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Sabato, 07 Luglio 2007 09:54

Marzo: un mese dedicato a San Giuseppe Featured

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Tutti sanno che il mese di marzo è dedicato a San Giuseppe, allo stesso modo che il mese di maggio è dedicato alla Madonna e il mese di giugno al Sacro Cuore.    
Le origini di questa devozione sono legate a piccoli impulsi provenienti da alcune pubblicazioni che evidentemente avevano incontrato il favore dei fedeli, desiderosi di conoscere e di onorare san Giuseppe soprattutto in preparazione alla sua festa del 19 marzo, che rimane il punto di riferimento.

Nel 1802, veniva stampato, a Venezia, ad uso di una Confraternita della parrocchia di Sant’Agostino, in Modena, Il mese del Giglio, ossia il mese di giugno consacrato a san Giuseppe.
Strano il mese prescelto, meno strano il titolo, l’avvio comunque di una pia pratica che si è consolidata nel tempo e che ha superato ormai i duecento anni. È stato Giuseppe Marconi a pubblicare a Roma, nel 1810, Il mese di marzo consecrato al glorioso patriarca S. Giuseppe sposo di Maria Vergine per ottenere il suo patrocinio in vita e in morte, edizione che ebbe successo anche in altre lingue e si impose come titolo e mese.
San Gaspare Bertoni ne era entusiasta, tanto che, nel 1844, ne curò un’edizione, a Verona, ristampata in fotocopia dai Padri Stimmatini nel 1990. Scrive un suo biografo: “Egli prese tosto a leggere ed a gustar quelle sante meditazioni, e praticarne gli atti di quelle virtù, che per ogni dì vengono proposte e ne continuò fedelmente l’esercizio e l’affetto fin all’ultimo dei suoi anni. Né li fece solo per sé; ma ne commendava e celebrava altamente come santa ed utilissima la pratica a tutte le persone da lui dirette o dipendenti”.
Tra queste, la sua figlia spirituale Leopoldina Naudet, alla quale il Bertoni attribuiva il merito della diffusione della pia pratica in Italia.
La pratica del Mese di San Giuseppe fu in seguito approvata e indulgenziata. Il 12 giugno 1855, Pio IX fa esplicito riferimento al libro, stampato a Roma, Considerazioni delle  virtù del santo patriarca Giuseppe a dedicargli il  mese di marzo. Il 27 aprile 1865, “affinché aumenti sempre più la devozione verso tanto celeste patrono e quel metodo di preghiera si propaghi più facilmente e più ampiamente”, estende le indulgenze a tutti i fedeli che “pure pratichino un esercizio di preghiere e virtù per tutto il mese di marzo sul modello di quelle solite a farsi nel mese di maggio in onore della BVM”.
Lo stesso Pio IX, il 4 febbraio 1877, permette di iniziare il mese di san Giuseppe il 16 o 17 febbraio, in modo da concluderlo il 19 marzo, “giorno in cui si celebra in tutta la Chiesa la festa del glorioso Patriarca”. Leone XIII, nell’Enciclica Quamquam pluries (15 agosto 1889), dopo aver ordinato che in tutto il mese di ottobre si aggiungesse nella recita del Rosario la preghiera A te,  o beato Giuseppe, proseguiva: “In qualche luogo, inoltre, è invalsa la lodevole e salutare consuetudine di dedicare il mese di Marzo all’onore del Santo Patriarca con esercizi quotidiani di pietà. Dove non si possa facilmente stabilire questa pratica, è almeno desiderabile che prima del giorno della sua festa si faccia nella chiesa principale dei singoli luoghi un triduo di preghiere”.
Il 25 luglio 1920,  in occasione del cinquantenario della proclamazione di san Giuseppe patrono della Chiesa universale, Benedetto XV nel Motu proprio Bonum sane esortava tutti i vescovi a implorare l’aiuto di san Giuseppe e aggiungeva: “Poiché parecchi sono i modi approvati da questa Sede Apostolica, con cui si può venerare il santo Patriarca, specialmente in tutti i mercoledì dell’anno e nell’intero mese a lui proprio, noi vogliamo che, ad istanza di ciascun vescovo, tutte queste devozioni, per quanto si può, siano in ogni diocesi praticate”. Lo ricordava, infine, Giovanni XXIII nell’udienza generale del 28 febbraio 1962: “Siamo alla vigilia dell’inizio del mese di marzo: e questo mese è dedicato, in modo particolare, alla devozione verso il grande San Giuseppe, custode purissimo di Maria Santissima e padre putativo del Redentore... Ora siccome tutti i fedeli più volte vengono invitati ad accompagnare con preci ferventi la preparazione e quindi lo svolgimento del Concilio, affinché abbondanti siano i suoi risultati di vita e di salutare rinnovamento, ecco un’occasione propizia per seguire con assiduità e devozione la pia pratica del mese di Marzo in onore di San Giuseppe”.
I devoti di san Giuseppe sanno che Giovanni Paolo II ha inserito nel contesto delle grandi encicliche sulla “Redenzione” l’Esortazione apostolica Custode del Redentore, facendo così chiaramente intendere che san Giuseppe è ben altro che una “pia presenza” all’interno di una “devozione popolare”.
Egli ha avuto nel mistero dell’incarnazione e della redenzione il ruolo di “servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tale modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ‘ministro della salvezza” (n.8).
Poiché il mese di marzo si presenta come una buona occasione per conoscere la “teologia di san Giuseppe”, l’Editrice Shalom ha recentemente stampato il libro Il Mese di Marzo dedicato a san Giuseppe, nel quale giorno dopo giorno viene sviluppata la “parte” che san Giuseppe ha avuto nei misteri della vita nascosta di Gesù come “sposo” di Maria e “padre” di Gesù. Il matrimonio e la paternità non sono oggi i temi più discussi e urgenti?
Come non cogliere, allora, questa occasione per conoscere bene questi temi dottrinali e pastorali alla luce di un personaggio che vi è stato coinvolto fino all’inverosimile?
Al termine di ogni riflessione, il libro riporta anche una “testimonianza”, che corrisponde alla piacevole consuetudine dell’”esempio”, seguita da un “fioretto” e da una “giaculatoria”, ricavati per intero dalla Sacra Scrittura. Poiché pietà e dottrina si incontrano, fedeli e pastori non resteranno delusi.

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