Due Sinodi (2014 e 2015) voluti da Papa Francesco. La novità. Mai un Sinodo era stato preceduto da una consultazione di tutte le chiese del mondo. E qui si trattava di famiglia, matrimonio e sessualità, temi su cui al Concilio per decisione papale fu chiusa la discussione anche tra i vescovi. Dopo il Concilio il tema della famiglia ancora molte volte era stato affrontato, anche in un Sinodo dedicatogli e concluso con la “Familiaris Consortio” di San Giovanni Paolo II (1980). Tenendo conto di questo nel 2014 si poteva semplicemente rimandare al testo di San Giovanni Paolo II: conferma e avanti… Non è andata così…
L’emozione silenziosa del passaggio della statua ancora una volta si è ripetuta il 19 marzo scorso, quando dalla basilica del Trionfale, san Giuseppe è uscito per andare incontro alla gente, sempre tanta, crescente, numerosa. Cambiano i tempi ma non la fede nello Sposo di Maria e Patrono della Chiesa universale. Ai copriletti stesi ai balconi ed ai fiori si sono sostituiti i tantissimi telefonini, tablet, Ipad, che dalle finestre e dai marciapiedi passando il santo, cercavano lo scatto migliore. E non si immortala un momento se non per mostrarlo ad altri, come a dire: “vedete com’è stato bello?”.
Il pittore Marc Chagall ha scritto: «quando sto ultimando un quadro accosto alla tela un oggetto creato da Dio: un sasso, un fiore, una fronda o la mia mano, per una specie di prova del nove. Se il dipinto non stride di fronte ad una cosa che l’uomo non può fare, è valido. Se c’è disarmonia, non è arte». Alle radici della sua profonda umiltà, al termine della sua esistenza Bacciarini non ebbe la consapevolezza che la sua vita fosse stata un capolavoro, ma se ne accorse il suo popolo.
«O santa croce del vescovo, ignorata dal mondo, e nota solo a chi assorbe l’amaro assenzio che stilla dal suo tronco, io ti abbraccio una volta ancora e t’innalzo al cielo, affinché, per la virtù della croce di Gesù, tu sii pegno di salvezza per il popolo che Dio mi ha affidato». In queste parole pronunciate all’entrata in diocesi di Lugano dal venerabile Aurelio Bacciarini vibra la passione di quest’uomo che assume il ruolo del buon pastore e prende sulle sue fragili spalle la cura del suo gregge.