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Gesù ha imparato a vivere guardando Giuseppe. Il carattere umano di Cristo porta la impronta del suo custode

di don Luigi Guglielmoni e Fausto Negri 

Papa Francesco nell’omelia della santa Messa di inizio pontificato ha detto: «Il prendersi cura, il custodire richiede bontà, richiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza» (19 marzo 2013).

di Tullio Locatelli

Quando penso a san Giuseppe vado a leggermi il vangelo che racconta i primi anni della vita di Gesù e nei quali san Giuseppe ha una presenza particolare.

Ma da un poco di tempo a questa parte, mi sono accorto che san Giuseppe è presente anche in altri passi del vangelo, ben oltre il tempo dell’infanzia e della giovinezza di Gesù, oltre la vita della santa Famiglia in Nazareth.

“Redemptoris Custos – A 30 anni dalla Esortazione Apostolica” è il tema del seminario di studio promosso per i giorni 22-24 febbraio prossimo a Roma presso la Casa Generalizia degli Oblati di San Giuseppe, in via Boccea 364. L’incontro affronterà i temi trattati dall’allora Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, nella sua Esortazione apostolica dedicata alla figura e alla missione di San Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa, come recita il titolo del documento pontificio.