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Super User

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di Stefania Severi

Giandomenico Tiepolo (Venezia 1727-1807) è pittore e incisore d’eccellenza, anche se meno noto al grande pubblico del suo celebre padre Giambattista. È indubbio che Giambattista ha segnato, in senso decisamente positivo, il figlio, facendogli raggiungere livelli tecnici ed espressivi ottimi. Giandomenico entrò a 13 anni nella bottega del padre, dove sarebbero entrati anche i fratelli più piccoli, Lorenzo e Giuseppe. A  soli 19 anni otteneva la sua prima commissione: le stazioni della Via Crucis per la Chiesa di San Polo a Venezia, dalle quali, successivamente, ricaverà delle incisioni all’acquaforte. Infatti il lavoro di pittore e quello di incisore sono sempre andati di pari passo nel corso di tutta la sua vita. 

Michelangelo

di Mario Sgarbossa

Michelangelo fu uomo di corte, al pari di Raffaello e di tutti gli artisti che apparvero nel firmamento italiano in quella felice epoca che ha nome Rinascimento. I papi del Cinquecento sembrano assai  più preoccupati della cose “mondane” che dei problemi dello spirito. La sola eccezione è rappresentata dal Papa olandese Adriano VI, il cui pontificato si è concluso nel giro di un anno, con grande sollievo di molti artisti di quel tempo e dello stesso Michelangelo, se è vero quello che scrive il Vasari: Papa Adriano «già aveva cominciato a ragionare di voler gettare per terra la cappella del divino Michelangelo, dicendo ch’ell’era una stufa d’ignudi; e sprezzando tutte le buone pitture e statue, le chiamava lascivie del mondo e cose obbrobriose e abominevoli».

di Gloria Riva

Dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 la Madonna appare ai tre pastorelli sopra un Quercus ilex, comunemente chiamato leccio. La simbologia di quest'albero affonda le radici nell'antichità. La quercia, in generale, era per i greci l'albero sacro a Giove. A motivo della sua longevità e della sua robustezza, fu considerata da sempre parabola dell'eternità. 

Mercoledì, 21 Settembre 2016 10:03

«In me ci sono duemila anni di cristianemismo»

Un dipinto su San Giuseppe del regista de «Il vangelo secondo Matteo», Pier Paolo Pasolini

di Aldo Anziano

Per l’universo cattolico Pier Paolo Pasolini ha indiscutibilmente rappresentato una delle figure più controverse del ‘900. Da un canto l’intellettuale toccato dalla grazia divina del genio, dall’altro il protagonista di scandali e violente polemiche, di epocali processi - “morali” - ai suoi costumi privati - e giudiziari - alle sue opere. Da ultimo, la creatura segnata da una tragica e ancora oggi misteriosa fine.

«L’Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia» 

di Andrea Ciucci

Un’amicizia si consacra a tavola. Sedere insieme a mensa è infatti uno dei gesti di comunione più grandi e potenti che esistono. Lo sapevano, e lo sanno tutt’ora, gli ebrei, che ricordano con una grande cena la Pasqua di liberazione che prelude alla Alleanza fra Dio e il suo popolo. Lo sapeva bene Gesù che scelse l’ultima cena per offrire ai suoi amici parole e segni per ricordarlo e per consacrare per sempre con il suo corpo e il suo sangue la nuova e definitiva alleanza.
Per questo motivo l’Eucaristia è il vertice della vita cristiana, il gesto più importante che i cristiani compiono ogni domenica, radunandosi tutti insieme per ricordare la Pasqua di Gesù e rinnovare l’unico sacrificio da lui compiuto sulla croce.
Lunedì, 16 Giugno 2014 12:58

Invito a riguardare la fotografia!

La Cresima per riscoprire un dono. La vita umana segnata dall’abbraccio di Gesù è profumata e tale fragranza si sente nel mondo

di Andrea Ciucci

Quasi tutte le fotografie della Cresima raffigurano il Vescovo che unge il cresimato sulla cui spalla si posa la mano del padrino. Questa immagine racchiude in sé tutti i simboli della Confermazione.
Il meno visibile di tutti è certamente il crisma, l’olio profumato usato per l’unzione. L’olio è il terrore di tutte le mamme: esso macchia, unge, non viene mai via. Proprio come l’amore di Dio nei confronti di ogni uomo: lo segna, lo macchia, non viene mai meno. Come ogni sacramento, all’opera nei segni c’è anzitutto e primariamente il Signore: è lui che segna e conferma la sua scelta di amore, la sua predilezione, la sua chiamata. Egli è il Dio fedele che mantiene fede alla sua promessa e nella cui fedeltà possiamo diventare a nostra volta affidabili e fiduciosi. 
Lunedì, 12 Maggio 2014 13:08

Una bella umanità rivestita di luce

di Andrea Ciucci

Quando un allenatore  manda in campo un giocatore, gli appoggia la mano sulla spalla e gli dà gli ultimi consigli; così è per la cresima: il vescovo  impone le mani e lo fa entrare nel campo della vita.

Il secondo sacramento dell’Iniziazione Cristiana è la… Cresima. Così infatti recita la lista dei sette sacramenti che abbiamo studiato a catechismo (Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza…) e così spiegano tutti i testi di teologia. Eppure, se chiediamo ai nostri figli o nipoti qual è il secondo sacramento che hanno ricevuto tutti risponderanno la Confessione, e poi la Comunione e infine la Cresima. Come mai? Senza perdersi in dettagli complessi, possiamo dire che l’inversione tra Cresima e Eucaristia si è realizzata non per motivi teologici, bensì per questioni di ordine pratico, legate alla presenza saltuaria del Vescovo che doveva amministrare tale sacramento, ed è diventata prassi ordinaria in Italia soltanto nel secondo dopoguerra.
Lunedì, 07 Aprile 2014 12:02

Segni e movimenti

Il sacramento del battesimo

di Andrea Ciucci

Il battesimo è una delle celebrazioni più ricche e profonde della liturgia cristiana, per la varietà dei simboli e l’importanza delle parole. Neanche i bambini più piccoli si annoiano durante questo rito, tutti attratti dai gesti, dagli oggetti, dagli elementi utilizzati. La via simbolica è anche, probabilmente, uno dei modi migliori per comprendere il senso di questo sacramento e provare a rispondere a una domanda tutt’altro che scontata: che cosa offriamo a un bambino quando lo battezziamo?
Mi colpisce sempre, anzitutto la qualità dei simboli utilizzati nel battesimo: l’acqua, la luce, il sale, l’olio, una veste bianca. Sono segni semplici, primordiali, insieme però carichi di senso. Quasi a dire che nel battesimo si va al fondo delle cose, al centro delle questioni. Non è a tema infatti un dettaglio della vita del bambino e degli adulti che lo circondano, bensì i punti decisivi dell’esistenza umana,la sua possibilità di essere luminosa, mai arida, dignitosa, custodita, anche medicata (è il senso dell’olio inteso come unguento medicinale) quando ferita dalla malattia e dal mistero del male. Tutto è già in quel battesimo: l’arsura del desiderio, la paura delle tenebre, la domanda sulla propria condizione, la necessità dell’appartenenza, la ricerca della sapienza e dell’autenticità.
Mercoledì, 12 Marzo 2014 16:50

il dono e la scelta

Cosa consegniamo a un bambino che nasce e viene al mondo?

di Andrea Ciucci

I doni preziosi che un neonato riceve sin dal primo vagito sono molti e fondamentali: al proprio figlio che nasce due genitori consegnano un mondo da abitare, un futuro da vivere, un affetto che lo circonda e lo sostiene, una casa che lo accoglie. Ogni nascita è accompagnata, tranne casi eccezionali e fortunatamente assai rari, da una sostanziale comunicazione di fiducia: mettendo al mondo un figlio, suo padre e sua madre gli annunciano che questo mondo, pur con tutti i problemi che lo segnano, merita di essere vissuto.
Il bambino capisce e accoglie dal primo giorno della sua esistenza questo sguardo positivo sulla realtà, certo non con parole e riflessioni, bensì sperimentando il calore degli abbracci, il cibo che non viene meno, la cura amorevole di uomini e donne che gli vogliono bene e di cui  impara, giorno dopo giorno, a fidarsi. Anche i genitori e tutti i familiari non sempre sono pienamente consci di questo grande messaggio di speranza e fiducia che trasmettono al nuovo nato: tutto avviene quasi naturalmente e spesso dentro una fretta e una preoccupazione carica di affetto che, improvvisamente, occupa pensieri e gesti, giorni e notti, soprattutto notti felicemente e stancamente insonni.

I frutti dello strumento di lavoro

Fenomeni: la privatizzazione della famiglia e la difficoltà a comprendere i valori della legge naturale

di Angelo Sceppacerca

La famiglia di fronte al Vangelo, alle difficoltà ed alla trasmissione della vita e della fede: sono i tre ambiti in cui si sviluppa l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro del Sinodo straordinario sulla famiglia, in programma in Vaticano dal 5 al 19 ottobre prossimi.
L’Instrumentum Laboris è suddiviso in tre parti. La prima, dedicata alla comunicazione del Vangelo della famiglia, si concentra su due aspetti: la difficoltà di comprendere il valore della “legge naturale”, posta alla base della dimensione sponsale tra uomo e donna, e la privatizzazione della famiglia. Il primo aspetto apre il rischio della teoria del gender, mina l’idea del “per sempre” per l’unione coniugale, porta ad accettare la poligamia o il ripudio del coniuge, favorisce divorzio, convivenza e contraccezione. La privatizzazione della famiglia, invece, ne azzera il ruolo di cellula fondamentale della società.
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