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di mons. Tonino Bello

Morente sulla croce, Gesù ha affidato l’apostolo Giovanni a sua madre Maria, perché in lui si prendesse cura di tutta la Chiesa, non solo negli aspetti materiali, ma anche in quelli spirituali, testimoniando la sua volontà: “Guarite gli infermi”.

Eccomi, sono la serva del Signore

di Madre A. M. Cánopi

Nella casa di Nazareth era appena risuonato l’Eccomi di Maria e subito l’angelo «partì da lei». Anche Maria subito si alzò per recarsi in fretta dall’anziana parente Elisabetta bisognosa di aiuto. Mentre Maria corre verso Ain-Karim, al suo passaggio tutta la creazione rinasce nella speranza. Maria, infatti, porta in grembo Gesù, il Salvatore atteso... Il tempo della salvezza sta per compiersi.

Nella Lettera ai Romani san Paolo scrive che tutta la creazione «geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi», mentre con «ardente aspettativa» freme nella speranza di «entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (cfr. Rm 8,19-23). Se volgiamo la nostra attenzione al creato – che in questi mesi estivi è nel suo pieno rigoglio – anche dalla natura ci giunge l’eco di un canto che si intreccia con tutti i sì, con tutti gli eccomi sui quali già ci siamo soffermati ripercorrendo le pagine bibliche. 

L'Amoris laetitia

di don Nico Rutigliano

L’atteggiamento che papa Francesco ha assunto nei confronti della famiglia è quello di camminare vicino alle famiglie con sguardo amorevole. Egli guarda alla famiglia con uno stile tipico di chi abita la famiglia e usa un linguaggio fatto di metafore ed esempi tratti dalla vita quotidiana. 

La esortazione apostolica Amoris laetitia è molto concreta e capace di affrontare una questione spinosa e di grande attualità: la realtà della famiglia e le sue sfide.

Egli guarda alla famiglia così com’è. Non alla famiglia ideale, ma alla famiglia reale. Non un modello astratto, ma la realtà concreta, fatta di bellezza e di criticità, di esaltazioni e di ferite. Non uno stereotipo, ma un mosaico fatto di grandi differenze che compongono qualcosa di unico. La famiglia è imperfetta e nella sua imperfezione sta anche la sua possibilità di aver bisogno degli altri, il suo desiderio di affidare le proprie difficoltà e incertezze ad una mano che la sorregga, la protegga e la aiuti. 

di Gabriele Cantaluppi

E' sempre più diffusa, all’interno delle celebrazioni liturgiche, l’abitudine di sottolineare alcuni momenti con gli applausi. Anzi, spesso sono gli stessi sacerdoti a sollecitarli. E' bene?

«Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso» scriveva il cardinal Ratzinger nel suo libro Introduzione allo spirito della liturgia.