Gli evangelisti Matteo e Marco definiscono Giuseppe “falegname” o “carpentiere”. Abbiamo ascoltato poco fa che la gente di Nazaret, sentendo Gesù parlare, si chiedeva: «Non è costui il figlio del falegname?» (Mt 13, 55; cfr Mc 6, 3). Gesù praticò il mestiere del padre.
Memoria di san Pio X
Il titolo, preso dalla Lettera agli Ebrei, ci esorta a «imitare la fede» di quanti ci hanno annunciato la parola di Dio. Questo richiamo ci accompagni il 21 agosto, memoria di san Pio X, che cadendo quest’anno di domenica potrebbe finire nel dimenticatoio.
L’Europa è profondamente scossa dalla guerra tra Russia e Ucraina, che ha riportato di fronte a noi immagini atroci di torture, stupri, brutali omicidi ed esecuzioni di massa. Del resto, e sarebbe ipocrita negarlo, nonostante che nel continente europeo negli ultimi settant’anni si sia goduto di un periodo di prosperità e pace come mai era accaduto nella storia precedente, la guerra e la brutalità dell’uomo contro l’uomo non sono mai venute meno: erano più marginali, lontane da noi, e questo era sufficiente ad acquietare le nostre coscienze.
Per chi ha il cuore “puro”, cioè libero da pregiudizi e chiusure ideologiche, la grandezza e la perfezione dell’Universo, nuovamente svelata dal progresso della scienza, produce un senso di stupore, che si trasforma in riconoscenza a Dio. Scriveva Paolo VI: «L’uomo riconosce, accetta, ama questo suo essere da Dio. È quell’atteggiamento che si dice religione. La religione è dunque la libera ratificazione dell’originaria relazione creatura-creatore. Consiste essenzialmente nel professare tale dipendenza, tale rapporto, che classifica la nostra vita nell’ordine ontologico e che è alla radice del nostro modo di pensare e di agire» (2 febbraio 1971).