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Giovedì, 12 Luglio 2012 09:52

I santi laici del XX secolo

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di Ferdinando Castelli

Il romanzo di Graham Greene,  Il potere e la gloria, ha una finale drammatica, che lascia pensosi. Siamo nel Messico, al tempo della persecuzione religiosa. Braccati dagli emissari dei Rossi, molti fedeli fuggono, si nascondono, storditi dalla paura. Padre José, prima prete energico e dignitoso, costretto alla clandestinità, è ridotto in uno stato che rasenta la bestialità. È l’ombra di se stesso. Tradito e fatto prigioniero, è condannato a morte.
Prima di morire, con la mente confusa, tutto uno straccio, fa il bilancio della sua vita, piangendo. “ Provava soltanto una delusione immensa, perché doveva andare verso Dio a mani vuote, senza aver fatto nulla. Gli pareva che sarebbe stato così facile essere santo! Ci sarebbe stato bisogno soltanto di un  po’ di freno e un po’ di coraggio. Si sentiva come qualcuno che per pochi secondi avesse perduto l’appuntamento con la felicità…

Sapeva ora che alla fine c’era soltanto una cosa che contasse: essere un santo”. Al prete mancato di Graham Greene fa eco un personaggio di Léon Bloy: “C’è una sola tristezza: non essere santi”.
La santità come la sola cosa importante, come felicità, come vocazione di tutti. Il richiamo dei due grandi scrittori oggi è particolarmente urgente per l’aggressione dei mass media che o la ignorano o la accantonano tra i relitti del passato o la ritengono impraticabile.
Un recente volume – corposo,  stimolante, rivelatore – dimostra il contrario: la santità è possibile, affascinante, attuale. Si intitola Santità laicale del XX secolo (Elledici 2011, pp. 464, euro 24,00), autore è padre Piersandro Vanzan, gesuita, redattore della Civiltà Cattolica, autore di varie pubblicazioni tra cui Preti e vescovi santi.
Il volume è composto di 28 profili che rappresentano  la “santità laicale” del nostro tempo: una galleria di volti, di voci, di sfondi, vari per varietà di colore, di tono, di espressione, ma tutti illuminati dalla luce della Grazia che è la santità.
Questa luce si diffonde  su tutte le categorie di persone: dai politici ai contadini, dai professori agli impiegati, dai nobili agli sconosciuti, dai sindacalisti ai questori, ai sociologi.
Merito dell’autore e fascino del volume è farci assistere a questa sequenza di pellegrini, tutti in cammino verso la stessa mèta, su sentieri diversi, ora accidentati e apparentemente impraticabili, ora percorribili, anzi piacevoli grazie a un serio allenamento. Vogliano accostarne qualcuno?
Giulia Colbert, marchesa di Barolo (1786-1864), così è apostrofata da Silvio Pellico: “Voi siete, e voi sarete, per tutta la vostra vita, incorreggibile, quando si tratta di carità”. Lo scrittore si riferiva all’originale e umanissima imprenditorialità, realizzata attraverso molteplici opere in favore degli “ultimi” dalla nobildonna della Vandea.
Per la lungimiranza delle sue vedute e per il coraggio nell’esporle, nel campo della sociologia Giuseppe Toniolo (1845-1918) è profeta della Centesimus annus di Giovanni Paolo II. Illuminato da una fede viva, sentiva che la Chiesa, radicata com’è nel mistero di Cristo, non è una straniera nell’ordine sociale ma una “madre”, da amare e difendere. Accanto a lui, nel campo della politica, incontriamo Alcide De Gasperi (1881-1954), Igino Giordani (1894-1964), Giorgio La Pira (1904-77), Guido Gonella (1905-82).
Su uno sfondo particolare si stagliano due figure di donne ebree: Edith Stein (1891-1942), “figlia di Israele, della Chiesa, del Carmelo”, e Simona Weil (1909-43), passata dall’insegnamento al lavoro di operaia, da bolscevica a socialista, da agnostica alla fede cristiana. Madeleine Delbrél (1904-1964), vissuta negli ambienti comunisti, impegnata nel sindacalismo, è stata un’autentica testimone di Dio.
Ha scritto: “Se vuoi trovare Dio sappi che è dappertutto, ma sappi anche che non è solo”. Occorre trovarlo e amarlo negli altri, atei o lontani che siano.
Spiace allontanarci da questa galleria di “santi laici” che ci ricordano due verità: la bellezza e l’urgenza della santità nella quale c’è la realizzazione delle nostre aspirazioni più profonde e più totalizzanti; in secondo luogo, la possibilità di realizzarla, è alla portata di tutti.
La santità, ben compresa, non è una aristocrazia riservata ad un’élite. Cristo è il redentore di tutti e a tutti offre la possibilità di incarnarlo nella ordinarietà della nostra vita. I 28 profili offertici nel volume di p. Venzan ci mostrano 28 strade che conducono alla santità, ma queste strade sono molte, molte di più. Si confondono con la nostra vita.
Nella Vita di Gesù di François Mauriac si narra di Gesù che, dopo l’Ascensione, si sottrae alla vista dei suoi discepoli. Scompare ma resta con noi. “Già egli è imboscato, alla svolta della strada che va da Gerusalemme a Damasco, e spia Saulo, il suo diletto persecutore. D’ora in poi, nel sentiero di ciascun uomo, vi sarà questo Dio in agguato”.

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