Nei suoi scritti morali, don Guanella ha più volte insistito sul buon orientamento della giornata cristiana, volendo specialmente raccomandare di riferire ogni azione a Dio. Si tratta, cioè, dell'ordinamento interiore di ogni nostra attività; ma questa presuppone una certa regolarità ed esattezza di azioni esterne.
La regolarità esterna di programmi giornalieri è attestata da un ricordo di don Guanella stesso per gli anni trascorsi a Pianello e dai ricordi d'un nipote sacerdote che, nel tempo di seminario, usava trascorrere parte delle sue vacanze estive con lo zio a Savogno.
Questo secondo documento ha più interesse del primo, non solo perché è più minuzioso nei particolari, ma perché dimostra che, per don Guanella, l'orario giornaliero non era solo un proposito o uno scritto dimenticato, ma un fatto abituale, sia pure con le non rare eccezioni imposte dal suo ministero:
«Al mattino dopo le lunghe occupazioni di chiesa, rincasato e sorseggiato un po' di caffè, apriva una o due porte che si fronteggiavano, creando così un deambulatorio, lo percorreva, a lunghi passi, mentre recitava il breviario.
Finita la preghiera, una capatina al pollaio, ai conigli, all'arnia delle api, all'orto sempre accuratissimo e remunerativo, lieto di viali dai bordi policromi per svariati, abbondanti fiori, che man mano passavano ad ornare e profumare le cappelle della Chiesa, impreziosito da numerose piante fruttifere e da ombrosi chiostri; indi al tavolo di studio; poi alla refezione meridiana affrettata; cogliendo il pretesto di una passeggiata, si soffermava a conversare con un uomo, a salutare una vecchia, a visitare un ammalato, a confortare i miserelli, finché, raggiunta una delle cappelle, da lui costruite, recitata una breve preghiera e fatta una breve pausa per riposare, si rifaceva sui suoi passi e così ritornava alla penna e ai libri, alla preghiera e alla chiesa».