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Proseguire il Meeting

Proseguire il Meeting (35)

Sabato, 09 Dicembre 2017 13:27

Il dolore delle madri

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Papa Francesco sulle lacrime delle donne

«Quante mamme versano oggi lacrime, come santa Monica, perché i propri figli tornino a Cristo! Non perdete la speranza nella grazia di Dio!”. Queste parole sono state lanciate da papa Francesco, su Twiter  in nove lingue. È un tipo di amore, quello di una madre per il proprio figlio, quello del dono e dalla solidarietà a lui molto caro. Un amore viscerale richiamato dal papa nel giorno in cui la Chiesa ricorda santa Monica, madre di sant’Agostino. 

Mercoledì, 28 Giugno 2017 12:05

Restituiamo dignità al fine vita

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di Barbara D. 

Il quotidiano Avvenire nella scorse settimane ha dato ampio spazio al dibattito sul fine vita, in merito alla discussione della legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento, le Dat. Ho seguito il dibattito con attenzione e trepidazione. Sì, trepidazione, perché per chi lavora nell’ambito sanitario questa legge è tanto attesa. Certo, non credo che una legge possa toglierci tutti i problemi di coscienza nei singoli casi che incontriamo tutti i giorni, ma almeno ci può indirizzare e sostenere in certe decisioni difficili.

Mercoledì, 14 Giugno 2017 12:38

Perché un corpo malato può dare salute all'anima

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Dignità della vita davanti alla fine

di Mario Melazzini

Ancora una volta le storie umane, di grande sofferenza e dolore, ci pongono di fronte a riflessioni importanti sul valore della vita e sul suo significato, sul perché si decida di intraprendere determinati percorsi. Quando si è colpiti da una malattia, una grave disabilità, qualunque essa sia, a prima vista pare impossibile se non insensato coniugarla con il concetto di salute. Ancora di più se si tratta di malattie rare, poco conosciute e di cui, allo stato attuale, non si conoscono terapie efficaci per guarirle, oppure di una patologia oncologica né chemio sensibile, né radio sensibile e neppure proponibile per un approccio chirurgico.

Mercoledì, 14 Giugno 2017 12:36

Perché un corpo malato può dare salute all'anima

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Dignità della vita davanti alla fine

di Mario Melazzini

Ancora una volta le storie umane, di grande sofferenza e dolore, ci pongono di fronte a riflessioni importanti sul valore della vita e sul suo significato, sul perché si decida di intraprendere determinati percorsi. Quando si è colpiti da una malattia, una grave disabilità, qualunque essa sia, a prima vista pare impossibile se non insensato coniugarla con il concetto di salute. Ancora di più se si tratta di malattie rare, poco conosciute e di cui, allo stato attuale, non si conoscono terapie efficaci per guarirle, oppure di una patologia oncologica né chemio sensibile, né radio sensibile e neppure proponibile per un approccio chirurgico.

di Graziella Fons

I giorni della nostra vita hanno l’andamento di un fiume che scende verso valle, oppure possiamo paragonarli ad un blocchetto di assegni, che possiamo spenderli come vogliamo, ma l’ultimo ha già stampigliato il nome del destinatario: Dio. È il pedaggio al Datore della Vita. 

Per il terremoto di Messina 1908, don Guanella offerse la sua opera. Per il terremoto delle Marsica, il 15 gennaio del 1915, nella zona di Avezzano, don Guanella andò di persona e soccorrere i terremotati e, soprattutto, con don Bacciarini, presente nei luoghi della desolazione, organizzò un’assistenza sul luogo e ospitò nella sue case di Roma Trionfale e san Pancrazio centinaia di profughi soprattutto anziani e orfani. Un’isola di benessere la costituì anche a Ferentino, dove decine di terremotati hanno potuto trovare assistenza materiale e morale. L’esperienza paurosa del terremoto è drammatica poiché è un rovesciamento della vita.

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 10:58

Sorella morte ci vive accanto, appartenendo alla vita

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Don Guanella è andato più in là di san Francesco, ha detto che la morte  non solo ci è consanguinea come sorella, ma è madre di vita.

È sul metro di questa madre che noi dovremmo misurare i passi della vita. Recentemente papa Francesco ha nominato mons. Vincenzo Paglia presidente della Pontificia Accademia per la Vita.  Subito nel cuore del presidente dell’Accademia della vita è riecheggiato l’eco affettuosa della “sorella morte” e ha pubblicato un volume sulla dignità del vivere e del morire.

Mercoledì, 26 Ottobre 2016 14:37

Per gli anziani recuperare competenza e attenzione

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di Flavia Caretta

Un fenomeno spiacevole che si va sempre più diffondendo è il poco rispetto per le persone anziane. Il modo migliore di prevenire abusi e maltrattamenti è con tutta probabilità quello di investire sulla cultura, sul tema del valore che noi attribuiamo alla persona in genere, anche a livello sociale.

Penso si debba ripartire dall’idea che oggi l’anziano ha ancora un elevato “valore” sociale.. La società e le istituzioni focalizzano sempre più le loro attenzioni su altre età della vita, ed è encomiabile. Tuttavia l’anziano dovrebbe tornare a essere universalmente considerata una componente sociale essenziale. Da questa piattaforma di valori condivisi, potranno poi scaturire politiche socio-assistenziali e investimenti pubblici.

Mercoledì, 02 Marzo 2016 13:52

«Don Vincenzo, non perdere il tuo sorriso»

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a cura di Graziella Fons

Quando si dice di una persona che è un “galantuomo”, si vuol rilevare quel grappolo di virtù umane che rendono positiva un’esistenza. Il beato cardinal John Henry Newman nel descrivere la qualifica di galantuomo diceva: «Essere galantuomo significa mostrare considerazione per gli altri, è l’equivalente di amare il prossimo come se stessi». Nella vita di ciascuno di noi abbiamo conosciuto persone, uomini e donne, meritevoli di questa definizione.

Un plebiscito per quest’attestazione, con certezza lo possiamo attribuire a don Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre il 31 marzo 2004 all’età di cinquantanove anni. La sua giovane età, ma, soprattutto, la testimonianza del suo entusiasta zelo apostolico hanno promosso un coro di simpatia nei pochi anni in cui è stato vescovo nella diocesi Belluno-Feltre. Perché ne scriviamo? Perché don Vincenzo, come si faceva chiamare anche da vescovo, nelle ultime settimane della sua malattia mortale ha voluto che la porta dell’arcivescovado fosse aperta così che i suoi diocesani potessero dargli un “Addio”, così, “consegnarlo a Dio”, al momento della sua morte. Ci fu una grande partecipazione alle vicende della sua salute, soprattutto, per benefica e incoraggiante prospettiva pastorale che aveva suscitato nei tre anni della sua missione episcopale.

Giovedì, 04 Febbraio 2016 13:50

Aggrappati al tormentato filo della paura

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Dal numero precedente della nostra rivista, padre Giovanni Cucci ha iniziato a trattare una nuova tematica per offrire un aiuto, per accompagnarci nello «spazio della fragilità» che riguarda comunque l’esistenza umana. Come introduzione al suo volume «Abitare lo spazio della fragilità. Oltre a cultura dell’homo infirmus» (ed. Ancora, euro16,00) riporta il dialogo di una scena di un film del celebre regista Woody Allen che proponiamo come beneficio ai lettori. Il nostro desiderio è il tentativo di offrire una scialuppa al nostro disagio fisico per accendere una scintilla di speranza.

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