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Aperto il Centenario della morte di San Luigi Guanella

di Graziella Fons

Nel 1986, nella solennità dell’Annunciazione, la Congregazione dei religiosi consegnava ai Servi della Carità di don Guanella l’approvazione del testo delle nuove Costituzioni e assegnava, come itinerario di santità operativa, la sensibilità di ascoltare nelle parole del paralitico, da anni seduto ai bordi della piscina miracolosa, il grido di tutti i poveri ed esprimere: compassione, solidarietà e attenzione.
Il paralitico diceva: «Non ho nessuno» e don Guanella ci ripete: «Nessuno nella vita sia costretto a vivere in solitudine la propria esistenza umana». 
Lunedì, 02 Dicembre 2019 17:08

San Giuseppe nella "Natività" del Caravaggio

di Stefania Severi

La figura di San Giuseppe nella Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi di Caravaggio è un giallo nel giallo. L’opera, un olio su tela di cm 268 di altezza e 197 di larghezza, fu realizzata da Caravaggio per l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, un oratorio che dal 1564 era affidato alla Compagnia di san Francesco, di qui la presenza non usuale dei due Santi nel Presepio. Lorenzo, con un ricco manto liturgico, tiene la graticola mentre Francesco è in atto di preghiera. 

di Stefania Severi

La chiesa di San Giuseppe dei falegnami, con l’annesso oratorio, sorge nel cuore di Roma, addossata quasi alle pendici del colle capitolino, sul lato opposto a quello della celebre cordonata di Michelangelo. Ha la facciata che guarda sul Foro romano, a fronte dell’Arco di Settimio Severo. Si presenta alta sopra un’altra struttura muraria, tanto che per accedervi bisogna salire una lunga scala su di un lato. Una volta le scalinate erano due, su entrambi i lati, ma una fu eliminata quando, negli anni ’30 del Novecento, fu sistemato l’accesso al Foro. Il luogo è forse più noto proprio per l’edificio inferiore, il celebre Carcere Mamertino dove la tradizione vuole sia stato rinchiuso san Pietro. 

di Stefania Severi

Giandomenico Tiepolo (Venezia 1727-1807) è pittore e incisore d’eccellenza, anche se meno noto al grande pubblico del suo celebre padre Giambattista. È indubbio che Giambattista ha segnato, in senso decisamente positivo, il figlio, facendogli raggiungere livelli tecnici ed espressivi ottimi. Giandomenico entrò a 13 anni nella bottega del padre, dove sarebbero entrati anche i fratelli più piccoli, Lorenzo e Giuseppe. A  soli 19 anni otteneva la sua prima commissione: le stazioni della Via Crucis per la Chiesa di San Polo a Venezia, dalle quali, successivamente, ricaverà delle incisioni all’acquaforte. Infatti il lavoro di pittore e quello di incisore sono sempre andati di pari passo nel corso di tutta la sua vita. 

Michelangelo

di Mario Sgarbossa

Michelangelo fu uomo di corte, al pari di Raffaello e di tutti gli artisti che apparvero nel firmamento italiano in quella felice epoca che ha nome Rinascimento. I papi del Cinquecento sembrano assai  più preoccupati della cose “mondane” che dei problemi dello spirito. La sola eccezione è rappresentata dal Papa olandese Adriano VI, il cui pontificato si è concluso nel giro di un anno, con grande sollievo di molti artisti di quel tempo e dello stesso Michelangelo, se è vero quello che scrive il Vasari: Papa Adriano «già aveva cominciato a ragionare di voler gettare per terra la cappella del divino Michelangelo, dicendo ch’ell’era una stufa d’ignudi; e sprezzando tutte le buone pitture e statue, le chiamava lascivie del mondo e cose obbrobriose e abominevoli».

di Gloria Riva

Dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 la Madonna appare ai tre pastorelli sopra un Quercus ilex, comunemente chiamato leccio. La simbologia di quest'albero affonda le radici nell'antichità. La quercia, in generale, era per i greci l'albero sacro a Giove. A motivo della sua longevità e della sua robustezza, fu considerata da sempre parabola dell'eternità. 

Mercoledì, 21 Settembre 2016 10:03

«In me ci sono duemila anni di cristianemismo»

Un dipinto su San Giuseppe del regista de «Il vangelo secondo Matteo», Pier Paolo Pasolini

di Aldo Anziano

Per l’universo cattolico Pier Paolo Pasolini ha indiscutibilmente rappresentato una delle figure più controverse del ‘900. Da un canto l’intellettuale toccato dalla grazia divina del genio, dall’altro il protagonista di scandali e violente polemiche, di epocali processi - “morali” - ai suoi costumi privati - e giudiziari - alle sue opere. Da ultimo, la creatura segnata da una tragica e ancora oggi misteriosa fine.

«L’Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia» 

di Andrea Ciucci

Un’amicizia si consacra a tavola. Sedere insieme a mensa è infatti uno dei gesti di comunione più grandi e potenti che esistono. Lo sapevano, e lo sanno tutt’ora, gli ebrei, che ricordano con una grande cena la Pasqua di liberazione che prelude alla Alleanza fra Dio e il suo popolo. Lo sapeva bene Gesù che scelse l’ultima cena per offrire ai suoi amici parole e segni per ricordarlo e per consacrare per sempre con il suo corpo e il suo sangue la nuova e definitiva alleanza.
Per questo motivo l’Eucaristia è il vertice della vita cristiana, il gesto più importante che i cristiani compiono ogni domenica, radunandosi tutti insieme per ricordare la Pasqua di Gesù e rinnovare l’unico sacrificio da lui compiuto sulla croce.
Lunedì, 16 Giugno 2014 12:58

Invito a riguardare la fotografia!

La Cresima per riscoprire un dono. La vita umana segnata dall’abbraccio di Gesù è profumata e tale fragranza si sente nel mondo

di Andrea Ciucci

Quasi tutte le fotografie della Cresima raffigurano il Vescovo che unge il cresimato sulla cui spalla si posa la mano del padrino. Questa immagine racchiude in sé tutti i simboli della Confermazione.
Il meno visibile di tutti è certamente il crisma, l’olio profumato usato per l’unzione. L’olio è il terrore di tutte le mamme: esso macchia, unge, non viene mai via. Proprio come l’amore di Dio nei confronti di ogni uomo: lo segna, lo macchia, non viene mai meno. Come ogni sacramento, all’opera nei segni c’è anzitutto e primariamente il Signore: è lui che segna e conferma la sua scelta di amore, la sua predilezione, la sua chiamata. Egli è il Dio fedele che mantiene fede alla sua promessa e nella cui fedeltà possiamo diventare a nostra volta affidabili e fiduciosi. 
Lunedì, 12 Maggio 2014 13:08

Una bella umanità rivestita di luce

di Andrea Ciucci

Quando un allenatore  manda in campo un giocatore, gli appoggia la mano sulla spalla e gli dà gli ultimi consigli; così è per la cresima: il vescovo  impone le mani e lo fa entrare nel campo della vita.

Il secondo sacramento dell’Iniziazione Cristiana è la… Cresima. Così infatti recita la lista dei sette sacramenti che abbiamo studiato a catechismo (Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza…) e così spiegano tutti i testi di teologia. Eppure, se chiediamo ai nostri figli o nipoti qual è il secondo sacramento che hanno ricevuto tutti risponderanno la Confessione, e poi la Comunione e infine la Cresima. Come mai? Senza perdersi in dettagli complessi, possiamo dire che l’inversione tra Cresima e Eucaristia si è realizzata non per motivi teologici, bensì per questioni di ordine pratico, legate alla presenza saltuaria del Vescovo che doveva amministrare tale sacramento, ed è diventata prassi ordinaria in Italia soltanto nel secondo dopoguerra.
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