di p. Guglielmo Camera, postulatore
Il Beato Conforti nasce a Casalora di Ravadese (paese a pochi chilometri da Parma, diocesi di Parma) nel 1865. Viene ordinato presbitero nel 1888. Nominato Vice Rettore del Seminario ancora prima dell’ordinazione presbiterale, in quest'ufficio rimase per vari anni, dimostrando notevoli doti di educatore, ma soprattutto edificando gli alunni con l'esempio di una vita santa e con la persuasiva parola della fede.
Nel 1894, viene nominato Vicario Generale della Diocesi di Parma e nel 1895 fonda l’Istituto Saveriano per le Missioni Estere. Nel 1902, a 37 anni, per volontà del Papa Leone XIII viene nominato arcivescovo di Ravenna, allora sede cardinalizia, rinunciandovi due anni dopo per motivi di salute.
Nel 1907 viene nominato da Pio X Vescovo di Parma, che reggerà per 24 anni. Nel 1928, visita i suoi missionari in Cina e nel 1931, 5 Novembre, a 66 anni, muore santamente.
Cent’anni fa nasceva Enrico Medi, uno dei protagonisti della lunghissima diretta tv durante la quale raccontò e commentò lo sbarco sulla luna di Neil Armstrong. Più avanti, ricordando quella memorabile notte, Medi scrisse: «Ore 4.56, 21 luglio 1969 dell’era cristiana. Tentenna il piede dell’uomo poi si abbassa… poggia sul suolo lunare… ecco vi lascia un’impronta: la firma dell’uomo. L’uomo è sulla Luna» (E. Medi, “La Luna ci guarda“, Roma, 1970, p. 79).
Il fisico e divulgatore Franco Gàbici - prendendo spunto dal volume di A. Gliozzo, “Enrico Medi, scienziato e credente” - commenta queste parole sul sito di Disf.com: «Quello specificare l’appartenenza all'“era cristiana” dell’anno di quella straordinaria impresa non fu certo una semplice annotazione temporale, ma la dimostrazione della Weltanschauung cristiana di un uomo di scienza che di fronte a un evento epocale intendeva ricordare che quell’importante successo della tecnologia umana non doveva far dimenticare la mano del Creatore. D’accordo, era pur sempre l’uomo “che compiva un primo passo”, ma quel passo gli era stato consentito dalle “leggi della fisica che Dio gli ha permesso di usare”.
«Dalla Gmg si torna diversi, sempre, e se uno ha voglia di dare un segnale alla propria vita, la Giornata è una grande occasione. «Iscrivetevi!»: l'esortazione arriva dal responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, don Nicolò Anselmi, con il quale il SIR ha fatto il punto sull'organizzazione della spedizione italiana.
A che punto sono i preparativi della spedizione italiana a Madrid?
"Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli. Ci siamo mossi per tempo attivando in modo particolare le diocesi che stanno raccogliendo le iscrizioni, programmando gli spostamenti e i trasporti. Tuttavia gli ultimi giorni, quelli a ridosso della partenza, saranno i più intensi e decisivi, per via delle iscrizioni in ritardo. Vorrei sottolineare, a tale riguardo, che il Comitato organizzatore spagnolo raccomanda di iscriversi quanto prima e questo per garantire la migliore organizzazione dell'evento. Organizzare per tempo significa anche evitare gli sprechi in considerazione dei non molti fondi ricevuti. Iscriversi subito, poi, giova anche alla preparazione spirituale".
Quanti saranno i giovani italiani? Si parla di 100 mila partecipanti...
Il pittore Marc Chagall ha scritto: «quando sto ultimando un quadro accosto alla tela un oggetto creato da Dio: un sasso, un fiore, una fronda o la mia mano, per una specie di prova del nove. Se il dipinto non stride di fronte ad una cosa che l’uomo non può fare, è valido. Se c’è disarmonia, non è arte». Alle radici della sua profonda umiltà, al termine della sua esistenza Bacciarini non ebbe la consapevolezza che la sua vita fosse stata un capolavoro, ma se ne accorse il suo popolo.
«O santa croce del vescovo, ignorata dal mondo, e nota solo a chi assorbe l’amaro assenzio che stilla dal suo tronco, io ti abbraccio una volta ancora e t’innalzo al cielo, affinché, per la virtù della croce di Gesù, tu sii pegno di salvezza per il popolo che Dio mi ha affidato». In queste parole pronunciate all’entrata in diocesi di Lugano dal venerabile Aurelio Bacciarini vibra la passione di quest’uomo che assume il ruolo del buon pastore e prende sulle sue fragili spalle la cura del suo gregge.
Morta ad Annecy nel 1690, Santa Margherita Maria Alacoque fu beatificata quasi due secoli dopo nel 1864 e canonizzata nel 1920, tanto da far dire ai promotori del processo di beatificazione che: “ci vogliono più formalità per far dichiarare un Santo, che per farsi santi”. La ragione di tanto ritardo sta nell' opposizione alla devozione al Sacro Cuore da parte dei giansenisti e di qualche gruppo cattolico. Ancora oggi la “grande promessa” rivelatale da Gesù non riscuote simpatia da parte di alcuni: “Ti prometto, nell'eccessiva misericordia del mio Cuore, che a coloro che si accosteranno alla sacra mensa per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, l'onnipotente amore del mio Cuore concederà il dono della penitenza finale: non moriranno in stato di peccato, né senza ricevere i santi sacramenti e il mio Cuore in quegli ultimi istanti sarà per loro sicuro asilo”.
La storia della sua conversione è stata narrata in un volume da lui stesso tradotto in francese “Journal d’un converti” (Parigi 1921), che va dal 1907 al 1911, quando il 24 febbraio, nella chiesa di San Medardo a Parigi riceve insieme con suo figlio il battesimo, prendendo egli il nome di Pieter Mathias e il ragazzo quello di Pieter Léon. Padrini sono due convertiti, Léon Bloy e Jacques Maritain.
La storia della sua conversione è stata narrata in un volume da lui stesso tradotto in francese “Journal d’un converti” (Parigi 1921), che va dal 1907 al 1911, quando il 24 febbraio, nella chiesa di San Medardo a Parigi riceve insieme con suo figlio il battesimo, prendendo egli il nome di Pieter Mathias e il ragazzo quello di Pieter Léon. Padrini sono due convertiti, Léon Bloy e Jacques Maritain.
Poche righe: la stampa di quel luglio 1902 riportava sommessamente la notizia dell’uccisione della giovane dodicenne Maria Goretti, avvenuta il giorno prima alla Conca di Nettuno. Solo il quotidiano romano “Il Messaggero” dedicava al ”brutale assassinio” un’intera colonna, sottolineando l’eroismo della giovane che aveva saputo resistere alle oscene proposte del ventenne Alessandro Serenelli. Anche la stampa cattolica mostrò atteggiamenti di riserbo, quando ancora nel 1939 il processo canonico stentava ad andare avanti perché “si tratta di un fattaccio così sconcio che non si ha il coraggio di mandarne la protagonista sugli altari”. Cose d’altri tempi: a noi oggi, abituati a ben altra cronaca, il sacrificio di questa giovane riporta agli Atti delle prime martiri dell’epoca cristiana.