Nella vita nulla è banale. Uno scienziato dalla fama gigantesca come Albert Einstein ha scritto: «Le cose sono unite da legami indivisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella». L’avessi scritta io questa frase, si sarebbe detto: «Beh, una fantasia eccitata», ma uno scienziato non spreca le parole chiamando in scena l’universo.
Ebbene in quel giorno della prima Comunione al piccolo Luigi sono state innestate le ali del suo futuro.
Da vecchio don Guanella ha dettato le sue memorie, tra le cose importanti non poteva mancare anche l’esperienza della prima Comunione che un tempo si definiva «il giorno più bello della vita» e, in effetti, era il primo incontro con Gesù nella pienezza della sua presenza come sacramento. Ebbene, di quel primo incontro don Guanella riferisce che ebbe come una visione della Madonna che, «come in un film», gli mostrava uno stuolo di poveri che egli avrebbe protetto e assistito.
Come un grande regista Dio ha fornito a don Guanella il copione del film della sua vita e lui l’ha realizzato così bene da meritare l’Oscar della canonizzazione.
Attraverso il solenne magistero del Papa, il 23 ottobre prossimo, alla Chiesa universale sarà additato questo campione della carità in modo che tutti quelli che conosceranno le sue opere diventino protagonisti di quella visione proiettata nei suoi occhi e incisa nella sua giovane anima centosessant’anni fa.