di Mario Carrera
«Di ritorno da un viaggio c’è sempre qualcosa da raccontare». Ebbene la strada per giungere al traguardo della canonizzazione è una miniera di racconti interessanti. Un’avventura meravigliosa. Ho percorso sentieri con orme insanguinate di un giovane uscito in un modo singolare da un drammatico incidente. Sentieri carichi di buio per la ragione umana, tuttavia, una tenebra vibrante di mistero. Questa vicenda umana, fasciata dal dolore e dal timore di esiti drammatici, era pervasa da un’energia proveniente da un «altrove» che sorreggeva un dramma attraversato da una solida speranza irrobustita dalla preghiera d’intercessione a don Guanella.
Raccontare le settimane di ospedale del giovane William Glisson, il suo riaffacciarsi alla finestra luminosa della vita, il ritorno agli affetti familiari, lo sbocciare di un amore che lo porterà al matrimonio, è stato come percorrere una galassia di stelle scintillanti che si sta concludendo come una festa di fuochi d’artificio.
Erano illuminazioni soprannaturali nel cielo quotidiano di un giovane che lottava, di una mamma che sperava e pregava, di tanti amici che avevano gettato l’àncora della speranza nell’onnipotenza di Dio, aiutati dall’intercessione di don Guanella e così giungere stupefatti sul panorama di un miracolo.
«Il miracolo è un evento eccezionale – dovuto a un intervento di Dio – che supera il normale corso della natura». Per la scienza e la fede sappiamo che l’opera della creazione è sempre attiva, per questo Dio «ha il potere di modificare il ritmo normale delle leggi della natura da lui stesso fissate (e lo fa) per alleviare la sofferenza di creature umane e per mostrare il suo amore personale per loro».
Nelle pagine dell’Evangelo sono frequenti i miracoli operati dall’intervento di Gesù a favore delle persone sofferenti. Gesù non è un uomo del passato, è il «vivente» per eccellenza; è un nostro contemporaneo, cammina con noi, ha lo stesso respiro della nostra fede.
Per arrivare alla canonizzazione di una persona la Chiesa chiede una prova «forte» dell’intervento di Dio. La comunità cristiana vive la certezza che i santi sono nostri amici speciali, i quali, per il loro patrimonio di luce acquisito con un’esistenza di santità e nell’amore, godono una particolare vicinanza con Dio.
Il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium ha affermato: «Noi invochiamo, supplichiamo i santi e ricorriamo alle loro preghiere e al loro potente aiuto, per ottenere i benefici divini per mezzo di Gesù Cristo, figlio di Dio e nostro Signore, unico salvatore e redentore».
In questo contesto teologico il cammino di don Guanella verso piazza San Pietro è iniziato a Filadelfia, la diocesi dove è avvenuto - lo chiamiamo ancora così - il «presunto» miracolo.
Costata l’eccezionalità della guarigione era mio dovere di postulatore chiedere all’arcivescovo di Filadelfia di aprire un processo canonico per verificare la consistenza di un’eccezionale guarigione sia sul piano della fede a causa delle preghiere indirizzate a Dio attraverso l’intercessione di don Guanella come pure sul piano della scienza medica.
Accertata la consistenza di queste due realtà - la scienza medica e la fede -, l’arcivescovo ha avviato l’inchiesta diocesana per formulare un giudizio oggettivo sul fatto. In questo movimento processuale sono entrati i medici curanti, la cartella clinica, i «medici periti» nominati dalla diocesi, i test neuropsicologici, i testimoni dell’avvenimento come pure le preghiere d’intercessione al Beato Luigi Guanella. Si è così iniziata una serie di procedure che si sono susseguite come i grani di un rosario.
Nonostante la tenacia del vice postulatore a Filadelfia, p. Peter Di Tullio, la fase diocesana dell’indagine è durata oltre due anni. Chiuso il processo diocesano, con i sigilli del presidente del Tribunale arcivescovile, sotto la mia personale custodia tutto il materiale ha viaggiato con me verso Roma, per essere consegnato alla Congregazione per le cause dei Santi.
La fase successiva all’arrivo di tutta la documentazione riguardante il miracolo è stato il decreto sulla validità del processo diocesano. La Congregazione per le cause dei Santi ha verificato che tutto era stato eseguito secondo la norma.
Ricevuto il decreto di approvazione, tutto il materiale raccolto durante il processo, comprese le testimonianze e le cartelle cliniche, è stato ordinato e sistemato in due grandi parti: la «Fattispecie cronologica», cioè la cronaca degli avvenimenti, e il «Sommario dei documenti e deposizioni».
Le testimonianze più importanti sono state poi tradotte in lingua italiana, a fronte del testo in lingua inglese. Ne è uscito un volume di ben 1321 pagine dal titolo: «Positio super miro».
Dopo il filtro per la validità del processo e il successivo e minuzioso controllo di «revisione» di tutto il materiale, è iniziata la parte più scientifica dell’esame del «presunto» miracolo. Il grosso volume della documentazione dalla Congregazione pontificia è stato consegnato a due medici specialisti in neurologia con l’impegno di formulare una perizia medico-legale previa, in modo da portare a conoscenza dei membri della consulta medica che collegialmente avrebbe esaminato il caso ed emesso un giudizio se la guarigione potesse avere una spiegazione plausibile dalla scienza medica, oppure, secondo la letteratura scientifica, era inspiegabile.
Al termine della consulta di cinque medici, il presidente della stessa consulta in una relazione ha espresso il parere favorevole: la guarigione non può essere spiegata secondo la scienza medica.
Terminata la fase scientifica, si presentava un altro varco: il Congresso dei teologi. I consultori teologi avevano il compito di riprendere tutto l’itinerario della documentazione, il parere della consulta medica e, soprattutto, di pronunciarsi in merito al rapporto esistente tra il movimento di preghiera rivolta a Dio allo scopo di ottenere una guarigione tramite don Guanella e il verificarsi del caso straordinario scientificamente inspiegabile, per il quale i membri della consulta medica si sono pronunciati.
Ottenuto il parere favorevole da parte del Congresso dei dieci consultori teologi, tutto il materiale sino allora prodotto è stato sottoposto alla Congregazione ordinaria dei cardinali e vescovi. I quali hanno espresso il loro parere favorevole che il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha consegnato al Papa, il quale in data 1 luglio 2010 ha consegnato al Prefetto della Congregazione, cardinal Angelo Amato, il Decreto in cui si dichiara che si è costatato che il miracolo ottenuto dalla preghiera dei fedeli è davvero frutto dell’intercessione di don Guanella.
In questo viaggio mi sembra assai interessante notare come questo cammino sia stato tracciato e accompagnato da una mano misteriosa che ha segnato le tappe del processo in circostanze particolari.
La Consulta medica si è svolta il 12 novembre 2009, giorno in cui le congregazioni guanelliane, le figlie di Santa Maria della Provvidenza e i Servi della Carità celebravano la solennità della Madonna della divina Provvidenza. Il Congresso dei teologi si è svolto il sabato 30 gennaio, vigilia della festa di San Giovanni Bosco.
La Congregazione ordinaria dei cardinali e vescovi si è svolta il 20 aprile giorno in cui le congregazioni guanelliane festeggiano il timido fiore di virtù guanelliane, la Beata Chiara Bosatta, morta all’età di ventotto anni come martire della carità verso i poveri.
In tutta quest’affascinante avventura, ho svolto il lavoro di un operaio chiamato a lavorare in un cantiere di costruzione; non ho fatto altro che fornire materiale di costruzione ai diversi dicasteri della Santa Sede. Tutti hanno lavorato con serietà, meticolosità, con scrupolo. Il Santo Padre ha valutato tutto questo lavoro eseguito con generosità e impegno, ora la sua parola, sulla santità di una persona, sarà pronunciato con il sigillo del magistero solenne che non può cadere in errore. Per questo motivo il Romano Pontefice, additando alla Chiesa universale un nuovo Santo, esercita il suo ruolo di guida infallibile per il popolo di Dio e lo attesta con un evento umanamente inspiegabile: il miracolo.
Imitazione e invocazione rimangono i due messaggi forti della nostra festa per San Luigi Guanella.