Vogliamo ricordare fratel Giovanni Vaccari in questo mese di marzo come modello di devozione a san Giuseppe. Ha lasciato alcuni quaderni di appunti spirituali, dati poi alle stampe, in cui troviamo intuizioni spirituali semplici ed edificanti; eccone un esempio: «O san Giuseppe, aumenta in me una fede viva verso l’Eucaristia e un amore filiale alla Vergine santissima»; «Gesù, siate la mia luce. O Maria, siate la mia speranza. O san Giuseppe, siate il mio rifugio».
Don Guanella iIn una circolare scritta ai Servi della Carità nel 1913 invitava a «fare vita nostra la vita del Sacro Cuore eucaristico, se vogliamo poter giovare all’anima nostra e ai gravi bisogni che ne circondano, a sollievo di tante miserie corporali e spirituali del prossimo». Gli fa eco papa Francesco sottolineando che «il Cristo, che ci nutre sotto le specie consacrate del pane e del vino, è lo stesso che ci viene incontro negli avvenimenti quotidiani».
di Michele Gatta
Le parole sono importanti! Eccome se sono importanti! Soprattutto quando indicano delle scelte e rintracciano i segni indelebili di una memoria collettiva. Ora il rischio che all’improvviso si voglia mettere un tratto rosso sulle parole diventa sempre più probabile. Tutto questo a volte per affermare sani principi universali che però nella modernità possono diventare “dittature” comunicative. è quello che si rischia con la parola “Natale”. Non ci riferiamo a qualche battaglia storica che potrebbe provocare ancora oggi delle spaccature culturali, sociali e religiose. Ma ad un documento di qualche mese fa.
I numeri sono freddi e talora impietosi, ma raffigurano bene la realtà, senza schermi né abbellimenti. Alcuni mesi fa è apparso un rapporto riguardante i seminaristi in Italia; dice che coloro che si preparano al sacerdozio nel nostro paese sono scesi in dieci anni del 28%. Nel 2019 nei Seminari d'Italia sono presenti 2.103 seminaristi, mentre nel 1970 (cinquant'anni fa) ce n'erano 6.337, con un calo del 60% in mezzo secolo.