Se non si può abusare della parola “miracolo”, davanti alla rapida diffusione della Pia Unione del Transito di San Giuseppe in ogni parte del mondo, si deve sottolineare che è un fenomeno straordinario. Si avvera la profezia di San Pio X, il quale diceva: «Certo ne verrà nuova glorificazione a San Giuseppe dalla Santa Crociata per i morenti e migliaia di anime preganti salveranno migliaia di agonizzanti».
Nonostante “l’inutile strage”, come Benedetto XV aveva chiamato la Prima guerra mondiale, per la quale molti seminaristi e sacerdoti erano stati inviati al fronte, con i servizi postali in sofferenza per i disagi della guerra, la Pia Unione registra una fioritura spettacolare. In quei mesi nascono e si sviluppano filiali in Canada, in Cina, in Grecia, a Malta, in Brasile, in Svizzera, in Portogallo, in Spagna, in Libia e nella Cirenaica, in Inghilterra, nella lontana Oceania, in Venezuela, in California, a Chicago, a New York, a Boston. La Pia Unione si diffonde anche in Armenia, proprio negli anni bui del genocidio da parte dei così detti “Giovani Turchi” nei confronti dei cristiani armeni. In quel genocidio si parla di oltre un milione e 200 mila cristiani trucidati (cfr. La Santa Crociata, giugno 1916, pag. 29). Nel dicembre 1916, la rivista “La Santa Crociata” pubblica che gli iscritti alla Pia Unione in favore dei morenti, oltre al compianto Pio X e al pontefice Benedetto XV, comprendono 20 cardinali, 100 vescovi, 30 mila tra sacerdoti, religiosi e religiose e più di 800 mila fedeli. Il Segretario di Stato di allora, il cardinal Domenico Ferrata, conia uno slogan: la Pia Unione è «una splendida società di mutuo soccorso».
In occasione della solennità di Tutti i Santi del 1916 i vescovi dell’episcopato sardo indirizzano una Lettera pastorale ai fedeli della Sardegna, raccomandando l’iscrizione alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe voluta da San Pio X e caldamente raccomandata dal Papa Benedetto XV.
I dieci vescovi della Sardegna, dopo aver elencato i danni che la guerra aveva lasciato alle sue spalle, come sofferenza, morti, orfani, vedove, disoccupati, suggeriscono che c’è «una classe di grandi bisognosi, anzi dei più bisognosi, non abbastanza considerata: quella dei moribondi».
Il grande patriarca San Giuseppe, protettore dei morenti, è venuto in soccorso ai moribondi, ispirando la fondazione della Crociata universale a loro favore… «In questa Santa Crociata universale non poteva mancare la nostra Sardegna, sempre pronta ad opere buone» (cfr. La Santa Crociata, dicembre 1916, pag. 51). Il termine “crociata” può, forse, far storcere il naso. Ma “Crociata”, anche se santa, nel nostro caso, non è sinonimo di “riconquista”, ma assume il carattere di solidarietà universale.
Nel suo significato originale la croce, da cui “crociata”, è il simbolo dell’unione dei contrari, del sotto-sopra, del destra-sinistra, dei quattro punti cardinali. La crociata, per noi, è unire i diversi per camminare insieme.