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Super User

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Monday, 07 April 2014 09:46

Nella solitudine una voce amica

«Oggi con me sarai in Paradiso»

di Madre Anna Maria Cánopi osb

Tre croci sul Calvario sorreggono tre uomini condannati alla morte più umiliante e atroce. Al centro l’Innocente, ai lati due malfattori. Ladri? Sediziosi? Non ha importanza. La morte li uguaglia. Ma quello che sta al centro ha una dignità incomparabile, pur ricoperto di sangue per la flagellazione e le percosse prima ricevute.
Gesù il Nazareno non grida, non impreca: guarda il cielo, implora il Padre per quelli che non sanno quanto grande sia la loro ignoranza: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). È una tragedia che continua in ogni parte del mondo, su patiboli visibili e invisibili; su colli elevati e in sotterranei.
Wednesday, 02 April 2014 15:30

EucarIstia cuore vivo della carità

di Nico Rutigliano

Quando nel Vangelo andiamo a leggere il racconto dell’Ultima Cena, troviamo che i tre evangelisti sinottici,  Matteo, Marco e Luca, ci parlano dell’istituzione dell’Eucaristia; invece, il quarto evangelista, Giovanni, ci descrive l’episodio della lavanda dei piedi.
 È interessante come si conclude il racconto: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio perché, come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica» (Giovanni 13,12-17).
Wednesday, 02 April 2014 15:26

Tre grazie a Dio

Morire in casa con speranza

“Il buon morire” 

Nella sua omelia, il Papa commenta la prima lettura del giorno che racconta la morte di Davide, dopo una vita spesa al servizio del suo popolo. Sottolinea tre cose: la prima è che Davide muore "in seno al suo popolo". Vive fino alla fine "la sua appartenenza al Popolo di Dio. Aveva peccato: lui stesso si chiama 'peccatore', ma mai se ne è andato fuori dal Popolo di Dio!":
Wednesday, 02 April 2014 15:20

I suggerimenti di Elisabeth Kübler Ross

L’approdo all’eternità

«Dobbiamo abituarci a far festa con “lo straniero” che è in noi, riconoscenti con quella gratitudine della benedizione dell’uliva - come scriveva nell’antichità Marco Aurelio -, la quale cadendo sul terreno ringrazia l’albero che l’ha prodotta». 
Il letterato André Malraux, accanto all’antica benedizione di Marco Aurelio ha scritto che «il pensiero della morte è il pensiero che rende uomini. Bisognerebbe festeggiare il giorno in cui, per la prima volta, si è riflettuto sulla morte, perché quello è il giorno che segna il passaggio alla maturità. L'uomo è nato quando, per la prima volta, ha mormorato davanti a un cadavere: "Perché?"»! Questo «perché» come un raggio di luce rossa percorre il tempo dell’umanità dal giorno della morte di Abele. 
Wednesday, 02 April 2014 15:17

Intenzioni di preghiera del mese Aprile 2014

INTENZIONE GENERALE
Perché i governanti promuovano la tutela del creato e l’equa distribuzione dei beni e delle risorse naturali.
 
INTENZIONE MISSIONARIA
Perché il Signore Risorto colmi di speranza il cuore di quanti sono provati dal dolore e dalla malattia.
 
INTENZIONE DEI VESCOVI
Perché la fede in Dio, che fa nuove tutte le cose, ci renda liberi per aprirci senza paura all’avvenire e agli altri.
 
Wednesday, 02 April 2014 15:14

La resurrezione completa la creazione

Pasqua: primavera della vita

di Mario Carrera

C’è un versetto del libro del Siracide che spesso mi ritorna all’orecchio perché mi indica un punto fermo cui far riferimento nella mia missione: «Ricorderò le opere del Signore e descriverò quanto ho visto». In occasione della Pasqua riemerge un ricordo impresso nella mia anima e che sorregge il cammino della mia fede. All’interno del sepolcro di Gerusalemme i miei occhi hanno impresso uno straordinario atteggiamento di fede. Devo premettere che tra i grandi doni che Dio mi ha concesso c’è una serie di esperienze che mi hanno fatto scoprire la «terra santa» come una bibbia scritta con la luce su quella terra benedetta.

Wednesday, 19 March 2014 10:11

In compagnia di San Giuseppe - Marzo 2014

 

San Giuseppe ci è maestro non tanto per le parole che non ha pronunciato, ma per l’ascolto che sa dare alle nostre parole e alle nostre richieste.

Il suo silenzio, l’abbiamo detto tante volte, non è mutismo, ma è un silenzio illuminato da irradiazioni con  tante sfaccettature che riflettono colori luminosi, quasi indicazioni di strade da percorrere per camminare  nel giusto sentiero della santità, pienezza di beatitudine evangelica.

Il cammino dell’Esodo del popolo ebraico dalla schiavitù dell’Egitto alla terra promessa, l’ha compiuto anche la santa Famiglia.

All’inizio di questo appuntamento un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che partono dalla cattiva salute, dai disagi interiori delle depressione, dai problemi economici, dalla disoccupazione e anche da un buio orizzonte che genera insofferenza nei confronti della stessa vita.

Allora un saluto particolarmente cordiale a chi è arrabbiato con l’esistenza stessa, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere. Un ideale abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici.   

Ascolta

Wednesday, 12 March 2014 17:08

Le frittelle del santo

San Giuseppe "fritellaro"

 

San Giuseppe frittellaro/ tanto bono e tanto caro / tu che sei così potente / d’aiutà la pora gente / tutti pieni de speranza / te  spediamo quest’istanza.

Così ci si rivolgeva al padre putativo di Gesù in occasione della sua festa. Ma perché frittellaro ? 
Tutto risale alla fuga in Egitto. Quando l’angelo lo esorta a scappare rapidamente dalle ire di Erode e a prendere la strada del Nilo, il bravo falegname - carpentiere, come addirittura lo promuove l’agiografia più accreditata - conosce i problemi di miseria ancora oggi vissuti da tantissimi migranti: ingegneri africani o est-europei che si adattano a fare gli operai, letterati costretti ad impegnarsi nella raccolta dei pomodori o dell’uva. 
Wednesday, 12 March 2014 17:03

Noi e la povertà

Seguire Gesù povero

di Mario Sgarbossa

Povertà che educa e al tempo stesso che provoca e dà scandalo come la visse frate Francesco, e la Santa Famiglia di Nazareth. Nel precedente articolo (gennaio 2013), parlando del Poverello d’Assisi, si è detto che i poveri interrogano la Chiesa. Ora ascoltiamo la risposta che a questo interrogativo dei poveri dà la Chiesa, oggi,  con l’esempio e con le parole dei suoi ministri, dai più titolati agli ultimi nella scala gerarchica, i preti “in cura d’anime”, appunto chi condivide in loco povertà e speranze del popolo, per cui il pastore sente, come dice il Papa Francesco, l’odore  delle sue pecore.

«La piccola santa di casa nostra»

di Gabriele Cantaluppi

Ancora oggi, a dieci anni dalla morte avvenuta nel luglio 2003, Giovanna Spanu è considerata  dai fedeli della parrocchia dello Spirito Santo a Parma la “piccola santa di casa nostra”, vedendo in lei un modello e godendo i frutti della sua opera ancora presente in mezzo a loro, la “Piccola Comunità Apostolica”.
Poiché il papà era guardia di finanza, la famiglia dovette trasferirsi da Bidunì, frazione di Alghero (SS), dove Giovanna era nata il 9 dicembre 1955, a Roma e da lì, pochi anni dopo, a Parma. Il clima familiare era sereno e gli impegni scolastici buoni, ma  Giovanna provava nel cuore un senso di vuoto  e di tristezza, che si acuì nel periodo dell’adolescenza. Cercava di reagire impegnandosi in una squadra di pallamano, in cui era brava ed apprezzata, e nella professione di fisioterapista. Visse anche un’esperienza di fidanzamento, da lei stessa definito “bello e santo”.
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