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Super User

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Wednesday, 30 July 2014 11:44

Una notte di luce annuncia la pace

La natività: terzo mistero gaudioso

di Ottavio De Bertolis

L’icona della natività ci apre un mondo grandissimo, il mondo di Gesù, cioè come lui ha voluto nascere, vivere, chi ha voluto accogliere, che cosa ha voluto portare; in fondo questo mistero ci dice come lui ha voluto essere, e ci chiama a condividere con lui lo stesso stile di vita. 

«Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata»

 di Madre Anna Maria Cánopi

 

Dio è eterno e noi siamo frammenti del tempo, ma nel suo immenso amore Dio si china su di noi, entra nell’oggi della nostra esistenza, e con la sua Parola, con la  potenza del suo Spirito, ci attrae nell’eternità.

L’eterno Presente è entrato nel tempo dapprima rivolgendosi ai Profeti e affidando loro la missione di essere per tutti i messaggeri della sua Parola. Poi, come si legge all’inizio della lettera agli Ebrei, la Parola stessa si è fatta visibile e si è donata a noi nel Cristo (cf. Eb 1,1-2); attraverso il Cristo è passata agli apostoli, alla Chiesa, a tutti i credenti fino a noi, oggi. Ogni giorno, dunque, possiamo vivere l’oggi di salvezza. 
Ogni mattino, alzandoci, dobbiamo allora dire al Signore: «Fa’ attento il mio orecchio». Ed egli ci dice: «Vivi questo oggi per me! Vivendo per me, questo tuo oggi è un passo in più verso l’eternità». 
Cinquant’anni fa le cronache hanno raccontato il desiderio di Paolo VI di celebrare l’Eucaristia nel Cenacolo, ma non gli fu permesso. Papa Montini, comunque, si fermò alla soglia dell’aula del Cenacolo e consumò il suo desiderio di rinnovare la comunione con Gesù in pochi istanti. Uno sguardo velato di tristezza che nascondeva il desiderio d’imitare l’apostolo Giovanni, quello di chinarsi sul petto di Gesù e ascoltare i palpiti del suo cuore misericordioso, ma non gli è stato permesso.
Wednesday, 30 July 2014 11:34

Lettere di Luglio-Agosto

La perseveranza commuove il cuore di Dio 

Caro don Mario,

mia moglie ed io abbiamo già avuto occasione di scriverle per varie ragioni, in particolare per la richiesta di adozione nazionale che presentammo la prima volta nel 2009. Io ho conosciuto meglio San Giuseppe e le sue meraviglie attraverso mia moglie - da molti anni è iscritta ed ha iscritto amici e parenti alla Pia Unione - che ha più volte richiesto ed ottenuto molte grazie per mezzo della sua intercessione.
Non amo molto le novene, ma quando il desiderio di paternità s'è rafforzato, ho pensato di rivolgermi all'intercessione di San Giuseppe non solo perché si realizzasse l'adozione, ma anche perché fossi adeguato a ricoprire il ruolo di padre adottivo. Così nel 2009 pregai il Manto ed alla fine ebbi in cuor mio una certezza molto profonda che tutto si sarebbe realizzato. In effetti l'inserimento nelle liste del Tribunale avvenne il 19/03/10. Gli anni sono trascorsi senza nessuna chiamata, e con essi un po' della mia certezza è sfumata. Ma il 18 marzo di quest'anno, proprio mentre stavamo scegliendo l'associazione per intraprendere l'adozione internazionale, siamo stati convocati da un Tribunale dei Minori ed abbiamo accettato un abbinamento con un bimbo. Brevemente le dirò che intorno a quest'evento se ne sono avvicendati tanti altri, apparentemente senza legame, positivi e negativi - quest'ultimi divenuti fonte di ulteriore grazia coll'intervento del Signore - con una regia così perfetta che mi sembra incredibile, anche se ho avuto tante e tante occasioni per sperimentare le coccole sorprendenti di Dio, e, per arrivare all'esito finale, a Pasqua, in tempi record, il bambino dormiva già a casa nostra.
La mia/nostra gioia è ovvia, ma è sempre inattesa e stupefacente perché il Signore compie meraviglie - mi passi l'espressione - ancor più meravigliose di quanto possiamo immaginare o desiderare, cui è innegabile il contributo e l'intercessione sempre certe di San Giuseppe. Grazie anche per le sue e vostre preghiere.
Lettera firmata
 
Gentilissimi  e cari Amici,
ho voluto conservare l’anonimato anche per cautelare la privacy del vostro figliolo. Sono davvero  contento che la perseveranza abbia coronato il vostro sogno e che san Giuseppe  abbia consegnato non solo una patente di «padre putativo», ma anche la garanzia di essere compagno di viaggio nella crescita della nuova creatura affidata alle vostre cure.
Ci uniamo anche noi al coro di lode e gratitudine a Dio per i benefici ottenuti e anche la perseveranza nel saper aspettare e nel cogliere la mano della Provvidenza che va disegnando la nostra storia con i ritmi e tempi architettati dalla sapienza divina.
Alessandro Manzoni  paragona le vicende della nostra vita a un ricamo colorato. Noi ammiriamo i disegni, l’armonia delle forme, le figure, ma se andiamo a guardare il retro troviamo un groviglio di fili che si incrociano e si accavallano in modo caotico. Le nostre preoccupazioni ci fanno vedere il retro e la mano di Dio disegna il diritto; da noi si richiede la pazienza e la saggezza della fede che ci fa vedere la realtà con gli occhi stessi di Dio.
Siamo solidali nella preghiera, accanto a voi mettiamo nelle nostre invocazioni a san Giuseppe anche tutti i genitori affinché lo Spirito Santo illumini la loro azione educativa.
Dio vi benedica e san Giuseppe vi sostenga.

 

Una santità feriale sa far fiorire l’armonia 

Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore  Giuseppe, lo scorso 23  agosto ci ha lasciato.

Non più giovanissima, 87 anni, Pinetta (è il nome con cui tutto il paese la conosceva), era un’anima giovane e fresca.
Una porta, la sua, sempre aperta. Non c'era giorno che qualcuno non bussasse alla sua porta, per dire solo “Ciao!” o “Come va?”. Il giorno del suo onomastico, San Giuseppe, la sua casa diventava  una specie di santuario... arrivavano tutti a farle gli auguri e lei diceva sempre: “prima di voi me li ha fatti san Giuseppe”, e mostrava contenta la cartolina che le mandavate.
La sua vita di moglie,  di madre, di nonna è stata davvero una forza di simpatia, e anche se a volte si lasciava andare... bastava che ricevesse una telefonata  o che qualcuno bussasse alla sua porta per tornare serena come prima.
Andava  fiera dei suoi figli, delle sue nuore e degli amati nipoti, Marta e Marco, ma era fiera di tutte le persone a lei care e amiche (fra queste c'era mia mamma, Corinna Colombo, anche lei devotissima  di san Giuseppe), felicissima di ospitare, nel periodo delle vacanze mia sorella, Suor Maria, sua figlioccia.
Ora il cortile dove abitava è vuoto, anche se abitato. I suoi vicini, i  cugini Angelo e Ada (fra l'altro antenati del caro san Luigi Guanella), vivono la sua assenza con tanto dolore.
Non ha costruito  grandi opere, grattacieli o quant'altro ma ha saputo costruire nella sua vita piccoli ponti, cementati dall’amicizia, dalla bontà, dalla devozione e preghiera a San Giuseppe. Vi saluto con stima.
Elisa Mauri ved.Polastri (Lecco)
Wednesday, 30 July 2014 11:31

Con la Parola di Dio del mese di agosto

La Trasfigurazione

6 agosto

La Trasfigurazione è la contrapposizione dell’agonia nell’orto del Getzemani. In entrambi gli episodi, i testimoni sono gli stessi: Pietro, Giacomo e Giovanni. Tabor e Getzemani, due momenti che svelano ai tre apostoli – cioè al vicario di Cristo (San Pietro), al primo martire dei dodici (San Giacomo) e al discepolo prediletto (San Giovanni) – la reale identità del Messia, preannunciato dai Profeti.
Nella trasfigurazione Gesù apre uno spiraglio di luce che riveste di gloria il suo corpo come naturale conseguenza della visione beatifica di cui godeva la sua anima unita alla natura divina del Verbo.
INTENZIONE GENERALE
Perché i rifugiati, costretti ad abbandonare le loro case per violenza, trovino generosa accoglienza e vedano tutelati i loro diritti.
 
INTENZIONE MISSIONARIA
Perché i cristiani in Oceania annuncino con gioia la fede a tutte le popolazioni del Continente.
 
INTENZIONE DEI VESCOVI
Perché la certezza che Cristo risorto è più forte di ogni male ci liberi dal pessimismo e dallo scoraggiamento.
 
 
INTENZIONE DELLA PIA UNIONE
«Preghiera per i giovani»
 
Gesù, da duemila anni, tu sei nel cuore di tanti giovani  che sentono il profondo desiderio di guardarti negli occhi e scrutare i panorami della storia fatta di persone vissute al calore della tua «bella notizia» che Dio ci ama. 
Gesù, molti sono i giovani che, alla luce della tua verità, manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici, a conoscere il vero amore, a sognare di fondare una famiglia unita, che garantisca un futuro sereno e felice. 
Gesù, che hai lavorato accanto a San Giuseppe nel laboratorio di Nazareth, fa’ che i giovani possano trovare un’occupazione che dia loro dignità, gioia di vivere ed essere utili; fa’ che nessuno spenga l’entusiasmo alla ricerca di una vita più grande. 
Gesù, tu sei la risposta al nostro desiderio d’infinito. Mantieni in tutti noi la generosità di un cuore giovanile che sappia ripetere con convinzione: «Il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te». 
Gesù, fa’ che nei sentieri della nostra avventura umana seguiamo «l’impronta del Dio della vita», convinti che eliminare Dio per far vivere l’uomo è cecità! Dio è la sorgente della vita ed eliminarlo equivale a che «la creatura svanisca».
 
Wednesday, 30 July 2014 10:26

Possibili itinerari di santità

A luglio una schiera di santi della prima ora

di Mario Carrera

Abbiamo ancora negli occhi le immagini della canonizzazione dei due pontefici, i santi Angelo Giuseppe Roncalli e Carlo Wojtyla; due santi cresciuti nella santità all’ombra di san Giuseppe e nella devozione alla Vergine Maria. Nel mese di luglio la liturgia celebra la memoria di un drappello di santi che ci invitano a visitare le radici della nostra redenzione. Tra i personaggi sulla frontiera dell’Antico Testamento, il 26 luglio abbiamo i suoceri di san Giuseppe, i genitori di Maria, Gioacchino e Anna. Dopo di loro, accanto a Maria - festeggiata il 16 come Madonna del Carmelo -, incontriamo delle donne che hanno avuto un ruolo interessante nei giorni drammatici antecedenti la Pasqua e nel giorno stesso della risurrezione di Gesù.

Trasmissione di Radio Mater condotta da don Mario Carrera, ogni 1° mercoledì del mese

Un cordiale ben trovati al nostro appuntamento mensile, per una preghiera, una riflessione, una contemplazione alla luce dell’esempio di san Giuseppe, vogliamo iniziare preparando il nostro animo in un clima di tranquilla preghiera.

Abbiamo scollinato il mese di maggio, dedicato dalla pietà cristiana alla venerazione della dolce sposa di san Giuseppe, Maria.

Da quattro giorni abbiamo iniziato il mese di giugno, il mese della mietitura e dei frutti della terra.

Nella nostra contemplazione, giugno avrà il suo centro di attrazione domenica prossima la solennità della Pentecoste, il compleanno della Chiesa. Questa nascita verso la fine del mese, il 27 giugno, ci farà approdare alla solennità del Sacro Cuore di Gesù, il focolare della carità divina che attira come una calamità le qualità positive della nostra esistenza cristiana e anche il rottame, le scorie dei nostri peccati per bruciarli al fuoco del suo amore.

Ascolta

Monday, 16 June 2014 13:41

Buono a sapersi - Giugno 2014

La talpa e i conigli

In una splendida notte di luna diversi conigli si divertivano in uno spiazzo erboso giocando a mosca cieca. Il coniglio con gli occhi bendati si pose al centro. Gli altri gli saltavano e danzavano d’intorno; ora fuggivano ora si avvicinavano, ora gli tiravano orecchie e coda. Il povero coniglio si volta d’un tratto, allunga a caso le zampe, ma i compagni veloci indietreggiano ed egli afferra solo aria. Una stupida talpa, avendo sentito tutto quel baccano dalla sua tana sottoterra, si unì alla compagnia e, cieca com’era, fu subito acchiappata. «Signori», disse il coniglio, «non sarebbe leale bendare questa nostra sorella. Dobbiamo lasciarla andare, non ha vista e non può darsi aiuto». «Nient’affatto» rimbeccò la talpa, «sono stata presa secondo le regole del gioco; bendatemi!». «Volentieri, ecco la benda. Non credo che sia necessario annodarla strettamente». «Scusate» replicò la talpa indispettita, «legatela ben stretta. Vedo benissimo! Ancora più stretta, ancora posso vedere!».
Florian (1735-1794)
 
Lo scrittore francese commenta: molti di noi sono consci dei propri difetti, ma il confessarli è un’altra cosa; preferiamo dei veri malanni, pur di non riconoscere che ne siamo afflitti.

 


Contro le tarme 

In alternativa alla canfora, è utile disporre nell’armadio tamponi imbevuti di essenza di lavanda o di citronella. Al posto di queste sostanze una volta si usava spargere pepe macinato o semi di carota. In mezzo ai maglioni di lana si possono infilare sacchettini di tela contenenti chiodi di garofano, castagne d’India e alloro. Oppure si può preparare un miscuglio con scorze essiccate di mandarino o di limone, erba cedrina, menta ed eucalipto.
 

Formiche in vista?

Un buon rimedio il sale da cucina, il borotalco profumato, i fondi di caffé, la cenere e la canfora, sparpagliati in prossimità del formicaio e lungo il percorso seguito dalle sgradite ospiti. Oppure fate mazzetti di cerfoglio, una pianta erbacea molto comune, lavateli con aceto e poi disponeteli nei punti strategici, in modo che l’odore sgradevole respinga l’invasione. 
 
Per evitare che la cera coli, lasciate la candela a bagno in acqua salata almeno 8 ore prima di accenderla.
 
Per eliminare macchie di bruciato sulla piastra del ferro usate un panno imbevuto di aceto caldo e sale fino.
 

Papavero amico

Bronchite o insonnia? Mettete un cucchiaio di petali essiccati in mezzo litro di acqua bollente. Dopo una ventina di minuti filtrate. Bevetene durante la giornata.
 

I consigli DALLA NATURA

 

Il tiglio

E' un albero dall’alto fusto, comunissimo nei viali e nei parchi. I suoi fiori emanano un piacevolissimo odore e sono molto apprezzati dalla medicina popolare. L’infuso preparato mettendo un cucchiaino di fiori secchi in una tazza di acqua bollente è un ottimo tonico del sistema nervoso, inoltre vi aiuterà a risolvere raffreddori e catarro bronchiale, a calmare dolori e vomito, a facilitare il sonno e a favorire la diuresi. Il decotto di fiori, 50 gr. in un litro d’acqua, da bollire per 15 minuti, è impiegato nella cosmesi in lozioni atte a nutrire e ammorbidire la pelle troppo secca.
 

Limone amico

Per prevenire e curare il raffreddore, spremete un limone e al succo ottenuto aggiungete il bianco di un uovo. Sbattete bene con un cucchiaio, aggiungendo poco zucchero. Bevetene piccole dosi più volte durante il giorno.
 

L’utilità del sedano

Preparate un decotto utilizzando 10 gr. di foglie in 500 gr. di acqua da bollire per 5 minuti. Mescolatelo con del latte e bevetelo a digiuno per liberare i bronchi dal catarro e per curare le infiammazioni della gola. Lo stesso decotto è utile come diuretico e nei casi di reumatismi, gotta e acidi urici.
 

Risotto d’estate

Con verdure di stagione potrete preparare questo risotto in ogni periodo dell’anno

 
Ingredienti per 4 persone:
Riso 350 g, olio d’oliva extravergine 4 cucchiai, una cipolla piccola, 2 scalogni, una piccola rapa, 2 zucchine, mezzo peperone, una carota, 2 gambi di sedano, 3 cucchiai di piselli sgranati, un ciuffo di prezzemolo, un ciuffo di basilico, 8 dl di brodo vegetale, sale e pepe q.b.
 
1. Mondate le verdure, lavatele e tritatele grossolanamente. Fatele dolcemente appassire in un tegame, preferibilmente di terracotta, insiene con l’olio.
 
2. Quando le verdure saranno a metà cottura aggiungete il riso, mescolate più volte con un cucchiaio di legno, conditelo con sale e pepe macinato al momento e lasciatelo ben intridere nel condimento per 5 minuti circa.
 
3. Ricopritelo quindi con il brodo bollente e, senza rimescolare ulteriormente, fatelo cuocere coperto a calore molto lento per 15 minuti circa, poi unite il prezzemolo e il basilico tritati mescolate bene e servite in tavola.

di Papa Francesco

Gli auguri del Papa ai padri di tutto il mondo nella festa di San Giuseppe, modello dell'educatore: “siate sempre molto vicini ai vostri figli!”.

 
«Giuseppe non era il padre di Gesù – ha detto il Papa - il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età – ha proseguito - che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha ‘allevato’, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati – eh, Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù – per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe. Così Giuseppe ha allevato Gesù».
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