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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 12:59

Don Guanella il santo del "mezzo passo in più"

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del card. Tarcisio Bertone

 

Carissimi fratelli e sorelle!

All’indomani della Canoniz­zazione di Don Luigi Gua­nella, ci ritroviamo con gioia nella Basilica di San Pietro per elevare a Dio il nostro rendimento di grazie. In questa Eucaristia noi prolunghiamo la lode di ieri e anticipiamo quella delle generazioni che verranno, e che troveranno nel calendario liturgico della Chiesa, alla data odierna, il nome di San Luigi Guanella. Saluto con affetto i membri degli Istituti fondati dal nuovo Santo: le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, i Servi della Carità e i Cooperatori Guanelliani. Saluto con riconoscenza le Autorità civili presenti e tutti voi, cari fedeli![…]
Davvero intense e indimenticabili sono le ore che sta vivendo la Famiglia guanelliana sparsa nel mondo, in oltre 20 nazioni, all’interno del gaudio che è di tutta la Chiesa, sulla terra e nel Cielo. Per la seconda volta, nella sua storia millenaria, la Basilica Vaticana ha sentito risuonare solennemente il nome di Luigi Guanella, presentando al nostro sguardo l’avventura singolare che ha condotto un semplice montanaro alla gloria di Dio. Così si intitola uno dei libri da lui scritti: Il montanaro. Con pagine di sapore autobiografico, egli vi traccia la linea di tutta la sua vita, il filo rosso della sua vocazione sacerdotale, fino a sentirlo esclamare: «Sono felice con Dio». Un’inondazione aveva colpito la Valtellina ed egli, rimasto sconvolto per le condizioni di necessità e precarietà cui dovette far fronte la sua gente, voleva porgere conforto e fare in modo che non se ne perdesse la memoria. E così fu sempre: interiormente interpellato dal dolore altrui, che si trattasse del colera a Napoli, o della guerra, del terremoto di Messina o di Avezzano, del vecchio abbandonato e del disabile, dei fanciulli orfani o di gente povera defraudata dei propri diritti, dei preti ammalati o con una storia triste… Ogni situazione diventa per don Luigi momento buono per aiutare il fratello a ritrovare nella fragilità della natura umana la tenerezza di Dio che «osserva l'uomo con sospiri di amore […] e se ne prende cura come se non avesse che a provvedere a lui solo». Ogni persona umana può dire: io sono «l'unico pensiero» di Dio. Verità che consola ogni cuore e principio vitale che ha ispirato a San Luigi Guanella il ministero dolcissimo della carità e  ogni sua e nostra opera  di bene. […]
La passione di San Luigi Guanella era quella per il “mezzo passo in più”, per il piccolo miglioramento, per il lento aprirsi dei poveri alla fiducia e alla speranza: il suo popolo non era certo di quelli che potessero procurare molta gloria a chi se ne prendeva cura. Né spesso egli poteva aspettarsi grandi miglioramenti: poco, a volte pochissimo poteva sperare da certe vite ormai in declino; ma egli sapeva che la vita al tramonto ha dei colori di una bellezza rara come l’autunno spesso è la più colorata delle stagioni, o il sole che «sul tramonto è più bello», come amava dire. San Luigi sapeva rinunciare al suo piatto quando qualcuno era senza cibo, o al suo letto quando qualcuno non sapeva dove coricarsi; e questo ha lasciato in eredità a tutti voi, suoi figli e figlie di ieri, di oggi e di domani. Chiaro il suo testamento: non fate torto alla carità e alla provvidenza «non mettete all'ultimo posto di casa chi deve stare al primo, il più povero, la persona più abbietta e abbandonata». Quindi un forte richiamo all'impegno affinché nessuno sia lasciato indietro nella vita.
Mentre guardiamo a questo cielo che tutti i santi hanno trapiantato sulla terra, il mio pensiero, in quanto salesiano, va al legame «duraturo nel tempo» di amicizia e d'intesa profonda tra don Guanella e don Bosco, «l'uno accanto all'altro», in molti così li hanno da sempre pensati. E i salesiani si uniscono alla voce di chi nel momento della morte di don Guanella scrisse: «il nome di questo uomo[…] passa glorioso alla storia come quello di un nuovo apostolo della carità, e noi ci dichiariamo orgogliosi di averlo avuto nell'elenco dei nostri confratelli».
Insieme alla famiglia guanelliana radunata dai quattro continenti  vogliamo pregarlo:
San Luigi Guanella, servo di coloro che spesso sono dimenticati e lasciati indietro nella vita, ricordaci che servire è una grazia, e indicaci sempre il Sacramento della Carità, dove Dio si fa vicino perché anche noi ci facciamo prossimi ai fratelli, nella gioia. Aiutaci a «vivere di fede come Maria» e ottienici di celebrare e testimoniare con il cuore e le opere una fede viva e sincera nel Signore Gesù. Amen!

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