Se l’aereo perde velocità, va in stallo. Per prendere quota, il pilota inesperto tende a puntare il muso verso l’alto: risultato è che l’aereo precipita. Bisogna invece puntare verso il basso.
Quando nella famiglia si tende a salvarsi da soli, è il fallimento. Il ruolo dell’accompagnamento, allora, è decisivo, non solo importante.
Il Signore segue con amore il cammino dell’uomo e le vicende della storia, non è un Dio lontano, ma un Dio vicino, un Dio che guarda, ascolta, si lascia commuovere, interviene provvidenzialmente.
Mosè ha ormai ottant’anni… Era nato in Egitto nel momento più duro della schiavitù, quando il popolo ebreo era perseguitato a morte. Il Faraone, infatti, aveva dato ordine di uccidere tutti neonati maschi delle donne ebree. Miracolosamente scampato all’eccidio per la pietà della madre e la compassione della figlia stessa del Faraone, Mosè era cresciuto a corte, ricevendo una regale educazione, onori e ricchezze. Giunto all’età di quarant’anni, sentì in cuore il desiderio di liberare i suoi fratelli dalla schiavitù, ma la sua impresa fallì. Rifiutato da loro stessi e perseguitato dal Faraone, fuggì pieno di paura, prendendo la via del deserto. Come un povero profugo, si guadagnò da vivere pascolando il gregge di Ietro.
Sarà stato effetto di quel «non temere» pronunciato dall’ angelo dell’ annunciazione, certo è che, da quel momento, Maria ha affrontato la vita con una incredibile forza d’animo, ed è divenuta il simbolo delle “madri-coraggio” di tutti i tempi.
È chiaro: ha avuto a che fare anche lei con la paura.
Paura di non essere capita. Paura per la cattiveria degli uomini. Paura di non farcela. Paura per la salute di Giuseppe. Paura per la sorte di Gesù. Paura di rimanere sola… Quante paure!
L’’esortazione apostolica Amoris laetitia è nata da lavori sinodali, cioè dall’impegno dei vescovi radunati in sinodo, fin dal 2013, quando si è notato un modo nuovo di procedere: un tema scelto dal Santo Padre sviluppato in due sinodi, con allegato un questionario. Con questo modo di lavorare insieme, la collegialità è diventata sinodalità.
Dal primo questionario è nato l’instrumentum laboris, discusso nella Assemblea straordinaria dei vescovi. Il segretario speciale per tutti e due i sinodi è stato monsignor Bruno Forte. Per volere del Papa, durante l’assemblea è stata adottata la lingua italiana: altra novità, in quanto nel passato si usava il latino. Nei circoli minori invece, si è parlata la lingua madre dei padri sinodali. L’instrumentum laboris è fatto di tre parti: le sfide, la vocazione, la missione della famiglia; ed è stato affidato ai lavori del secondo sinodo della famiglia.