di Gianfranco Verri
Il legno della Croce è stato il trono del Crocifisso, Re della gloria. è dunque il legno la materia privilegiata e prescelta da Dio fra tutti gli elementi naturali da lui creati, materia che ha "collaborato" alla nostra Redenzione. Mirabile e misterioso il piano di Dio! Il Padre celeste affida il suo Unigenito nella sua missione in terra ad un padre terreno quale suo vicario. Non sceglie un dottore della Legge, né un sacerdote del Tempio, né un leader politico, né uno scienziato, sceglie un artigiano del legno, un falegname, un carpentiere.
Gesù dunque, secondo la volontà divina, avrebbe dovuto acquisire per esperienza personale una conoscenza manuale, una certa familiarità con il legno. Di fatto il legno lo accompagnò da Betlemme al Calvario.
Già dalla nascita infatti fu adagiato tra le quattro assi del presepe. Sul Calvario poi ne bastorono due: lo "stipes" (= asse verticale), incrociato dal "patibulum" (= asse orizzontale), la Croce, culla della sua morte. Anzi trono della sua Divina regalità.
Veramente "Dio regnò dal legno". Nella sua passione redentrice Gesù stesso si identificò nel "legno verde" in quanto condannato, Lui innocente per noi peccatori "legno secco".
Ma tra Betlemme e il Calvario c'è Nazareth. Circa tre decenni di vita, di lavoro, di obbedienza per Gesù, sottomesso non solo al Padre celeste ma anche ai genitori terreni.
Qui emerge il ruolo sublime di Giuseppe. Padre legale, responsabile dei Figlio di fronte alla legge nella comunità israelitica locale, educatore e formatore di Gesù, e gradualmente suo istruttore e maestro-artigiano del legno.
Gesù, apprendista falegname, è raffigurato sia nelle icone orientali che nella pittura occidentale.
Ho scoperto una raffigurazione controcorrente. Un artista tedesco ci presenta Gesù che istruisce Giuseppe. Si noti, Gesù Bambino, solitamente nell'atteggiamento di chi impara. Qui, no. Gesù riceve luce di sapienza dal Padre celeste, per illuminare a sua volta il padre terreno. Di fatto, l'umile artigiano di Nazareth qui prende lezione dal suo allievo divino. Il divino allievo Gesù si prepara nell'obbedienza a Maria e Giuseppe, a diventare il Divino Maestro dell'Umanità tutta.
Va rilevato che ovviamente Gesù, come Dio onnisciente, sa infinitamente di più del nostro santo e di chiunque altro. Ciò nonostante, come ragazzo, è naturalmente nella condizione di crescere, di imparare sia a leggere che a scrivere, che ad esercitare un mestiere. li Padre celeste lo ha sottoposto in tutto al padre terreno scelto per Lui. L'espressione evangelica "era sottomesso ai suoi genitori" indubbiamente implica anche questo apprendistato.
è interessante osservare come Giuseppe abbia, a suo modo, preparato Gesù a rendere all'umanità il più grande servizio, la Redenzione.
A Nazareth dove Gesù era conosciuto come "il carpentiere", il "figlio di Giuseppe" ha servito il prossimo lavorando il legno. Ha costruito sedie, sgabelli, cassepanche, armadi, infissi, aratri e gioghi. Aveva tra mano vari tipi di legname, tra i quali l'ulivo a cui forse andavano le sue preferenze. Tra gli ulivi infatti Gesù inizierà la sua Passione sudando sangue. Maneggiò sega, pialla, chiodi, martello, che sul Calvario saranno usati per crocifiggerlo.
è l'intera umanità colpevole, il "legno secco" della Croce che pesa come macigno sulle già piagate spalle della Vittima Divina. Quante volte il giovane Gesù avrà portato sulle spalle tavole e travi! Ma qui il legno è il suo supplizio! L'Umanità già servita da Cristo con lavori in legno, si rivolta contro di Lui usando il legno come patibolo per il Figlio del carpentiere. Il legno ha dunque accompagnato Gesù nel suo cammino solvifico a nostro beneficio da Nazareth al Calvario.
Si è passati per così dire, dalla tecnologia alla teologia del legno. In tutto questo assume rilevanza e valore redentivo la missione stupenda ed irripetibile di Giuseppe di Nazareth, il più santo fra tutti gli artigiani.