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Super User

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Thursday, 03 December 2015 11:13

Il mistero della morte

La «Gaudium et Spes»

di Madre Anna Maria Canopi osb

L’atmosfera del mese di novembre si presta alla meditazione sul tema della morte e della vita eterna, cui la costituzione conciliare Gaudium et Spes – che ci ha accompagnati di mese in mese – dedica esplicitamente un paragrafo. Esso è non a caso collocato subito dopo il tema della libertà, quasi a voler dire: «O uomo, la tua dignità sta nella tua libertà di creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio. Mostrati degno della tua dignità! Usa bene della tua libertà». Quando la si usa bene? Quando, nelle scelte, non ci si limita ad un tornaconto immediato, non ci si ferma a ciò che piace o non piace, a ciò che è comodo o scomodo, secondo criteri e misure ristretti agli interessi individuali e alla vita presente, ma si considera il fine ultimo dell’esistenza e il bene di tutti.

Wednesday, 09 September 2015 14:13

La famiglia: trinità umana, comunione d’amore

La "Gaudium et Spes"

di Madre Anna Maria Cánopi, osb

Dopo aver considerato sotto vari aspetti l’altissima dignità della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, i Padri conciliari si dedicano nella II parte della costituzione Gaudium et Spes a considerare alcuni urgenti problemi contemporanei: la famiglia, la cultura, la vita sociale, economica e politica, la pace. Anche se sono trascorsi cinquant’anni dalla chiusura del Concilio, tali problemi continuano a rimanere “attuali”, anzi, la loro urgenza in alcuni casi si fa oggi più pressante. Sono problemi di tale portata e complessità che non è certo possibile trattarli nel breve spazio di un articolo, né, d’altra parte, avrei la competenza necessaria a tale scopo.

La "Gaudium et Spes"

di Madre Anna Maria Cánopi, osb

 

Rileggendo la costituzione conciliare Gaudium et Spes, abbiamo finora incontrato i temi della dignità della persona, della libertà, della comunione, dell’attività umana. Come abbiamo potuto vedere, tutti evidenziano, sotto diversi aspetti, il dramma di un’umanità ferita dal peccato e interiormente divisa, che tanto nella povertà quanto nella ricchezza fa esperienza del proprio limite, ora rimanendone come schiacciata, ora ribellandosi, ora cercando di ignorarlo… La Chiesa, quale Corpo mistico di Cristo che rende attuale, oggi, il mistero della redenzione da Lui operata, non può non sentirsi fortemente interpellata dal grido di questa umanità che, consapevolmente o inconsapevolmente, invoca salvezza e cerca un senso alla sua esistenza. Per questo, prima di affrontare, nella seconda parte del documento, altri argomenti “urgenti” per la vita della società umana, i Padri conciliari hanno dedicato il IV capitolo ad una riflessione che può sintetizzarsi in queste domande: qual è la “missione” della Chiesa nel mondo contemporaneo? Vi è possibilità di dialogo tra Chiesa e mondo? E, se c’è, quale forma deve assumere per essere costruttivo?

Wednesday, 10 June 2015 14:33

L'attività umana collaborazione con Dio

La "Gaudium et Spes"

di Madre Anna Maria Cánopi

«Con il suo lavoro e con il suo ingegno l’uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita, ma… molti beni, che un tempo l’uomo si aspettava dalle forze superiori, oggi se li procura con la sua iniziativa e con le sue forze» (n. 33). Affrontando il tema dell’attività umana, la costituzione conciliare Gaudium et Spes sottolinea la presenza di una contrapposizione nel modo di concepire e vivere il lavoro che, nell’età contemporanea, si è venuta accentuando e radicalizzando; una contrapposizione che richiama da vicino la dolorosa realtà del peccato originale.

La Chiesa è chiamata a essere fiaccola per accompagnare i processi culturali e sociali che riguardano la famiglia. La Gaudium et Spes presenta una Chiesa capace di ridare cittadinanza a tanti suoi figli che camminano come in un «esodo». 

di M. Anna Maria Cánopi

 
Ricorrendo quest’anno – l’8 dicembre – il 50º della chiusura del Concilio Vaticano II, mi è stato giustamente suggerito di prendere come tema del mio ormai consueto contributo a questa rivista, la Costituzione conciliare sul mondo contemporaneo, vale a dire la Gaudium et Spes. Non presumo di poter offrire un approfondimento teologico-pastorale – per il quale certo mi sento inadeguata – ma, quale testimone di questi cinquant’anni di storia della Chiesa, posso umilmente fare una rilettura personale, quindi “monastica”, di questo stupendo documento, cercando di esprimere almeno in parte ciò che esso suscita nel mio cuore, soprattutto in riferimento al servizio di guida spirituale che ormai da molto tempo mi trovo a svolgere. Proprio questo servizio mi mette a contatto diretto con l’uomo contemporaneo nella sua realtà esistenziale fatta di gioie e speranze, tristezze e angosce. 
Monday, 16 March 2015 13:42

La dignità della persona

Nessuna creatura può essere considerata “scarto” o “peso insopportabile

di Madre Anna Maria Cánopi

 
Andare incontro all’ignoto, senza sapere come affrontarlo, carico di aspettative, carico di domande. 
Entrando nel vivo della Costituzione Gaudium et Spes, ci si trova subito davanti ad una tematica che interpella tutti molto direttamente. Il primo capitolo è, infatti, dedicato alla dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio, dotata di intelligenza, volontà e libertà, assetata di verità e di amore, ma anche ferita dal peccato e soggetta alla morte. Essa è portatrice di un mistero, è fatta per l’infinito, eppure si trova dolorosamente segnata dalla propria finitezza e perciò sempre alla ricerca di altro. In realtà è, più o meno consapevolmente, alla ricerca di Dio, ma anche sempre tentata di rivendicare la propria autonomia, quindi di usurpare il posto di Dio.

di suor Roberta Vinerba

Un ragazzo di 16 anni mi chiede di aiutarlo a “salvare la sua fede” dalla professoressa di filosofia. Questa donna che avrebbe come compito quello di insegnare la libertà e il rigore del pensiero, l’amore per il ben pensare, si diletta invece a prendere di mira i ragazzi che frequentano la parrocchia per demolire, a colpi di una teologia da quattro soldi, ovvero di una crassa ignoranza, le loro certezze di fede. Un esempio tra i tanti che spesso accadono ad un educatore: riparare, se possibile, e non sempre lo è, quello che un cattivo “allenatore” compie in quella che dovrebbe essere la palestra del ben vivere, ovvero la scuola.
Wednesday, 24 September 2014 13:06

Parole con il sapore della vita vissuta

Radicarsi nella vita per fruttificare

di don Mario Carrera

«Una Chiesa che fa e non solo una Chiesa che dice».  È uno slogan che vorrebbe diventare l’anima della nostra rivista edita all’ombra di un’associazione dedicata a San Giuseppe, ma soprattutto attenta a imitare le virtù umane ed evangeliche del carpentiere di Nazareth che è stato il maestro di umanità per Gesù.

Di San Giuseppe gli evangelisti, Matteo e Luca, raccontano soltanto i fatti. Dio conosce le motivazioni del «fare» assegnato al falegname; il suo compito era realizzare con prontezza e intelligenza creativa la missione che la Provvidenza gli aveva assegnato.
Devo confessare che nei miei anni di servizio sacerdotale ho avuto sempre nell’anima l’ammonimento di Paolo VI quando diceva che la gente oggi ascolta con maggior attenzione i testimoni che i maestri, meglio ancora se i maestri sono anche testimoni. Una Chiesa dalle «porte aperte» non è solo per accogliere persone, ma una comunità di fede aperta nel sentire le voci della piazza e mostrare le opere della carità cristiana come frutti saporiti e gioiosi della vita evangelica. 
Wednesday, 30 July 2014 10:26

Possibili itinerari di santità

A luglio una schiera di santi della prima ora

di Mario Carrera

Abbiamo ancora negli occhi le immagini della canonizzazione dei due pontefici, i santi Angelo Giuseppe Roncalli e Carlo Wojtyla; due santi cresciuti nella santità all’ombra di san Giuseppe e nella devozione alla Vergine Maria. Nel mese di luglio la liturgia celebra la memoria di un drappello di santi che ci invitano a visitare le radici della nostra redenzione. Tra i personaggi sulla frontiera dell’Antico Testamento, il 26 luglio abbiamo i suoceri di san Giuseppe, i genitori di Maria, Gioacchino e Anna. Dopo di loro, accanto a Maria - festeggiata il 16 come Madonna del Carmelo -, incontriamo delle donne che hanno avuto un ruolo interessante nei giorni drammatici antecedenti la Pasqua e nel giorno stesso della risurrezione di Gesù.

Wednesday, 18 February 2015 15:41

A Gerusalemme la prima tappa del grande riscatto

Presentazione di Gesù al tempio, di Quentin Massys

di Maria Gloria Riva

E' così stretto lo spazio entro il quale Massys relega la Sacra Famiglia che non pare neppure la cornice solenne del Tempio. Massys, allievo di Memling e fondatore della Scuola Fiamminga di Anversa, vede, nell’evento della Presentazione, la professione di fede da parte di Maria e Giuseppe e, con loro, del popolo degli anawim, nell’avvento del Messia riconosciuto in Gesù. Forse per questo non ci permette di vedere nulla del tempio, tutto deve essere concetrato su di loro, sui protagonisti, i loro volti, i loro simboli.
San Giuseppe reca le colombe, offerta dei poveri, prescritta dalla legge di Mosè per il riscatto dei primogeniti.
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