Prima di tutto, Teresa afferma che la devozione a san Giuseppe l’ha custodita da altre devozioni meno opportune: «Io non fui mai portata a certe devozioni, che alcuni praticano. Invece presi per mio avvocato e patrono il glorioso san Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore» (Vita, 6, 6).
Prosegue poi affermando chiaramente di non aver mai pregato san Giuseppe senza essere stata ascoltata: «Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta» (ivi).
Ma qualcuno potrebbe obiettare che, al seguito di una mistica come santa Teresa, la preghiera a san Giuseppe viaggia verso tematiche e bisogni spirituali, forse alquanto lontani dalla vita concreta. Nient’affatto! È ancora lei, la Maestra del Carmelo, a raccontarci di aver chiesto e ottenuto una volta da san Giuseppe un aiuto monetario, quando stava costruendo il primo monastero riformato ad Avila, dedicato appunto a san Giuseppe: «Una volta, trovandomi in necessità e non sapendo a chi ricorrere per pagare gli operai, mi apparve san Giuseppe, mio vero padre e protettore, e mi fece comprendere che il denaro non mi sarebbe mancato, per cui non dovevo temere di andare innanzi. Così feci senza neppure un soldo e il Signore mi provvide in tal maniera che quanti lo seppero si meravigliarono grandemente» (Vita, 33, 12).
Certo, Teresa raccomanda di ricorrere al patrocinio di san Giuseppe anche per i bisogni della vita spirituale: «Chi non avesse maestro da cui imparare a fare orazione, prenda per guida questo Santo glorioso e non sbaglierà» (Vita, 6, 8). Lei, che è il Dottore della preghiera, indica in san Giuseppe un maestro in questo campo; c’è proprio da fidarsi!
Alla sua scuola l’altra Teresa, quella di Lisieux, ci testimonia la protezione di san Giuseppe come custode della virtù di castità: «Pregai anche san Giuseppe di vegliare su di me; fin dalla mia infanzia avevo per lui una devozione che si fondeva con l’amore per la Madonna. Ogni giorno recitavo la preghiera: “O san Giuseppe, padre e protettore dei vergini…”; perciò fu senza timore che intrapresi il mio lontano viaggio: ero protetta così bene che mi sembrava impossibile aver paura» (Storia di un’anima, manoscritto A).
San Giuseppe è certamente un modello eccelso di vita e a lui guardiamo per imitare le sue virtù. Potremmo però restare indirizzati prevalentemente alla sequela morale della sua vita, sulla scorta delle Litanie che gli attribuiscono una serie impressionante di esemplarità: «giustissimo, castissimo, prudentissimo, fortissimo, obbedientissimo, fedelissimo…». Tutte virtù morali proposte alla nostra imitazione…
Consideriamo san Giuseppe anche quale “provvido custode” nelle necessità materiali e spirituali e rivolgiamo a lui con confidenza le nostre povere e concrete richieste.