Un gioioso ben trovati a tutti gli affezionati ascoltatori di Radio Mater.
O trinità terrestre, Gesù, Giuseppe e Maria, in quest’ora di spiritualità, di preghiera e di meditazione, otteneteci dalla bontà del Padre la grazie di vivere ed esperimentare momenti di gioia e di festa.
Un cordiale ben ritrovati in quest’oasi di riflessione, di preghiera e di aggiornamento nello spirito all’ombra del papà terreno di Gesù: il patriarca san Giuseppe.
Domani e dopodomani in occasione della solennità del sacro Cuore di Gesù papa Francesco chiama a Roma i sacerdoti per il loro giubileo della misericordia.
Il sacerdote è un uomo che invoca misericordia e che dona misericordia.
Caro san Giuseppe,
vogliamo trascorrere quest’ora di tempo in tua compagnia e accanto alla tua dolcissima sposa Maria.
In questo mese dominato dalla tradizione popolare con la figura di san Giuseppe, la Chiesa come buona mamma e saggia educatrice, ci invita a rallegrarci pensando alle grazie ricevute da san Giuseppe, grazie meravigliose, che suscitano in noi un senso di ammirazione profonda. L'Angelo che apparve a Giuseppe, oltre a rasserenare il suo spirito togliendolo dalla turbolenza affettiva pe il sospetto di un tradimento, l’Arcangelo Gabriele nel suo messaggio riassume il mandato e lo scopo della sua missione accanto alla sua futura sposa: 1°) essere lo sposo di Maria; 2°) imporre il nome a Gesù, cioè avere la responsabilità di un padre verso di lui. 3°) Vivere dunque intimamente unito a Maria e a Gesù.
Un ben trovati ai nostri affezionati ascoltatori e ascoltatrici di Radio Mater. Abbiamo la gioia di tre un’oretta insieme e ascoltare il fruscio delle onde dei nostri sentimenti di devozione, di fede, di fiducia e di stima per san Giuseppe, uomo giusto, silenzioso, obbediente e protettore di uomini e donne turbati dai mille problemi. San Giuseppe è la mano tesa per non lasciarci affondare nelle bufere dalle vita.
Abbiamo ancora negli occhi le immagini e negli orecchi i canti della funzione liturgica della Presentazione di Gesù al tempio: la festa della luce. Giuseppe e Maria si recano al tempio per adempiere un rito che la tradizione ebraica prescriveva per i primogeniti.
Già nel libro dell’Esodo Dio fa dire a Mosè: «Consacrami ogni primogenito; il primo parto di ogni madre tra gli israeliti – di uomini e di animali – deve appartenere a me».
È con un sentimento di gratitudine a Dio che mi dà la possibilità di sintonizzarmi sulle onde di Radio Mater e di incontrare con la voce e l’affetto tante persone.
Allora un cordiale ben trovate alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater che questa sera desiderano passare un po’ di tempo in compagnia di San Giuseppe, invocarlo per le proprie necessità e imparare da Lui a sentire la voce di Dio che ci chiama a vivere in pienezza la nostra vita cristiane, corrispondendo alle chiamate personali che ognuno avverte nella sua vita.
In questi primi giorni di novembre le nostre comunità parrocchiali ci hanno invitato ad alzare lo sguardo, a squarciare il cielo sopra le nostre teste e a scorgere i frammenti di luce dell’aldilà, così da «Vedere la comunità dei salvati, dei santi, che vivono con il Signore, sentirne la presenza e l’unione spirituale con noi ancora in cammino» su questa terra. E così esprimere il nostro rapporto spirituale con i nostri amati defunti, avvolti in un clima di nostalgia popolata di ricordi e di speranza.
Molti di noi hanno passeggiato nel cimitero quasi una galleria di ricordi, popolata dalle foto sbiadite dal tempo, ma in questa stagione fatte rivivere con la carezza di fiori freschi, segno di un affetto senza tramonto.
Cari ascoltatori,
Come sempre all’inizio di questo appuntamento, voglio esprimere un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che sono la cattiva salute, il disagio interiore della depressione, l’insofferenza nei confronti della stessa vita. La difficoltà di rapporto con i condomini, e, ancora di più, il malessere nella vita familiare come rapporto marito e moglie e genitori e figli; là dove si è perso l’abitudine di dire – come spesso suggerisce papa Francesco – dire: “chiedere permesso”, domandare scusa, pronunciare un grazie sorridente. Ma anche un saluto particolare a chi è arrabbiato con la stessa esistenza, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere. Un particolare abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici, vorremmo con quieta preghiera essergli accanto con tanto calore amichevole e affetto fraterno.
Cari ascoltatori,
Sappiamo che san Giuseppe ha vissuto la sua esistenza accanto a Gesù come «ombra del Padre», quel Padre eterno che dall’eternità lo aveva scelto per essere il suo sostituto umano nello sviluppo e nella crescita di Gesù così da scrivere una storia dell’umanità con il sapore e il profumo di una storia intessuta di salvezza.
Il beato Paolo VI, di san Giuseppe ha scritto: «Il nostro occhio, la nostra devozione si fermano su san Giuseppe, il fabbro silenzioso e laborioso, che diede a Gesù non i natali, ma lo stato civile, la categoria sociale, la condizione economica, l’esperienza professionale, l’ambiente familiare e l’educazione umana». Il ventaglio delle condizioni umane in cui Gesù è vissuto e ci interessano come immagine viva e palpitante a cui ispirarsi per il nostro agire cristiano.
Cari ascoltatori,
In questo inizio del mese di agosto, in questo mercoledì dedicato a San Giuseppe, in quest’oasi di spiritualità, ho la soddisfazione di porgere un cordiale e affettuoso «ben trovati» a tutte le ascoltatrici e agli ascoltatori di Radio Mater.
Il saluto è per tutti, ovunque vi troviate: a casa, a chi è in macchina, in viaggio, a chi soggiorna nei luoghi di villeggiatura, ma un saluto doppiamente amichevole alle persone in difficoltà per tante ragioni: per la salute sia fisica che morale, per i disagi dell’incomprensione, della solitudine; una carezza affettuosa ai bambini e per tutti un incoraggiamento affinché il Dio della vita con l’intercessione potente di San Giuseppe ci possa donare gioia di vivere e la forza per affrontare senza paura le difficoltà che incontriamo nel sentiero della nostra esistenza.
Cari ascoltatori,
come sempre un saluto particolare alle persone ammalate, sofferenti nel corpo e nello spirito. Lo sappiamo da sempre che non tutte le malattie sono guaribili, ma tutte le malattie sono curabili e questo nostro incontro spirituale vuol essere un farmaco per curare la malattia della solitudine, dello sconforto e della sfiducia. Sono queste le malattie più pesanti che nessuna medicina se non la compagnia e l’amore tenero riescono a guarire.