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Attenzione

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Devozione

Devozione (15)

Tradizioni in Sicilia legate a San Giuseppe

di Sergio Todeschini

 

Dall'indagine storico-liturgica, riguardante “Il culto di S. Giuseppe in Sicilia dalle origini al secolo XV”, condotta da Paolo Collura e riportata nel volume: «San Giuseppe nei primi secoli della Chiesa», si ricavano interessanti informazioni. La prima ci informa che nei reperti archeologici siciliani legati alla cultura cristiana non appare la figura di S. Giuseppe. Anche la tradizione pittorica bizantina presente nei santuari rupestri non ci trasmette l’immagine del padre putativo di Gesù. In campo letterario si sa che una poesia dedicata a S. Giuseppe scritta da un siciliano illustre di nome Giuseppe Innografo, un poeta vissuto nell’800, produttore di molte composizioni, venne inserita nell’orazione bizantina. Ma non è certo che la devozione verso questo santo si sia praticata nei monasteri greci di Sicilia e di Calabria; e da questi luoghi la diffusione della sua venerazione. Perciò anche uno specifico cerimoniale religioso legato al culto di S. Giuseppe presente nel sud Italia nei primi secoli del cristianesimo non trova attendibilità. Certo è invece il periodo iniziale della devozione verso la figura di questo santo, che si colloca subito dopo la dominazione musulmana dell’isola.

Mercoledì, 10 Giugno 2015 14:38

Don Guanella racconta il suo don Bosco

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Bicentenario della nascita di don Giovanni Bosco

di Sergio Todeschini

 

Nel novembre 1891, don Guanella inviò al salesiano don Lemoyne, attento biografo di don Bosco, alcuni suoi fogli titolati: «Pensieri attorno a Don Bosco», dove il sacerdote comasco descrive la figura del fondatore dei salesiani, come lui la ricordava e come l’aveva spiritualmente e moralmente assimilata. Una vicinanza sperimentata nel triennio 1875-78, trascorso a Torino come salesiano. «Pochi pensieri e aneddoti - scriverà don Luigi nella sua introduzione -, sui quali posso serenamente e assolutamente attestare».

La chiesa del Sacro Cuore alla stazione Termini

di Sergio Todeschini

La splendida chiesa romana dedicata a san Giuseppe, fatta costruire dal nostro don Luigi Guanella e inaugurata nel 1912, è successiva a quella che Pio IX iniziò a far erigere accanto all’odierna stazione Termini per onorare  san Giuseppe, che nel 1870 aveva proclamato “Patrono della Chiesa Universale”. Col tempo, il Papa pensò, una volta terminati i lavori, di dedicare la erigenda basilica al Sacro Cuore; perchè in quegli anni la devozione verso l’amore misericordioso di Gesù si era andata assai diffondendo. I lavori con­tinu­arono lentamente e a lunghi intervalli, perché i costi troppo elevati non permettevano il loro avanzamento. Nel 1878, morto Pio IX, Papa Leone XIII, che gli successe a capo della Chiesa Cattolica, volle che il tempio venisse velocemente ultimato. Conoscendo la fama di don Bosco e la sua capacità di ottenere con facilità le offerte, gli  domandò se si sentiva in grado di portare avanti il gravoso incarico e portare a compimento l’edificio. 
Venendo dalle Mura Vaticane, percorrendo Via Leone IV, si arriva a Largo Trionfale da dove inizia la via omonima; quasi in parallelo a Via Trionfale si apre Via della Giuliana, una grande arteria che porta al Piazzale Clodio, noto in tutta la nazione italiana, a motivo della sede del Tribunale, purtroppo, frequentemente nominato nei telegiornali.
Circa a metà percorso di Via della Giuliana, il 19 marzo 1945, è stata benedetta un’imponente statua, raffigurante san Giuseppe con Gesù adolescente. Da settant’anni brilla questo grandioso segno di ringraziamento di protezione a san Giuseppe.
Mercoledì, 17 Dicembre 2014 13:56

Ex voto: segni di gratitudine e riconoscenza

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Sarà capitato a tanti dei nostri associati di visitare santuari e vedere appesi alle pareti dei quadretti, in cui si testimonia visibilmente la gratitudine per una grazia ricevuta. Nella semplicità di una raffigurazione elementare della grazia, i fedeli hanno espresso la loro riconoscenza alla Vergine Maria, nei santuari a lei dedicati, o nei santuari dedicati  al Papà terreno di Gesù, o altri santi, grandi intercessori, che attraverso Gesù hanno ottenuto una grazia dalla misericordia del Padre come supplemento di vita e di speranza. 
L’espressione «Ex voto», in latino significa «a seguito di un voto» . È usata per indicare un oggetto dato in dono a una divinità.
Mercoledì, 30 Luglio 2014 11:55

padri putativi di tanti giovani

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Don Bosco e San Giuseppe

di Sergio Todeschini

Sono rose bianche e rose rosse quelle che dalle mani di San Giuseppe cadono sull’oratorio di don Bosco, impiantato dal santo dei giovani a Valdocco, nell’allora periferia torinese. Sono rose rosse ,metafora del sacrificio, e rose bianche, simbolo delle grazie. Quelle grazie che don Bosco chiedeva incessantemente anche al santo padre putativo di Gesù. Non era forse anche lui, umile sacerdote di Valdocco, un padre putativo di tanti ragazzi che trovavano nel suo oratorio una casa, una famiglia e una speranza? Si capisce allora come don Bosco, costruita la chiesa grande dedicata a Maria Ausiliatrice, cuore del suo complesso oratoriano, com­missionò un grande quadro dedicato a San Giuseppe da collocare sopra l’altare a lui dedicato. Il quadro è ancora al suo posto. E' un dipinto importante perché documenta visibilmente  la fede particolarissima che don Bosco nutriva verso San Giuseppe.
Giovedì, 30 Gennaio 2014 14:08

San Giuseppe custode della vita e dell'amore

Simposio di studi giuseppini

Ciudad Guzmàn, una graziosa cittadina di circa centomila abitanti, situata a millecinquecento metri di altezza a sud-ovest della Capitale messicana, ha ospitato dal 29 settembre al 6 ottobre di quest’anno i partecipanti all’XI Simposio Internazionale su San Giuseppe.

La settimana di studi è stata organizzata dalla Congregazione dei Missionari di San Giuseppe, in collaborazione con la diocesi, avvalendosi anche del contributo del Centro di Documentazione su San Giuseppe di Città del Messico.

di Giuseppe Massari

Dalla Sicilia alla Puglia la festa di San Giuseppe è una semplice raccolta di santini e immagini sacre riferite al santo di Nazareth? è il peregrinare faticoso per paesi e città alla ricerca del misto sacro-profano? è l’esercizio retorico culturale per ricostruire feticismi e misticismi profani e popolari? No. è la saggezza mirata a rivalutare un culto che è di popolo, che è di piazza, che è di fede, che è cultura, storia e arte, senza confusioni. è un capolavoro di immagini e di testi, freschi di stampa, uscito in questi giorni, e concepito da chi ne è stata la curatrice, la dottoressa Vincenza Musardo Talò, per volere di una giovane casa editrice pugliese, la Talmus Art .

Venerdì, 01 Giugno 2012 08:53

Una fede generosa pronta, esemplare

Il venerabile Giuseppe Quadrio

Chissà se le femministe no­strane sottoscriverebbero l’as­serto che “l’amore della donna determina sempre il modo di amare dell’uomo”. A formularlo è stato un sacerdote salesiano, morto poco più che quarantenne in concetto di santità, nella metà del secolo scorso, don Giuseppe Quadrio. Lo aveva capito fin da fanciullo quando, a soli dieci anni, si era affidato a quella che sarebbe stata l’unica donna della sua vita, la Madonna, emettendo nelle sue mani il voto di verginità perpetua.

Una fede che non conosce tempo

di Angelo Forti

In un mondo orfano di padri, sembra opportuno ritrovare nell’esperienza di San Giuseppe il suo ruolo di padre accanto a Gesù. Giovanni Paolo II nella sua Esortazione apostolica sul «Custode del redentore» scriveva: «Giuseppe è padre: non è la sua paternità derivante dalla generazione; eppure, essa non è “apparente”, o soltanto “sostitutiva”, ma possiede in pieno l’autenticità della paternità umana, della missione paterna della famiglia».
Paolo VI nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, proprio a Nazareth, indicava la Santa Famiglia come «scuola», com palestra dove si impara, in pienezza, il mestiere di vivere la vita cristiana: scuola di santità, scuola di preghiera, scuola di serenità nelle relazioni, scuola di reciproche obbedienze e di eloquente silenzio.

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