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«La piccola santa di casa nostra»

di Gabriele Cantaluppi

Ancora oggi, a dieci anni dalla morte avvenuta nel luglio 2003, Giovanna Spanu è considerata  dai fedeli della parrocchia dello Spirito Santo a Parma la “piccola santa di casa nostra”, vedendo in lei un modello e godendo i frutti della sua opera ancora presente in mezzo a loro, la “Piccola Comunità Apostolica”.
Poiché il papà era guardia di finanza, la famiglia dovette trasferirsi da Bidunì, frazione di Alghero (SS), dove Giovanna era nata il 9 dicembre 1955, a Roma e da lì, pochi anni dopo, a Parma. Il clima familiare era sereno e gli impegni scolastici buoni, ma  Giovanna provava nel cuore un senso di vuoto  e di tristezza, che si acuì nel periodo dell’adolescenza. Cercava di reagire impegnandosi in una squadra di pallamano, in cui era brava ed apprezzata, e nella professione di fisioterapista. Visse anche un’esperienza di fidanzamento, da lei stessa definito “bello e santo”.
Wednesday, 12 March 2014 16:40

Devozione a San Giuseppe di Giovanni XXIII

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Ad aprile la sua Canonizzazione

di Tarcisio Stramare

La devozione di Giovanni XXIII verso san Giuseppe non era intesa da lui semplicemente come una devozione “personale”. Egli, infatti, non solo la professava pubblicamente, ma all’occasione, fatto Papa, la seppe affermare con gesti concreti di fronte alla Chiesa, per fare comprendere a tutti che la figura e missione di san Giuseppe appartengono al mistero dell’incarnazione e della redenzione e, quindi, coinvolgono tutta la Chiesa. 
Nessuna meraviglia, dunque, che nella celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II san Giuseppe venisse ad occupare il suo giusto posto: “Oh, la invocazione; oh, il culto di san Giuseppe a protezione del Concilio Ecumenico Vaticano II! Venerabili fratelli e figlioli diletti di tutto il mondo: è a questo punto che noi desideriamo di condurvi, inviandovi questa Lettera apostolica giusto nel giorno 19 marzo, in cui nella celebrazione di san Giuseppe, Patrono della Chiesa universale, poteva venire alle nostre anime l’eccitamento a una ripresa straordinaria di fervore, per una partecipazione orante più viva, ardente e continuata alle sollecitudini della santa Chiesa, maestra e madre, docente e dirigente di questo straordinario avvenimento del Concilio Ecumenico XXI e Vaticano II, di cui tutta la pubblica stampa mondiale si occupa con interessamento vivo e con attenzione rispettosa”. 
Wednesday, 12 March 2014 15:58

San Giuseppe nelle omelie di Francesco

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“Vocazione del custodire”

 
Le circostanze della elezione di Papa Francesco hanno voluto che la Messa con l’imposizione del pallio e la consegna dell’anello del pescatore per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, coincidesse con la solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale, nonché onomastico di Papa Benedetto (Joseph Ratzinger). All’omelia, Papa Francesco racchiude nella “custodia” la missione che Dio affida a Giuseppe. Una pagina indimenticabile.
 

Uomo colto, dal grande ascendente, maestro e testimone di valori

di Gabriele Cantaluppi

Riferendosi a Giuseppe Lazzati, il cardinale Dionigi Tettamanzi riteneva che nella situazione odierna la Chiesa e la società avessero bisogno “di lasciarsi interpellare dalla sua testimonianza e riflettere sull’esempio che un fedele laico come lui è stato e ha voluto essere”.

Chi lo ha conosciuto lo descrive signorile nel tratto, senza però che le persone semplici provassero soggezione o titubanza nel trattare con lui. Il senso dell’amicizia lo rendeva attento ai bisogni altrui, così da rendersi anche presente agli avvenimenti lieti o tristi di quanti conosceva: cose, se si vuole, semplici e quotidiane, come una telefonata, un biglietto di auguri, il parlare “meneghino” nel dialogo con qualcuno che si esprimeva meglio in dialetto. Viveva quanto afferma la recente enciclica di papa Francesco sulla fede: “Il credente non è arrogante, al contrario, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi è essa che ci abbraccia e ci possiede”.

 

A pochi mesi dalla Canonizzazione del mai dimenticato

di Tarcisio Stramare

Il 25 gennaio 1959, a soli tre mesi dalla sua elezione al soglio pontificio, Giovanni XXIII indice il Concilio Ecumenico Vaticano II. Da dove ha egli attinto il coraggio per affrontare così “pacatamente”, ma decisamente tanto colossale impresa?

Egli ci apre “una finestra nel suo cuore” nella Lettera Apostolica “Le voci”, scritta il 19 marzo 1961, nella quale porge a san Giuseppe, “attraverso le voci e i documenti dei nostri immediati antecessori dell’ultimo secolo, da Pio XI a Pio XII, un serto di onore, in eco alle testimonianze di affettuosa venerazione, che ormai si sollevano da tutte le nazioni cattoliche e da tutte le regioni missionarie”.

di Graziella Fons

Papa Francesco pellegrino in Sardegna

Interminabile, luminosa e intensa è stata la domenica di settembre che ha visto papa Francesco pellegrino a Cagliari. Erano circa 400mila persone arrivate da tutta la Sardegna per salutare e ascoltare le parole di papa Francesco che ha voluto onorare il santuario mariano di Bonaria legato alla capitale argentina Buenos Aires, eco della «buona-aria» portata dai navigatori sardi nei secoli passati.

Thursday, 05 December 2013 15:37

Un comunicatore credibile di Dio

di Antonio Lovascio

Il cardinal Tonini

Per gli operatori dei media passerà alla storia come “il comunicatore di Dio”, perché ha lasciato sicuramente un segno nel nostro tempo, con il suo stile ed il suo eloquio inconfondibili - tanto apprezzati da Indro Montanelli ed Enzo Biagi – che abbiamo ammirato sulla grande stampa nazionale, su “Avvenire”  (lo considerava quasi una sua creatura) e nei talk-show della Rai.
Ma il cardinale Ersilio Tonini, morto qualche mese dopo il suo novantanovesimo compleanno (20 luglio), è stato anche un grande uomo di carità.  Questo esile “pretino di campagna” dalla solida cultura e dalla formazione di stampo pacelliano acquisite in seminario e alla Lateranense, piacentino come molti diplomatici vaticani di gran stoffa (Casaroli in primis), nato da una modesta famiglia di contadini, fino all’ultimo ha speso tutte le sue energie per testimoniare con vigore il Vangelo della solidarietà.

Thursday, 07 November 2013 14:57

Paolo VI. Trentacinque anni dopo

di Angelo Forti

Nella solennità della Trasfigurazione di trentacinque anni fa moriva Paolo VI dopo quindici anni di pontificato. Una stagione della storia della Chiesa assai complessa. Il Concilio ecumenico Vaticano II aveva aperto una diga di acque feconde. Giovanni XXIII era stato incaricato dallo Spirito Santo a una rinnovata incarnazione dello spirito di fede in un tessuto logoro. La Chiesa come istituzione era forte nella sua organizzazione, ma dopo la II Guerra mondiale aveva smarrito la sintonia con il respiro della gente; la Parola di Cristo non mordeva più la carne della storia umana, aveva perso il ruolo di bussola nell’orientamento del vivere quotidiano. La «strage inutile» della guerra, i campi di concentramento e di sterminio, il genocidio degli ebrei, degli zingari, degli handicappati e anche dei cristiani aveva acceso negli animi una domanda di fuoco: «Ma Dio dov’è?».

Thursday, 07 November 2013 14:39

Papa Francesco in Brasile elogia i nonni

Nella memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, papa Francesco ha fatto un grande elogio dei nonni di Gesù e ha indicato nei nonni un patrimonio di sapienza da non disperdere. «Quanto sono importanti nella vita della famiglia per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società! E come è importante l’incontro, il dialogo tra le generazioni, soprattutto all’interno della famiglia!».

Su un tema assai importante che sembra così lontano nella vita di un bambino, in questo ipotetico dialogo il nonno vuol indicare che i passi prima dell’ultimo passo sono assai importanti e conducono alla sorgente della gioia di vivere.

Thursday, 05 September 2013 13:41

Chi crede, vede

L’enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco scritta insieme a Benedetto XVI

di Angelo Sceppacerca

La luce della fede è il dono portato da Gesù. Lui è il dono; Lui è la luce. Inizia così la prima enciclica di papa Francesco che è anche – e non solo metaforicamente – l’ultima di Papa Benedetto.

Il nostro mondo, come quello pagano del tempo di Gesù, è “affamato di luce” e nessun altro sole è capace di “arrivare fino all’ombra della morte”, quando ogni uomo si chiude ad ogni luce. Invece a Marta, che piange la morte del fratello Lazzaro, Gesù dice: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Chi crede, vede. Tante sono le possibili obiezioni, oggi come ieri, nella presunzione di uomini che si sentono adulti e inappagati, al punto di paragonare la fede al buio, o al massimo relegandola nell’angolo fuori dalla ragione, pur sempre un salto nel buio, appunto.

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