Quando Qualcuno, Lui… il Signore, ha comunicato se stesso e io, noi lo abbiamo ascoltato, è necessario e… educato rispondere. La comunità si alza in piedi per gridare con il cuore: Tu ci hai rivelato la strada della vita e noi ci fidiamo di Te, perché Tu sei l’Amore che non tradisce per tutte le generazioni. “Credo” è il grido ripetuto varie volte in questo simbolo che è davvero il… manifesto dei credenti della Chiesa Cattolica Romana. Una sintesi meravigliosa della fede che si è formata nei secoli attraverso il cuore ecclesiale e il soffio dello Spirito Santo che mai è mancato come sorgente di verità. Per l’Assemblea della Santa Messa sembra quasi una nenia a memoria mentre invece possiede una energia sempre rigenerante della fede.
Dalle due genealogie elencate da Matteo e Luca sulla discendenza dal re Davide è escluso il nome di Gioacchino padre di Maria. Non si dava la genealogia del ramo femminile. Ciò non significa che non si debba tener conto della tradizione che considera anche Maria tra i discendenti di re Davide, anche se Luca e Matteo non lo dicono esplicitamente.
è forse questo particolare che ha avvicinato Giuseppe alla fanciulla di nome Maria. Per questa lontana parentela Giuseppe, all’uscita dalla sinagoga, si fermava a salutare Maria e i genitori di lei, Gioacchino e Anna, che ogni sabato accompagnavano la figlia alla Casa della preghiera. Qui Maria e la madre prendevano posto nella tribuna riservata alle donne, mentre il padre sedeva quasi sempre in prima fila nella grande sala, per ascoltare la lettura della Torah, preceduta dalla professione di fede all’unico Dio: Shemà, Israel, ascolta, Israele.
Oggi i giovani, normalmente, accordano fiducia alla Chiesa. Il che non vuol dire disponibilità alla Chiesa “ufficiale”. La Chiesa, come agenzia di servizi, ha un certo credito che le viene dato perché ritenuta una istituzione che può svolgere una attività promozionale nella difesa dei diritti civili, nella salvaguardia della pace, nell’eliminazione di ingiustizie e disuguaglianze. è anche in aumento l’importanza data alla religione nella vita dei giovani. Una recente inchiesta dice che si dichiarano “credenti in Dio” il 77% della popolazione giovanile e che la somma di quelli che orientano decisamente alla fede la propria vita e di quelli che vanno in chiesa in certe occasioni, raggiunge l’86%.
Che cosa succede nel Battesimo? Che cosa ci si aspetta dal Battesimo? Voi avete dato una risposta sulla soglia di questa Cappella: aspettiamo per i nostri bambini la vita eterna. Questo è lo scopo del Battesimo. Ma, come può essere realizzato? Come il Battesimo può dare la vita eterna? Che cosa è la vita eterna? Si potrebbe dire con parole più semplici: aspettiamo per questi nostri bambini una vita buona; la vera vita; la felicità anche in un futuro ancora sconosciuto. Noi non siamo in grado di assicurare questo dono per tutto l'arco del futuro sconosciuto e, perciò, ci rivolgiamo al Signore per ottenere da Lui questo dono.
Alla domanda: «Come accadrà questo?» possiamo dare due risposte. La prima: nel Battesimo ciascun bambino viene inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte, perché questa compagnia di amici è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell'eternità. Questa compagnia di amici, questa famiglia di Dio, nella quale adesso il bambino viene inserito, lo accompagnerà sempre anche nei giorni della sofferenza, nelle notti oscure della vita; gli darà consolazione, conforto, luce.
Reverendo Signore,
il Sommo Pontefice ha ricevuto con animo riconoscente le cortesi espressioni augurali, che Ella, anche a nome di codesta Pia Unione, ha voluto indirizzarGli in occasione delle Sue ricorrenze personali.
Il Santo Padre ringrazia cordialmente per il premuroso atto di devozione, avvalorato dalla preghiera per il Suo Ministero e, mentre invoca dal Signore Risorto la luce della Verità e del Bene, che ha squarciato le tenebre della morte e ha recato al mondo lo splendore di Dio, di cuore imparte a Lei e a quanti si sono uniti nel deferente gesto l’implorata Benedizione Apostolica. Con sensi di distinto ossequio mi confermo,
Mons. Peter B. Wells, Assessore
Carissimo don Mario,
la ringrazio per l’invio della Newsletter della Pia Unione. Leggo di come i preti guanelliani siano sempre andati cercando poveri, bisognosi, anziani a domicilio. Forse sarebbe il caso che lo facessero tutti i preti dividendo il loro tempo fra il confessionale e le visite ai poveri.
Oggi potremmo anche visitare i poveri della Grecia; un paese allo stremo per colpa dei governanti incapaci. Fanno pena persone in fila per un piatto caldo. La cosa si è talmente estesa che anche coloro che stavano bene ora stanno male.Che occasione sarebbe questa per visitare i poveri della Grecia e per riunire gli Ortodossi a Roma attraverso la Carità fattiva. Qualcuno ci pensi e faccia.
Giancarlo
Rev. Padre Mario Carrera,
ho inviato una modesta offerta per ringraziare San Giuseppe, che è sempre presente nella vita dei suoi devoti. Ho vissuto gli ultimi anni di lavoro in un clima difficile, per alcune tensioni, ma con l’aiuto di San Giuseppe, sono riuscita a rimanere al mio posto fino al termine del servizio, superando ogni prova. Il giorno del congedo sono stata fredda e polemica verso tutti. Immediatamente, ho avuto la sensazione di un comportamento discriminante dei colleghi nei miei confronti. Ogni tanto, anche involontariamente, mi tornava alla mente quel periodo lavorativo così critico e le incomprensioni che lo avevano caratterizzato e ciò mi provocava un po’ di tristezza. Nel gennaio scorso è arrivata, improvvisa, la “svolta”. In maniera del tutto casuale, ma sicura, ho saputo che le cose erano andate in modo ben diverso da come io avevo pensato e che non era stata commessa alcuna ingiustizia nei miei riguardi. Ho subito attribuito questa “scoperta” all’intercessione di San Giuseppe, che non lascia mai le cose a metà ed interviene sempre, pur silenziosamente, al momento opportuno, per riportare la pace nell’animo di chi confida in Lui. Ho fatto un esame di coscienza, rendendomi conto di essere stata permalosa ed ho promesso al Santo e a me stessa di essere, d’ora in poi, meno prevenuta nei miei rapporti con gli altri e più serena nell’affrontare i problemi quotidiani. Ringrazio ancora San Giuseppe e tutti voi della Pia Unione per le preghiere che sempre chiedo per me e per i miei cari e per la rivista che mi giunge ogni mese.
Lettera firmata, Voghera
di Gabriele Cantaluppi
19° Capitolo dei guanelliani
Papa Benedetto XVI ha indicato come via privilegiata della Nuova Evangelizzazione la testimonianza personale di vita cristiana, vissuta da ogni singolo credente. è quanto, con altre parole, ha indicato il Cardinal Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, la sera del primo luglio, nella concelebrazione eucaristica di apertura del 19° Capitolo Generale dei Servi della Carità, nel santuario del Sacro Cuore a Como, invitando i padri capitolari a mettere in comune i doni di natura e di grazia e rinnovando la vita spirituale attraverso una fede rinforzata.
Segno di questa volontà è stata la consegna di “Via di virtù e di santità”, il testo commentato delle Costituzioni, che finalmente vede la luce dopo innumerevoli anni di gestazione. Il tema di una vita spirituale intensa, capace ancora di stupire, è stata anche la proposta di riflessione offerta da padre Michele Elli nella giornata di ritiro del giorno successivo a Barza.
Padre Alfonso Crippa ha sottolineato che la nostra tensione alla santità diventa speranza per il mondo, perché con le opere riveliamo la presenza dell’amore di Dio. Un amore che esige collaborazione e unità fra le componenti della famiglia guanelliana, per poter contrastare la cultura dell’individualismo e dell’effimero, ha aggiunto Madre Serena Ciserani.
Credo… Siamo giunti a quello che può dirsi ed è il centro del nostro cammino nella scansione del Credo «cristiano», e cioè Gesù Cristo. Abbiamo pensato al «Dio prima di noi», Creatore del cielo e della terra, creatore dell’uomo a sua immagine somigliantissima come «maschio e femmina» (Gen. 1, 26), che ha aperto la via all’umanità in cammino.
è seguito il primo inciampo, segno della limitatezza della creatura che non vuole riconoscersi tale e pretende di «essere come Dio», rappresentato nel racconto misterioso del «peccato originale», rottura dell’uomo creatura con il disegno del Creatore. Ma questa rottura, seguita da una serie di conseguenze negative – la tentazione del dominio dell’uomo sulla donna, l’insicurezza di sé nella nudità, la morte, i dolori del parto, la fatica del lavoro, la rivalità tra fratelli, la ribellione della natura che cerca di sommergere l’umanità nel «diluvio» e altro ancora – è accompagnata fino dal primo momento dalla promessa di salvezza e di redenzione. Tutta la storia di Israele, popolo della promessa e dell’alleanza, è orientata a questa promessa: la venuta del Messia, l’Unto del Signore, il Salvatore di Israele…
Proseguiamo la nostra riflessione sulle singole espressioni della preghiera del Signore, sulla falsariga del “secondo modo di pregare” proposto da Sant’Ignazio: si tratta di riprendere le singole parole o frasi compiute e di pregare riflettendo su di esse, domandandosi che cosa vogliano dire, riflettendole nella nostra vita, nelle nostre azioni, nei nostri interessi quotidiani. Quando diciamo “sia santificato il tuo nome”, a quale nome ci intendiamo riferire?
Ovviamente al nome che riassume in sé tutti i titoli di Dio, elevandoli, se possibile, ancora più in alto: il nome stesso di Padre. Dio infatti non è solo l’Onnipotente, il creatore, il Giudice, il Signore: è soprattutto Padre, e questo nome di padre ci aiuta a comprendere esattamente il vero senso di tutti gli altri titoli che gli attribuiamo.
Così è un giudice come lo è un padre per i figli; è onnipotente, e questa sua onnipotenza è quella di un padre per i suoi figli; è legislatore, e in questo senso è come un padre che dà regole giuste e vere, non comandi arbitrari e dispotici, per i suoi figli. Il nome dunque di Padre rischiara ed illumina tutto quello che possiamo dire di Dio e su Dio.
Come la natura in autunno si riveste a festa con il suo abito dai variegati colori, e dà gioia ai cuori offrendo gli alberi carichi di frutti maturi e le vigne pronte per la vendemmia, così anche la Chiesa nei mesi di settembre e ottobre ci offre un calendario liturgico ricco di bellissime feste, particolarmente care al popolo cristiano.
Proprio all’inizio di settembre, ecco la festa della Natività di Maria. Un’antifona della liturgia così si esprime con una bellissima melodia gregoriana: «La tua nascita, o Vergine Madre di Dio, ha annunziato la gioia al mondo intero, perché da te è nato il Sole di giustizia: Cristo nostro Dio. Egli è colui che ha tolto la condanna e ha portato la grazia. Ha vinto la morte e ci ha donato la vita». Motivo della gioia di questa festa è, dunque, l’opera della salvezza che Dio ha compiuto. Per attuare il suo disegno, egli ha voluto servirsi di una donna, di una creatura umile e semplice, preparata per dare alla luce il Cristo salvatore. Maria è l’Aurora piena di speranza del Giorno nuovo che più non conosce tramonto, nel quale già siamo entrati, in speranza, e verso il quale camminiamo, saldi nella fede e sospinti dall’amore.
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato
di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio
eucaristico,
le preghiere e le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno:
in riparazione dei peccati, per la salvezza
di tutti gli uomini,
nella grazia
dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Amen.
«Perché i politici agiscano sempre con onestà, integrità e amore alla verità»
«Perché aumenti nelle comunità cristiane la disponibilità al dono di missionari, sacerdoti e laici, e di risorse concrete in favore delle Chiese più povere»
«L’azione delle aggregazioni laicali, dei gruppi e dei movimenti sia fermento evangelico e profezia incisiva nella Chiesa e nella comunità civile»
«Per le vocazioni sacerdotali e religiose”
«Perché Gesù susciti nel cuore dei giovani il desiderio di essere nel mondo di oggi testimoni della potenza del suo amore. Riempiti dello Spirito, siano capaci di scoprire la piena verità di sè e della propria vocazione»
«Per rispondere alle attese della società moderna, per cooperare alla vasta azione evangelizzatrice che coinvolge tutti i cristiani, c’è bisogno di sacerdoti preparati e coraggiosi che, senza ambizioni e timori, ma convinti della Verità evangelica, si preoccupino anzitutto di annunciare Cristo e, in suo nome, siano pronti a chinarsi sulle sofferenze umane, facendo sperimentare il conforto dell’amore di Dio e il calore della famiglia ecclesiale a tutti, specialmente ai poveri e a quanti versano in difficoltà».
(Benedetto XVI)