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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 13:05

Il sapore della terra si fa profumo di cielo

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di Mario Carrera

Recita un proverbio orientale: «Chi si mette in mostra da sé non verrà mai in luce; chi si approva da sé non verrà mai considerato; chi si vanta da sé non avrà mai valore e chi si gloria da sé non sarà glorificato». Don Guanella lo sapeva e per tutta la sua vita ha ripetuto: «è Dio che fa», io sono come argilla nelle mani dell’artista, sono i colori spalmati su una tavolozza, solo Dio è l’artista che compie opere meravigliose. La canonizzazione di don Guanella è un inno all’umiltà: la parola umiltà deriva da humus – terra e la terra è diventata il palcoscenico del passaggio di luce di don Guanella accanto alle persone bisognose.
Don Luigi è vissuto lontano dalle ribalte degli uomini, nel silenzio ha onorato i poveri, per questo il coro dei poveri il 23 ottobre 2011, attraverso la voce del Papa, gli ha reso gli onori, chiamandolo «padre dei feriti nella vita». Il rito della canonizzazione contempla che il postulatore ringrazi il Santo Padre per il dono alla Chiesa universale del nuovo santo; in quella circostanza salendo i gradini del sagrato di Piazza San Pietro, sentivo sulle spalle il peso delle mille povertà, ma anche il vento della gratitudine che spingeva i miei passi verso il successore di Pietro. Le prime parole furono di ringraziamento: «Santità, in nome dei poveri, Le porto la gioia e la gratitudine degli umili per aver glorificato un profeta della carità, un amico dei poveri e un modello di santità». Il Santo Padre con un sorriso di compiacenza mi ha ripetuto: «Voi fate tanto bene, voi fate tanto bene; continuate a servire i poveri con amore».
Il 23 ottobre si è coronato un sogno di tutti i discepoli di don Guanella e, attraverso il magistero solenne del Papa, è stato presentato alla Chiesa universale un nuovo campione della fede, un modello di amore per il prossimo, un uomo carico di speranza, come pure grande intercessore per il popolo di Dio pellegrinante nei sentieri del disagio fisico e morale. I miei superiori da oltre vent’anni mi avevano assegnato il compito di postulatore delle cause dei santi della famiglia guanelliana. Il mio ruolo di postulatore è consistito nel raccogliere l’eredità dei miei predecessori che avevano portato alla beatificazione sia di don Guanella come di suor Chiara Bosatta. In questo campo hanno lavorato con assiduità e competenza don Carlo De Ambroggi; alla sua morte gli è subentrato don Ezio Cova, che ha saputo unire il ruolo di postulatore a quello di indimenticato e stimato direttore della Pia Unione del Transito di San Giuseppe.
In questi vent’anni, due sono stati i percorsi di lavoro che mi hanno impegnato: la causa di mons. Aurelio Bacciarini e, dall’inizio del nuovo millennio, il miracolo attribuito a don Guanella, verificatosi negli USA.
La causa di mons. Bacciarini ha richiesto parecchio lavoro. Dopo la morte di don Carlo De Ambroggi, la causa era rimasta ferma senza risposte ad alcune domande che il Promotore della fede aveva presentato alla postulazione. Risposto in modo positivo a tutte le obiezioni della Congregazione dei santi, un presunto miracolo, attribuito all’intercessore di mons. Bacciarini, ha fatto aprire un processo presso la curia diocesana di Lugano. Il processo ha avuto un iter completo e approvato anche dalla Congregazione dei santi, ma alla consulta dei medici, la guarigione, pur straordinaria, sulla scorta della letteratura medica era scientificamente spiegabile sia per le cure prestate come per le medicine somministrate.
In modo parallelo è proseguito pure all’esame delle virtù eroiche di mons. Aurelio Bacciarini con risultato positivo. Il Santo Padre, Benedetto XVI, ha firmato il decreto di eroicità delle virtù di Bacciarini, proclamando la sua venerabilità.
Siamo famiglia di santi, a noi è affidato l’energia di un carisma necessario al nostro prossimo, affinché avverta la carezza di Dio negli affanni della vita, ma soprattutto perché si faccia testimonianza viva di una presenza divina che supera le energie umane. La testimonianza di carità è una pagina viva di vangelo che anche gli analfabeti sanno leggere e, ogni giorno, a noi compete chiedere a Dio la forza di continuare a scrivere queste pagine di solidarietà che hanno reso grande don Guanella.

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