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Venerdì, 01 Giugno 2012 13:18

Gesù Risorto il sigillo della fede

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di p. Ferdinando Castelli

La figura di Gesù non cessa d’interessare, inquietare e affascinare l’uomo di ogni tempo. Oggi forse più che nel passato. Si calcola che nel Novecento siano stati pubblicati centomila volumi – di teologia, di esegesi, di letteratura – sulla figura di Gesù. In questa foresta bibliografica è difficile orientarsi. Ci sono certamente opere notevoli per serietà e valore storico e teologico, ma anche pubblicazioni discutibili, superficiali e ambigue. Consideriamo pertanto un autentico dono – per la fede, la chiarezza teologica e il fascino delle prospettive che offre – il secondo volume di Gesù di Nazaret, firmato da J. Ratzinger – Benedetto XVI, recentemente pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana (pagine 348, € 20,00). È un autentico dono perché ci permette una visione chiara ed esauriente degli ultimi giorni della vita di Gesù, densi di significato e di mistero.

Il motivo determinante che ha spinto il Santo Padre a pubblicare questo secondo volume è stato il suo desiderio di illustrare “la figura e il messaggio di Gesù” negli eventi più significativi della sua vita: la morte e la risurrezione. In altre parole, di ricordarci che Gesù non è un argomento storico, riservato agli studiosi; è il Vivente, nostro contemporaneo. Nel groviglio delle vicende umane, da lui sperimentate in prima persona, indica la strada per superarle, dando a tutto significato e valore.
Nel suo lavoro, il Papa è stato guidato da tre idee di fondo. La prima: il messaggio neotestamentario non è soltanto un’idea; è accaduto nella storia reale di questo mondo. La fede biblica – è la seconda idea – non racconta storie come simboli di verità meta-storiche, ma si fonda sulla storia che è accaduta sulla superficie di questa terra. Pertanto – è la terza idea – i Vangeli non sono pura storia di Gesù, quasi una sua biografia, elaborata soltanto su documenti; neanche sono una cristologia, disancorata dalla storia. Sono documenti storici il cui pieno significato trascende la storia, come il Cristo “reale” va oltre la storia. La teologia e la storia si completano, non si escludono. Il Verbum caro factum est “vale come categoria cristiana fondamentale”. Cioè, il Cristianesimo è la religione del Verbo incarnato nella storia, pertanto è indispensabile stare agli avvenimenti reali, consapevoli che essi nascondono misteri che la teologia deve scoprire e illustrare, con la guida della Chiesa, assistita dallo Spirito Santo.
Il volume si compone di nove capitoli: Ingresso a Gerusalemme e purificazione del tempio – Il discorso escatologico di Gesù – La lavanda dei piedi – La preghiera sacerdotale di Gesù – L’ultima cena – Getsemani - Il processo di Gesù -  La crocifissione e la deposizione nel sepolcro – La risurrezione di Gesù dalla morte. 342 pagine, dense di significato, notevoli per chiarezza e precisione, capacità di cogliere il cuore dei problemi nell’intrico delle opinioni, partecipazione cordiale ai misteri evocati.
Ogni capitolo è come una finestra aperta su orizzonti ricchi di significato che sfugge a uno sguardo superficiale. Particolarmente interessanti sono gli sfondi biblici nei quali gli episodi evangelici acquistano valore e significato. In merito, il Papa afferma che l’itinerario storico-teologico trova nell’Antico Testamento il contesto nel quale è apparso il Verbum caro factum. I due Testamenti sono inseparabili e ricevono luce l’uno dall’altro. Si badi che il Papa, nei due volumi Gesù di Nazaret, non intende presentare una sua personale interpretazione della Scrittura e del dogma; vuole presentare il Cristianesimo nella sua essenzialità e pienezza, come lo concepisce la Chiesa alla luce della rivelazione biblica, della tradizione e dell’analogia della fede.
L’ultimo capitolo, sulla risurrezione, è tra i più importanti. Al suo inizio è posta un’affermazione scultorea: “La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui il Cristo è risorto dai morti”. Conseguen­temente il Papa tratta l’argomento con particolare attenzione. Innanzi tutto chiarisce il concetto di risurrezione. Essa non è la rianimazione di un cadavere, ma “l’evasione verso un genere di vita totalmente nuovo, verso una vita non più soggetta alla legge del divenire e del morire, ma posta al di là di ciò, una vita che ha inaugurato una nuova dimensione dell’essere uomini”.
In altri termini, è un “radicale salto di qualità” dell’esistere che costituisce un paradosso indescrivibile. Il paradosso che Gesù “fosse del tutto diverso, non un cadavere rianimato, ma uno che in virtù di Dio viveva in modo nuovo e per sempre; e che al tempo stesso, in quanto tale, pur non appartenendo più al nostro mondo, fosse presente in modo reale proprio Lui, nella sua piena identità”.
Questo nuovo modo di esistere disorienta i discepoli che faticano e hanno bisogno di tempo per riconoscerlo; difatti ai discepoli di Emmaus Egli si manifesta soltanto quando scompare.
L’argomento della risurrezione è sintetizzato dal Santo Padre in una felice affermazione: “Essa è un evento dentro la storia che, tuttavia, infrange l’ambito della storia e va al di là di essa”. Alla difficoltà: perché il Risorto si è mostrato soltanto agli apostoli e ai discepoli, e non a tutti, come il Vivente, il Signore della vita e della morte? Risponde: “È proprio del mistero di Dio agire in modo sommesso. Solo pian piano Egli costruisce nella grande opera dell’umanità la sua storia […] Egli bussa sommessamente alla porta dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di “vedere”.
Gesù di Nazaret di J. Ratzinger- Benedetto XVI è un libro da leggere, gustare e approfondire. Ci mette di fronte a Gesù vivo, reale, necessario, nostro fratello e redentore.

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