Nel mese di ottobre, oltre alla recita del santo Rosario, sembra che la liturgia abbia il compito di ricordarci i copiosi e saporosi frutti della santità, offerti dall’esempio dei santi ricordati nel calendario liturgico in questo mese. Il mese di ottobre commemora il genio femminile con due sante «dottoresse», esperte in dottrina e santità: santa Teresa di Lisieux, il 1° ottobre, e santa Teresa d’Avila, il 15 ottobre. Entrambe le sante hanno vissuto una spiritualità assai ispirata dall’esempio di san Giuseppe. La prima, che desiderava «essere come il cuore per la Chiesa», nell’aiuola della santità, è un fiore delicato, fragile e gentile. Per il suo sapiente itinerario nella santità, durante la XII Giornata della gioventù del 1997 a Parigi, Giovanni Paolo II la propose ai giovani come modello di una santità possibile. Il 18 ottobre la Chiesa canonizzerà anche il papà e la mamma di santa Teresina. La seconda, santa Teresa d’Avila, sia per carattere come per spirito d’intraprendenza, completa le caratteristiche della santità di santa Teresina.
Anno A – 22 giugno
8ª domenica Tempo Ord.
Anno A - 2 marzo - Salterio: IV sett.
Lezionario: Is 49,14-15; Sal 61; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34
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Nel giugno del 1664, lui luterano, a Livorno assiste alla processione del Corpus Domini e ne è così colpito che decide di approfondire la conoscenza del cattolicesimo, in linea con la sua convinzione che “in questioni di scienze naturali è bene non legarsi ad alcuna teoria… ma traiamo il nostro sapere solo da esperimenti ed osservazioni”. In altre parole è l’esperienza la vera via che conduce alla conoscenza della verità, e in questo caso “la santità della vita - cioè la concreta testimonianza di un popolo unito nell’adorazione all’Eucaristia - dimostra la verità di una dottrina”.
Morta ad Annecy nel 1690, Santa Margherita Maria Alacoque fu beatificata quasi due secoli dopo nel 1864 e canonizzata nel 1920, tanto da far dire ai promotori del processo di beatificazione che: “ci vogliono più formalità per far dichiarare un Santo, che per farsi santi”. La ragione di tanto ritardo sta nell' opposizione alla devozione al Sacro Cuore da parte dei giansenisti e di qualche gruppo cattolico. Ancora oggi la “grande promessa” rivelatale da Gesù non riscuote simpatia da parte di alcuni: “Ti prometto, nell'eccessiva misericordia del mio Cuore, che a coloro che si accosteranno alla sacra mensa per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, l'onnipotente amore del mio Cuore concederà il dono della penitenza finale: non moriranno in stato di peccato, né senza ricevere i santi sacramenti e il mio Cuore in quegli ultimi istanti sarà per loro sicuro asilo”.