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Bussola dello Spirito

Bussola dello Spirito (40)

Sabato, 25 Agosto 2018 13:53

E' vero che chi muore «ci guarda dal cielo»?

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di Gabriele Cantaluppi

II volto dei nostri defunti è sempre presente nelle nostre case; le loro fotografie ci ricordano che, se ci hanno lasciati da questo mondo visibile, non sono però lontani da noi e ci seguono. A loro continuiamo a rivolgerci come a fratelli che possono ottenerci da Dio aiuto e protezione.

Il desiderio di mantenere una qualche relazione con i defunti che erano cari al nostro cuore diventa acuta quanto più forte era il legame che ci univa. 

Sabato, 30 Giugno 2018 10:51

Padrino o madrina lo facciano i catechisti

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di Gabriele Cantaluppi

II tema dei padrini e madrine della Cresima si fa sempre più sentire nelle parrocchie. Il Codice di Diritto Canonico recita: “Il confermando sia assistito per quanto possibile dal padrino, il cui compito è provvedere che il confermando si comporti  come vero testimone di Cristo e adempia fedelmente gli obblighi inerenti allo stesso sacramento”

Il tema dei padrini e madrine della Cresima si fa sempre più sentire nelle parrocchie. Il Codice di Diritto Canonico recita: “Il confermando sia assistito per quanto possibile dal padrino, il cui compito è provvedere che il confermando si comporti  come vero testimone di Cristo e adempia fedelmente gli obblighi inerenti allo stesso sacramento” .

Sabato, 09 Giugno 2018 13:56

Gli applausi per Dio o per le persone?

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di Gabriele Cantaluppi

E' sempre più diffusa, all’interno delle celebrazioni liturgiche, l’abitudine di sottolineare alcuni momenti con gli applausi. Anzi, spesso sono gli stessi sacerdoti a sollecitarli. E' bene?

«Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso» scriveva il cardinal Ratzinger nel suo libro Introduzione allo spirito della liturgia.

Sabato, 05 Maggio 2018 10:47

«Generato non creato»

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a cura di Gabriele Cantaluppi

Durante la Santa Messa, recitando il “Credo”, affermiamo che l’Unigenito Figlio di Dio è “generato, non creato” dal Padre. Che cosa significa?

L’espressione “generato e non creato” è stata inserita nel Simbolo Apostolico al Concilio di Nicea nel 325, e riguarda espressamente Gesù. “Generato non creato, della stessa sostanza del Padre” si riferisce all’eresia di Ario, un sacerdote di quell’epoca, che  sosteneva che il Verbo, detto anche Figlio, la seconda Persona della SS. Trinità, non fosse Dio, ma la prima creatura di Dio. Se così fosse, Gesù non sarebbe Dio fatto carne e la sua redenzione non avrebbe un valore infinito, perché nessuna creatura, per quanto grande, potrebbe riparare lo strappo fra l’uomo e Dio, operato dal peccato originale.

Lunedì, 29 Gennaio 2018 13:04

Quale immortalità?

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a cura di Gabriele Cantaluppi

Saremmo stati immortali se non ci fosse stata la disobbedienza di Adamo ed Eva e saremmo sempre vissuti nella comunione piena con Dio e senza la prospettiva della morte?

Un bambino adottato da una famiglia entra nella casa e condivide tutti i beni, ma soprattutto è amato come un figlio concepito nel grembo di quella madre. Così è stato per il genere umano: sono chiare le parole del libro della Genesi. Il secondo e il terzo capitolo sono pieni della tenerezza di Dio, che fa coabitare l’uomo con lui e lo va a trovare alla brezza della sera, cioè nell’intimità del cuore. Ognuno può dare la propria risposta alla domanda iniziale, ma è più importante attenersi ai fatti, così come sono avvenuti: il peccato originale c’è stato, con tutte le sue conseguenze per il genere umano.

Lunedì, 29 Gennaio 2018 13:03

Quale immortalità?

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a cura di Gabriele Cantaluppi

Saremmo stati immortali se non ci fosse stata la disobbedienza di Adamo ed Eva e saremmo sempre vissuti nella comunione piena con Dio e senza la prospettiva della morte?

Un bambino adottato da una famiglia entra nella casa e condivide tutti i beni, ma soprattutto è amato come un figlio concepito nel grembo di quella madre. Così è stato per il genere umano: sono chiare le parole del libro della Genesi. Il secondo e il terzo capitolo sono pieni della tenerezza di Dio, che fa coabitare l’uomo con lui e lo va a trovare alla brezza della sera, cioè nell’intimità del cuore. Ognuno può dare la propria risposta alla domanda iniziale, ma è più importante attenersi ai fatti, così come sono avvenuti: il peccato originale c’è stato, con tutte le sue conseguenze per il genere umano.

Sabato, 09 Dicembre 2017 14:00

Si può “recuperare” la messa della domenica

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La vita del cristiano è intessuta attorno all’Eucaristia da cui si prende luce, energia e vitalità per testimoniare l’evangelo di Gesù.

di Gabriele Cantaluppi

Una mia amica è andata a confessarsi perché aveva tralasciato  la messa di domenica e riteneva di aver commesso un peccato mortale. Il sacerdote le ha detto che  non andare a messa è peccato grave, ma non mortale. Io sono certa che non andare a messa di domenica è un peccato mortale, perché viola il terzo comandamento. O si può sostituirla andando in un giorno feriale?

Giovanni Paolo II, nell’esortazione post-sinodale Reconciliatio et paenitentia del 2 dicembre 1984, ha voluto ricordare che nella dottrina della Chiesa il peccato grave si identifica col peccato mortale:

«Resta sempre vero che la distinzione essenziale e decisiva è fra peccato che distrugge la carità e peccato che non uccide la vita soprannaturale: fra la vita e la morte non si dà via di mezzo [...] perciò, il peccato grave si identifica praticamente, nella dottrina e nell’azione pastorale della Chiesa, col peccato mortale» (n. 17). Non esiste pertanto una terza specie di peccato, perché tutti i peccati gravi sono mortali e tutti i peccati mortali sono gravi.

Gratitudine e saluti beneauguranti al vertice della Conferenza episcopale italiana

Il Beato Pio IX l’8 dicembre del 1870 proclamò San Giuseppe patrono della Chiesa universale.  In momenti difficili per le vicende storiche della Chiesa italiana Pio IX inizia il suo Decreto con l’immagine di Giuseppe il figlio di Giacobbe che in Egitto riserva nei magazzini il grano per il nutrimento di quel  nucleo iniziale del futuro popolo di Israele.  Nella “pienezza dei tempi” Dio manda al suo popolo un altro Giuseppe con il compito di educare  e accompagnare suo Figlio Gesù nella sua permanenza sulla terra per acquisire concretamente il sapore delle gioie e delle speranze dell’umanità. 

Mercoledì, 14 Giugno 2017 13:33

Riabitare il silenzio

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a cura di Graziella Fons

Da qualche tempo durante le celebrazioni liturgiche si consigliano dei momenti di silenzio. Qualche volta ho la sensazione di un disagio come se fosse un silenzio senz’anima. Allora perché quando più che un’elevazione dello spirito è un silenzio di piombo?

Siamo abituati a vivere nella «Geenna del rumore», come è stato chiamato il nostro tempo rumoroso che affligge e stordisce. Per il cammino spirituale il silenzio è un elemento essenziale per progredire in un rapporto profondo con Dio.  Se vogliamo arrivare a sentire in modo autentico la Parola di Dio che agisce nella nostra coscienza è necessario intraprendere un strada educativa, che non vale solo per  i monaci di clausura. Il silenzio passeggero  delle nostre celebrazioni è un silenzio sterile e  fastidioso.

Mercoledì, 29 Marzo 2017 14:21

Nell’aldilà come saremo?

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a cura di Gabriele Cantaluppi

Se l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso non sono “luoghi”, ma “stati”, il corpo del Cristo Risorto dove sta se non in un luogo?

Nessuno è stato nell’al di là ed è tornato a dirci com’è, perciò, quando vogliamo ricostruire quel mondo, si deve essere  molto cauti e soprattutto tener conto che su questa terra siamo sempre condizionati dai nostri modi di conoscere il mondo che ci circonda. La teologia cattolica ha sempre sostenuto che per parlare di Dio e delle realtà soprannaturali possiamo solo usare un linguaggio “analogo” e non “univoco”, cioè, per dirlo in modo più semplice, ci serviamo di immagini che però non esauriscono tutta la realtà.

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