Gentilissimo Direttore, siamo Pasquale e Anna, originari di Partanna, in provincia di Trapani e siamo residenti da più di 40 anni a New York, in U.S.A.
Il 27 marzo scorso, in collaborazione con parenti e amici, abbiamo allestito l’altare e la tavolata di San Giuseppe in casa nostra. Insieme all’offerta raccolta tra coloro che hanno partecipato, invio alcune foto della tradizionale iniziativa, dove potrà vedere l’impegno e la cura di mani abili “siciliane” nel formare il pane nelle diverse figure e forme. Potrà notare alcuni particolari simboli di San Giuseppe: la sega e il martello; i sandali e la palma. C’è poi il simbolo dell’ostensorio con il SS. Sacramento, due colombe e le iniziali JMG, Gesù, Maria e Giuseppe. Alla benedizione della tavolata erano presenti 110 persone, fra adulti e bambini e le pietanze che avevamo preparato per questa occasione sono state sufficienti per tutti.
Pasquale e Anna Fasitta
New York, USA
Reverendo don Mario, Le scrivo per lamentare l’invio non regolare della rivista “La Santa Crociata”, rivista cui tengo molto, riscontrando nella stessa livello culturale e contenuti di elevato rango. Ritengo sia la rivista di maggior spessore comparandola con altre riviste del territorio campano in cui vivo, in cui la diffusione di giornali di estrazione cattolica, a cadenza mensile, rappresenta una realtà consolidata.
Antonietta
Associati alla Pia Unione da tantissimi anni, Gina e Giorgio di Decimomannu (Cagliari) hanno celebrato il loro 60° anno di matrimonio quest’anno. Hanno voluto inviarci una loro foto ricordo.
San Giuseppe conceda loro e alla numerosa famiglia serenità e gioia.
Caro Don Mario, come sa la mia piccoletta, Camilla, è nata e sta bene. Ringrazio la Pia Unione per le preghiere che di continuo sono state fatte per questa nascita e per la mia situazione.
Grande gioia mi ha dato la notizia che il mio vestito di nozze che avevo inviato alla Pia Unione sia stato dato alle detenute del carcere di Milano che ne trarranno un introito economico per i loro lavori.
Mi restano ancora tante preoccupazioni per il nostro futuro di famiglia legate a situazioni economiche, ma la gioia che viene dalla vita di fede ci incoraggia a non perdere la speranza.
Ancora tanta gratitudine,
Luigia
Carissima,
alla gioia per la nascita di una nuova vita, c’è il tuo bel gesto di generosità con la mano della Provvidenza che ci ha guidato alla cooperativa delle carcerate di San Vittore e a Milano. Qualcuna vestirà il tuo splendido abito da sposa e gli angeli custodi della tua famiglia loderanno Dio e gioiranno per questo bel gesto che ti fa onore.
Gentile direttore,
sono uno dei tre figli del Sig. Elia Milano, iscritto di lungo corso alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe. Lo scorso 1° marzo, purtroppo, il mio amatissimo papà è venuto a mancare. Il Signore lo ha chiamato a se al termine di una lunga e sofferta malattia. Una malattia subdola e dagli effetti invalidanti, che lo ha costretto a vivere buona parte dei suoi ultimi due anni seduto in poltrona e con una sempre più limitata autonomia motoria.
Nella città natale di Lamezia Terme egli è stato, per diversi lustri, stimatissimo Priore della Confraternita dell’Immacolata Concezione, alla quale è affidata la cura del culto della vetusta Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, ubicata nel cuore del centro storico. In tal veste, si è adoperato, oltre ogni misura, per rendere sempre più decoroso quel Sacro Edificio: il ripristino delle cappelle laterali (una delle quali è dedicata proprio al glorioso San Giuseppe), la realizzazione in marmo dell’altare conciliare principale e del pavimento della navata centrale, il restauro interno ed esterno della Chiesa, sono alcune delle iniziative da lui promosse e tenacemente sostenute sino alla fine. Particolare zelo ha, poi, speso nella cura delle festività principali dell’8 dicembre e del 19 marzo, precedute da appositi novenari di preparazione. Uomo di preghiera quotidiana, ogni volta che era possibile, riusciva a coinvolgere mamma e noi suoi figliuoli nella recita del Santo Rosario. Nel ringraziare il Signore per il dono della sua esistenza e per l’autentica e luminosa testimonianza di fede e pratica cristiana, generosamente e continuamente offerte, Le chiedo la cortesia di iscrivere il nome di papà nel registro dell’Unione Suffragi e di continuare ad inviare la rivista alla mia mamma, presso l’indirizzo indicato nella lettera.
Con sensi di stima e di cordialità,
avv. Arturo Milano (per e-mail)
Stimatissimo e chiarissimo avvocato, la ringrazio della sua cortese e cara lettera che testimonia che nel mondo accanto a tanti furbetti ci sono molte persone che sanno vivere con dignità e a testa alta i valori civili accompagnati dalla fede in Dio Padre di misericordia.
C’è da sperare e pregare la bontà,di Dio che continui a seminare nei solchi della nostra storia creature nobili dai sentimenti grandi e generosi. Le mando per posta la tessera di iscrizione del papà al Suffragio perpetuo e le assicuro la mia preghiera per il papà Elia e anche per i suoi familiari.
Reverendo Padre Carrera,
sono un’anziana ospite della Casa di Riposo Villa Celeste, ho compiuto da poco 89 anni, e questa è una delle tante grazie che il nostro grande Santo ha voluto regalarmi.
Ero tanto in pena per una giovane carissima amica ammalata di cancro al pancreas. C’era poco da sperare in una guarigione ma, né io né la sua famiglia ci siamo arresi perché tutto è possibile a Dio. Ci siamo affidati alla Vergine Maria e al suo Sposo Giuseppe, abbiamo pregato tanto con tutto il cuore e siamo stati esauditi.
Nel giorno dedicato alla Madonna di Loreto, ho avuto da Bologna, dove la mia amica Angela è stata ricoverata, la lieta notizia che l’intervento chirurgico era andato bene e che lei era in via di guarigione. Grazie Vergine Santa, grazie S. Giuseppe; già una volta avete fatto guarire mio figlio anche lui colpito da tumore e ora sta bene.
Non finirò mai di ringraziarvi e parlare dei vostri prodigi con chi mi è vicino, malati e anziani, che spesso sono scoraggiati e magari imprecano, ma il Signore vede e perdona.
Caro Padre Mario, faccio fatica a scrivere ma questo dovevo farlo. La ringrazio per “La Santa Crociata” che è diventata per me un’amica che da 35 anni, puntualmente, ricevo e mi consola. La saluto cordialmente, affezionatissima.
Floriana Paolucci, Rosora (AN)
Caro Direttore,
da alcuni anni sono iscritta alla Pia Unione e ricevo La Santa Crociata in onore di San Giuseppe e lo prego con assiduità. Però, devo dire che, in passato non sono stata mai devota di questo grande Santo fino a quando, per caso, appresi della pia pratica del S. Manto da un libretto di preghiere di una mia amica. Cominciai a recitarlo con devozione per una mia particolare intenzione. Dopo alcuni anni cominciai ad ottenere risposta alle mie preghiere e da allora ho scelto San Giuseppe come mio particolare avvocato presso Dio.
Sono venuta a conoscenza anche della preghiera della novena in onore del Santo e con questa preghiera l’ho invocato in altre due occasioni: per un mio problema di salute e perché mia figlia ottenesse il trasferimento dato che lavorare a Roma gli comportava grosse problematiche per la famiglia, avendo anche due bambini piccoli. Soltanto dopo tre giorni dall’inizio della preghiera è giunta la notizia del trasferimento. Ora sto pregando San Giuseppe per ottenere che mio figlio ritorni a Dio e si riaccosti ai sacramenti.
Sono sicurissima – senza presunzione – che il caro San Giuseppe mi esaudirà anche questa volta, sia perché la causa è giusta sia perché Egli è un intercessore magnifico presso Dio. Pregate per le mie intenzioni. Grazie, beneditemi.
Tufano Maria – Nola, Napoli
Gentilissimo Direttore,
sono un vostro iscritto e abbonato dal 22 novembre 1996,. Leggo sempre con piacere la rivista mensile che voi mi mandate. Vi scrivo per parteciparvi che il 26 agosto prossimo, a Dio piacendo, io e mia moglie Regina celebreremo i nostri 60 anni di matrimonio, qui a Decimomannu, dove io, ferroviere, fui trasferito nel 1948 da Gorizia a causa della perdita dei territori della Venezia Giulia. Qui mi trovo bene, qui abbiamo messo al mondo i nostri quattro figli, ed ora ho dieci nipoti e sei pronipoti e altri due sono in arrivo. Niente di speciale, siamo una coppia di anziani, io nel luglio prossimo compirò 85 anni, mentre la mia cara Regina (Gina) ne compirà 79 ad agosto. Le chiedo di ricordarsi di noi due anziani pregando che ci assistano dal cielo San Giuseppe, Don Guanella, che sarà proclamato Santo il 23 ottobre, e la Beata Chiara. Purtroppo, non ci muoviamo più da casa perché i vari acciacchi della vecchiaia limitano i nostri spostamenti. Meno male che abbiamo la nostra parrocchia a due passi da casa.
Giorgio Talmassons – Decimomannu, Cagliari
Spett.le redazione, desidero portare a conoscenza dei lettori la mia testimonianza circa la grandezza, la bontà e l‘infinita misericordia di Dio attraverso l’eccelsa figura del grande San Giuseppe. In tutte le prove difficili della mia vita, come pure i momenti di sofferenza, il ricorrere alla sicura e potente intercessione di San Giuseppe mi ha donato sempre amorevole conforto e provvidenziale soccorso. Ogni qual volta tutto sembrava essere perduto e credevo che non vi fosse più nulla da fare, e quando ancora mi pervadeva quella terribile sensazione di impotenza, ecco che inspiegabilmente si è fatto concreto e proficuo l’aiuto di Dio attraverso l’intercessione di San Giuseppe.
Tutte le volte che mi sono rivolto al Santo, chiedendone grazia e protezione, sono stato sempre esaudito, sebbene sia un peccatore e la mia fede, a volte, si fa sbattere come una canna al vento.
Il consiglio che voglio dare a tutti i lettori, soprattutto a quelli che sono in condizioni difficili o vivono momenti di sofferenza fisica, morale o spirituale, è quello di ricorrere alla preghiera, quale strumento potente ed efficace per mettersi in comunione con Dio e ricevere pace e serenità; chiedendo, a questo proposito, l’aiuto di San Giuseppe.
Ricorrete a lui, aiutandovi specialmente con la preghiera del “Sacro Manto” e sarete esauditi nelle vostre domande. San Giuseppe non fa preferenza alcuna tra gli uomini; di grande o poca fede, giusti o peccatori, la sua santità e magnificenza sovrasta sempre i limiti e le caducità umane. Ringraziandovi anticipatamente formulo i più fervidi voti augurali per una continua evoluzione e diffusione della vostra rivista.
Vincenzo Franciosa -
Francavilla Fontana, Brindisi
Dopo la morte di mio padre, tanto devoto di San Giuseppe e abbonato alla rivista, che penso già in paradiso con i Santi, ho continuato io questa tradizionale devozione di famiglia, sicura di avere sempre Qualcuno a cui rivolgermi. Ho avuto tante tragedie e difficoltà, personali e di famiglia, ma anche tante gioie e tante grazie dal Signore, rimettendomi sempre alla sua divina volontà. Ultimamente ero preoccupata per mio genero, che se pur laureato, non riusciva a trovare un lavoro, nonostante la sua buona volontà. Dopo tante porte chiuse lo scoraggiamento ha preso il sopravvento nel suo animo. Che cosa fare? A chi rivolgerci più? Ho pensato allora, con fede e speranza, di iniziare la preghiera del Sacro Manto. Non avevo ancora terminato i trenta giorni previsti da questa pia devozione che mio genero è stato convocato per diversi colloqui con buone possibilità per un lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare San Giuseppe, la Vergine Maria e Gesù per una grazia ricevuta alcuni anni fa, per la quale non avevo ancora ringraziato, per una situazione che avrebbe potuto sconvolgere la mia vita e tutta la mia famiglia. Invio una modesta offerta, piccolo pensiero che vuole essere un segno della mia devozione a San Giuseppe. Vi ringrazio e pregate per noi.
S.P.
Carissimo Direttore, sono una giovane mamma, con tanta gratitudine desidero esprimere il mio sentito grazie e la mia riconoscenza al carissimo “amico e protettore” San Giuseppe che mi ha sostenuta in momenti un po’ difficili, concedendomi anche tre grazie particolari. Ogni giorno mi rivolgo a lui perché ho ancora tanto bisogno del suo aiuto per la mia giovane famiglia e per tanti amici. Mentre continuo a pregare, diffondo con convinzione la devozione a questo grande Santo e protettore. Desidero pubblicare queste mie poche righe perché tante persone sappiano che S. Giuseppe è potente, ci fa aspettare ma non ci abbandona. Grazie!
Z. M.
Egregio direttore,
con grande gioia ho appreso che il giorno 23 ottobre Don Guanella sarà proclamato Santo insieme a Mons. Conforti, perchè sono legata ad entrambi.
Mons. Conforti perchè sono di Parma, mia mamma ha ricevuto la Cresima da Lui e si è sempre ritenuta una sua miracolata, perchè durante un'operazione effettuata in casa (era il 1947), senza anestesia, ha stretto tra le mani un guanto di Mons. Conforti che le aveva dato una suora e tutto è andato per il meglio.
Sono legata a Don Guanella perchè i miei nonni materni sono venuti da Campodolcino ad impiantare distillerie in pianura padana, di cui una a Parma e la mia bisnonna era una Bianchi parente della mamma di don Luigi.
Da sempre tutta la mia famiglia è legata alla famiglia guanelliana ed è stata iscritta alla "Pia unione del transito".Prima mia nonna Acquistapace Vener Maria, mia mamma Vener Nidi Rosa, mia sorella Nidi Mazzoli Irma, tutte decedute, ma assistite da San Giuseppe ed ora sono iscritta con mio marito: Valenti Maria e Marco.
Dopo la riunione del concistoro del 21 febbraio sono andata a parlare con il Vescovo di Parma Mons. Enrico Solmi e sono venuta a sapere che conosceva poco Don Guanella. Allora gli ho procurato una copia di una biografia del santo di Mario Sgarbossa, e i depliants del Santuario del Sacro Cuore di Como. E' stato molto contento, perciò, sono a chiederle di inviare la Santa Crociata sia a lui che alle suore carmelitane, perché molte di loro, anche se sono solo in 17, sono originarie di Lecco e Como e conoscono le opere di don Guanella.
Mi scusi per le chiacchiere e grazie di tutto.
Maria Nidi Valenti
Carissima Maria,
altro che chiacchiere, è una bella gioia sentire le sue notizie e anche godere della parentela con don Guanella. Si dice che i figli maschi prendono molto dalla mamma e allora la santità di don Guanella è il frutto della grazia divina e anche del DNA della sua antenata Maria Bianchi, la mamma di don Luigi.
Sarà mio dovere inviare al Vescovo la nostra rivista che, già dal numero di aprile contiene un inserto su don Guanella e delle splendide foto della sua terra natale. La ringrazio delle belle notizie, le auguro ogni bene e per l’intercessione del Santo Guanella e mons. Conforti Dio la benedica e le dia gioia di vivere.
Carissimo don Carrera, come promesso all’amato San Giuseppe, do testimonianza del Suo aiuto.
Dall’aprile del 2009 il mio fidanzato ed io eravamo disoccupati. Tranne qualche giornata di lavoro e decine di domande e curriculum spediti, non capitava nulla. All’inizio del 2010 pregai il Sacro Manto e la Novena all’amato Santo, ma ancora non succedeva nulla. Anzi! La situazione sembrava peggiorare, con momenti ancora più bui e tristi come la morte di mio suocero al quale il mio fidanzato era molto legato. Poi, quando meno ce l’aspettavamo, il 3 febbraio scorso è arrivata una telefonata dal comune di Cagliari ( dove viviamo ) e la bella notizia che il mio ragazzo era stato assunto per un anno! Non le posso descrivere la nostra felicità! Inoltre, dopo le visite mediche di routine, ha iniziato a lavorare il 19 febbraio, proprio un mese prima della festa di San Giuseppe! Vorremmo ringraziare di cuore il Signore e la Madonna per questa grazia e San Giuseppe che mai si dimentica dei suoi figli. Come segno di ringraziamento, col primo stipendio, intendiamo dare una piccola offerta per una giornata di pane. Se possibile gradirei che questa lettera sia pubblicata per dare speranza a tante persone che si trovano nella nostra stessa situazione. La saluto cordialmente e la ricordo nelle mie preghiere.
Angelica Comunale
Reverendo Don Mario,
ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per la mia offerta, e desidero farle sapere che il suo invito a leggere "La Santa Crociata" è puntualmente esaudito, da più di cinque anni, conseguentemente alla perdita tragica di mia sorella che era abbonata e della quale ho mantenuto l'impegno, portando al mio indirizzo la rivista. Le dirò di più, ritaglio ogni volta la preghiera particolare che vi si riporta, e molte di esse sono state proposte in occasione di incontri di ritiro con il nostro Arcivescovo. Sono la responsabile dell'Ufficio scuola della diocesi di Campobasso/Bojano per tutto ciò che riguarda gli insegnanti di religione di nomina diocesana e per quelli interni alla scuola (dell'infanzia e primaria) che sono disponibili ed idonei ad impartire tale insegnamento. Inoltre, leggo anche le traduzioni laterali ad ogni pagina, perché amo le lingue, e ne riporto anche utilissime indicazioni sul come effettuare una traduzione sintetica, che non tradisca l'interezza dell'articolo a cui si riferisce. Probabilmente, in occasione del prossimo Natale utilizzerò qualcuna delle immagini della rivista a corredo di alcune mie poesie, indicandone chiaramente la provenienza: sono molto significative sia sul piano artistico che del messaggio che portano.
Nella mia casa materna, mia nonna viveva ogni anno la festa di San Giuseppe con la tradizionale tavolata, in cui ospiti d'onore erano tre persone povere - un bambino, una donna ed un uomo - rappresentanti la Sacra Famiglia. E puntualmente, il 17 febbraio iniziava, sotto la direzione di mia madre, il mese di San Giuseppe, seguito dal mese di maggio, da quello del Sacro Cuore, poi del Preziosissimo Sangue e, a ottobre, ancora per Maria e a novembre per i morti. Partecipavano tante persone, in prevalenza del vicinato, e queste esperienze fanno parte della mia personale storia di formazione. Sono convinta che San Giuseppe, come si addice alla sua umiltà e al silenzio che ha connotato la sua vita, dovrebbe essere maggiormente conosciuto. Qualche anno fa, seguendo Radio Maria, ascoltai la presentazione di un libro su San Giuseppe, scritto da un medico, il Dr. Donna: attratta dalla poeticità del testo, lo comprai immediatamente e letteralmente lo divorai. Ne ho poi regalato una ventina di copie: a sacerdoti e a persone che portano il nome di questo Santo, in occasione dell'onomastico, ma anche a chi non si chiama Giuseppe, come il mio parroco di allora e il vicario del Vescovo.
Linetta Mazzilli
Caro don Mario Carrera, sono iscritto alla Pia Unione da una decina di anni, leggo e ricevo volentieri la vostra rivista. Le scrivo per ringraziare San Giuseppe per la grazia ricevuta nel maggio scorso. Mi sono recato a un controllo medico, spinto da mia moglie, per la frequenza cardiaca elevata nonostante non avessi alcun malore. I medici mi hanno trattenuto per quattro giorni per accertamenti e visita coronarica a cui è seguito l’intervento chirurgico, andato benissimo, per l’applicazione di tre bypass. Mi sono affidato ovviamente a S. Giuseppe e anche il post operatorio e la riabilitazione necessaria è andato benissimo. Volevo comunicarle che il 1 maggio prossimo, ricorre il 10 anniversario del monumento a San Giuseppe da me realizzato nel 2001 e del quale la vostra testata aveva dato notizia a pag. 14 del numero di ottobre 2001. Ora accanto a questo farò realizzare una colonna con la dedica che non avevo potuto mettere dieci anni fa: “Dedicato a San Giuseppe che veglia sul mondo del lavoro”. Sarà mia premura inviarle una foto a colori dell’avvenimento. Mentre ringrazio S. Giuseppe le chiedo preghiere per un amico scomparso di recente e per un altro mio caro amico che due anni fa si era recato nell’ambulatorio per il vaccino antinfluenzale e i giorno successivo è entrato in coma e a tutt’oggi è ancora lì, steso sul letto, immobile. Vorrei che pregassimo per alleviare a lui, alla moglie e alla famiglia questa sofferenza.
Lettera firmata
Egregi Signori,
ho avuto occasione di essere ospite della Vostra struttura […] dal 24/08/2010 allo 08/09/2010 per una neoplasia polmonare in stato avanzato.
Da venticinque anni la mia professione (lavoro per una società che commercializza prodotti per laboratorio di analisi) mi ha costantemente portato a contatto con la sanità italiana, sperimentandone giorno dopo giorno il lento e costante declino sotto molteplici aspetti.
Inefficienza, degrado, opportunismo, qualunquismo, superficialità, arroganza, arrivismo sono solo alcuni degli aggettivi che mi sento di utilizzare per descrivere quanto ho vissuto in questi anni ogni qualvolta ho messo piede in un laboratorio pubblico o ho avuto a che fare con l’amministrazione ospedaliera.
La malattia che mi ha colpito in modo così subdolo ed improvviso a soli cinquantuno anni mi ha offerto la possibilità di sperimentare una sanità diversa.
Nel reparto in cui sono stato ricoverato ho trovato personale medico qualificato, sempre pronto e disposto a dare risposte in modo esauriente e garbato a pazienti e parenti di qualunque ceto ed estrazione culturale. Il personale infermieristico, seppure palesemente sottorganico, si è prodigato a tutte le ore per alleviare i disagi della malattia sempre con cortesia e sorriso. Gli allievi infermieri con l’entusiasmo e la forza propria dei giovani hanno portato ogni giorno un vento di serenità a tutti noi ammalati. I servizi offerti dal personale ausiliario hanno reso la degenza più simile ad un soggiorno alberghiero che ad un ricovero ospedaliero.
Ed infine un’efficienza generale superlativa (sono stato sottoposto ad una RMN al cranio alle 18.30!). Tutto ciò mi rende felice e speranzoso non solo perché la sanità italiana può funzionare in modo diverso, ma soprattutto perché l’Italia tutta può essere migliore.
Di fronte allo sfacelo della vita pubblica di questi ultimi giorni, sapere che esistono persone come tutti Voi dà una grande forza morale e spirituale a chi come me è stato colpito dalla malattia.
Ma non solo!
Senza alcuna retorica, mi sento di affermare e sottoscrivere che Voi siete la parte migliore di questo Paese. Voi siete quell’Italia che tutti noi cittadini vorremmo e meriteremmo di avere, a dispetto della vuota retorica che tutti i giorni siamo costretti a sentire dai politici di turno. Non so se riuscirò a sconfiggere il male che mi ha colpito, ma sono certo che con Voi il nostro Paese, a cominciare dalla sanità, potrà essere migliore.
Grazie ancora di tutto per ciò che siete e che fate.
Con riconoscenza
Questa lettera è stata scritta da Ernesto, un altro giovane cooperatore guanelliano dopo un’esperienza assai impegnativa in un ospedale romano, dove accanto a casi dolorosi di mala sanità, c’è anche un segreto tessuto di buone relazioni.
Ernesto ha vissuto con impegno la sua vita cristiana, ha motivato la sua fede in Gesù con una tesi sulla visione antropologica di don Guanella.
Ernesto è stato chiamato ad entrare nel Regno dei giusti nei mesi scorsi e dall’alto ci guarda per aiutarci a vivere la nostra esperienza di fede con fiducia e serenità.
Dio non abbandona mai nessuno.
Reverendo direttore don Mario Carrera, ho ricevuto i ringraziamenti per l’offerta inviata e gli auguri per il mio onomastico; grazie di cuore per le sue attenzioni. In una mia precedente lettera le davo la notizia riguardo l’intervento subito da mio marito. Dopo sette mesi di chemioterapia è giunto il momento dell’intervento chirurgico. Entrato in sala operatoria alle 8 del mattino è uscito alle ore 17, operato per un grosso tumore al colon per il quale rischiava al 95% una stomia definitiva, che lo avrebbe condizionato per tutta la vita. Invece, con gioia e grande stupore dei chirurghi, questo non è successo. Anche questa volta il grande Santo ha messo la sua potente mano ed ha ascoltato le mie preghiere. Dopo un periodo di degenza è tornato a casa, sta bene, ed è sotto controllo medico. Ho tanta fiducia che San Giuseppe continuerà a vegliare su di noi anche perché chiedo al santo un’altra grazia importante: risvegliare in mio marito la fede e la frequenza ai sacramenti da cui, non so perché, si è allontanato. Anche per questo vi chiedo di pregare. Ringrazio di cuore.
Lettera firmata –
Sirone (Lecco)
Reverendo don Mario, eccomi a Lei per dire tutta la mia riconoscenza a S. Giuseppe, da tanto invoco il suo aiuto con la preghiera del Sacro Manto e, con il suo silenzio, mi ha esaudita. Nell’ultimo mio scritto, che ho visto pubblicato su “La Santa Crociata” del mese di gennaio, parlavo dei miei nipoti in attesa di adottare un bambino. Dopo tanto tempo sono stati chiamati e sono partiti per la Cambogia, proprio a Natale 2010. Sono poi rientrati in Italia il 22 gennaio scorso con il piccolo Manit. Descrivere l’emozione provata quel giorno non è cosa facile. Veramente un bel bambino e da quel che si capisce anche intelligente. Continuerò a invocare S. Giuseppe per altre intenzioni che porto nel cuore e perché sia veramente il protettore dei genitori adottivi, perché sappiano crescere bene i bambini loro affidati. A San Giuseppe continuo ad affidare tutte le mie intenzioni.
Rusconi Angelina, Erba (Como)
Reverendo Direttore, sono figlia di una vostra vecchia abbonata (credo inizio anni ’50). La mamma è mancata all’età di 104 anni, il 5 dicembre scorso. Ha sempre letto con interesse la vostra rivista fino ad un paio di anni fa, quando la sua vista si era indebolita, ma è sempre stata lucida di mente e ascoltava attentamente mentre io leggevo per lei. Ho ricevuto oggi il numero di dicembre e provvederò quanto prima a rinnovare l’abbonamento utilizzando uno dei bollettini intestati a mia madre pregandovi, in futuro, di indirizzarlo alla sottoscritta. Chiedo una preghiera di suffragio per la mia cara mamma e una per me per superare questo triste momento.
Lettera firmata - Milano
Egregio Direttore, ho ricevuto da alcuni giorni la rivista “La Santa Crociata” in onore di San Giuseppe e l’ho sfogliata. Veramente era la prima volta, nonostante l’avessi sempre vista a casa di mia madre. Ho letto che le persone che erano iscritte in vita alla Pia Unione, vengono trascritte nei registri dell’Unione Suffragi dopo il loro decesso.
La mamma è deceduta il 28 settembre 2010 e, cosciente fino alla fine, ha ricevuto l’unzione con viva partecipazione, ringraziando alla fine il sacerdote. Nei giorni precedenti, quanto ha pregato! Recitava le giaculatorie che sicuramente aveva imparato dalla nonna e che aveva insegnato anche a me quando ero piccola… le ho rispolverate e ora anche io le recito alla sera prima di addormentarmi.
Io credo che San Giuseppe l’abbia aiutata ad affrontare il trapasso… era così serena e in pace; infatti da quando era abbonata alla Pia Unione (e stava bene) lo pregava ogni sera e mi diceva: “È per una buona morte”. Chiedo gentilmente che la rivista venga inviata al mio indirizzo. Cordialmente.
Augusta Bettiol , Vilorba (TV)
Caro Direttore,
sono una vostra fedele abbonata anche se qualche volta mi attraversano dei dubbi. Devo confessare che in questo momento sono un po’ disperata. Sento che mi viene meno la fede. Da due anni mia figlia cerca lavoro senza trovarlo. Nonostante quest’ansia si sente dire che non lo trova perché non lo cerca. Questo mi fa soffrire anche per lei e poi mi scoraggio perché sento che la mia preghiera rimane inascoltata.
Spero anch’io di poter scrivere presto sulle «Pagine della riconoscenza» di aver ricevuto la grazia.
Lettera firmata
Gentilissima e cara Signora Luisa,
ho letto con molta attenzione partecipazione la sua lettera e ho raddoppiato la mia preghiera per lei e per la sua cara famiglia con la speranza che il vento possa soffiare nel verso giusto, in modo che possiate vedere l’approdo ad un porto dove possiate trovare serenità e gioia.
A volte capita di camminare in un sentiero buio senza vedere mai all’orizzonte una fiammella che indichi una presenza; è il deserto della solitudine nel quale ci sembra di essere stati dimenticati da Dio.
Nei salmi è frequente questo lamento di chi ha fede e prega, ma sente Dio come se fosse distratto.
Gesù ci ha detto che «il Padre sa di quali cose avete bisogno prima ancora che voi lo chiediate». Dio conosce i nostri bisogni, ma noi non conosciamo la stagione in cui egli farà fiorire i nostri desideri, poiché dice il profeta Isaia: «I pensieri di Dio non sono i vostri pensieri e le vie di Dio non sempre sono le vostre vie». Dentro a queste vie, a volte misteriose, a volte drammatiche e sofferte, Dio non ci abbandona come naufraghi in mezzo alle onde, ma vigila costantemente su di noi e ci dona quella forza interiore che ci rende capaci di superare le difficoltà, di stare ancorati alla sua mano, sino al momento in cui la grazia richiesta ci sarà donata e diventerà strumento della nostra crescita interiore.
Lo so che ci possono essere motivi di scoraggiamento, ma tentiamo di guardare Dio negli occhi stessi di Gesù che si è fatto nostro compagno di viaggio e distogliamo lo sguardo qualche volta, velato di invidia o di gelosia verso le persone che a noi sembrano avere di più dalla vita.
Per prima cosa dobbiamo pregare di avere un cuore libero e la volontà generosa e perseverante di pregare e poi anche di agire e darsi da fare, affinché la nostra buona volontà possa «aiutare Dio» a far sorgere un’alba di luce che dia serenità alla nostra esistenza.
Non si scoraggi, io e lei con gli iscritti alla Pia Unione di san Giuseppe continuiamo a dire: «Sia fatta la tua volontà e dacci la forza perché possa eseguirla con serenità e gioia».
Un caro saluto e l’assicurazione che non sarà sola a pregare, ma anche noi l’aiuteremo a far in modo che Dio possa aprire uno spiraglio di luce per questo tanti auguri.
Dio benedica lei e la sua cara famiglia.
Reverendo don Mario, è da tempo che volevo scriverle, ma mi sono impigrita perché la mano destra fa capricci per cui non scrivo bene. Ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per l’offerta inviata ma non si doveva disturbare per tanto poco, se potessi dare di più lo farei. Mi rallegro con Lei e la sua congregazione per la canonizzazione del vostro Fondatore il prossimo 23 ottobre; spero poter seguire la funzione almeno in tv. Leggo sempre la rivista mensile e ne ricevo tanto bene; ho seguito il convegno che tempo fa avete organizzato e veramente mi ha fatto bene, mi ha tolto la paura della morte e con più fiducia mi preparo ad affrontarla. Ringrazio per il tanto bene ricevuto e per aver ricordato nelle sue preghiere i miei genitori defunti e anche per aver posto in evidenza i tanti problemi del mondo per cui mi sento spinta a pregare di più conoscendo tante miserie, a istruirmi sempre di più; non si impara mai abbastanza anche a 95 anni… Le chiedo una preghiera per la mia salute. San Giuseppe mi è stato dato come protettore nel S. Battesimo, ricevuto nel giorno della sua festa. La ringrazio di cuore. Mi benedica.
Suor Gilda Badoni,
Figlia della Carità
L’accompagnare un malato nel suo cammino verso la morte è fatto di presenza, di attenzioni, di servizi, di dedizione, di contatti, di scambi. C’è la fatica e il dolore, il degrado e la perdita. L’intensità del momento sollecita vissuti forti, nel malato e in chi lo cura: dà spessore alle relazioni, smussa e scrosta perché è l’essenziale solo che ha il diritto di restare di fronte alla morte.
Ecco alcune testimonianze.
All’apparire delle prime gemme
…Durante l'operazione (del padre: coronarie ostruite), ci furono dei problemi, ma i medici dissero di non preoccuparci. Ma la stessa notte chiamarono dicendo che aveva avuto un arresto cardiaco. Quando arrivammo in ospedale si riaccese la speranza: lo avevano rianimato, tuttavia le condizioni restavano gravi.
Con i miei fratelli ci davamo il cambio davanti a quella porta chiusa (reparto di cure intensive). Qualcuno veniva a dirci che era inutile stare là, ma noi non volevamo lasciarlo solo...
L'ultima sera arrivai in ospedale più arrabbiata che mai. Ero lì in ascolto davanti a quella porta. Sentivo i rumori dei macchinari. Quei suoni mi sono rimasti dentro per tanto tempo. Mi dicevo: ora chiedo di entrare, ma non ho avuto il coraggio di farlo.
Improvvisamente, dentro di me la certezza che mio padre era morto e una grande pace nel cuore. Una voce dentro mi diceva di essere buona.
Si aprì la porta e il medico confermò quel che avevo già percepito.
Da quella notte la mia vita è cambiata radicalmente. Mi dico: “Ho visto la luce".
Dopo la sua morte in un cammino di fede ho ripercorso il suo. Con il cuore posso dire che lui sapeva che stava morendo e che quando mi faceva vedere le prime gemme del melograno, i suoi occhi "vedevano Dio".
Anna
Un conflitto che si fa armonia
Ho sempre avuto un rapporto distante e difficile con mia madre. A 91 anni le viene diagnosticato un tumore. Interrompo la mia attività per curarla. Non è facile: è lei che mi organizza la giornata, se m’allontano si arrabbia, dice che penso più agli altri. Passa comunque periodi di relativa buona salute e ogni tanto compaiono delle recidive. Il mio spazio si riduce sempre di più, ma quello che mi fa più male è il non sentirmi amata da lei, l’avere continui scontri con lei. E tuttavia la curo e divento per lei l’infermiera di riferimento: cerca solo me, non i miei fratelli. Anche se ci scontriamo, succede che mi dica grazie e mi dia un bacio alla sera dopo che l’ho sistemata. Sono attenta ai suoi bisogni e cerco di sostenerla.
Arriva il giorno del mio compleanno, i miei fratelli decidono di farmi un po’ di festa con lei. Non posso credere che anche lei, malgrado il suo stato, si metta a cantarmi gli auguri, a sorridermi con molto affetto. Sembra così contenta, sono stupita ma felice. Due ore dopo sta male e la fine è rapida. Quel che succede dopo mi stupisce ancora di più: malgrado il dispiacere siamo tutti sereni. è come se la mamma ci avesse fatto il dono di una grande pace, di farci vivere il commiato da lei in un modo tranquillo, come se quel che è successo fosse ovvio e avvenuto al momento giusto. è un segno che il Signore ha voluto bene sia me che la mia mamma, dandoci la riconciliazione.
Ester
Le traduzioni
in lingua straniera
Caro Padre Direttore,
la ringrazio per l'idea che ha avuto nel mettere accanto ad alcuni articoli una breve traduzione descrittiva dell'argomento di cui parla l'articolo. Gradisco in particolare la traduzione di due lingue: il francese che da giovane avevo imparato a scuola e mi permette un esercizio di memoria e l'inglese che mi offre il modo di sfogliare la rivista insieme a mio nipote e fargli leggere il piccolo brano scritto in inglese, una lingua che sta imparando a scuola. Questo aggancio alla lingua mi permette di spiegargli le illustrazioni delle figure che accompagnano gli articoli, soprattutto le rappresentazioni sacra. Grazie per questa novità e prego che possa essere utile anche a tante persone. Affido la mia famiglia alle sue preghiere e la saluto.
Elisabetta - Milano
Le messe perpetue
Carissima Pia Unione,
scrivo per chiedere un favore. Vorrei la grazia che scriviate nel libro delle messe perpetue tutti i nostri poveri morti del Burundi, assassinati durante la guerra fratricida e che non hanno ricevuto una sepoltura come tutti i cristiani. Vorrei mettere sulle loro tombe comuni una croce ma non siamo ancora disposti a riconoscere questo onore a tanti poveri morti. Prego per loro in tutte le mie Sante Messe perché il Signore li abbia in misericordia. Iscrivendoli alla Pia Unione forse riceveranno la carità di tanti amici e fedeli di San Giuseppe. Vorrei inoltre che si mettessero nell’elenco anche le persone morte nel disastro aereo sull’Atlantico, spariti nel profondo oceano, come se volessero ricordarci che vivendo senza Dio potremo sparire nel nulla e vana sarà la nostra ricerca con tutti i mezzi modernissimi. Scrutiamo l’universo immenso ma non possiamo scrutare nelle viscere del mare...
Saluti,
padre Vittorio Blasi
Caro Padre,
grazie del suo esempio di apostolo e della sua sensibilità. Stia certo che sarà per noi un dovere e uno squisito atto di carità verso questi nostri fratelli e sorelle uccisi dalla violenza e dall'odio. La nostra preghiera e quella di tutti gli associati alla Pia Unione e dei lettori della Santa Crociata in Onore di San Giuseppe sarà per loro come una carezza di affetto e il segno di partecipazione alla sorte di tanti fratelli che vivono in un clima di paura e di violenza. Il Dio della pace doni a loro pace e tocchi il cuore dei viventi in quella regione del mondo a nutrire sentimenti di pace e voglia di dialogo per colorare il futuro del loro paese con i colori dell'arcobaleno.
Le vittime dell'aereo francese, come tutte le vittime del cielo, della strada e degli abissi dei mari entrano, ogni giorno entrano nel cuore della nostra preghiera e nel grande abbraccio del Suffragio perpetuo.
Fiducia nella Provvidenza
Carissimo don Mario,
ho provveduto ad inviare una offerta per la celebrazione di una santa messa in onore di San Giuseppe, perché ho ricevuto una grande grazia, che non speravo più e, invece, il Signore ci ha guardato veramente da vicino. Continueremo io e mia moglie a pregare fervidamente ché Gesù non ci abbandoni mai e continui a elargire grazie su grazie specialmente quelle di cui più abbiamo bisogno ogni giorno. Preghiamo che la divina provvidenza venga in soccorso alle nostre necessità più urgenti, e che la grazia di Dio con lo Spirito Santo scenda su di me e sulla mia famiglia, e che illumini le nostre menti, e ci aiuti a tenere fede al cammino del Vangelo. Preghiamo ancora che gli Angeli ci custodiscano sempre nei nostri passi e in particolare a San Michele Arcangelo che tenga lontano da me e dalla mia famiglia, dalla mia casa e dal posto di lavoro, tutte le insidie del nemico, del maligno, del demonio, e che li annienti per sempre e che non abbiano a tornare mai più. Vi ringrazio di cuore per tutte le preghiere e spero quanto prima di rendere nuove grazie che il Signore mi donerà.
Personalmente e in nome della mia famiglia chiedo che il Signore ci perdoni per tutti i peccati commessi.
Lettera firmata
Santità nascoste
Reverendo Direttore,
Le sono immensamente grata per aver iscritto la mia cara mamma al Suffragio perpetuo.
Sapere che la sua anima possa godere dei benefici di numerose Sante Messe, di fraterne preghiere e devote funzioni mi infonde sollievo e pace... il mio supremo desiderio è che possa raggiungere il Paradiso quanto prima, perché lei ne parlava sempre e diceva con dolcezza, amabilità e grandissima fede che non voleva "fare" il Purgatorio ma andare subito in Paradiso. Tanto più che è sempre stata fervente devota di S.Giuseppe! Quante preghiere e novene ha recitato per la famiglia e per il prossimo bisognoso, invitando tutti con l'apostolato e con l'esempio a venerare questo grande Santo.
Anch'io ho recitato il Sacro Manto su consiglio di mia mamma ed anche tuttora prego con fede San Giuseppe.
Certamente, il ricevere la tessera degli associati ha rinvigorito il mio animo e trasmesso nuovo fervore per la preghiera. Per questo Le chiedo, gentilmente, ancora un favore, cioè iscrivere alla Pia Unione anche mio marito.
Silvia Trotti
Lode e onore a Dio per
i 400 anni della Visitazione
Reverendo don Mario,
ringrazio vivamente lei e tutta la Pia Unione per i graditissimi auguri per il mio onomastico e ancor più per le preziose preghiere di cui sono veramente bisognosa insieme alla mia comunità. Mi ha molto commossa questo suo affettuoso ricordo: la Santa Vergine Addolorata lo prenda nel suo cuore e lo presenti a Gesù con la sua materna intercessione!
Approfitto dell’occasione per chiederle una preghiera per il 400° anniversario della fondazione dell’Ordine della Visitazione che sarà celebrato il 6 giugno 2010 in ogni nostro Monastero nel mondo intero e in modo particolare ad Annecy che è come la nostra “santa sorgente”. Che tutto torni a gloria della Santissima Trinità!
Suor Maria Amata Sbaragli
Cara e reverenda Madre,
sarà mio dovere e gioia accompagnare la preparazione dei 400 anni della fondazione dell’Ordine della Visitazione da parte di San Francesco di Sales. Il santo della dolcezza e della mansuetudine ha nutrito un grande culto per il “papà” terreno di Gesù. In una mia peregrinazione ai luoghi significativi del culto a San Giuseppe, come a Le Puy e Coutignac, ho potuto visitare anche Annecy (una piccola Venezia) e celebrare l’Eucaristia sull’altare dove sono conservate le spoglie mortali di San Francesco di Sales e della sua fedele discepola la Chantal.
Nel mio cuore nutro un sentimento di perenne gratitudine per un monastero della Visitazione per una squisita ospitalità in un periodo della mia vita. Oltre al desiderio di assorbire nella mia vita la spiritualità di San Francesco di Sales, canta anche questo sentimento di riconoscenza. Già da ora a Lei e a tutti i monasteri delle "Visitandine" tanti auguri di santità.
Costruttori di armonie
Gent.mo diretttore,
le scrivo per dirle che mia madre Maria Ottavia Montanaro non c'è più, è tornata alla casa del Padre il 29 luglio 2009, dopo 7 mesi di dolore a causa di una caduta in casa avvenuta la notte del 2 gennaio 2009. Per anni, mia mamma è stata abbonata alla rivista della Pia Unione. Sono uno dei suoi 5 figli e ricordo molto bene che in casa c'è sempre stato il calendario di san Giuseppe e la rivista. Siamo praticamente cresciuti in famiglia con la presenza costante di San Giuseppe.
Recentemente non parlava più, ma durante le sue sofferenze solo qualche parola di preghiera, comunque ha sempre pregato anche quando non ce la faceva più...
Riassumere i 73 anni di vita della mia amatissima mamma sarebbe lungo. La famiglia per lei era al centro di tutto: sia quella di provenienza, sia la famiglia che ha creato con nostro padre Vincenzo e i cinque figli: Giuseppe, Marisa, Patrizia, Pio e Prudenzio.
Gesù ha voluto che vedesse tutti i suoi figli sposati. Noi abbiamo perso un bene prezioso, l'amore di una vita.
Con amore immenso il figlio Pio.
Preghiera
per un seminarista adottato
Reverendo Direttore,
la preghiera che trascrivo di seguito, trovata e “adattata” da un vecchio manuale di preghiere in onore di San Giuseppe, la recito ogni giorno per il mio “figlio spirituale”, unitamente ad altre preghiere e devozioni che scandiscono la giornata. Pregare per questo ragazzo è diventato il fulcro della mia vita. Che San Giuseppe ti accompagni, Matias Javier. Io con Lui , da tanti anni, ho uno stretto rapporto fatto di S. Manto, novene, preghiere e... parole, tante parole. E lui, ogni tanto, ma non così tanto, interviene. E sempre di mercoledì. Trascrivo la preghiera intitolata “Per compiere bene il proprio dovere”: “Glorioso San Giuseppe, modello di santa laboriosità, aiutalo a santificare lo studio. Nella fatica intellettuale, e in quella fisica, ottienigli sempre: di lavorare con coscienza, mettendo il dovere al di sopra delle sue inclinazioni; di lavorare con riconoscenza e gioia, considerando un onore l’impiegare, nel compimento del suo dovere, i doni ricevuti da Dio; di lavorare con ordine e pazienza, senza mai indietreggiare davanti alla stanchezza e alle difficoltà; di lavorare soprattutto con purezza di intenzioni, pensando sempre che dovrà rendere conto del tempo perduto, dei talenti inutilizzati, del bene omesso. Tutto per Gesù. Tutto per Maria. Tutto a tua imitazione o San Giuseppe! Fa’ che ogni sua azione tenda a questo ideale di vita. Amen”.
Piera Paolucci - Roma
San Giuseppe
grande intercessore
Reverendo Direttore,
devo adempiere a una promessa fatta a S. Giuseppe, testimoniando una grazia ottenuta. Esprimo quindi la mia gratitudine al caro Santo, mio avvocato e intercessore, per aver riportato a casa il mio nipotino: un vero miracolo! Desidero anche ringraziare Lei, caro don Mario, per la rivista che ricevo ogni mese a casa e congratularmi per il suo editoriale, ogni mese è sempre più interessante e che di consueto leggo per primo. Un elogio anche ai suoi collaboratori per l’eccellente lavoro che svolgono. Mi complimento in modo particolare per la rivista di Agosto-Settembre, molto interessante, come l’articolo “Una ricetta per la felicità”, a pagina 9. Dovremmo fare tutti tesoro di queste parole e metterle in pratica. Interessante anche la storia della Basilica del Trionfale. Mando un’offerta per una lampada in onore di San Giuseppe, per i vostri assistiti chiedendo la carità di una preghiera per un ragazzo.
Antonietta Abbruscato - Canada
Lode per i sommarietti
in lingua straniera
Gent.mo diretttore,
da tanto tempo mi propongo di scriverle per scusarmi del ritardo nell’inviare la quota annuale, ma non ho potuto farlo per diverse ragioni. È vero che alla mia età, 88 anni, le cose più semplici diventano difficili. Volevo anche dirle quanto sono contenta di ricevere la rivista de “La Santa Crociata”, sempre più bella, con tanti articoli pieni di spiritualità. Mi piacciono anche le preghiere e i commenti in francese, inglese, tedesco e spagnolo... che bella iniziativa europea! Grazie, signor Direttore, per questi momenti preziosi di serenità-gioia dell’anima. Grazie di cuore.
Lina Andreani Caruso – Francia
Gli occhi misericordiosi
della Sacra Famiglia
Reverendo Direttore,
ancora una volta a testimoniare con gioia la mia esperienza. Gesù, la Madonna e San Giuseppe sono sempre accanto a noi Hanno protetto mio figlio che ha rischiato di soffocare di notte per un rigurgito legato a gastroenterite; lo hanno protetto dal morso di una vipera e nelle numerose cadute giocando. Li ringrazio per tutte le volte che hanno protetto me e mio marito guidandoci nelle diverse vicende, e illuminandoci nelle scelte e nelle decisioni. Li ringrazio anche dei tanti piccoli segni, importanti per me, che ogni giorno ricevo con benevolenza. Li ringrazio della loro protezione rivolta alle persone a me care, come la mia amica che è stata sottoposta a trapianto renale e a due bambine con seri problemi al cuore. Ecco, per tutto questo, li ringrazio con tutta l’anima chiedendo la loro costante guida e protezione.
Simona
Luce, fede e buona volontà premiano sempre
Reverendo Direttore,
Sono devota di San Giuseppe e l’ho pregato tanto per concludere il mio corso di studi. Le mie preghiere sono state esaudite e sarò sempre riconoscente a questo grande Santo. Chiedo la protezione di San Giuseppe per me, per la mia famiglia e per tutti coloro che hanno bisogno. Continuerò a pregare San Giuseppe e a diffondere la bella devozione del Sacro Manto.
Maria Gemma – Roma
Suffragio per i morti
del Burundi
Carissimi amici della Pia Unione del Transito di San Giuseppe,
vi chiedo il favore e la carità di iscrivere all’Unione Suffragi tutti i nostri morti del Burundi, assassinati durante la guerra fratricida, che non hanno potuto ricevere una degna e cristiana sepoltura. Vorrei mettere sulle loro tombe comuni una croce, segno di speranza per ogni cristiano, ma qui non riconoscono ancora questo segno come un onore per i poveri morti. Prego per loro in tutte le Sante Messe che celebro, affinché il Signore, Padre nostro, sia misericordioso con noi e con questi nostri cari morti.
Iscrivendoli all’Unione Suffragi presso la Vostra Pia Unione, sono certo che riceveranno la carità spirituale di tanti amici e fedeli di San Giuseppe, che eleveranno al Signore preghiere di suffragio per loro. Affido alle preghiere degli associati alla Pia Unione anche le vittime del disastro aereo sull’atlantico, sparite nelle profondità oscure degli abissi.
Preghiamo per loro e perché nessuno muoia mai senza la grazia di Dio.
Grazie in Gesù e Maria.
P. Vittorio Blasi
(Bujulbura – Burundi)
Iscrizione
al suffragio perpetuo
Caro don Mario,
ringrazio sentitamente, a nome mio e della mia famiglia, per l’iscrizione al suffragio perpetuo e le condoglianze espresse per la mia cara mamma Gertrud, che il Signore ha chiamato a sè martedì 20 ottobre 2009. Le preghiere e il memento nel sacrificio della santa messa in suo suffragio sono il dono più prezioso per la cara defunta. Con ferma fiducia nella parola del Signore “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11, 25-26), raccomandiamo la sua anima alla misericordia di Dio.
Mons. Georg Gänswein,
Segretario particolare
di Sua Santità Benedetto XVI
Affacciarsi sul panorama della devozione
a San Giuseppe
Reverendo Padre,
desidero raccontarvi come sono diventata devota a San Giuseppe. Un’esperienza che conservo ancora viva nonostante siano passati molti anni da quel bel giorno. Sono nata in una famiglia molto religiosa nella quale non mancava mai la preghiera e la recita del S. Rosario. Nonostante questo, durante il delicato periodo della mia adolescenza, iniziai a frequentare gruppi di giovani poco inclini alle cose che riguardano Dio, la Chiesa, la preghiera. In breve tempo, purtroppo, presi le stesse abitudini iniziando persino a bere finché non sono diventata alcolista. Mentre mi trovavo in vacanza in una città europea, mi è capitato di passare davanti a una chiesa, dove non mettevo piede da anni. Con un forte desiderio varcai la soglia e mi ritrovai in u un’atmosfera che per me era diventa insolita, se non estranea. In un angolo vidi la statua di un santo con Gesù bambino in braccio e nell’altro un giglio. Senza esitare mi sono inginocchiata e ho iniziato a pregare chiedendo perdono e aiuto. Sono stata esaudita. Smisi di bere ritrovando nuovamente la gioia di vivere. Quel giorno ritrovai l’amore per il Signore e per tutto ciò che è bene; ritrovai la fede, dopo aver sperimentato sulla mia pelle che senza di essa non potevo vivere. Ci sono stati altri momenti bui ma San Giuseppe mi è sempre stato vicino. Sono passati molti anni. Ora ho una famiglia, un marito e dei figli da amare e dai quali ricevo tanto amore, quello stesso amore che il Signore ha voluto farmi riscoprire attraverso San Giuseppe.
Lucia
Esempio di luce riflessa
alla luce di San Giuseppe
Gent.mo direttore, devo raccontarle una storia. Prego di controllare da quanti anni era abbonata mia madre, Maria Ottavia Montanaro o Parente Maria, perchè io che sono uno dei suoi cinque figli ricordo chiaramente che in casa c'è sempre stato il calendario di san Giuseppe e la rivista. Siamo
praticamente cresciuti in famiglia con la presenza costante di San Giuseppe. A proposito, ho 37 anni, quindi direttore sono decenni che vi conosciamo.
Vi scrivo perchè Maria Ottavia Montanaro non c'è più, è tornata alla casa del Padre,il 29 Luglio 2009, dopo sette mesi di dolore a causa di una caduta domestica avvenuta la notte del 2 gennaio 2009. Recentemente non parlava più ma siamo riusciti a carpire durante le sue sofferenze qualche parola appartenente alle preghiere, si perchè ha sempre pregato anche quando non ce la faceva più...
Riassumere i 73 anni di vita della mia amatissima mamma sarebbe lungo, capisco i problemi editoriali, allora brevemente vi dirò: la Famiglia al centro di tutto, sia quella di provenienza, sia la famiglia che ha creato con nostro padre Vincenzo e noi cinque figli: Giuseppe, Marisa, Patrizia, Pio e Prudenzio.
Gesù ha voluto che vedesse tutti i suoi figli sposati. Tutta la vita a lavorare in casa e l'amore in tutte le cose. Il pensiero che mi è venuto è che forse questa storia, pubblicata sul vostro mensile, può essere una piccola consolazione. Noi abbiamo perso tutto, il bene più prezioso, l'amore di una vita, abbiamo perso la nostra mamma. Caro direttore, gradirei fosse spedita copia della rivista a mio padre e ai miei fratelli.
Pio Parente
Da Münstertal Kloster
St. Trudpert in Germania
Dal monastero di Münstertal l’Associazione di San Giuseppe, affiliata alla nostra Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe, la segretaria suor Bernita Schwester ci segnala che nel corso dell’anno 2009 presso la loro associazione si sono iscritti alla Pia Unione 812 persone e cinque sacerdoti: Christian Elbracht, Hansjörg Sailer, Stefan Dreher, Jürgen Reuss e Bruno Hunerfeld hanno chiesto di partecipare alla Messa perenne in favore dei morenti. Ringraziamo la benemerita sorella Bernita e auguriamo alla comunità religiosa un buon apostolato nella loro gloriosa abbazia che risale al primo Medio Evo.
Dalla Pia Unione
San Giuseppe di Varsavia
Il padre Casimiro Linkiewicz ci fa pervenire i complimenti e tanti ringraziamenti per lo stupendo calendario 2010 e loda la nostra sagacia nel diffondere il culto di San Giuseppe.
Un cammino nel segno
della Provvidenza
Nel lontano 1948, la Divina Provvidenza mi aprì le porte dell’allora nascente istituto San Calogero di Naro. Sin dall’inizio sono rimasto affascinato dalla dedizione dei sacerdoti guanelliani, due in particolare, che accoglievano noi poveri “picciriddi”.
Volevo farmi prete, ma poi ho cambiato il mio cammino e ho formato una famiglia. Don guanella mi ha sempre aiutato nelle mie scelte. Mi ha sempre indicato la giusta e buona via. Nel corso degli anni, ho visitato tutte quelle Case guanelliane, in Italia e all’Estero, dove mi trovavo per necessità di lavoro.
Non ho mai dimenticato don Guanella, la sua Opera e i confratelli, portando, secondo le mie possibilità, quella fiaccola di carità guanelliana, che tanto mi ha riscaldato negli anni della mia formazione.
Ho cercato di aiutare dovunque potevo, anche per dire il mio “Grazie, don Guanella, per quanto hai fatto e continui a fare per me. Grazie alla Divina Providenza che ora si serve di noi per realizzare i suoi piani”.
Gero Lombardo
Germania
Invocazione
ad un padre buono
Carissimo don Mario,
prego sempre per lei e spero che anche lei non si dimentichi di me; volevo chiederle se è possibile venire pubblicata nella rivista per le grazie ricevite da san Giuseppe.
Ringrazio San Giuseppe con tutto il mio cuore per le innumerevoli grazie che ha concesso a me e alla mia famiglia. Ogni giorno recito il sacro manto e continuerò sempre a rivolgere a Lui il mio pensiero quotidiano. Invito tutti a pregare San Giuseppe perchè è un padre buono ed amichevole che concede con tanto amore grazie inaspettate; non perdete la speranze e pregatelo con tutta la vostra fede, non vi deluderà.
Silvia - Ancona
Sia certa che lei con tutti gli iscritti alla Pia Unione siete nel cuore della nostra preghiera.
A cuore aperto
Caro don Mario
volevo ringraziarla perché ho ricevuto la rivista e il calendario; spero tanto che San Giuseppe oltre a proteggere me, protegga e interceda presso Dio per i miei due figli. Ho uno che convive con una donna divorziata di dieci anni più grande con un figlio di 16, e questa cosa è per me un grande dispiacere; ho affidato la risoluzione di questo problema a Dio Padre dato che io non posso fare nulla e spero tanto che ora San Giuseppe interceda per lui. L’altra mia figlia è universitaria, vive ancora con me (sono vedova) e anche lei vive un disagio interiore notevole: lontana dai sacramenti, senza amici, immersa solo nello studio. Anche per lei spero che San Giuseppe interceda. Parlando con una mia sorella, anche lei ha manifestato il desiderio d'iscriversi alla Pia Unione.
Elena - Milano
Gentile e cara Elena,
quando ho letto la sua e-mail, ho immaginato cosa passasse nel cuore di una mamma che ha sognato per i figli un cielo luminoso e una strada serena, gioiosa e regolare. Non sempre le cose sono così. Le generazioni dei genitori di qualche decennio fa hanno visto il mondo rovesciarsi e i valori, che hanno fatto da fondamento alla loro esistenza, sono crollati o vissuti in modo diverso. Mentre un giorno il futuro determinava le scelte del presente, ora esiste solo il presente: domani sarà un altro giorno. Quando poi entrano le vicende di sentimenti e del cuore, allora le nostre convinzioni friggono come un ferro arroventato immerso nell’acqua; d’altra parte già Pascal diceva che ci sono delle ragioni del cuore che la mente non conosce e per noi diventa estremamente difficile dare un’anima a queste ragioni del cuore.
Allora che fare? Non dimentichiamo che più che essere noi a cercare Dio è dall’eternità che Dio cerca noi, ci ha pensati e ci ha comunicato il profeta Isaia che l’Eterno ha scritto il nostro nome sul palmo della sua mano per non dimenticarsi di noi.
A noi non resta che testimoniare la fede e la carità verso il prossimo e pregare affinché la stagione dell’incontro delle nostre infermità con la misericordia di Dio sia affrettata per consolare il nostro animo e per dar vigore ed energia sapienziale a Luca e a Sara.
Le assicuro che le sue intenzioni saranno nel cuore della mia preghiera e le auguro tanto bene. Sant’Agostino è il frutto delle preghiere e delle lacrime di sua madre Monica. Abbiamo speranza. Un caro saluto e provvedo anche per la sua sorella.
Dio benedica tutti.
Don Mario
Una memoria in benedizione
Spett.le Direzione,
invio un’offerta per una Santa Messa in suffragio della mamma, Rosa che ora è in paradiso. Ci teniamo a continuare la nostra amicizia con voi, che risale al lontano 1962, quando venimmo da Voi in viaggio di nozze e ci ospitaste. La stessa cosa avevano fatto mamma e papà, nel 1934. Ricordiamo ancora il Santuario di San Giuseppe, dove andavamo a pregare per chiedere la benedizione sulla nostra nuova famiglia e devo dire che San Giuseppe ci ha esaudito. Abbiamo 4 figli, sposati, bravi e nove nipotini anche loro bravi e buoni. Cordialità e saluti cari.
Ester e Virginio - Giussano (Mi)
Dai padri ai figli
Spett.le Direzione, invio un’offerta per una Santa Messa in suffragio della mamma, Galli Elli Rosa che ora è in paradiso. Vi chiedo di cambiare l’indirizzo dove inviare il mensile “La Santa Crociata”. Ci teniamo a continuare la nostra amicizia con voi, che risale al lontano 1962, quando venimmo da Voi in viaggio di nozze e ci ospitaste. La stessa cosa avevano fatto mamma e papà, nel 1934. Ricordiamo ancora il Santuario di San Giuseppe, dove andavamo a pregare per chiedere la benedizione sulla nostra nuova famiglia e devo dire che San Giuseppe ci ha esaudito. Abbiamo quattro figli, sposati, bravi e nove nipotini anche loro bravi e buoni. Cordialità e saluti cari.
Elli Ester e Virginio,
Giussano – Milano
In cerca di lavoro
Sono una vostra devota e affezionata lettrice, non so più da quanti anni. Ho affidato mio figlio maggiore Bruno Luigi alle cure paterne di San Giuseppe appena ha deciso di andare in Veneto prima e Lombardia dopo tramite il servizio militare, con lo scopo primario di crearsi un futuro lavorativo. Le mie preghiere sono state insistenti, alcune volte anche scoraggiate. A militare non è riuscito a piazzarsi nelle prime posizioni,ora a Milano lavorava con contratti a termine in una industria metalmeccanica. A Natale era l'ultimo contratto poi era la fine. Luigi era destinato a tornare qui: potete immaginare il dolore e l'ansia mia e del papà motivata dalla crisi economica in cui versa il nostro Paese. Non facevo altro che ripetere: San Giuseppe, non me lo abbandonare... Il 23 dicembre mio figlio è tornato all'improvviso, aveva nelle mani un foglio che io conservo gelosamente nel Sacro Manto (il vostro libretto di preghiere): quel foglio era il contratto d'assunzione a tempo indeterminato... Non facevo che piangere e ripetere a tutti: San Giuseppe mi ha fatto la grazia... Ora lo dico e lo ripeto a voi. Sono passati alcuni anni ma San Giuseppe mi ha fatto la grazia, ora continuo con le offerte per il lettino affinché lo assista sempre e lo conduca per mano sulla retta via fatta di lavoro, preghiera e rettitudine.
Ascione Maria Speranza
per email
Sotto la sua protezione
Carissimi della Pia Unione, desideravo già da tempo mettere me, mio figlio, mio marito e mia madre sotto la protezione di San Giuseppe. Sono un'insegnante di 44 anni, abbonata a " La Santa Crociata " da parecchio tempo. Sono sposata da 17 anni e mio marito da oltre 10 anni non lavora, per cui vi lascio immaginare i problemi economici che ho avuto ed ho attualmente. Sto cercando di arrotondare lo stipendio con un lavoro extra da svolgere a casa e spero che il caro Santo mi aiuti facendomi trovare tanti clienti per potere guadagnare un po’ di soldi, ne ho proprio bisogno. Ho un unico figlio, di 16 anni, Alfonso. Ho desiderato tanto avere un altro bambino, senza successo. Comunque adesso desidero mettere mio figlio Alfonso sotto la protezione del caro Santo, soprattutto per i suoi studi. Frequenta il 3° Liceo scientifico, ed io sono molto preoccupata per il suo rendimento scolastico. Ed ho anche i miei problemi: sono affetta da epatite C e mi sono sottoposta con successo per 18 mesi ad una cura interferonica, però penso sempre che questo "nemico" sia in agguato. Inoltre io devo sottopormi ad un intervento chirurgico: devono togliermi la safena, ma non ho il coraggio di farlo; spero tanto che San Giuseppe intervenga, mi illumini e mi dia la forza di farmi operare al più presto senza farmi cogliere dal panico. Inoltre ho un altro cruccio molto grave: mia madre da oltre 22 anni ha un negozio d'abbigliamento che già da tempo va male; non riesce a comprare nemmeno il pane da questo negozio. Come vedete vi ho esposto molti dei miei problemi e molte mie angosce e spero tanto che il caro Santo prenda in mano le redini di tutte queste situazioni e lavori per risolverli e per ridare la pace e la serenità alla mia famiglia.
Lettera firmata
Una testimonianza toccante
Caro Direttore, il 19 marzo 2008 è morto mio marito Luciano Tini; per ricordarlo al Signore mio fratello e la moglie hanno richiesto l’iscrizione alla Pia Unione del Transito. Pochi giorni fa, tra le carte di mio marito, ho trovato il ccp da lui eseguito nel lontano 1952, intestato proprio alla Pia Unione. Sapevo bene della sua devozione a San Giuseppe ma non della sua iscrizione all’Unione. Alla mia lettera accludo fotocopia del suddetto ccp per semplice testimonianza di un giovane allora appena ventitreenne. Raccomando alle vostre preghiere l’anima del mio diletto sposo.
Angela Tini Zampetti - Roma
Gentilissima e cara signora Angela,
la ringrazio della sua bella testimonianza a ricordo del suo caro marito Luciano.
Nel leggere il suo scritto ancora una volta ho potuto apprezzare quanta vitalità e solidità di formazione alla vita cristiana ci fossero nella nostre comunità parrocchiali ed in particolare nelle file dell’Azione Cattolica che accompagnava i giovani alla ricerca di un rapporto vivo e vivificante con Gesù.
Anche la devozione verso i modelli di santità, come San Giuseppe, patrono dei lavoratori, dava energia e fiducia nell’affrontare le inevitabili battaglie della vita quotidiana.
La figura di suo marito Luciano rimanga anche per noi iscritti alla Pia Unione di San Giuseppe un esempio da imitare e anche un intercessore presso il grande Patriarca per noi.
In queste settimane del mese di marzo, dedicato a San Giuseppe, in modo particolare, avrò un ricordo di Luciano e anche di tutta la sua famiglia, affinché gli esempi siano ancora oggi fruttuosi e la benedizione di Dio canti sempre con gioia nei vostri cuori.
Un saluto anche ai suoi cognati e una benedizione per tutti.
Con stima ed affetto.
Gratitudine
Carissimi della Famiglia della Pia Unione del Transito di San Giuseppe, desidero ringraziarvi tanto per lo splendido e duro lavoro che fate per tutti noi associati, specie per il lavoro della rivista “La Santa Crociata”, molto interessante e istruttiva e per il modo con cui esponete gli articoli e le notizie, comprensibili facilmente anche per chi, come me, ha poca istruzione per non aver potuto frequentare la scuola. Apprezzo tutto questo anche perchè nella rivista trovo proprio quello che desidero leggere o conoscere, come le notizie sulla Santa Casa di Loreto o altri santuari che posso vedere alla tv quando trasmettono la Santa Messa da queste chiese, spiegandoci i fatti e le devozioni che portano a costruire questi grandi luoghi di culto. Tutto questo rafforza la mia fede. Grazie del calendario e degli auguri per il mio onomastico: siete gli unici che si ricordano. Ringrazio Dio, la Santa Vergine e San Giuseppe per avermi aiutata e ascoltato le mie preghiere. Mi affido alle vostre preghiere per la salute e il lavoro dei miei figli e anche per la mia salute che in questo periodo non è tanto buona. Per oltre dieci anni ho aiutato la vostra Casa in Kenya, ma da quando mio marito ha smesso di lavorare per problemi di salute questo non è stato più possibile, dovendo fare economia. L’offerta che invio destinatela dove c’è più bisogno. Distinti saluti e grazie ancora.
Concetta Mossuto
Melbourne, Australia
La Chiesa in Kerala
Ho letto con piacere l'articolo di Stefania Severi del 3 marzo 2010 su la raffigurazione de La sacra famiglia di Quilon nel Kerala (India). Offre uno spaccato dell'attività missionaria della chiesa in terre lontane e in secoli un poco dimenticati. Mi permetto però di ricordare che il cristianesimo nel Malabar era già arrivato mille anni prima con la chiesa siriaca, con una lingua molto vicina all'aramaico parlato da Gesù. I portoghesi hanno trovato una chiesa perfettamente strutturata. Il papa ha istituito la prima diocesi cattolica o meglio di rito latino. Qui ad Oropa abbiamo suore sia di rito malabarese che latino.
Saluti e buon lavoro.
Cuffolo don Silvano, vicerettore.
La santità riconosciuta
Reverendo e caro don Mario, faccio seguito alla spedizione dell’articolo per la Rivista, ringraziandola per la lettera che mi ha inviato, ma soprattutto per congratularmi con Lei e i suoi Confratelli e Consorelle, per il buon procedimento del processo di canonizzazione del Fondatore Luigi Guanella. Il miracolo che gli è chiaramente attribuito toglierà ogni indugio al riconoscimento della sua Santità! Nonostante i tentativi del principe delle tenebre di offuscare il bel volto della Chiesa, essa risplende sempre come “Matrice di Santi” e il Cristo risorto Le è sempre presente. Il suo Amore ha già vinto!
In Lui la saluto affettuosamente.
Madre Anna Maria Cánopi osb
Il buon uso dei beni
Gentilissimo e caro Direttore, le invio una mia offerta per una borsa di studio a favore di un vostro giovane seminarista. Sono contenta di poterlo fare e di questo ringrazio la Provvidenza che me lo permette. Quando prego, sovente chiedo al Signore la Grazia di fare buon uso dei beni che mi ha concesso e ringrazio anche voi che, attraverso la vostra preghiera e con gli spunti che trovo su “La Santa Crociata” mi facilitate l’obiettivo. Offro tutto al Signore per la conversione dei peccatori, per la salvezza della mia anima e per tutti i miei cari, vivi e defunti.
Cesarina Bragaglia
Montreal, Canada
Un gradito apprezzamento
Reverendissimo Direttore, grazie infinite per la sua lettera che mi ha recato gioia e sostegno nel sentirmi compresa e ben voluta da una persona come Lei. Ho letto attentamente, apprezzato e meditato i suoi due ultimi editoriali: dello scorso mese, con la spontanea e commovente lettera indirizzata a San Giuseppe e di aprile, con il titolo “Un evento di speranza” che invitava a “riflettere sulla grandezza di quel sepolcro vuoto”. La ringrazio molto per quanto pensa e scrive sulla “nostra rivista” e mi faccio anche portavoce degli associati i quali – meglio e più di me – ne apprezzano il contenuto, come lezione e guida. Vorrei concentrarmi di più ma sono tuttora amareggiata per le problematiche di mio figlio che, per sommi capi, le ho comunicato. Continuo a recitare, ogni sera, la coroncina a San Giuseppe. La ringrazio del suo costante ricordo nella preghiera.
Maria Luisa
Contro lo scetticismo
Caro Direttore, invio una mia offerta per la celebrazione di una Santa Messa in memoria di mio marito, salito al cielo da tanti anni. Ho sempre pregato San Giuseppe, specialmente nei momenti difficili e mi ha sempre ascoltata. Spero ancora nel suo aiuto perché interceda presso Dio e i miei figli ritornino a frequentare la chiesa e i santi sacramenti. Sono preoccupata specialmente per una mia figlia, separata dal marito, che nonostante stia bene economicamente non è mai soddisfatta. Ora ha perduto il lavoro che svolgeva da tanti anni e con la crisi che c’è un po’ ovunque, non riesce a trovare un’occupazione che la soddisfi. Il 19 marzo scorso, giorno di San Giuseppe, sono andata in chiesa e ho partecipato alla Santa Messa, facendo la comunione e pregando per questa mia figlia. Tornata a casa mi ha telefonato ed io le ho ricordato che era il 19 marzo, festa di San Giuseppe. In modo scontroso mi ha risposto che a lei non importava nulla. Ho pianto tanto quel giorno per questo suo comportamento ma ero sicura che San Giuseppe mi avrebbe aiutata ancora una volta. Due giorni dopo è stata chiamata da una ditta dove aveva fatto domanda di assunzione senza sperarci troppo, anzi aveva anche dimenticato di aver inoltrato a questa ditta la sua domanda. Tutto è andato bene. Ero certa che San Giuseppe mi avrebbe aiutata! Tra 15 giorni inizierà a lavorare in questa ditta in un lavoro che lei conosce bene da tanti anni e che svolge molto volentieri. Io ormai sono anziana e vorrei tanto vedere i miei figli ritornare alla fede e ai sacramenti. Spero che ciò avvenga quando sono ancora in vita, se è volontà di Dio, altrimenti li vedrò dal cielo. Vi ringrazio della vostra pazienza e del tempo che mi dedicate.
Lettera firmata
(dal Canada)
L’esempio dei genitori
Molto rev.do Direttore, con questa mia voglio parteciparla della nascita al cielo di mia mamma Colombo Corinna ved. Mauri, avvenuta il 3 luglio 2010.
Da sempre una vostra appassionata lettrice ma soprattutto una grande devota di San Giuseppe.
Questo nome ha significato molto per la sua lunga vita; suo padre si chiamava Giuseppe, e al suo secondo figlio ha voluto dare il nome di Giuseppe (è già anche lui fra la schiera degli angeli). Ogni giorno, non mancava mai di pregare con una pagellina della Santa Crociata; era fra le preghiere più recitate e nel suo piccolo ma grande breviario, era la preghiera più sgualcita, a significare appunto quanto la recitava.
Devotamente saluto e invio auguri per voi tutti e soprattutto un augurio particolare a tutta la famiglia guanelliana per la bella notizia della canonizzazione del fondatore. Pensi, a Civate, mio paese c’è una sua lontana parente.
Elisa Mauri Polastri
La vita dono
incommensurabile
Caro Don Mario, sono iscritta da diverso tempo alla nostra Associazione. L’annno scorso in una accorata lettera le confessai il desiderio di poter dare un fratellino o una sorellina al mio Nicolò che purtroppo non arrivava. Sono felice, a distanza di un po’ di tempo, dopo aver tanto pregato il Sacro Manto di San Giuseppe, che il 12 settembre è arrivato il mio piccolo che ho deciso di chiamare con immensa gioia Giuseppe. La prego di ricordare nelle sue preghiere un ringraziamento a San Giuseppe e la protezione per me, mio marito e i miei piccoli e tutte le persone a noi care. La ringrazio del tempo che dedica a tutte quelle persone che come me si affidano alle sue preghiere e al preziosissimo Sacro Manto riempiendo di speranza il cuore di tantissime persone.
Antonella - Francavilla
Stimata e cara Antonella,
la sua lettera mi riempie di gioia non solo per la sua felicità di abbracciare una sua creatura, ma anche perché Dio in ogni creatura che nasce ci lancia un messaggio di speranza:nonostante tutto Egli continua a volerci bene e ci affida le sorti del mondo non solo come spazio in cui far sviluppare, crescere e maturare i «talenti» che ha seminato nei solchi della nostra esistenza, ma affinché diventiamo collaboratori suoi nel tentare di fare della terra un’oasi vivibile, dove le persone imparino a volersi bene e a condividere le risorse.
Ogni creatura che nasce porta un patrimonio, una ricchezza singolare nel tessuto della società, entra una linfa nuova che purifica, vitalizza, fortifica. Accanto a questo dono cresce anche una responsabilità di noi adulti nel saper coltivare questi semi di umanità che Dio stesso fa germogliare sulla nostra terra.
Senta, cara Antonella, tutta la solidarietà degli iscritti alla Pia Unione e stia certa che tutti preghiamo affinché queste nuove creature di ogni colore della pelle e di ogni latitudine siano accompagnate dalla benedizione divina e coperte dal manto protettivo di San Giuseppe.
Ricordo del Venerabile
Aurelio Bacciarini
Reverendo direttore, mia sorella M. Ida ed io Giantina siamo molto legate a questa rivista perché il Venerabile Vescovo Aurelio Bacciarini, non solo ci ha cresimato, ma era tanto amico del nostro papà, Dr. Valente Bernasconi, che lo accompagnava a Lourdes prendendosi cura dei suoi seminaristi.
Noi preghiamo con loro perché sia riconosciuta la santità di questo Vescovo che ha salvato il nostro Ticino in tempi molto difficili con la preghiera, l’esempio e il suo coraggio contro quanti (tanti) lo combattevano.
Ha offerto la sua vita per il suo popolo. Grazie per quanto fanno per la sua Beatificazione!
Giantina Bernasconi e M. Ida
Angelini – Lugano - Svizzera
Siamo arrivati alla fine del Decalogo, e uniamo gli ultimi due comandamenti, o parole, quelli che tradizionalmente vanno sotto una sorta di duplicazione: “non desiderare la donna d’altri”, e “non desiderare la roba d’altri”. Li unifichiamo in un unico “non desiderare”, che è una sorta di minimo comune denominatore.
Per iniziare a chiarirci il senso di questa Parola, dobbiamo innanzi tutto distinguere tra “desideri” e “voglie”, o capricci. Il desiderio è qualcosa di profondo, che scolpisce la nostra identità e che costituisce ciò per cui Iddio ci ha creati: così uno può desiderare studiare fisica, o fare l’astronauta, o diventare papà, o consacrarsi a Dio. Questi tipi di desideri dicono la nostra vocazione stessa: ogni altro tipo di esperienza sarà meno significativo e importante per chi li vive, e verosimilmente questi desideri rimarranno profondamente radicati in noi, superando ogni prova contraria o avversa. Potrà essere difficile restarvi fedeli, ma non è impossibile, e la fatica fatta in questo senso contribuirà a farci sentire noi stessi, autori e protagonisti delle nostre scelte. Il vero desiderio è indelebile, proprio perché, in ultima analisi, viene da Dio.
Proseguiamo la nostra riflessione sulle dieci parole che ci rendono liberi. Il settimo comandamento dice: “non rubare”, e con questo ognuno di noi si sente esentato da ogni colpa. Infatti nessuno di noi è mai andato a rapinare una banca, o a borseggiare le vecchiette sull’autobus. Ma è evidente che il comandamento, o, meglio, la parola, ha un significato ben più pregnante.
Innanzitutto, vorrei osservare che se ne parla abbastanza poco. Di fatto, mentre il sesto comandamento, quello sulla castità, è sentito come veramente obbligante, una sorta di spauracchio dal quale dipende o no l’essere in stato di grazia, sul settimo si sorvola abbastanza, come se al Signore non fossero gradite le virtù “pubbliche”, ma solo quelle “private”.
A conclusione di queste riflessioni sul sesto comandamento, possiamo quindi dire alcune cose molto semplici. Innanzi tutto, che la sessualità è un impulso molto potente in ognuno, e che quindi deve essere ben vissuto, perché questa forza deve essere ben incanalata: non si tratta quindi di negarla o reprimerla – si farebbe solo peggio – ma di integrarla in un contesto di vita pienamente umana, di relazioni affettive e profonde e non false o illusorie. Insomma, il sesto comandamento ci invita ad imparare ad amare, perché, nonostante il fatto che tutti ne siamo “naturalmente” capaci, questo non significa che ci riesca sempre bene. In fondo, dobbiamo dire che anche l'amore, come qualunque altra realtà umana, ha bisogno di essere redento: ed è questo del resto il senso profondo del sacramento del matrimonio, che è volto a liberare la coppia da ambiguità o distorsioni che sempre possono sorgere in questa relazione.
Abbiamo già accennato al senso profondo del sesto comandamento, che non è quello di reprimere, ma di liberare la nostra affettività e la nostra stessa sessualità. Infatti è evidente che queste pulsioni possono essere disordinate e essere vissute in modo distruttivo, cioè non umano, ma semplicemente animale: vissute così, non sono nemmeno appaganti, proprio perché l'amore non è una semplice meccanica di organi, ma un accordo di anime, o, se preferite, di cuori. Ognuno di noi, sposato o no, laico o sacerdote, è segnato dal bisogno profondo di amare ed essere amato: se si pensasse che la castità consista nel sopprimere questo, si sarebbe completamente fuori strada. In questo senso, come accennavamo, il sesto comandamento non ci insegna a reprimere, ma ad integrare e a vivere più pienamente il mondo dei nostri affetti, perché è invece possibile viverli malamente o “di meno”.