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Super User

Super User

di Mario Carrera

Dal 2017 traghettiamo  nel 2018 la fiaccola della speranza sino alle periferie degli accampamenti dei poveri. Il cristiano, infatti, è un atleta di Dio in marcia per illuminare i fratelli ai confini del mondo. La famiglia di Nazareth è un costante modello d’azione e di vita per il percorso di fede e di amore per il nuovo anno.

Nella nostra società del benessere e dell’apparire, il Natale si è trasformato in  uno sfolgorio di luci per gli occhi del corpo; ma, per chi davvero crede, il Natale, è la festa della vita  e nell’anima si accende una luminosa fontana di speranza.

In un mondo spiritualmente anemico, la speranza continua ad essere una insostituibile nervatura che ci permette di camminare e di guardare con fiducia e a schiena dritta il futuro.

A Natale celebriamo l’evento straordinario del Creatore dell’universo che si fa creatura. Dio, definitivamente, decide di porre fine al suo esilio concreto e tangibile dalla storia umana.

Nel momento opportuno, che san Paolo chiama “pienezza dei tempi”,  una giovane famiglia arriva a Betlemme: la donna, Maria, è incinta di luce divina e l’uomo, Giuseppe, le sta accanto con verginale stupore in attesa dell’esplosione di una luce intramontabile.  Sta per nascere una luce che non conoscerà tramonto. In quel Bambino che sta per nascere è racchiusa la pienezza della vita, è la luce degli uomini - scriverà l’evangelista san Giovanni nel prologo del suo Vangelo - «la luce splende nelle tenebre  e le tenebre non  vinceranno». 

Da quel nido di amore si è aperta una vela e il vento, impregnato di luce e dal canto degli angeli, ha condotto i pastori a riconoscere e adorare Dio, nella fragilità della carne di un bambino. Dio ha deciso di mettere la sua tenda solidale nell’accampamento dei poveri. 

In quella notte sul volto dei pastori, indurito dal freddo dell’inverno, era riflessa una luce misteriosa che donava ai loro occhi lo stupore di essere testimoni di un evento irripetibile: Dio si è rivestito di carne umana ed è apparso tra noi. 

Sul “natale” di Dio tra noi non cala mai il sipario. Da quella notte gli angeli continuano a volare sulle nostre strade, il cuore degli uomini e delle donne è divenuto la loro dimora e sempre sono pronti ad intonare l’inno della gioia.  Le note musicali della gioia nascono dal grembo della speranza. Senza l’energia della speranza tutto è pietrificato. Il più grande regalo che Dio, a Natale,  appende all’albero della vita è la speranza: la stella più luminosa nel percorso dell’esistenza umana.

Per questo  Gesù non ha voluto nascere in una reggia, nei palazzi del potere, ma nella periferia di un piccolo borgo con un nome affascinate e significativo: Betlemme, che vuol dire: «casa del pane». 

Dicevano i latini che «nomen est omen»:  il nome è il destino di una vita. Nome bello, quindi, vita bella, gustosa come la fragranza del pane appena sfornato.

Da quel giorno, negli accampamenti dei poveri, la speranza si fa pane di vita, scommessa sul futuro, pane della condivisione, pane dell’amicizia e pane della fiducia nell’amore misericordioso di Dio.

La speranza è come il respiro per la vita. Il respiro è un soffio leggero, impercettibile, silenzioso come una carezza, ma capace di fornire energia al nostro organismo per pensare, camminare, progettare, agire.

Un poeta, che come tutti i poeti possiede l’arte di far cantare e danzare  con le sue parole una realtà inanimata, ha paragonato la virtù della  speranza ad una timida e gracile fanciulla accompagnata al mattino a scuola dalle due sorelle maggiori, la fede e la carità.  Queste due sorelle maggiori - immagina il poeta Charles Peguy - la tengono per mano quasi a sostenere la fragilità della sorellina più piccola, ma in effetti è lei, la speranza, a sostenere il loro passo.  È la nervatura della speranza che dona stabilità sia alla fede sia alla carità.

Nella notte di Natale ci metteremo in adorazione davanti a Gesù, in compagnia della nostra “sorellina”, la speranza, e solo con la sua luce scorgeremo la presenza degli angeli e negli occhi di chi ci sta accanto scopriremo il riflesso della gioia per la nascita di questo bambino che ci dona un tempo senza fine, un giorno senza tramonto, un desiderio di pace e la voglia di costruirla.

Il Natale non sia solo una data, ma un canto perenne alla vita seminata di un amore che si fa immortalità.

Auguri per un felice Natale del Redentore e per un nuovo anno speso nel condividere la gioia evangelica della vita.

Wednesday, 28 June 2017 12:01

Due fanciulli diplomati "maestri"

Centenario delle apparizioni a Fatima

di Mario Carrera

«Gli antichi dicevano che pregare è respirare. Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un “perché pregare”. Perché io respiro? Perché altrimenti morirei. Così la preghiera». Questa citazione di Søren Kierkegaard, che fu filosofo, teologo e letterato, quindi esperto del vivere umano, ci introduce a comprendere anche gli avvenimenti  dei tre pastorelli di Fatima.

«L'essenziale è invisibile agli occhi»

di Mario Carrera

Un evento, un’email, un’emozione e la certezza che il raccontarsi è il respiro delle comunione tra le persone. In un venerdì di quaresima di quest’anno papa Francesco ha voluto far risplendere la perla di un’opera di misericordia visitando l’Istituto per ciechi Sant’Alessio. Il giorno successivo il direttore del Sant’Alessio, Amedeo Piva, amico solidale nel coltivare il bene, mi ha invito un’e-mail raccontandomi l’evento vissuto in prima persona.

Wednesday, 29 March 2017 11:51

Il sepolcro vuoto è culla della speranza

Aprile: mese della Pasqua

di Mario Carrera

«La speranza è la balia della vita cristiana». Mi piace questa definizione perché sono persuaso che  la fede e la carità ricevono linfa ed energia per offrire alla nostra carne mortale un frammento di eternità attorno al quale costruire un’esistenza come persone libere dalle molteplici schiavitù che attentano la vita. Le nostre schiavitù non portano le catene ma sottili e invisibili fili che mortificano le qualità grandi presenti in ogni vita. Per la nostra fede Cristo, il risorto, è il vincitore non solo della morte fisica ma di tutti i condizionamenti che  appesantiscono il cammino della santità.

Marzo: mese di san Giuseppe

di Mario Carrera

Nella Bibbia il libro del Qohèlet è uno scrigno di saggezza. Qohèlet Un volto che si fa parola e parole che si fanno creature viventi e protagoniste di una storia. è un predicatore che dà risposte, ma soprattutto sa fare domande, come quando si interroga chiedendosi: «Quale profitto c’è per l’uomo in tutta la sua fatica e in tutto l’affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole?».

Wednesday, 08 February 2017 10:35

A due vecchi il dono della consolazione

di Mario Carrera

Nella vita, a volte, capita che un “particolare” rubi la scena all’essenziale. È come quando con l’indice si mostra la luna e il nostro interlocutore si limita a guardare il dito e non la luna. Qualcosa di simile è capitato anche per la festa della Presentazione di Gesù al tempio che la liturgia celebra il 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale. La cosiddetta “candelora”, “una piccola candelina” nel passato aveva rubato la scena alla sorgente della luce.

Thursday, 12 January 2017 16:33

Il tempo come grembo dei desideri

Aspettative per il nuovo anno

di Mario Carrera

Ogni momento della nostra esistenza, fecondata dalla potenza della grazia di Dio, inizia “Nel nome” di quel Padre, che Gesù ci ha rivelato non come un imperatore despota, ma un padre tenero che dall’eternità ci ha chiamati per nome e ci segue con amore. L’inizio di un anno è sempre un momento di “preventivi”. Si investe il tempo in progetti futuri, sogni, desideri e si programmano le tappe auspicando benessere fisico e spirituale.

di Mario Carrera

Con la nascita di Gesù Dio “mette su famiglia”, realizza il suo sogno d’amore; entra nella vita umana; assume la carne di una donna e il Dio invisibile, cercato nelle coordinate della natura, accende la luce per un primo passo verso l’eternità.

In quella grotta inizia un altro capitolo, il definitivo, della “genesi”. Da quel momento vedere Gesù è vedere il volto del Padre. Nella tradizione ebraica, commentando il capitolo della creazione, descritto nel libro della Genesi, si racconta che «In principio Dio creò il punto di domanda e lo depose nel cuore dell’uomo». La folla di domande che agitano la vita dell’uomo, contengono tesori, aprono le piste alla rivelazione che conduce alla porta della casa di Dio.

Wednesday, 26 October 2016 14:14

La visita ai granai dell'immortalità

Novembre: mese dei defunti

di Mario Carrera

Il mese di novembre inizia con uno squillo di gioia: la festa di tutti i santi. I santi ci affascinano perché sono l’immagine di Dio stampata nella carne umana. Il giorno successivo cala un velo di nebbia sull’anima. Siamo chiamati a navigare nel mare della memoria. Siamo in cammino nei sentieri del cimitero e scopriamo volti amati che ci rassomigliano per le loro virtù e per i loro peccati, per i sogni e i fallimenti, per gli ideali nobili che hanno elevato la loro vita o il tonfo sordo nella caduta, per la grettezza del loro animo.

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