Domenica 17 febbraio si è aperto ufficialmente il Primo centenario della Pia Unione del Transito di San Giuseppe.
La Pia unione venne fondata da S. Luigi Guanella con l’approvazione e il sostegno del Pontefice Pio X per due scopi ben precisi:
Promuovere e divulgare ovunque il culto di San Giuseppe , Patrono universale della Santa Chiesa e Patrono dei morenti
Unire ilmaggior numero di sacerdoti e fedeli in una crociata universale di preghiere ed opere buone a favore dei morenti.
Il Giubileo che stiamo celebrando vuole riportare alla luce questi due scopi principali e rilanciare con più forza la pregnanza spirituale e carismatica di questo grande dono di aiuto a tutti coloro che invocano San Giuseppe come padre di Gesù e Sposo di Maria e ora protettore di coloro che si sentono bisognosi di sostegno non solo nel corso delle vita terrena, ma soprattutto alla stretta finale della nostra esistenza.
Chi arriva a Roma sosta sempre almeno per un attimo di raccoglimento davanti all’Altare della Patria, davanti al monumento del Milite ignoto. Ai fianchi del braciere sempre fiammeggiante, vegliano, ventiquattro ore al giorno, due militari come guardie d’onore ai caduti per la Patria.
Anche per gli iscritti alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe c’è la possibilità di essere guardie d’onore per San Giuseppe. Non si veglia davanti ad un morto, ma davanti a chi ha svolto un ruolo assai importante per il bambino Gesù e la Madonna e che ora intercede per tanti fratelli giunti al traguardo dell’esistenza.
In questa iniziativa gli iscritti alla Pia Unione decidono di impegnarsi per un’ora al giorno o alla settimana o al mese a stare in compagnia di San Giuseppe nell’offrire atti di amore e di solidarietà affettiva ai morenti e a chi lotta nella vita.
In quest’ora non si tratta di stare in ginocchio o in preghiera, ma di innestare un’intenzione particolare nel lavoro o nelle faccende, in modo che siano compiute con quell’intensità di attenzione di amore che avrebbe impegnato San Giuseppe nella sua vita a Nazareth. Una mamma, che sia a casa o al lavoro, pensa spesso ai propri figli. Così è anche per l’ora nostra: si inizia con una piccola preghiera e la si conclude con un’invocazione a San Giuseppe. Le modalità di adesione, semplicissime, sono indicate su una pagellina che inviamo agli associati che vogliono impegnarsi nel consacrare la propria ora di bontà e solidarietà verso i morenti.
Il servo di Dio, il professor Giorgio La Pira, il “sindaco santo”, sosteneva - e lo ripeteva spesso – che le preghiere e le buone azioni, anche se silenziose o nascoste, non solo salgono a Dio, ma scendono nelle correnti sotterranee della storia umana per riscaldare le radici della storia stessa e così far maturare frutti di bontà, di pace e di giustizia.
I lettori che desiderano iscriversi all’Ora di San Giuseppe possono inviare alla Pia Unione la loro adesione indicando, ovviamente, nome e cognome, l’ora (dall’ora… all’ora…) che quotidianamente, settimanalmente o mensilmente intendono dedicare ad onore di San Giuseppe, tenendo desta l’attenzione a favore degli agonizzanti.
Da parte nostra invieremo la pagellina, in cui saranno indicate l’ora scelta, la preghiera iniziale e quella finale.
Luigi Guanella, negli anni 1905-1908, passando per il Quartiere Trionfale, per recarsi al Ricovero per anziani aperto da lui a Monte Mario, pensò di costruire una chiesa che potesse diventare un centro di elevazione religiosa e morale in quel Rione popolare allora tanto povero, dove il senso religioso era assente.
Una chiesa dedicata a S. Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono delle famiglie e dei lavoratori, quale esempio e protettore delle famiglie cristiane.
San Giuseppe, dopo una vita di sacrifici dedicata interamente alla sua santa famiglia, morì confortato da Gesù e da Maria: una morte, la sua, veramente beata, che lo ha consacrato come il più potente e pietoso Patrono dei morenti.
Innumerevoli sono, infatti, le chiese che hanno un altare o un quadro dedicato al pio Transito di S. Giuseppe.
Per questo, Don Guanella, che tanto si era preoccupato delle sofferenze fisiche degli handicappati, degli orfani e degli anziani, pensò anche agli agonizzanti, e volle dedicare la nuova chiesa appunto al Transito di S. Giuseppe, per mantenere vivi nei fedeli il pensiero e la preghiera in favore dei morenti di ogni giorno.
L'opera che maggiormente manifesta e contraddistingue la preoccupazione del nostro Beato per la salvezza delle anime è dunque la Pia Unione del Transito di S. Giuseppe per la salvezza dei morenti. Significativa quella aggiunta "... per la salvezza dei morenti": una precisazione che dice tutto!
Salvare le anime! Questo dunque era il suo ideale. Ora, fra tutti gli istanti della vita, quello dell'agonia decide sicuro della salvezza eterna: se l'uomo muore nell'amicizia di Dio, tutto è guadagnato per sempre, se invece, in quell'istante supremo, non è in pace con Dio, tutto è
perduto per sempre. Certo: la Misericordia divina è infinita, ma la salvezza delle anime è legata, oltre che ai meriti infiniti di Cristo Salvatore, anche alle preghiere.
Don Guanella, sapendo che nel mondo ogni giorno muoiono centinaia di migliaia di persone, e conoscendo la potenza della preghiera che ottiene tutto dal Cuore di Dio, pensò quindi di organizzare come una grande santa Crociata di preghiere da parte di tanti fedeli per implorare da Dio, tramite l'intercessione di S. Giuseppe, Patrono dei morenti, la salvezza delle anime che fossero in maggiore pericolo.
Fu così che, sotto gli auspici di S. Pio X, venne eretta la Pia Unione del Transito di S. Giuseppe, approvata canonicamente con Decreto del Card. Respighi il 17 febbraio 1913 ed elevata poi a dignità di Primaria, vale a dire con la facoltà di erigere a sua volta Filiali della Pia Unione presso altre Nazioni e chiese nel mondo (Breve Apostolico del 12 febbraio 1914).
Da quell'anno 1914 si assiste ad una grande diffusione di questa particolare Opera di spirituale carità, anche perché il pensiero di soccorrere i morenti con la preghiera era allora molto sentito presso il popolo cristiano (si era, infatti, negli anni della prima sanguinosa guerra mondiale)
Molti cuori innamorati di San Giuseppe hanno dato inizio alla filiale della Pia Unione in terra brasiliana. Encomiabile solidarietà nella missione
Circa trent’anni prima i frati cappuccini di Trento erano giunti a San Paolo del Brasile per iniziare il loro ministero pastorale erigendo anche una chiesa, che sarebbe diventata la parrocchia dell’Immacolata Concezione: in quel luogo il 19 marzo 1923 venne aperta la prima filiale della Pia Unione del Transito di San Giuseppe in quella terra, costituendo il Centro nazionale.
Nel suo primo viaggio in Brasile, effettuato mentre si stava dirigendo in visita alle case dell’Argentina, il Superiore Generale dei guanelliani don Leonardo Mazzucchi nel 1938 sostò presso questo convento, ospitato dal padre Isidoro, direttore nazionale della Santa Crociata, col quale visitò anche alcune località in previsione dell’apertura di qualche opera guanelliana in quella terra. Fu lo stesso padre ad interessarsi per trovare la sede e riuscì ad avere in donazione condizionata la casa di una certa Sabina Fleming in San Paolo.
Era urgente che i nostri confratelli vi giungessero, anche perché il provinciale dei Cappuccini aveva fatto sapere di dover trasferire lontano padre Isidoro e sospendere il Centro della Pia Unione.
La porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Una porta costituisce per lo scultore una sfida ed un traguardo per la propria carriera
Per ogni scultore, e questo vale anche per Benedetto Pietrogrande, la realizzazione della porta di una chiesa rappresenta un impegno importantissimo. L’artista è infatti consapevole dell’alto valore simbolico di tale lavoro: la porta costituisce il luogo dello scambio tra ciò che è fuori e ciò che è dentro, in termini fisici e soprattutto metafisici. Basta ricordare, su tutte, le porte del Tempio di Salomone, di cui nel I libro dei Re si dà esatta spiegazione circa i tipi di legno, le decorazioni e la copertura a foglia d’oro. Una porta, anche sotto il profilo squisitamente tecnico, presenta vari problemi: è una sfida tra ciò che è piano e ciò che è tridimensionale; implica una visione complessa dell’insieme che tenga conto di ciò che è a livello dello sguardo del fruitore e ciò che è al di sopra e al di sotto di esso; deve consentire la armonica fruizione sia del particolare che del generale senza disarmonie tra le varie parti; deve tener conto della relazione con la struttura architettonica; deve rispondere alle esigenze, ai valori ed alle intenzioni della committenza.
Il 26 maggio, nel ricordo dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di don Guanella, realizzeremo un sogno che portava nell’anima: vedere applicate all’antica porta del duomo di Milano delle rappresentazioni sacre. La porta del duomo fu dismessa per lasciare spazio alla nuova porta di bronzo progettata dallo scultore Lodovico Pogliaghi.
Si procederà all’inaugurazione della nuova «Porta della fede» che renderà ancora più splendente la facciata della nostra basilica, con pannelli raffiguranti i protagonisti della nostra storia di salvezza che accompagneranno i fedeli all’incontro con Dio per mezzo della preghiera.
Quelle figure scolpite nel bronzo portano in una simbolica filigrana il nome di tanti associati alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe che hanno collaborato con la loro generosità ad abbellire la «Porta della fede» con l’auspicio che davvero sia per coloro che si affacceranno a quella porta una soprannaturale carezza per infondere coraggio alla vita e costanza nella fede.I santi raffigurati nei bassorilievi sono campioni di fede che hanno realizzato i progetti che Dio aveva su di loro.
Nelle nostre unità di misura troviamo il peso e i centimetri. Il peso di una formella del nuovo portale della Basilica è di poco meno di 50 kg e con una superficie di circa 400 centimetri.
Calcolando il costo di una formella, finita e applicata al nuovo portale, si arriva alla spesa di euro 8000.
In questi dieci pannelli ogni centimetro quadrato è simile a un ideale mosaico in onore di San Giuseppe e ogni centimetro ha un costo di 20 euro.
Allora 1cm² = euro 20 e 2cm² = euro 40 e a seguire: 3cm² = euro 60; 5cm² = euro 100; 10cm² = 200; 100cm² = euro 2.000 e così in prosieguo sino al pannello completo ed eccoci a 400cm² = euro 8000.
Per chi intende collaborare alle spese per la realizzazione di questo pregevole omaggio a San Giuseppe nel giubileo della nascita della Pia Unione, si può utilizzare il c.c.p. n. 413005 o tramite bonifico bancario con l’Iban IT17W056 9603 2030 00002903X43 della Pia Unione.
Per informazioni: tel. 06 39737681 o 06 39740055,
all’e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nell'iconografia Ambrogio è raffigurato con le insegne del vescovo e ha per attributi il libro, perché è dottore della Chiesa, cioè maestro autorevole di dottrina; l'alveare, che è simbolo di eloquenza ed allude alla leggenda che le api posarono in lui ancora bambino del miele sulle sue labbra, senza pungerlo; il flagello, allusivo alla sua fermezza nel combattere l’eresia ariana e nel contrastare gli abusi del potere imperiale.
La lettera di San Giacomo afferma che «la fede se non è seguita dalla opere in se stessa è morta», questo vuol dire che la fede non nasce direttamente dalle opere, ma fiorisce spontaneamente nelle opere di carità.
Queste due virtù teologali camminano insieme come gemelle: ecco perché accanto alla preghiera e al culto di San Giuseppe fioriscono molte opere di carità che trovano il loro giardino nell’attività caritativa della’Opera don Guanella soprattutto in terra di missione: dall’India al Brasile, dalle Filippine agli Usa, da Nazareth a Roma, dalla Colombia al Cile e in tante altre nazioni africane e dell’America del Sud. Il pane di San Giuseppe arriva a tutti questi fratelli bisognosi di aiuto; così l’elemosina si fa suffragio, un personale sacrificio economico personale si fa beneficio per molti.