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Venerdì, 01 Giugno 2012 09:58

Una calamita e una propulsione al bene

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di Mario Carrera

"E dov’è mai questo don Guanella che seguito a cercare?» si chiedeva San Pio X all’udienza del 24 marzo 1912.
A distanza di tre giorni era la seconda volta che don Guanella andava pellegrino di fede avanti al Papa. La prima volta era stata il 21 marzo insieme ai fedeli del Pellegrinaggio lombardo e poi ci ritornò appunto il 24 con un gruppo di sacerdoti guanelliani. Il 21 fu un’udienza dei pellegrini lombardi con un discorso di saluto al Santo Padre da parte del cardinal Ferrari.
Sia nel primo incontro come nel secondo con il Papa, il colloquio con don Guanella aveva come argomento l’inaugurazione della chiesa di San Giuseppe al Trionfale.

La prima volta: «Allora, don Luigi, e le feste al Trionfale come sono andate? Mi è stato detto che vi è stato dato un posto distinto».
Di rimando don Guanella: «Santità, per me non ci sono posti distinti». Il Papa, alzando il tono della voce, perché fosse sentito, disse: «Bene. Come si vede don Guanella umile in tanta gloria».
Il 19 marzo giorno della benedizione della nuova chiesa don Guanella aveva iniziato presto la giornata. Alle cinque del mattino aveva celebrato la santa messa e aveva come chierichetto architetto il servo di Dio Aristide Leonori - di cui sono stati aperti i processi di canonizzazione –. Immediatamente dopo, per una speciale concessione del Vicario del Papa per la città di Roma, attorniato da un bel gruppo di sacerdoti guanelliani, ha proceduto alla benedizione della nuova chiesa.
Nella mattina del 19 marzo si sono susseguiti due pontificali: il primo presieduto dal card. Respighi (tra i fedeli del pontificale erano presenti anche le sorelle di San Pio X); alle ore 10 il secondo pontificale presieduto dal vescovo Ranuzzi. Al pomeriggio Rosario e benedizione eucaristica alla presenza del card. Ferrari che sarà presente anche il giorno successivo e ai vespri terrà un discorso e impartirà la benedizione eucaristica.
La paterna attenzione del Santo Padre verso don Guanella era la risposta dello Spirito alla fede di don Luigi che vedeva incarnato nel Romano Pontefice il «Vicario di Cristo in terra», la «Stella polare» nel pellegrinaggio della vita, «la luce per una guida sicura» verso la Patria eterna del cielo.
Nel giorno dell’inaugurazione sulla facciata della nuova chiesa si poteva leggere: «O Giuseppe - patrono della chiesa cattolica -in questo tempio - che ricorda il giubileo sacerdotale ed episcopale - di Pio X - benedici al suo zelo - inteso a restaurare ogni cosa in Cristo».
San Pio X avvertiva la ricchezza interiore di don Guanella. Nel saluto dell’udienza del 24 marzo nel ringraziare concludeva con queste parole: «Benedico l’opera di don Luigi per il bene che ha fatto, che fa e che farà». Questa scia di bene continua con l’auspicio che sempre sia un faro di luce per illuminare i cammini della vita e una mano caritatevole per sollevare i pesi degli ultimi.

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