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Super User

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Wednesday, 30 July 2014 11:34

Lettere di Luglio-Agosto

La perseveranza commuove il cuore di Dio 

Caro don Mario,

mia moglie ed io abbiamo già avuto occasione di scriverle per varie ragioni, in particolare per la richiesta di adozione nazionale che presentammo la prima volta nel 2009. Io ho conosciuto meglio San Giuseppe e le sue meraviglie attraverso mia moglie - da molti anni è iscritta ed ha iscritto amici e parenti alla Pia Unione - che ha più volte richiesto ed ottenuto molte grazie per mezzo della sua intercessione.
Non amo molto le novene, ma quando il desiderio di paternità s'è rafforzato, ho pensato di rivolgermi all'intercessione di San Giuseppe non solo perché si realizzasse l'adozione, ma anche perché fossi adeguato a ricoprire il ruolo di padre adottivo. Così nel 2009 pregai il Manto ed alla fine ebbi in cuor mio una certezza molto profonda che tutto si sarebbe realizzato. In effetti l'inserimento nelle liste del Tribunale avvenne il 19/03/10. Gli anni sono trascorsi senza nessuna chiamata, e con essi un po' della mia certezza è sfumata. Ma il 18 marzo di quest'anno, proprio mentre stavamo scegliendo l'associazione per intraprendere l'adozione internazionale, siamo stati convocati da un Tribunale dei Minori ed abbiamo accettato un abbinamento con un bimbo. Brevemente le dirò che intorno a quest'evento se ne sono avvicendati tanti altri, apparentemente senza legame, positivi e negativi - quest'ultimi divenuti fonte di ulteriore grazia coll'intervento del Signore - con una regia così perfetta che mi sembra incredibile, anche se ho avuto tante e tante occasioni per sperimentare le coccole sorprendenti di Dio, e, per arrivare all'esito finale, a Pasqua, in tempi record, il bambino dormiva già a casa nostra.
La mia/nostra gioia è ovvia, ma è sempre inattesa e stupefacente perché il Signore compie meraviglie - mi passi l'espressione - ancor più meravigliose di quanto possiamo immaginare o desiderare, cui è innegabile il contributo e l'intercessione sempre certe di San Giuseppe. Grazie anche per le sue e vostre preghiere.
Lettera firmata
 
Gentilissimi  e cari Amici,
ho voluto conservare l’anonimato anche per cautelare la privacy del vostro figliolo. Sono davvero  contento che la perseveranza abbia coronato il vostro sogno e che san Giuseppe  abbia consegnato non solo una patente di «padre putativo», ma anche la garanzia di essere compagno di viaggio nella crescita della nuova creatura affidata alle vostre cure.
Ci uniamo anche noi al coro di lode e gratitudine a Dio per i benefici ottenuti e anche la perseveranza nel saper aspettare e nel cogliere la mano della Provvidenza che va disegnando la nostra storia con i ritmi e tempi architettati dalla sapienza divina.
Alessandro Manzoni  paragona le vicende della nostra vita a un ricamo colorato. Noi ammiriamo i disegni, l’armonia delle forme, le figure, ma se andiamo a guardare il retro troviamo un groviglio di fili che si incrociano e si accavallano in modo caotico. Le nostre preoccupazioni ci fanno vedere il retro e la mano di Dio disegna il diritto; da noi si richiede la pazienza e la saggezza della fede che ci fa vedere la realtà con gli occhi stessi di Dio.
Siamo solidali nella preghiera, accanto a voi mettiamo nelle nostre invocazioni a san Giuseppe anche tutti i genitori affinché lo Spirito Santo illumini la loro azione educativa.
Dio vi benedica e san Giuseppe vi sostenga.

 

Una santità feriale sa far fiorire l’armonia 

Carissimo direttore, questa mia per comunicarle che una abbonata ma soprattutto devota al santo protettore  Giuseppe, lo scorso 23  agosto ci ha lasciato.

Non più giovanissima, 87 anni, Pinetta (è il nome con cui tutto il paese la conosceva), era un’anima giovane e fresca.
Una porta, la sua, sempre aperta. Non c'era giorno che qualcuno non bussasse alla sua porta, per dire solo “Ciao!” o “Come va?”. Il giorno del suo onomastico, San Giuseppe, la sua casa diventava  una specie di santuario... arrivavano tutti a farle gli auguri e lei diceva sempre: “prima di voi me li ha fatti san Giuseppe”, e mostrava contenta la cartolina che le mandavate.
La sua vita di moglie,  di madre, di nonna è stata davvero una forza di simpatia, e anche se a volte si lasciava andare... bastava che ricevesse una telefonata  o che qualcuno bussasse alla sua porta per tornare serena come prima.
Andava  fiera dei suoi figli, delle sue nuore e degli amati nipoti, Marta e Marco, ma era fiera di tutte le persone a lei care e amiche (fra queste c'era mia mamma, Corinna Colombo, anche lei devotissima  di san Giuseppe), felicissima di ospitare, nel periodo delle vacanze mia sorella, Suor Maria, sua figlioccia.
Ora il cortile dove abitava è vuoto, anche se abitato. I suoi vicini, i  cugini Angelo e Ada (fra l'altro antenati del caro san Luigi Guanella), vivono la sua assenza con tanto dolore.
Non ha costruito  grandi opere, grattacieli o quant'altro ma ha saputo costruire nella sua vita piccoli ponti, cementati dall’amicizia, dalla bontà, dalla devozione e preghiera a San Giuseppe. Vi saluto con stima.
Elisa Mauri ved.Polastri (Lecco)
Monday, 16 June 2014 12:00

Lettere di Giugno 2014

La santità feriale delle mamme

Reverendo don Mario Carrera, ho inviato l’offerta per una borsa di studio destinata a un vostro aspirante al sacerdozio. Con essa, desidero ricordare i miei defunti e, in particolare, la mia cara mamma, Bruna, che è salita al cielo il 6 luglio scorso a 93 anni. La mamma è stata una persona eccezionale; mi è sempre stata vicina nella sua lunga e laboriosa esistenza, nei momenti lieti e tristi, si è sacrificata in mille modi, non avendo un reddito proprio si è privata di molte cose; è stata per me più di una sorella e di un’amica, nell’adolescenza e anche dopo; mi ha spesso aiutata ad appianare i contrasti con mio padre, uomo molto onesto e corretto, ottimo genitore ma autoritario e poco espansivo, che non sempre le ha dimostrato l’affetto e la considerazione che avrebbe meritato. Rimasta vedova, la mamma è vissuta con noi in famiglia, fino a cinque mesi prima della morte, offrendoci sempre il sostegno affettivo ed economico, anche nell’educazione di nostro figlio, senza mai chiedere nulla in cambio, sempre in maniera silenziosa e discreta. Per questi motivi la sua presenza manca moltissimo a me e a noi tutti. Mi consola la grande fiducia che San Giuseppe l’abbia adeguatamente assistita nell’ora suprema del passaggio dal tempo all’eternità. Ringrazio san Giuseppe e la sacra Famiglia per aver goduto a lungo di una mamma così preziosa e per la costante intercessione che sempre sperimento nel momento del bisogno. Chiedo la grazia di poter con mio marito essere utile, se Dio vorrà, alla famiglia di mio figlio, per molti anni ancora, sull’esempio di mia madre. Ringrazio lei e la Pia Unione per le preghiere.
B.A.G.T., Voghera (Pavia)
 
Cara e gentile Amica,
i santi che nella nostra vita abbiamo conosciuto non avevano sul capo l’aureola dorata, ma negli occhi il riflesso luminoso dell’anima e nelle mani un’energia divina nell’aiutare le persone a camminare in serenità e gioia di vivere.
Pensando a tanta bontà silenziosa e assai diffusa, mi viene alla mente l’esperienza del profeta Elia sul Monte Horeb. Egli si era rifugiato nel deserto con l’animo amareggiato e sconfortato alla ricerca del volto di Dio per essere consolato. Lo cercava in fenomeni sconvolgenti e straordinari: il terremoto, i fulmini, il vento impetuoso e tagliente del deserto, ci fu il fuoco, ma il Signore non era in questi elementi.  Dopo il fuoco il profeta Elia uscì dalla caverna e «ci fu il mormorio di un vento leggero». Quel vento leggero ricorda la presenza dei nostri cari che con il loro affetto e lo spirito di servizio rendono presente la santità di Dio nella nostra vita. Una folla di santi anonimi (mamme, papà, zie, parenti e amici) sta davanti a Dio e ancora con le loro preghiere intercedono per noi affinché il tesoro della nostra vita abbia il suo peso specifico nell’amore e nella bontà.
Quando leggo le parole del profeta Isaia che afferma solennemente che nessuna mamma può dimenticare il frutto del suo grembo, penso che al momento della nostra nascita solo materialmente è spezzato il cordone ombelicale, ma permane un infrangibile legame che fornisce un costante flusso di energie vitali per un’esistenza onesta e dignitosa.
 

L’efficacia della preghiera

Reverendo Don Mario Carrera,
nel gennaio 2012 le avevo scritto una lettera dove esponevo tutti i gravi problemi che ci assillavano.
Finalmente, riesco a prendere il tempo per rendere la mia testimonianza in onore di San Giuseppe.
Voglio con tutto il mio cuore ringraziare il “mio” grandissimo protettore ed avvocato ed amico San Giuseppe.
Abbiamo ricevuto le grazie richieste una delle quali  proprio in extremis: la vendita della casa senza la quale non si poteva comprare l’altra: la proposta di acquisto dell’alloggio, subito accettata, arrivò il venerdi e il contratto per l’acquisto dell’altra scadeva il sabato, il giorno seguente... dopo più di un anno di attesa. Ringraziamo anche per il lavoro trovato proprio in zona, il tutto nel 2013.
Nel frattempo, è arrivata anche una bella bambina, Lucia nata il 20 di marzo 2014  a completare e rallegrare la bella famiglia dove vivono già Sofia di 4 anni e Pietro di quasi 3 anni.
Desidero mettere sotto al Manto di San Giuseppe questi nostri nipotini: Sofia, Pietro e Lucia Giovannini.
Da allora, io come nonna non ho più smesso di recitare il Sacro Manto e anche la novena per la mia famiglia e le famiglie  dei nostri figli, per ottenere una guarigione psicologica e  soprattutto una profonda e vera conversione per tutti. Prego anche perché conservino il loro lavoro in questi tempi difficili. Inoltre chiedo aiuto a San Giuseppe per tutti quelli che chiedono sostegno come ho fatto io. C’è tanto bisogno di aiuto in questo mondo…
Come promesso al momento della mia supplica a San Giuseppe, continuo a mandarvi la mia offerta ogni volta che ricevo la rivista per dilatare la carità verso i poveri.
Con tanta riconoscenza, Vi ringrazio tutti per le vostre preghiere.           
Nonna Franca
 


Il sacramento del Matrimonio è per l’eternità

Molto reverendo don Mario, sono associata alla Pia Unione del Transito da più di venti anni insieme a mio marito Angelo che il 24 gennaio scorso è ritornato alla Casa del Padre. Credo che San Giuseppe, grazie alle preghiere di tutti gli associati, gli sia stato vicino al momento del passaggio da questa vita alla Vita eterna, avvenuto con grande serenità. Il nostro matrimonio è durato 54 anni più sei anni di fidanzamento (non avevamo i mezzi per sposarci prima) nel rispetto e nell’amore reciproco e frutto del nostro matrimonio sono stati i nostri quattro figli (uno dei quali è un angioletto in Paradiso). Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia con tanto amore. Circa quarant’anni fa abbiamo avuto la fortuna di fare insieme un cammino di conversione. Entrò a far parte della Caritas Diocesana dove collaborò e s’impegnò nei Centri d’Ascolto fino a pochi giorni prima di morire. Il prossimo 28 maggio avrebbe compiuto 89 anni.

Anche se a volte con le lacrime agli occhi, ringrazio il Signore per tutti questi anni che ci ha donato nella condivisione di ogni cosa. Tutte le sere recitavamo insieme il Santo Rosario; ora lo recito da sola ma lui è spiritualmente vicino a me e, come mi aveva promesso, lo sarà sempre. La prego trascrivere il nome di mio marito all’Unione Suffragi, grata se vorrà celebrare per lui una Santa Messa il prossimo 24 giugno. Ringrazio San Luigi Guanella (che prego ogni sera) per aver fondato questa grande Opera in onore di San Giuseppe e per tutto il bene che ne deriva per i vivi e per i defunti. Unisco anche la mia povera preghiera per gli agonizzanti e una modesta offerta che andrà a sollievo dei vostri poveri che sono anche i nostri.

Lettera firmata

Carissima Abbonata, la sua lettera è un mezzogiorno di luce per la gioia della sua esistenza spesa nell’amore e per amore. Nelle sue parole si sentono la fragranza del Cantico dei Cantici, lo stupore immutato degli anni giovanili e il patrocinio di ricchezza d’animo che avete acquisito in oltre sessant’anni di scambi reciproci di doni. In questa stagione di amori fragili e «stagionali», queste testimonianze forti ci danno la certezza che Dio semina la storia di amore e vuole che sia lievito per trasformare la storia in amorosa eternità. Un amore rinnovato per continuare, in eterno, nella pienezza della risurrezione.


 

Tutti i bambini sotto la protezione di san Giuseppe

Caro e amato San Giuseppe, tu sei stato custode di Gesù e per questo alla tua protezione vorrei affidare tutti i bambini del mondo e in particolare mio nipote Matteo, stupenda creatura, in occasione del suo primo compleanno. Come di ogni bambino in una famiglia la sua presenza dà gioia e felicità, moltiplica le energie, rende lievi le fatiche, interpella sul cammino, mai concluso, dell’essere pienamente persone.

Quando giochiamo insieme a un bambino è come se ci trovassimo per «strada» e celebrassimo il nostro incontro tra quello che il bambino è e quel che siamo noi, in modo che si compongano come accordo di una suonata e rifulgano come goccia di rugiada.

Quando ci rallegriamo l’un l’altro è come se ci comprendessimo misteriosamente e per magia diventassimo leggeri come acrobati sul trapezio: ci libriamo nel cielo e ci immergiamo nelle profondità degli abissi marini per scoprire tanti mondi, così siamo orgogliosi, a vicenda, delle nostre magnifiche vite.

Questi sentimenti sono nel mio animo e prego e sogno che possano cantare nell’animo di tanti genitori così da crescere in armonia di sentimenti e di amore sotto la vigile protezione di san Giuseppe custode affettuoso della santa Famiglia di Nazareth.

Milva

Gentile e cara professoressa, è nobile il suo gesto di aver affidato alle mani affettuose di san Giuseppe oltre che il suo nipote Matteo anche i bambini del mondo. È un luogo comune dire che ai bambini appartiene il mondo di domani, ma noi che crediamo alla bontà misericordiosa di Dio sappiamo che ogni creatura umana che entra in questo mondo è una stella che si accendo nel cielo dell’umanità, ma soprattutto è la certezza che Dio non si è stancato di noi e che, nonostante noi, ancora ci sorride e investe sul nostro futuro. A Matteo e ai bambini è affidato l’avvenire del mondo e noi con fede lo affidiamo alla custodia di san Giuseppe; egli che con Gesù, il nuovo Adamo della creazione rinnovata, ha sognato e sperato in un mondo rinnovato, lo possa proteggere e portare a maturazione i semi di creatività, fantasia e santità che Dio affida a chi entra nella storia umana.

Con Matteo le assicuro che tutti i bambini ogni mattina nella messa sono davanti al volto di Dio con una preghiera di intercessione affinché tutti possa realizzare il sogno che Dio ha sognato per le loro vite.

 
Monday, 12 May 2014 12:15

Lettere di Maggio 2014

Ricordo di uno strenuo difensore della vita

Le scrivo per invitarla a inserire nelle vostre preghiere del «Suffragio Perpetuo» il prof. Mario Palmaro che come un faro nella notte si è spento ancora molto giovane.

Monday, 07 April 2014 10:22

Aprile 2014

La preghiera per un sogno grande

Reverendo Don Mario,
vengo a lei per ringraziarla del Vangelo che mi ha spedito, desideravo proprio averlo, desidero proprio tenere Gesù, così semplicemente nel mio cuore.
Le rubo del tempo, ma le vorrei dire un piccolo grande segreto : come mi piacerebbe che nostro figlio Francesco, di cui vi ho mandato il ricordo della Prima Comunione, divenisse sacerdote!
Così, io e mio marito, come gli mostriamo col nostro amore la bellezza del matrimonio, della famiglia, così gli trasmettiamo il nostro amore, la nostra riconoscenza per i sacerdoti.
Quando ci siamo sposati, oramai  venti anni orsono, il Vangelo di Giovanni che abbiamo scelto (Gv 15,9-17) diceva: « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga».
Grazie Don Mario, che mi ha ascoltata: le ho parlato come a un papà, perché alle volte il cuore mi scoppia di gioia. 

 Lettera firmata

 
Cara amica,
vorremmo «scoppiare» tutti di gioia nel coltivare e veder fruttificare i sentimenti nobili nell’anima, ma la realtà pesante come una zavorra ci trascina a terra. La ringrazio della comunicazione dei suoi  sentimenti e  delle sue intenzioni animate da una bella e grande fede nel Dio della vita. 
Le assicuro che la nostra invocazione a Dio è frequente, Gli chiediamo quotidianamente che moltiplichi le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa così da garantire ai fedeli battezzati delle braccia misericordiose che prolunghino nel tempo l’azione benefica e samaritana di Gesù a vantaggio delle persone fragili, poveri di spiritualità, bisognosi di aiuto per cogliere nella vita tanti motivi per ringraziare Dio del dono privilegiato di essere stati mandati su questa terra a collaborare alla costruzione di un regno di fraternità e giustizia. 
Anch’io l’accompagno nella preghiera e uniremo queste vostre intenzioni al coro di preghiere degli iscritti alla Primaria Pia Unione.
Dio benedica lei e la sua famiglia e San Giuseppe, che ha educato Gesù, aiuti lei e suo marito a essere accanto al vostro figliolo con dei «sì» e dei «no» perché cresca in sapienza età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
 

Il peso della solitudine 

Caro don Mario, dopo quarantatré anni di matrimonio – ho settantasei anni – giorno e notte piango la morte di mio marito Arturo, perché è soprattutto la sera che ne sento maggiormente la mancanza, anche perché la casa piomba in un assordante silenzio. Non sarebbe meglio che il Signore prendesse anche me? Rimasta sola cosa ci sto a fare ormai? Non voglio essere ingrata o blasfema ma mi domando: perché il Signore non ci ha presi entrambi? Chiedo perdono innanzitutto al Signore e anche a Lei direttore se il mio profondo dolore mi suggerisce considerazioni forse poco cristiane.

  Maria 

Cara e gentile signora Maria,
quando si è sposata nel «sì», che lei e suo marito Arturo avete pronunciato, c’era un sì definitivo che vi legava per l’eternità. è naturale che questo legame interrotto sanguini, perché dire a una persona: «Ti amo» è come dire: «Tu non potrai morire. Le nostre anime saranno legate da un vincolo di alleanza che Dio stesso ha garantito con la celebrazione di un sacramento». Se ogni sacramento celebrato è un patto di alleanza di Dio con l‘uomo, in modo preminente lo è il sacramento del Matrimonio. Solo i cuori che amano sono in grado di lanciare il loro affetto aldilà della siepe del tempo e di vivere la nostalgia di ricongiungersi dopo una separazione così sofferta come quella di una morte. Il suo desiderio di ricongiungersi nella luce di Dio con suo marito è legittimo, ma lo diciamo spesso: «Le vie di Dio non sono le nostre vie». Ognuno ha un progetto divino da compiere e sino a quando non è arrivato a maturazione, Dio investe sulla nostra capacità di fare il bene; un bene ai nostri occhi invisibile, ma realmente presente come il respiro nei polmoni.
Non dimentichiamo che la preghiera è un momento di vitale comunione anche con le persone che amiamo. La preghiera completa un triangolo della comunione; ecco i tre lati del triangolo: «Dio-noi-il prossimo», stretti in un abbraccio di amore. 
 


Una giovane amica di San Giuseppe 

Caro direttore della Pia Unione, sono Francesca Maria, una ragazza di quattordici anni. Le scrivo perché preghi San Giuseppe affinché aiuti mio padre che si trova in condizioni difficili essendo rimasto senza un lavoro sicuro. Lui è preoccupato per le necessità quotidiane della famiglia alle quali deve far fronte ed io vivo questo suo disagio senza poter fare nulla per lui che invece, insieme alla mia mamma, fa di tutto per non farmi mancare il necessario. I miei genitori non hanno mai sperperato o rincorso cose superflue e non necessarie pur garantendo a me una vita dignitosa e normale come gli altri giovani della mia età. Spero tanto che arrivi per lui e per tutta la nostra famiglia l’aiuto di San Giuseppe perché si risolva al più presto questa situazione che toglie a tutti noi la tranquillità di cui ha bisogno una famiglia. Ringrazio intanto il Signore perché la mia è una famiglia unita, che non è poca cosa!

 Francesca 

 
Carissima Francesca,
non solo ho la gioia solidale di condividere le tue preoccupazioni familiari, ma di rispondere per aiutarti a investire il futuro di speranza e di fiducia in Dio. Viviamo in un momento difficile economicamente. La fatica di doversi adeguare a un regime di vita accidentato per le difficoltà di lavoro è assai pesante. La tua giovane età, la capacità di entusiasmarti per le cause nobili ti fa scoprire risorse insospettate nelle radici del tuo animo. Non ultimo la risposta nella preghiera e nella fiducia in Dio. Dio-Padre ha mandato Gesù a condividere i disagi della nostra condizione umana.  A Nazareth ha vissuto con San Giuseppe il disagio di un lavoro precario. Anche la pratica di pietà del «Sacro Manto» riecheggia la difficoltà di vita della santa famiglia di Gesù.
Secondo la leggenda il «Sacro Manto» nasce da una circostanza incresciosa. Giuseppe aveva una commissione di lavoro, ma non aveva il legname per soddisfare questa richiesta, allora fu costretto a dare in pegno uno scialle, assai prezioso, che egli aveva regalato a Maria durante il tempo del fidanzamento. Avuto il legname ed eseguito il lavoro, andò per riscattare lo scialle, ma chi gli aveva prestato i soldi per il legname voleva tenerlo per sé, poiché usando lo aveva trovato giovamento per alcuni malanni che lo affliggevano. 
Tu prega, cara Francesca, e tieni davvero sotto questo Manto di protezione la tua famiglia. Ringraziamo Dio e chiediamogli la grazia che tu possa continuare a vivere in una famiglia unita che ti dà fiducia e la gioia di sentirti amata. Ricambia questo amore con il tuo impegno, studiando e conquistando traguardi prestigiosi di onestà e laboriosità, collaborando in famiglia.
 

 

Una nonna e i giovani amici di San Giuseppe 

Caro Direttore,
ho letto con piacere la preghiera dei ragazzi rivolta a san Giuseppe. Nei prossimi giorni celebreremo il 50° di matrimonio insieme a tutti i miei familiari figlie nipoti e vorrei solennizzare questa circostanza mettendo sotto la protezione di San Giuseppe i miei nipoti: Luca, Andrea, Mattia e Lucia.
 Se mi arriva la tessera d’iscrizione per la data del nostro cinquantesimo sarà per me una gioia consegnare ai miei nipoti questa devozione a San Giuseppe come un corroborante viatico per la loro esistenza.
La saluto e la ringrazio per la rivista di San Giuseppe che diventa sempre più interessante.

Guglielmina di Mandello

 
Cara signora Guglielmina,
innanzitutto le assicuro che lei e suo marito siete stati nel cuore della nostra preghiera per ringraziare Dio dei cinquant’anni di vita insieme e per la vostra testimonianza di vita cristiana. Il sacramento del matrimonio ha fatto fiorire nuove vite e ha alimentato un fiume di vita cristiana capace di riscaldare con il calore della fede tante zone ghiacciate della nostra società. Con l’affidamento dei suoi nipoti alla protezione di San Giuseppe, lei consegna un patrimonio di speranza alla custodia del papà terreno di Gesù.
Dio-Padre, creatore del cielo e della terra, l’onnipotente, ha affidato a San Giuseppe la custodia di Gesù. Si è fidato di quest’uomo; ha fatto sì che i sentimenti di amore verso il Salvatore fossero riversati da San Giuseppe su Gesù con uguale intensità, costanza e dedizione. L’obbedienza silenziosa di Giuseppe ha portato a maturazione le qualità umane di Gesù; egli si è dedicato con tutte le sue forze affinché nulla potesse mancare a quel Bambino che portava nella sua carne la missione di salvare il mondo. Spero che tanti genitori, nonni e nonne possano imitare il suo gesto di affetto e consegnare le speranze del futuro all’efficace paterna custodia di San Giuseppe.
 
Wednesday, 12 March 2014 16:34

Marzo 2014

Le grazie invisibili dall’intercessione di San Giuseppe 

Carissimo don Mario, nel mio paese c’è tanta devozione a san Giuseppe. I devoti lo invocano con fede e il santo manifesta con generosità la sua benevolenza. Quello che mi colpisce non sono tanto le grazie di ordine materiale ma le grazie dell’intimo, cioè quelle di carattere spirituale; assistiamo a vere e proprie conversioni di persone notoriamente lontane da Dio. Persone che, se pur in circostanze particolari, hanno riconosciuto i propri errori riconciliandosi con il Signore. Tutto questo, secondo me, è il frutto delle Sante Messe celebrate dalla Pia Unione e dai numerosi sacerdoti iscritti. Questa «santa crociata» di sante Messe e di preghiere, nata dal cuore di San Luigi Guanella, è un miracolo quotidiano di amore e carità universale alla quale, noi tutti associati alla Pia Unione, siamo chiamati a partecipare. Il Signore ci benedica e sia misericordioso. 
M. T. L. 
 
Gentile e caro Associato,
la ringrazio della sua testimonianza di fede nel patrimonio di grazie legate alla nostra preghiera d’intercessione, soprattutto, legata alla sorgente principale della nostra comunione con Dio la santa Messa. Sono migliaia i sacerdoti che sparsi nel mondo formano una catena d’intercessione con la celebrazione della «messa perenne»; è una sorgente di grazie che quotidianamente è riversata nelle sconfinate aridità della nostra esistenza. 
Benedetto XV ha caldeggiato l’adesione a questa iniziativa della nostra Pia Unione, San Massimiliano Kolbe la incoraggiava tra i sacerdoti aderenti al suo Movimento mariano, molti santi del secolo scorso hanno aderito a questa catena di solidarietà per i morenti. È auspicabile che i sacerdoti riscoprono questa comunione solidale di preghiere a san Giuseppe per chi si trova nel guado, tra la sponda della vita terrena e quella eterna. Possiamo sentire riecheggiare nell’animo l’espressione di sant’Agostino: se hai aiutato un’anima a salvarsi con la tua preghiera, la tua testimonianza hai costruito un ponte garantito verso l’approdo alla casa del Padre.
 

Il calendario come un colpo d’ala 

Reverendo signor Direttore, ringrazio per il calendario 2014 che mi ha inviato con quei bellissimi pensieri o meglio meditazioni utili a far riflettere molta gente turbata e sconvolta da tanta confusione che regna nel nostro Paese e nel mondo. Il caos sembra prendere sempre più il sopravvento nel nostro vivere quotidiano. 
La società si sgretola sotto il peso delle incomprensioni e degli scandali che in questi ultimi tempi sembrano caratterizzare e scandire i nostri giorni. Spesso, sempre più spesso mi rifugio nella preghiera per un momento di tranquillità e di conforto, dove ricarico le mie energie spirituali. Il signore, sempre, mi dona sollievo e la forza di proseguire. Chiedo a san Giuseppe la grazia di una vita santa, nella pace e nella serenità per me, per la mia famiglia, per questo nostro mondo. Preghiamo insieme.
  Lettera firmata 
 
Caro e gentile amico,
sono io a ringraziare lei che mi dà la soddisfazione di costatare come il nostro calendario sia un colpo d’ala alla nostra spiritualità che, ogni mattina, vede con gli occhi un’immagine familiare e l’invito ad un’invocazione al Custode premuroso e affettuoso della famiglia di Nazareth. 
È una nota di ottimismo ad affrontare la giornata consapevoli di essere in compagnia di persone che ci vogliono bene e vogliono il nostro bene. Incontriamoci con gli occhi dell’anima in queste immagini e preghiere a noi familiari.
 

 Gli auguri del card. Poletto

Stimatissimo Direttore,le sono grato per il ricordo e per gli auguri che ha voluto farmi pervenire, anche quest’anno, per il giorno del mio Onomastico.
Ricambio di cuore con la mia preghiera per lei, per gli Operatori e per tutta la famiglia degli Associati e invoco su ciascuno una speciale benedizione del Signore.
Con stima sincera la saluto cordialmente.
+ Severino Card. Poletto
Arcivescovo emerito di Torino
 
Eminenza,
abbiamo desiderato rendere pubblica  la sua costante e affettuosa partecipazione alla benefica attività della Pia Unione e della basilica di san Giuseppe al Trionfale di cui è titolare. Ci conforta la sua benedizione e la sua preghiera per le nostre esistenze che siano sempre indirizzate in quella strada di santità che Dio ha seminato nella vita di ogni credente con il sacramento del Battesimo.
La nostra rivista compie cento anni dalla sua nascita. Abbiamo desiderato dar un impulso alla nostra comunicazione, sempre ispirata alla fede e all’esempio di san Giuseppe, con una nuova impaginazione e nuove rubriche. Su questo progetto di rinnovamento chiediamo la sua benedizione e il conforto della sua preghiera.
 

La diga di un’onesta vita per contrastare l’indifferenza

Caro direttore, mi rallegro con lei perché ciò che pubblicate è ottimo. È come respirare puro ossigeno nel miasma attuale. Tutto sembra messo in discussione, i valori umani, la società, la famiglia. L’attuale crisi economica sta portando alla disperazione tante persone, tante famiglie. Sembra non ci sia via di sbocco e giorno dopo giorno le cose si fanno sempre più difficili. Una società, quella odierna, che oltre alla frenetica vita quotidiana è caratterizzata da una situazione sociale a dir poco preoccupante. Prego il Signore ogni giorno perché possa migliorare questa situazione generale d’incertezza e possa esserci un futuro più sicuro, soprattutto per i nostri giovani, che affido al caro San Giuseppe.
Maria Bellanova – Milano
 
Cara Signora Maria,
come non condividere l’amarezza delle sue considerazioni?  Aldilà di quest’orizzonte basso e nebbioso abbiamo nel cuore la certezza che Dio non ci abbandona e che Gesù stesso è passato dentro il tunnel della sofferenza e nella morsa delle morte. Come per tenere in equilibrio una sedia sono necessarie almeno tre gambe, così la nostra società ha bisogno della collaborazione dell’intera collettività, della luce di Dio - garantita dal suo patto di alleanza - e del contributo personale di ciascuno di noi. Se non ci mettiamo di buona volontà a convertirci nell’intimo della nostra coscienza, mancherà sempre una gamba all’equilibrio del nostro vivere comunitario. San Giuseppe ci ottenga un supplemento di energia per rischiarare l’orizzonte di questo momento assai complesso.


La nostalgia del passato dà gioia al presente

Caro direttore, in occasione del Centenario del mensile “La Santa Crociata” mi fa piacere ricordare che già mia nonna e altre persone della famiglia erano iscritte alla Pia Unione e abbonate al periodico fin dai tempi in cui il contributo per l’abbonamento era di lire 5. Conservo fra i ricordi pagelline, novene e il rosario di San Giuseppe, che recito ogni giorno ricordando i miei cari e i sacerdoti che diressero allora la Pia Unione e anche Lei che ora la dirige. 
Mi ricordi nella preghiera, ne ho bisogno e quando un’anima sente il bisogno di preghiere, quell’anima non è lontana da Dio. Grazie per le preghiere che offre per noi tutti associati alla Pia Unione. San Luigi Guanella diceva che “…la Santità salverà il mondo”. Allora per salvare il mondo dobbiamo farci tutti santi. 
Maria Teresa Tuoro – 
S.Maria Capua Vetere
 
Cara Maria Teresa,
il suo scritto mi sollecita a una cordiale preghiera di gratitudine a Dio per il bene che ha seminato nelle anime attraverso il lavoro, la preghiera e la passione per il culto a san Giuseppe dei miei generosi e laboriosi miei predecessori.  
Invito lei e tutte le associate e associati a continuare a pregare affinché Dio ci conservi quel patrimonio di grazia che ci rende disponibili a mantenere il culto al Papà terreno di Gesù e aiutare materialmente e spiritualmente i poveri sempre più numerosi.
 

Giornata del malato 11 febbraio a Nazareth

di Luciano Mediolani

Si svolgerà a Nazareth l’edizione 2016 della Giornata Mondiale del Malato. L’annuncio di Nazareth fa seguito a quello dato in Germania, nel santuario di Altötting, durante le celebrazioni svoltesi dall’8 al 12 febbraio scorso. Questa giornata è celebrata ogni anno a livello locale (diocesi e parrocchie) e in modo solenne ogni tre anni sempre nei pressi di un santuario mariano. Questa celebrazione realizza così un desiderio sostenuto dal Patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal. Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della XXIV Giornata Mondiale del Malato ha scritto che «mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che si prendono cura di voi».

Un anno abbracciati dalla tenerezza di Dio

di Graziella Fons

Nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, il giorno dell’Immacolata Concezione, la mamma di Gesù aprirà la «porta della misericordia» e ci inviterà a oltrepassare quella soglia per «sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Gesù prima di consumare nella sua carne mortale l’ultimo frammento di amore, nella persona di Giovanni, il discepolo prediletto, ha consegnato l’umanità redenta a Maria: «Donna, ecco tuo figlio»; da quel momento Maria Vergine partecipa all’azione misericordiosa del Figlio Risorto.

Wednesday, 18 February 2015 15:25

Un anno speciale per la vita consacrata

Il Vangelo vissuto è il terreno fertile dove fiorisce la speranza e risveglia il mondo

di p. Donato Cauzzo

Un lungo applauso si è alzato dagli oltre 120 superiori generali di ordini e congregazioni religiose riuniti, il 29 novembre 2013, attorno a papa Francesco in occasione del loro raduno annuale a Roma, quando hanno ascoltato il suo annuncio: «Ho deciso di dedicare un anno speciale, il 2015, alla vita consacrata!». 
Pur essendo del tutto inaspettato, questo annuncio raccoglieva l’attesa e la speranza che da tanto tempo i consacrati di tutto il mondo avevano in cuore: che la vita consacrata tornasse a risplendere nella Chiesa come una “perla preziosa” a volte troppo nascosta e spesso poco valorizzata e apprezzata. 
Saturday, 08 November 2014 11:24

«La scuola educa al vero, al bene e al bello»

Piazza San Pietro, 10 maggio 2014, le scuole cattoliche dal Papa

Papa Francesco ha voluto celebrare il mondo della scuola: in una piazza San Pietro stracolma, con oltre trecentomila persone, provenienti da tutta Italia, con cartelli, striscioni, bandiere colorate. Il raduno nazionale, intitolato significativamente «We care», era organizzato dalla Cei per sottolineare «il diritto di scegliere la scuola migliore per i propri figli, tra istituti pubblici e altre scuole paritarie, come quelle cattoliche». 
Nel suo intervento il Papa ha detto: "Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza.

Omelie da Santa Marta: il perdono

Il Vangelo dell’adultera perdonata ha dato lo spunto al Papa per spiegare cosa sia la misericordia di Dio. L’episodio è noto: i farisei e gli scribi portano a Gesù una donna sorpresa in adulterio e gli chiedono cosa farne, visto che la legge di Mosè prevedeva la lapidazione, in quanto peccato considerato gravissimo. 
 Agli accusatori della donna non importava l’adulterio, soltanto importava fare una trappola a Gesù! Di qui la risposta del Signore: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei!”.
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