è nelle mani di Dio e noi supplichiamo il Dio della vita che ci permetta di trascorrere con serenità i giorni del nostro pellegrinaggio sulla terra. Dio, padre buono, non è sordo alle nostre preghiere e ci fornisce energie sufficienti per superare gli ostacoli che incontriamo sul nostro percorso. Non dimentico anche sua sorella Graziella che, oltre essere una «grande grazia» e non solo «piccola grazia» (graziella!), le sta accanto per condividere con lei gli affanni del vivere umano. Le sono vicino anche nella sua opera di consolazione per gli ammalati che incontra all’ospedale nella Via Crucis della chemio. Davvero lo Spirito santo dia calore e forza alle sue parole di condivisione che ci aiutano a guardare in Alto da dove viene l’energia per vivere dignitosamente la nostra esistenza. Dio la benedica sempre, la conforti e san Giuseppe le faccia sentire la sua presenza benevolmente paterna.
Caro Don Mario, Le scriviamo per comunicare la dolorosa perdita della nostra mamma Enrichetta Tuffanelli avvenuta nei primi mesi di quest’anno 2015. È stata una mamma esemplare che ci ha educati a una profonda devozione a San Giuseppe. Con tanto amore ha fatto in modo che anche noi figli apprendessimo, attraverso la preghiera, gli insegnamenti della fede cristiana utili ad affrontare la vita. Certi di una Sua preghiera per la nostra mamma e per la serenità della nostra famiglia La salutiamo cordialmente.
Lorenzo e Nadia
Carissimi Lorenzo e Nadia, è davvero consolante leggere la vostra testimonianza che non solo esprime affetto e stima per la mamma, ma anche per il patrimonio del suo insegnamento che rimane nel tessuto della vostra vita colorato da virtù cristiane e sentimenti di solidarietà verso il prossimo. Abbiamo iscritto la mamma al Suffragio perpetuo della nostra Pia Unione, così ogni giorno avremo un ricordo nella santa messa come gratitudine a Dio per il dono della sua vita e anche per rinverdire quella rugiada di benedizioni che i nostri cari defunti chiedono a Dio di far scendere sulle nostre vite di pellegrini ancora su questa terra. La gratitudine è il fiore dell’amore che nasce nel cuore e si esprime con il grazie delle labbra. Nella vita ordinaria noi con fatica e raramente ci rendiamo conto che abbiamo ricevuto molto di più di ciò che diamo. Quando scopriamo la gratitudine, la nostra vita si arricchisce di una qualità stupenda; dovremmo tentare di non perderla per non intristire la vita. Come mamma Enrichetta è in benedizione nei vostri cuori, san Giuseppe vi aiuti a essere benedizione per il vostro prossimo.
Caro don Mario,
ho assistito alla trasmissione di TV2000 alla quale lei partecipava. É vero, non morire da soli, stringere la mano di chi sta facendo il "passaggio", la Pasqua della nostra esistenza terrena è veramente necessario. Ci vorrebbero degli hospice all'interno o vicino le strutture ospedaliere. Oggi la vita media umana si è allungata ed io stessa, nel corso della attività lavorativa, ho assistito ed accompagnato delle creature che sono passate dalla vita terrena alla vita.... nella eternità. Molte sono morte sole. Secondo lei si potrebbe concretizzare una "struttura" e/o ambiti di accoglienza ed amore per queste creature, tra cui, anche all'improvviso potremmo esserci pure noi?
Giovanna
Cara Giovanna,
sognare con forza rende possibile anche i sogni più ardui. Comunque tutti abbiamo la possibilità di attuare un’alleanza terapeutica: la medicina e la preghiera come rapporto solidale con i nostri fratelli e sorelle sparse nel mondo. Pregare è respirare con il respiro di Dio e in questa comunione diamo un po’ di ossigeno anche ai fratelli e alle sorelle. San Giuseppe in questo ci aiuta. In una lettera il famoso poeta Goethe scriveva ad un amico che avrebbe tanto desiderato che al momento della sua morte egli fosse presente così da avvertire con il calore della sua mano un supplemento di coraggio nell’affrontare la paura. Dio ci dia sempre la forza di equipaggiare i passi penultimi della vita attiva con il sapore dei passi ultimi alla soglia dell’eternità. Auguri.
Don Mario
Stimato Direttore,
Le scrivo per raccontare che ho conosciuto San Giuseppe circa quindici anni fa, avevo venticinque anni e ne sono diventato devoto grazie ad un gruppo di persone che s’incontravano regolarmente per discutere fatti e problemi quotidiani con visuale religiosa, non bigotta. Erano aperti a tutti. A causa di un problema di vicinato (problema di servitù che io ho provato in tutti modi a risolvere senza l'intervento degli avvocati, ma per volere della controparte portato in tribunale) ho pregato la novena. Il giorno dopo averla conclusa, ho ricevuto la notizia che il giudice aveva dato ragione a me per la seconda volta. Non essendo comunque la situazione definitivamente conclusa, ho recitato nuovamente la novena e, conclusa, ricevevo nuovamente il 21 marzo la comunicazione del mio avvocato che la situazione era risolta definitivamente. Personalmente venero San Giuseppe più come protettore della famiglia e del lavoro che come protettore dei morenti, ma mi rendo conto che la morte improvvisa è sempre dietro l'angolo.
Fabio Angiolini – Varese
Caro Fabio,
grazie della tua testimonianza che ci fa scoprire come san Giuseppe ricama la nostra vita con i suoi puntuali interventi. A volte sono evidenti e puntuali, in altre circostanze si fanno attendere con pazienza, ma sono convinto che nella maggior parte sono come le carezze del vento di cui parla Gesù nel suo colloquio con Nicodemo: sentiamo l’effetto, ma non ci accorgiamo da dove vengono e dove sono dirette. Nella nostra vita tutto è grazia. Appassionati dal momento presente, le nostre richieste a san Giuseppe riguardano l’immediato, ma dovremmo imparare a non sentirci isole, ma dare alla preghiera un respiro universale. Nella nostra preghiera all’intercessione di san Giuseppe sono affidate le anime che quotidianamente da tutta la terra bussano alla porta della casa della misericordia divina. La nostra preghiera abiti il «già», ma anche il «non ancora» che è il cuore del nostro futuro.
Carissimo direttore,
innanzitutto vi ringrazio per la bellissima agenda 2015 che mi avete inviato. L’ho apprezzata molto e vi ringrazio anche per la rivista che ricevo ogni mese; è un vero balsamo per me immergermi nel leggere i diversi articoli, specialmente l’editoriale scritto da lei. Invio un piccolo dono per la Pia Unione, una goccia nell’oceano. Pregate per la mia famiglia e soprattutto per mio figlio e la moglie che hanno perso il lavoro. Vi ringrazio e vi saluto.
Eufemia Corsi, Montreal, Canada
Cara signora Eufemia,
siamo noi a ringraziare lei che ci dà la gioia di essere utili a mantenere viva e scintillante la fede. L’Agenda ha voluto essere un omaggio floreale, abbiamo voluto donare a ogni giorno una scintilla di luce, un buon pensiero, un’elevazione verso l’alto per tentare di respirare il respiro stesso di Dio. Per gli associati all’estero, tanti come lei, la nostra corrispondenza, la rivista di San Giuseppe aspira a mantenere vivi i nostri legami e anche per non far dimenticare la nostra dolce lingua italiana. Abbiamo nel cuore anche la famiglia di suo figlio, preghiamo che questa crisi economica, che si sta espandendo anche nei paesi “ricchi” come il Canada, passi. San Giuseppe che ha conosciuto il disagio e la povertà come ogni operaio è attento alle nostre preghiere e spero che quando leggerà questa risposta tutto sia risolto felicemente.
Gent.mo don Mario,