In seguito all’ennesima grazia ricevuta per intercessione di San Giuseppe, mi è sembrato doveroso comunicarlo anche a lei, caro direttore; se vorrà, potrà anche pubblicare questo scritto affinché possa portare speranza a chi da tanto tempo attende una grazia.
Premesso ciò racconto il fatto. Il mio secondo figlio Manuel si è sposato cristianamente il 13 agosto 2011 in una chiesa dedicata a San Giuseppe (e questo mi è parso subito un segno di particolare protezione); dopo poco la moglie è rimasta incinta ed ora è al quarto mese di gravidanza.
Il 20 dicembre (nella settimana di Natale) si è sottoposta agli esami prescritti e dall’indagine morfologica risultavano gravi problemi alla testa del bambino, tanto che la dottoressa, senza tatto e mezzi termini, istigava all’aborto in quanto, secondo lei, il bambino era condannato alla cecità e all’immobilità per tutta la vita. Questa terribile notizia caduta come una folgore a ciel sereno, ci ha fatto piombare il mondo addosso, ci ha tolto la gioia dell’imminente Natale e ci siamo sentiti schiacciati da quest’immenso dolore.
Però non ci siamo arresi. Mentre i genitori cercavano con urgenza di ripetere l’esame in un’altra struttura per verificare la fondatezza di quella terribile diagnosi, io e mio marito abbiamo pregato e fatto pregare in particolare San Giuseppe.
Dopo due giorni, il 22 dicembre, mio figlio e mia nuora sono andati in una struttura privata per ripetere l’esame e, con gioiosa sorpresa, gli è stato comunicato che il bimbo sta bene e che non c’erano motivi di preoccupazione. Può immaginare la gioia di tutti noi dopo giorni di lacrime, paure, terrore, angoscia.
Abbiamo subito ringraziato il Signore ed in particolare San Giuseppe che ci ha ascoltato. All’inizio ho parlato di “ennesima grazia” ottenuta per sua intercessione perché mi ha sempre esaudito in tutto quello che chiedevo con la preghiera, spesso con insistenza, del sacro Manto e con le novene (oltre che il rosario e la santa messa quotidiana).
Avrei voluto di volta in volta mandarle il resoconto particolareggiato di ogni grazia che ricevevo, ma mi è mancato il tempo, però ho sempre provveduto a manifestare la mia riconoscenza al caro San Giuseppe sostenendo ogni anno, specie in marzo, mese a lui dedicato, numerose vocazioni di aspiranti al sacerdozio. Non poteva mancare in questa ultima occasione il mio ringraziamento. La saluto con affetto fraterno.
Elvira
Sono abbonata alla vostra Rivista dal 1960 e ringrazio di cuore San Giuseppe per le tante grazie che ho ricevuto durante la mia vita.
Nei primi anni '50 mia nonna Seno Paola già era abbonata alla Santa Crociata e la trovavo in casa sua. Io, molto giovane, leggevo con simpatia e devozione.
Stucchi Iolanda
Carissimi amici della Pia Unione, con il cuore addolorato vi comunico la morte della nostra cara mamma Nuzzo Grazia, morta nel gennaio scorso dopo una lunga e dura lotta per vincere il male che l’aveva colpita; il Signore l’ha chiamata a sé. La mamma era molto devota di San Giuseppe ed ha avuto la grazia di morire di mercoledì, giorno dedicato al Santo. Lei pregava sempre San Giuseppe con il cuore e con tanta fede, come facciamo tutti noi in famiglia. Ora, nella ricorrenza della festa di san Giuseppe, io e mia sorella desideriamo ricordarla e inviamo, come ogni anno facevamo anche con la mamma, un pensiero per le vostre opere. Anche quest’anno distribuiremo in chiesa il pane benedetto, come atto di devozione e che anche la nostra mamma faceva; questo sarà il primo anno senza di lei. Pregate per lei e per tutti i defunti della nostra famiglia. Auguriamo a tutti di trascorrere una bella festa in onore del Santo. Viva San Giuseppe!
Giovanna Milazzo - Usa
Caro don Mario, colgo l’occasione del suo onomastico per ringraziare dell’iscrizione al suffragio perpetuo per Bruno; la famiglia ha apprezzato molto. Grazie anche per l’immagine con la preghiera a San Luigi Guanella, che recito tutti i giorni insieme al Sacro Manto. San Giuseppe, Gesù e la Madonna mi hanno tanto aiutata nel sopportare tutte le difficoltà e le situazioni dolorose, dandomi la forza di andare avanti con fede e con la loro grazia, perdonando i torti subiti. Le grazie che ho ricevuto in questo anno appena finito sono state di sollievo, serenità e gioia, vedendo la mia famiglia unita con un Natale sereno. Soffro un po’ per il fatto di non poter andare in chiesa per il mio stato di salute che non mi permette di camminare. Seguo la Santa Messa alla radio. Mi scusi se, non poche volte, l’ho importunata con le mie pene ma, fin dalla sua prima lettera, ho capito la sua bontà e la sua fede e la sua comprensione; le sue lettere e le sue preghiere mi hanno tanto aiutata e confortata. Attraverso il mensile ho potuto conoscere bene San Giuseppe e San Luigi Guanella e mi sono sentita meno sola, leggendo specialmente i suoi articoli: quanta fede! Mi congratulo con lei e ringrazio il Signore per averci fatto incontrare. Mi rammarica il fatto di non poter contribuire, come vorrei, alle vostre iniziative ma le mie possibilità economiche sono molto, molto limitate. Non manco però di pregare il Signore per lei e per la Pia Unione perché conservi tutti in salute e vi benedica per il lavoro e il bene che fate. Ancora un caro augurio per il suo onomastico. Con riconoscenza e stima.
Caterina,
Vertova (BG)
Gentilissima
e cara signora Caterina,
La ringrazio della sua lettera e delle sue parole che mi fanno arrossire, nella vita di ognuno importante è fare quello che il cuore suggerisce e la luce e l’energia divina le permettono di compiere: tutto è grazia, tutto è dono di Dio per il bene di tutti; importante è non seppellire i regali che Dio mette nelle nostre mani e nel cuore. Se tutti uomini e donne aprissero i loro scrigni ricolmi di regali come i petali dei fiori si schiudono alla luce e al calore del sole, avremmo un mondo stupendo inondato di gioia e dei colori dell’arcobaleno. Dio, comunque, semina i suoi tesori nell’anima delle persone umili e sorregge le sorti del mondo non con le azioni dei grandi della terra, ma con le correnti sotterranee della preghiera e delle buone azioni delle persone appassionate cercatrici di Dio. Lei come tanti altri iscritti alla Pia Unione fate parte di questo mondo sommerso di energia e di forza e di questo ringrazio la bontà misericordiosa di Dio. Anche da parte mia cerco di «aiutare Dio» a non essere dimenticato nel cuore degli uomini, per questo chiedo l’aiuto della sua preghiera.
Carissimo Direttore,
sono la figlia di una iscritta alla Pia Unione del transito di san Giuseppe da tanti anni.
Purtroppo la mamma ci ha lasciati sabato 7 gennaio 2012.Si era aggravata il giorno del santo Natale, poi ricoverata in ospedale per tutte le festività ed è spirata il giorno dopo l'Epifania.
Prima di lasciare questa terra, ha dovuto sopportare anche le sofferenze dello stare in ospedale, che lei non lo aveva mai provato in 85 anni della sua vita. Questo periodo è stato breve ma intenso, ma da lei sopportato con rassegnazione. Non è comunque mancata l'intercessione del Santo, che io ho pregato ed invocato tante volte in questo periodo, anche rivolgendomi a San Giuseppe presente nel presepe della cappella dell'ospedale e le ha fatto la grazia della buona morte, da lei tante volte invocata e chiesta, perché è spirata nel giorno di sabato, davanti ai suoi due figli e munita dei conforti religiosi. Questa è la nostra consolazione.
Lettera firmata
Caro don Mario,
mi rivolgo a Lei per una sentita preghiera perché possa fare una buona morte. Prego perché avvenga al più presto, dato che sono stanca del tipo di vita che da tanti, troppi anni sto vivendo, anzi, più che vita la chiamerei sopravvivenza. Sono sposata, con due figli e devo sopportare, per amore di madre, quanto di "cattivo" mio marito riesce a offrirmi. Prima mi dicevano che era giovane, inesperto e che quindi dovevo avere pazienza ora, con il sopraggiungere dell’età, ma per lo più di una malattia che lo costringe su una sedia a rotelle, si comporta male e devo avere pazienza per il suo stato di salute che lo rende a dir poco irascibile. Più che una moglie mi sono sempre sentita una serva, oggi ancora di più. Sola e orfana fin da piccola, mi sono sposata giovane illudendomi che la mia “nuova” vita potesse avere risvolti positivi, diversi da quelli che avevo fino a quel giorno vissuto. Economicamente non mi potevo lamentare e forse questo fatto è stato decisivo per mio marito nel scegliermi come moglie. E’ vero che il buon Dio mi ha donato due figli meravigliosi, oggi felicemente sposati, ai quali cerco di non far percepire il mio stato d’animo e il mio disagio familiare. Ho sempre lavorato e cresciuto i miei figli ma ora la stanchezza ha preso il sopravvento togliendomi le forze di andare avanti, tanto da invocare la morte come liberazione. Probabilmente commetto un grave peccato nel chiedere di addormentarmi per sempre ma le delusioni hanno fiaccato la mia fibra e probabilmente anche la mia fede. Chiedo perdono e preghiere.
Lettera firmata
Stimata e cara Signora,
potrebbe essere semplice per chi vive lontano dalla sua situazione esprimere parole di comprensione, ma la sofferenza del fratello diventa il nostro dispiacere, è, quindi, necessario ancorare il nostro soffrire a una motivazione illuminata da una speranza. La motivazione nasce dalla nostra fede in Dio che ci ha chiamato a esistere in questa stagione della storia, facendoci incontrare delle persone e affidandoci una missione da compiere. La missione più bella e consolante è quella di essere una madre con due splendidi figlioli, frutto del suo amore e fonte della sua consolazione. Allora mi pare che sia doveroso rispecchiarsi in questa positiva realtà con animo grato a Dio. L’altra faccia della medaglia è la sua condizione di disagio e di difficoltà nei confronti di suo marito. E’ l’aspetto più difficoltoso nel quale dobbiamo ritrovare la profondità delle radici della nostra fede da cui nasce e s’irrobustisce la capacità di amare. Quando davanti a Dio e alla comunità cristiana vi siete uniti in matrimonio lei e suo marito avete deciso di condividere tutto nella buona e nella cattiva salute. Anche con l’aiuto della nostra e sua preghiera auspichiamo che lei possa scorgere nel buio della sua sofferenza un germe di benedizione che Dio le ha riservato anche in questa situazione difficile e penosa. Dobbiamo chiedere a Dio che nella sua buona volontà possa far risuonare la beatitudine che San Paolo mette sulle labbra di Gesù: «C’è più gioia nel donare che nel ricevere». Gesù dall’alto della Croci può dire al Padre: «Perdona loro non sanno quello che fanno».
Rev.do don Carrera,
desidero ringraziare per due grazie ricevute. La prima riguarda San Giuseppe, che mi ha ascoltata ottenendomi la grazia del buon esito degli esami, molto particolari, in seguito a brutti disturbi di mia figlia. Anche verso di me, aiutandomi in questioni morali in famiglia, sia per problemi di salute. La seconda riguarda San Luigi Guanella, che ho pregato con la reliquia sul cuore perché dovevo fare il controllo alla tiroide che mi spaventava molto. È andato tutto bene a gloria di Dio.
Lettera firmata
Reverendo e caro don Mario,
è mio desiderio rinnovare l’abbonamento alla bella, gradita rivista “La Santa Crociata”, ricca di notizie e tanti spunti per la meditazione e la preghiera e che, puntualmente ci arriva dalla nostra cara e amata Italia, da Roma, dal Santuario del nostro caro protettore San Giuseppe. Grazie anche per il calendario.
Con l’avvicinarsi delle feste natalizie San Giuseppe è più presente, più sentito nelle nostre famiglie e per diversi giorni possiamo pregarlo, insieme con Maria e Gesù, nella povera capanna di Betlemme.
Purtroppo in questo periodo si ravviva in noi anche il dolore per la perdita di nostra figlia Maddalena, salita al cielo il 24 dicembre 2003, vigilia di Natale. Può ben capire lo stato d’animo nel periodo natalizio! Non abbiamo mai perso la fede.
San Giuseppe ci aiuti nella vita quotidiana e protegga la nostra famiglia. Il Signore aiuti tutti voi della Pia Unione e doni al mondo intero la pace. Tanti e cari saluti.
Lucia Giglio – Windsor, Canada
Cara Signora Lucia,
la ringrazio dei suoi sentimenti nei nostri confronti che ci aiutano a servire la fede, la speranza e la carità con maggior generosità ed entusiasmo. Comprendo la sua sofferenza nel sentirsi rinnovato il dolore per la perdita di Maddalena, ma Gesù è sceso dal cielo affinché noi potessimo salire in cielo ed essere abbracciati dalla paterna bontà di Dio e vivere accanto a lui in comunione di grazie e di luce con tutti i nostri cari.
Rinnovo gli auguri e prego che il 2012 sia un anno ricco di serenità e di luce.
Carissimo Padre,
sono una signora di 71 anni e mio marito Giuseppe è abbonato alla vostra rivista da tantissimo tempo. La nostra vita non è facile da quando la salute di mio marito è peggiorata. Ora ha perso la parola, ma si rende conto delle cose e cerca di farsi capire. Lo scorso mese ho pregato tanto San Giuseppe e prima della fine della novena ha avuto un notevole miglioramento. Ogni giorno siamo in ansia e ogni giorno mi metto nelle mani di San Giuseppe e mi rimetto alla volontà di Dio. Che San Giuseppe ci protegga così come assista la famiglia del badante che mi aiuta e benedica un sacerdote missionario che prega per mio marito e che lo ammira molto per la sua capacità di sopportare. Pregate per me, per avere sempre forza fisica e morale. Grazie.
Mirella – Ventimiglia
La testimonianza di chi crede in Gesù ci sostiene nella fatica di accettare la scommessa sull’esistenza.
Caro Signor Direttore, mia mamma, che si chiama Agnese, è da anni abbonata alla vostra rivista ed è molto devota a San Giuseppe, da Cui ritiene di aver ricevuto una grazia, che qui espongo brevemente, e che sarebbe felice di farvi sapere. E' successo che il 17 aprile scorso, appoggiando malamente un piede, se lo è rotto; ma nella caduta ha invocato S. Giuseppe di non farle rompere le protesi che ha ad entrambe le anche, o sarebbe stata una cosa irreversibile e sarebbe finita sulla sedia a rotelle. E così è stato: non solo, non ha avvertito nulla alle anche, ma anche la rottura al piede era "composta" e non ha dovuto subire un'operazione, che a 78 anni di età e con una gravissima osteoporosi non è facile né bella da sopportare. È andato tutto bene e in meno di 4 mesi mia mamma ha camminato come prima. Dovrà sempre stare attenta, però desidera molto fare presente a Voi che secondo lei ha ricevuto una grazia da San Giuseppe, e anche secondo la famiglia. Saremmo lieti che lo pubblicaste, grazie.
Raffaella
Reverendo e caro don Mario, anch’io voglio rendere testimonianza delle tante grazie che San Giuseppe e la Vergine Immacolata mi hanno concesso. Benché io sia completamente sola, non avendo famiglia né parenti, su questa terra, ho ricevuto aiuto insperato e ottima assistenza durante una gravissima malattia, che mi stava portando a morte certa: la pleuro pericardite. Non solo sono guarita, ma in seguito, ho ricevuto grazie su grazie e il Signore ha riempito la mia vita. Per questo, per la seconda volta, invio come segno di ringraziamento e di lode al Signore, l’offerta per una borsa di studio in onore della Santa Famiglia. Dato che la lettera inviata lo scorso anno non vi è mai giunta, questa volta faccio una raccomandata e la prego di volermi ricordare nella sue preghiere. San Giuseppe, che prego tutti i giorni col Sacro Manto, voglia teneramente stringermi al suo cuore paterno e ospitarmi sempre nella sua Santa Famiglia. Un grazie di cuore.
Stefania Meloni - Cagliari
Cara Signora Stefania,
la voglio ringraziare anche pubblicamente per la sua generosità, ma soprattutto per la sua testimonianza di fede e per la sua grande fiducia nella bontà di Dio che veglia su di Lei come una madre può vegliare su una sua creatura. Nei momenti bui della mia vita mi è sempre stata di consolazione l’espressione del profeta Isaia quando afferma che Dio ha disegnato sul palmo della sua mano la nostra fisionomia affinché non si dimenticasse di noi. Il palmo della mano è la parte del nostro corpo che gli occhi vedono con maggior frequenza. Questa mano carezzevole di Dio è presente in un modo misterioso, ma costante, a volte non ce ne accorgiamo, ma quando il nostro cuore è attento e sensibile avverte questa presenza e subito si fa lode e la vita è riempita di beatitudine.
Approfitto di questa risposta che purtroppo dobbiamo lamentarci della disfunzione delle Poste, ormai sono tantissime le persone che lamentano di aver spedito a noi la corrispondenza che non è mai giunta. Abbiano avvertito un calo pauroso di corrispondenza e contemporaneamente un coro di lamentale come se noi lasciassimo inevase le lettere in arrivo.
Reverendo don Mario,
spero stia bene. Unita ad alcuni membri delle Pia Unione, le invio un’offerta per la grande celebrazione che si svolgerà il 23 ottobre prossimo, quando Papa Benedetto XVI proclamerà Santo il caro Don Luigi Guanella. Ritengo personalmente che sia fuor di dubbio la santità di don Guanella, così come quella dell’amato papa Giovanni Paolo II, ora beato. Di Don Guanella so quanto è stato pubblicato sul vostro giornale ma la sue opere parlano per lui, a gran voce; tutto è immagine del suo grande cuore di padre e del suo smisurato amore per i poveri, emarginati e disabili, quelli, per intenderci che la società dell’epoca riteneva rifiuti e non persone. Leggo con tanta gioia il giornale che mi arriva puntualmente e che mi dona tanta serenità. Vorrei essere un uccello per poter volare a Roma, in Piazza San Pietro, per questa importante celebrazione ma, purtroppo, una serie di difficoltà non mi permetto di realizzare questo desiderio. Pregherò di certo! Con questa offerta vorrei anche che fossero offerti fiori e candele a San Luigi Guanella nel giorno della sua canonizzazione. Pace e bene a tutti! Cordialmente
Giuseppina Antidormi – Canada
Cara e affezionata signora Giuseppina,
è stata davvero una consolazione leggere la sua lettera e sentire questa partecipazione corale alla gioia singolare di vedere proclamato santo il nostro Fondatore. Benedetto XVI ha proclamato don Guanella profeta della carità, difensore dei poveri, testimone dell’amore di Dio per le persone ferite nella vita, lo ha indicato alla Chiesa universale autentico modello di santità, una santità fatta di grande amore nella piccole cose quotidiane; è un esempio di santità possibile a tutti.
Un seme di questa santità possibile è presente anche in Canada, le suore di don Guanella, infatti, esercitano un’azione caritativa a Vancouver, quindi, la sua gioia ha potuto avere anche un sapore casalingo. Don Guanella non aveva distinzione e diceva proprio alle sue suore in partenza per gli Stati Uniti: «Tutto il mondo è patria vostra», ogni uomo, ogni donna di ogni continente è fratello e sorella. La nostra preghiera aiuti tutti a sentirsi fratelli attenti ed efficaci nel servire i bisognosi.
Reverendo Direttore,
sono devota a San Giuseppe da moltissimi anni! Ho quattro figli, oggi sono anche bisnonna e nel corso della mia vita, nei momenti duri, incidenti, malattie, contrarietà mi sono sempre rivolta con fede al Signore confidando fiduciosamente nell’intercessione di San Giuseppe. Sono stata esaudita e oggi ho la gioia di avere una famiglia unita. Vi ringrazio particolarmente per l’assiduità con cui mi inviate la rivista, prima in Marocco e ora in Francia dove risiedo attualmente. Invio una mia offerta per le iniziative della Pia Unione e ringrazio anche per gli auguri per il mio onomastico. Un cordiale saluto a Lei e ai collaboratori della Pia Unione.
Pizzitola Pasqua
Castelnau Le Lez, Francia
Stimata e cara Signora Pasqua,
anche la sua lettera, è una pennellata di internazionalità e di testimonianza che l’intercessione di San Giuseppe non ha confini, egli comprende ogni lingua soprattutto conosce quella dei bisognosi e dei sofferenti. Con lei, per mezzo dell’intercessione di San Giuseppe, lodo Dio e lo ringrazio per le consolazioni e le gioie di cui gode lei e la sua famiglia, soprattutto, il conforto – ai nostri tempi tanto raro - dell’armonia familiare, dell’affetto e del rispetto tra diverse generazioni.
Dio riempia la sua vita e quella dei suoi cari con tanto benessere fisico e spirituale.
Sono tanti anni che ricevo e leggo La Santa Crociata, ottenendone sempre un senso di pace e di speranza. La mia vita è stata piena di dolori e sofferenze, dalla morte di mio marito tanti anni fa, a un tumore, a problemi di lavoro e altro ancora, ma sono arrivata fin qui, ho cresciuto mia figlia, che si è laureata e sposata. Ho un nipote meraviglioso, che è la ricompensa di tutto ed è anche l'unico motivo che mi fa ancora amare al vita e desiderare di viverla vicino a lui e per lui.
Nei momenti più bui ho chiesto aiuto a San Giuseppe e in qualche modo, anche incomprensibile, deve avermi aiutato e sorretto, se sono arrivata fin qui.
Ma adesso tutto sembra crollare perchè mia figlia, che ha sempre abitato a fianco a me, si trasferirà ed io non potrò più avere il mio piccolo Daniele vicino, ridere e piangere, soffrire e gioire con lui e per lui. Sarebbe troppo lungo spiegare perchè questa separazione sia così dolorosa: sono storie di famiglia delicate e spinose, che annoierebbero solamente, di cui io attribuisco la colpa alla mia consuocera e a mio genero, forse sbagliando.
Io vorrei che tutto si risolvesse per il meglio per mia figlia e la sua famiglia, per la mamma di mio genero e per me. Ci possono essere tante soluzioni diverse da questa e che possono accontentare tutti e forse essere l'inizio di nuovi e più sereni rapporti.
Ho pregato tanto San Giuseppe: lui sa di cosa ho bisogno, ma le mie preghiere non sono bastate.
Adesso vi chiedo di pregare per me San Giuseppe: lui sa cosa fare. Aiutatemi. Mio marito Dionisi Daniele, defunto, mia figlia Alice, mio nipote Daniele ed io siamo già sotto la protezione di San Giuseppe, ora vorrei che anche mio genero Canzio Venturi fosse iscritto alla Pia Unione.
Ringrazio per il tempo e la pazienza, spero nelle vostre preghiere.
Patrizia Bucci - Rimini
Carissmo Direttore, sono una iscritta alla Pia Unione del transito di San Giuseppe. Con tanta gratitudine vorrei ringraziare il mio protettore San Giuseppe che ascolta sempre le mie preghiere e continuamente sostiene e guida i miei due figli nelle difficoltà.
Il 19 ottobre p.v. mia figlia si laurea in Medicina e invece di fare le bomboniere vorrebbe donare una offerta a San Guseppe, vorrei saper come fare.
Grazie.
Francesca - Catanzaro
Carissima Signora Francesca,
che bella gioia leggere la sua lettera; con Lei ringrazio Dio per l’intercessione di San Giuseppe e prego che possa continuare a sorridere nel cammino della sua lunga vita. Nobile sono anche i confetti per festeggiare la laurea di sua figlia; prego che la fatica dei suoi studi sia sempre al servizio del benessere fisico e spirituale degli ammalati.
Istintivamente suggerisco la gioia di un pranzo per i poveri nella giornata della canonizzazione di don Guanella.
Sul prossimo numero della nostra rivista leggerà dell’iniziativa di poter regalare un pranzo a tutte le persone povere che vivono all’ombra della carità dell’Opera don Guanella in particolare nei paesi poveri.
Ho calcolato che un bel pranzo (che comprenderà la cena e anche i pasti del giorno successivo) possa essere offerto con 3 euro.
Se vuole aderire a questa iniziativa: «Un pranzo affinché nessuno sia solo» veda lei. (v. art. pag. 21)
Mi sembrerebbe una laurea con i «fuochi d’artificio» con gli occhi luminosi dei poveri privi di tutto, ma ricchi di un sorriso riconoscente.
Caro Direttore,
ha detto il sacerdote nell’omelia della Santa Messa della festa di Maria Vergine Assunta in cielo: «Gli unici che sono in Cielo con il loro corpo sono Gesù e Maria Santissima».
Io sono da sempre nella convinzione che in cielo con anima e corpo siano in tre con San Giuseppe. Da tenere presente che non c’è niente, ma proprio niente, che documenti, attesti la immacolata concezione di Maria, e tanto meno che parli della sua assunzione al cielo. Lo attestano solo i dogmi della nostra fede, e se a questi non si crede, non si è cristiani.
Dunque credo fermamente che nel tempo verrà riconosciuto che anche San Giuseppe e in cielo con il corpo diventato come quello di Cristo come lo abbiamo visto agire dopo la Risurrezione. La storia della Redenzione inizia con due personaggi indissolubilmente legati: Maria Vergine e San Giuseppe suo legittimo sposo. Questi per divina rivelazione accetta di stare unito alla sua sposa anche se ella porta in grembo un figlio del quale lui non è padre...
San Giuseppe è presente alla nascita di Gesù, ne è suo protettore e salvatore da sicura morte, se non organizza e conduce Maria e Gesù in Egitto. Assicura loro la vita in quel paese straniero essendone valido sostegno. Così è quando torna a Nazareth dove non solo protegge e sostiene ma insegna anche un mestiere a Gesù che sarà autosufficiente con la sua mamma sino all’inizio della sua vita pubblica quale Messia.
San Giuseppe quando ha svolto eroicamente e santamente la sua missione terrestre di padre di Gesù e protettore della Sacra Famiglia, viene portato in cielo anima e corpo. Dunque non si parla nel Vangelo della morte di San Giuseppe e di Maria Santissima per il semplice fatto che la morte terrena come la intendiamo noi, loro non l’hanno mai provata. Così dicasi del silenzio evangelico sulla tomba della Madonna perché non è mai stata seppellita. E il Vangelo tace pure sulla sepoltura di San Giuseppe perché non è mai avvenuta.
Se San Giuseppe fosse sepolto in terra, le pietre stesse griderebbero: è qui! Ma queste sono silenti perché San Giuseppe è in cielo anima e corpo.
Sappiamo della perfezione di Dio che non rompe una unità da Lui creata, e non crea divisioni e disparità di valore dall’uno all’altro. Quindi non è disunità la Sacra Famiglia in cielo: non sono due più uno; egualmente tutti e tre vi sono con anima e corpo.
La Chiesa nella sua divina sapienza sa della grandezza e santità di San Giuseppe e tra tutti i suoi grandi santi lo ha eletto suo Protettore. Niente è dunque contro la fede il pensare alla sua Assunzione in Cielo. Io credo a questo, e un sacerdote mi ha detto che in merito è una devozione personale, ma non è peccato.
Gianbusto di Nomadelfia
Caro Amico,
lei abita in una cittadina, dove il nome stesso lo dice la «fraternità è legge» e, quindi, dove l’amore e la condivisione sono il motore di tutto. è spontaneo pensare che Gesù abbia riservato al suo papà «terreno» quello che ha riservato alla sua Mamma, Maria. Come lei è stata assunta con quel corpo che ha dato la carne a Gesù, così San Giuseppe che ha alimentato e istruito quel corpo a vivere la vita degli uomini abbia a godere della stessa sorte di Maria la sua amabile sposa.
Questa supposizione non è nuova, già San Bernardino da Siena (1444) nella sua predicazione diceva: «Si deve piamente credere, non però assicurare, che Gesù abbia onorato con uguale privilegio la sua Santissima Madre e il suo Padre putativo. Come fece salire al cielo gloriosa in corpo e anima Maria santissima, così il giorno della sua risurrezione, unì pure con sé nella gloria San Giuseppe. Come la sacra Famiglia, formata da Cristo, la Vergine Maria e Giuseppe, visse insieme una vita laboriosa e amorosa, così è giusto che ora nella gloria dei cieli, regni insieme con corpo e anima». Accanto a San Bernardino ci sono stati anche altri santi che hanno sostenuto questa convinzione.
Non è un dogma di fede, e nessuno ci può impedire di coltivare questa convinzione che la «trinità terrestre» possa vivere accanto alla Trinità santissima con la loro carne glorificata.
Auguri e continui a vivere la «nomadelfia», come modello di vita cristiana.
Gentilissimo Direttore, siamo Pasquale e Anna, originari di Partanna, in provincia di Trapani e siamo residenti da più di 40 anni a New York, in U.S.A.
Il 27 marzo scorso, in collaborazione con parenti e amici, abbiamo allestito l’altare e la tavolata di San Giuseppe in casa nostra. Insieme all’offerta raccolta tra coloro che hanno partecipato, invio alcune foto della tradizionale iniziativa, dove potrà vedere l’impegno e la cura di mani abili “siciliane” nel formare il pane nelle diverse figure e forme. Potrà notare alcuni particolari simboli di San Giuseppe: la sega e il martello; i sandali e la palma. C’è poi il simbolo dell’ostensorio con il SS. Sacramento, due colombe e le iniziali JMG, Gesù, Maria e Giuseppe. Alla benedizione della tavolata erano presenti 110 persone, fra adulti e bambini e le pietanze che avevamo preparato per questa occasione sono state sufficienti per tutti.
Pasquale e Anna Fasitta
New York, USA
Reverendo don Mario, Le scrivo per lamentare l’invio non regolare della rivista “La Santa Crociata”, rivista cui tengo molto, riscontrando nella stessa livello culturale e contenuti di elevato rango. Ritengo sia la rivista di maggior spessore comparandola con altre riviste del territorio campano in cui vivo, in cui la diffusione di giornali di estrazione cattolica, a cadenza mensile, rappresenta una realtà consolidata.
Antonietta
Associati alla Pia Unione da tantissimi anni, Gina e Giorgio di Decimomannu (Cagliari) hanno celebrato il loro 60° anno di matrimonio quest’anno. Hanno voluto inviarci una loro foto ricordo.
San Giuseppe conceda loro e alla numerosa famiglia serenità e gioia.
Caro Don Mario, come sa la mia piccoletta, Camilla, è nata e sta bene. Ringrazio la Pia Unione per le preghiere che di continuo sono state fatte per questa nascita e per la mia situazione.
Grande gioia mi ha dato la notizia che il mio vestito di nozze che avevo inviato alla Pia Unione sia stato dato alle detenute del carcere di Milano che ne trarranno un introito economico per i loro lavori.
Mi restano ancora tante preoccupazioni per il nostro futuro di famiglia legate a situazioni economiche, ma la gioia che viene dalla vita di fede ci incoraggia a non perdere la speranza.
Ancora tanta gratitudine,
Luigia
Carissima,
alla gioia per la nascita di una nuova vita, c’è il tuo bel gesto di generosità con la mano della Provvidenza che ci ha guidato alla cooperativa delle carcerate di San Vittore e a Milano. Qualcuna vestirà il tuo splendido abito da sposa e gli angeli custodi della tua famiglia loderanno Dio e gioiranno per questo bel gesto che ti fa onore.
Gentile direttore,
sono uno dei tre figli del Sig. Elia Milano, iscritto di lungo corso alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe. Lo scorso 1° marzo, purtroppo, il mio amatissimo papà è venuto a mancare. Il Signore lo ha chiamato a se al termine di una lunga e sofferta malattia. Una malattia subdola e dagli effetti invalidanti, che lo ha costretto a vivere buona parte dei suoi ultimi due anni seduto in poltrona e con una sempre più limitata autonomia motoria.
Nella città natale di Lamezia Terme egli è stato, per diversi lustri, stimatissimo Priore della Confraternita dell’Immacolata Concezione, alla quale è affidata la cura del culto della vetusta Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, ubicata nel cuore del centro storico. In tal veste, si è adoperato, oltre ogni misura, per rendere sempre più decoroso quel Sacro Edificio: il ripristino delle cappelle laterali (una delle quali è dedicata proprio al glorioso San Giuseppe), la realizzazione in marmo dell’altare conciliare principale e del pavimento della navata centrale, il restauro interno ed esterno della Chiesa, sono alcune delle iniziative da lui promosse e tenacemente sostenute sino alla fine. Particolare zelo ha, poi, speso nella cura delle festività principali dell’8 dicembre e del 19 marzo, precedute da appositi novenari di preparazione. Uomo di preghiera quotidiana, ogni volta che era possibile, riusciva a coinvolgere mamma e noi suoi figliuoli nella recita del Santo Rosario. Nel ringraziare il Signore per il dono della sua esistenza e per l’autentica e luminosa testimonianza di fede e pratica cristiana, generosamente e continuamente offerte, Le chiedo la cortesia di iscrivere il nome di papà nel registro dell’Unione Suffragi e di continuare ad inviare la rivista alla mia mamma, presso l’indirizzo indicato nella lettera.
Con sensi di stima e di cordialità,
avv. Arturo Milano (per e-mail)
Stimatissimo e chiarissimo avvocato, la ringrazio della sua cortese e cara lettera che testimonia che nel mondo accanto a tanti furbetti ci sono molte persone che sanno vivere con dignità e a testa alta i valori civili accompagnati dalla fede in Dio Padre di misericordia.
C’è da sperare e pregare la bontà,di Dio che continui a seminare nei solchi della nostra storia creature nobili dai sentimenti grandi e generosi. Le mando per posta la tessera di iscrizione del papà al Suffragio perpetuo e le assicuro la mia preghiera per il papà Elia e anche per i suoi familiari.
Reverendo Padre Carrera,
sono un’anziana ospite della Casa di Riposo Villa Celeste, ho compiuto da poco 89 anni, e questa è una delle tante grazie che il nostro grande Santo ha voluto regalarmi.
Ero tanto in pena per una giovane carissima amica ammalata di cancro al pancreas. C’era poco da sperare in una guarigione ma, né io né la sua famiglia ci siamo arresi perché tutto è possibile a Dio. Ci siamo affidati alla Vergine Maria e al suo Sposo Giuseppe, abbiamo pregato tanto con tutto il cuore e siamo stati esauditi.
Nel giorno dedicato alla Madonna di Loreto, ho avuto da Bologna, dove la mia amica Angela è stata ricoverata, la lieta notizia che l’intervento chirurgico era andato bene e che lei era in via di guarigione. Grazie Vergine Santa, grazie S. Giuseppe; già una volta avete fatto guarire mio figlio anche lui colpito da tumore e ora sta bene.
Non finirò mai di ringraziarvi e parlare dei vostri prodigi con chi mi è vicino, malati e anziani, che spesso sono scoraggiati e magari imprecano, ma il Signore vede e perdona.
Caro Padre Mario, faccio fatica a scrivere ma questo dovevo farlo. La ringrazio per “La Santa Crociata” che è diventata per me un’amica che da 35 anni, puntualmente, ricevo e mi consola. La saluto cordialmente, affezionatissima.
Floriana Paolucci, Rosora (AN)
Caro Direttore,
da alcuni anni sono iscritta alla Pia Unione e ricevo La Santa Crociata in onore di San Giuseppe e lo prego con assiduità. Però, devo dire che, in passato non sono stata mai devota di questo grande Santo fino a quando, per caso, appresi della pia pratica del S. Manto da un libretto di preghiere di una mia amica. Cominciai a recitarlo con devozione per una mia particolare intenzione. Dopo alcuni anni cominciai ad ottenere risposta alle mie preghiere e da allora ho scelto San Giuseppe come mio particolare avvocato presso Dio.
Sono venuta a conoscenza anche della preghiera della novena in onore del Santo e con questa preghiera l’ho invocato in altre due occasioni: per un mio problema di salute e perché mia figlia ottenesse il trasferimento dato che lavorare a Roma gli comportava grosse problematiche per la famiglia, avendo anche due bambini piccoli. Soltanto dopo tre giorni dall’inizio della preghiera è giunta la notizia del trasferimento. Ora sto pregando San Giuseppe per ottenere che mio figlio ritorni a Dio e si riaccosti ai sacramenti.
Sono sicurissima – senza presunzione – che il caro San Giuseppe mi esaudirà anche questa volta, sia perché la causa è giusta sia perché Egli è un intercessore magnifico presso Dio. Pregate per le mie intenzioni. Grazie, beneditemi.
Tufano Maria – Nola, Napoli
Gentilissimo Direttore,
sono un vostro iscritto e abbonato dal 22 novembre 1996,. Leggo sempre con piacere la rivista mensile che voi mi mandate. Vi scrivo per parteciparvi che il 26 agosto prossimo, a Dio piacendo, io e mia moglie Regina celebreremo i nostri 60 anni di matrimonio, qui a Decimomannu, dove io, ferroviere, fui trasferito nel 1948 da Gorizia a causa della perdita dei territori della Venezia Giulia. Qui mi trovo bene, qui abbiamo messo al mondo i nostri quattro figli, ed ora ho dieci nipoti e sei pronipoti e altri due sono in arrivo. Niente di speciale, siamo una coppia di anziani, io nel luglio prossimo compirò 85 anni, mentre la mia cara Regina (Gina) ne compirà 79 ad agosto. Le chiedo di ricordarsi di noi due anziani pregando che ci assistano dal cielo San Giuseppe, Don Guanella, che sarà proclamato Santo il 23 ottobre, e la Beata Chiara. Purtroppo, non ci muoviamo più da casa perché i vari acciacchi della vecchiaia limitano i nostri spostamenti. Meno male che abbiamo la nostra parrocchia a due passi da casa.
Giorgio Talmassons – Decimomannu, Cagliari
Spett.le redazione, desidero portare a conoscenza dei lettori la mia testimonianza circa la grandezza, la bontà e l‘infinita misericordia di Dio attraverso l’eccelsa figura del grande San Giuseppe. In tutte le prove difficili della mia vita, come pure i momenti di sofferenza, il ricorrere alla sicura e potente intercessione di San Giuseppe mi ha donato sempre amorevole conforto e provvidenziale soccorso. Ogni qual volta tutto sembrava essere perduto e credevo che non vi fosse più nulla da fare, e quando ancora mi pervadeva quella terribile sensazione di impotenza, ecco che inspiegabilmente si è fatto concreto e proficuo l’aiuto di Dio attraverso l’intercessione di San Giuseppe.
Tutte le volte che mi sono rivolto al Santo, chiedendone grazia e protezione, sono stato sempre esaudito, sebbene sia un peccatore e la mia fede, a volte, si fa sbattere come una canna al vento.
Il consiglio che voglio dare a tutti i lettori, soprattutto a quelli che sono in condizioni difficili o vivono momenti di sofferenza fisica, morale o spirituale, è quello di ricorrere alla preghiera, quale strumento potente ed efficace per mettersi in comunione con Dio e ricevere pace e serenità; chiedendo, a questo proposito, l’aiuto di San Giuseppe.
Ricorrete a lui, aiutandovi specialmente con la preghiera del “Sacro Manto” e sarete esauditi nelle vostre domande. San Giuseppe non fa preferenza alcuna tra gli uomini; di grande o poca fede, giusti o peccatori, la sua santità e magnificenza sovrasta sempre i limiti e le caducità umane. Ringraziandovi anticipatamente formulo i più fervidi voti augurali per una continua evoluzione e diffusione della vostra rivista.
Vincenzo Franciosa -
Francavilla Fontana, Brindisi
Dopo la morte di mio padre, tanto devoto di San Giuseppe e abbonato alla rivista, che penso già in paradiso con i Santi, ho continuato io questa tradizionale devozione di famiglia, sicura di avere sempre Qualcuno a cui rivolgermi. Ho avuto tante tragedie e difficoltà, personali e di famiglia, ma anche tante gioie e tante grazie dal Signore, rimettendomi sempre alla sua divina volontà. Ultimamente ero preoccupata per mio genero, che se pur laureato, non riusciva a trovare un lavoro, nonostante la sua buona volontà. Dopo tante porte chiuse lo scoraggiamento ha preso il sopravvento nel suo animo. Che cosa fare? A chi rivolgerci più? Ho pensato allora, con fede e speranza, di iniziare la preghiera del Sacro Manto. Non avevo ancora terminato i trenta giorni previsti da questa pia devozione che mio genero è stato convocato per diversi colloqui con buone possibilità per un lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare San Giuseppe, la Vergine Maria e Gesù per una grazia ricevuta alcuni anni fa, per la quale non avevo ancora ringraziato, per una situazione che avrebbe potuto sconvolgere la mia vita e tutta la mia famiglia. Invio una modesta offerta, piccolo pensiero che vuole essere un segno della mia devozione a San Giuseppe. Vi ringrazio e pregate per noi.
S.P.
Carissimo Direttore, sono una giovane mamma, con tanta gratitudine desidero esprimere il mio sentito grazie e la mia riconoscenza al carissimo “amico e protettore” San Giuseppe che mi ha sostenuta in momenti un po’ difficili, concedendomi anche tre grazie particolari. Ogni giorno mi rivolgo a lui perché ho ancora tanto bisogno del suo aiuto per la mia giovane famiglia e per tanti amici. Mentre continuo a pregare, diffondo con convinzione la devozione a questo grande Santo e protettore. Desidero pubblicare queste mie poche righe perché tante persone sappiano che S. Giuseppe è potente, ci fa aspettare ma non ci abbandona. Grazie!
Z. M.
Egregio direttore,
con grande gioia ho appreso che il giorno 23 ottobre Don Guanella sarà proclamato Santo insieme a Mons. Conforti, perchè sono legata ad entrambi.
Mons. Conforti perchè sono di Parma, mia mamma ha ricevuto la Cresima da Lui e si è sempre ritenuta una sua miracolata, perchè durante un'operazione effettuata in casa (era il 1947), senza anestesia, ha stretto tra le mani un guanto di Mons. Conforti che le aveva dato una suora e tutto è andato per il meglio.
Sono legata a Don Guanella perchè i miei nonni materni sono venuti da Campodolcino ad impiantare distillerie in pianura padana, di cui una a Parma e la mia bisnonna era una Bianchi parente della mamma di don Luigi.
Da sempre tutta la mia famiglia è legata alla famiglia guanelliana ed è stata iscritta alla "Pia unione del transito".Prima mia nonna Acquistapace Vener Maria, mia mamma Vener Nidi Rosa, mia sorella Nidi Mazzoli Irma, tutte decedute, ma assistite da San Giuseppe ed ora sono iscritta con mio marito: Valenti Maria e Marco.
Dopo la riunione del concistoro del 21 febbraio sono andata a parlare con il Vescovo di Parma Mons. Enrico Solmi e sono venuta a sapere che conosceva poco Don Guanella. Allora gli ho procurato una copia di una biografia del santo di Mario Sgarbossa, e i depliants del Santuario del Sacro Cuore di Como. E' stato molto contento, perciò, sono a chiederle di inviare la Santa Crociata sia a lui che alle suore carmelitane, perché molte di loro, anche se sono solo in 17, sono originarie di Lecco e Como e conoscono le opere di don Guanella.
Mi scusi per le chiacchiere e grazie di tutto.
Maria Nidi Valenti
Carissima Maria,
altro che chiacchiere, è una bella gioia sentire le sue notizie e anche godere della parentela con don Guanella. Si dice che i figli maschi prendono molto dalla mamma e allora la santità di don Guanella è il frutto della grazia divina e anche del DNA della sua antenata Maria Bianchi, la mamma di don Luigi.
Sarà mio dovere inviare al Vescovo la nostra rivista che, già dal numero di aprile contiene un inserto su don Guanella e delle splendide foto della sua terra natale. La ringrazio delle belle notizie, le auguro ogni bene e per l’intercessione del Santo Guanella e mons. Conforti Dio la benedica e le dia gioia di vivere.
Carissimo don Carrera, come promesso all’amato San Giuseppe, do testimonianza del Suo aiuto.
Dall’aprile del 2009 il mio fidanzato ed io eravamo disoccupati. Tranne qualche giornata di lavoro e decine di domande e curriculum spediti, non capitava nulla. All’inizio del 2010 pregai il Sacro Manto e la Novena all’amato Santo, ma ancora non succedeva nulla. Anzi! La situazione sembrava peggiorare, con momenti ancora più bui e tristi come la morte di mio suocero al quale il mio fidanzato era molto legato. Poi, quando meno ce l’aspettavamo, il 3 febbraio scorso è arrivata una telefonata dal comune di Cagliari ( dove viviamo ) e la bella notizia che il mio ragazzo era stato assunto per un anno! Non le posso descrivere la nostra felicità! Inoltre, dopo le visite mediche di routine, ha iniziato a lavorare il 19 febbraio, proprio un mese prima della festa di San Giuseppe! Vorremmo ringraziare di cuore il Signore e la Madonna per questa grazia e San Giuseppe che mai si dimentica dei suoi figli. Come segno di ringraziamento, col primo stipendio, intendiamo dare una piccola offerta per una giornata di pane. Se possibile gradirei che questa lettera sia pubblicata per dare speranza a tante persone che si trovano nella nostra stessa situazione. La saluto cordialmente e la ricordo nelle mie preghiere.
Angelica Comunale
Reverendo Don Mario,
ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per la mia offerta, e desidero farle sapere che il suo invito a leggere "La Santa Crociata" è puntualmente esaudito, da più di cinque anni, conseguentemente alla perdita tragica di mia sorella che era abbonata e della quale ho mantenuto l'impegno, portando al mio indirizzo la rivista. Le dirò di più, ritaglio ogni volta la preghiera particolare che vi si riporta, e molte di esse sono state proposte in occasione di incontri di ritiro con il nostro Arcivescovo. Sono la responsabile dell'Ufficio scuola della diocesi di Campobasso/Bojano per tutto ciò che riguarda gli insegnanti di religione di nomina diocesana e per quelli interni alla scuola (dell'infanzia e primaria) che sono disponibili ed idonei ad impartire tale insegnamento. Inoltre, leggo anche le traduzioni laterali ad ogni pagina, perché amo le lingue, e ne riporto anche utilissime indicazioni sul come effettuare una traduzione sintetica, che non tradisca l'interezza dell'articolo a cui si riferisce. Probabilmente, in occasione del prossimo Natale utilizzerò qualcuna delle immagini della rivista a corredo di alcune mie poesie, indicandone chiaramente la provenienza: sono molto significative sia sul piano artistico che del messaggio che portano.
Nella mia casa materna, mia nonna viveva ogni anno la festa di San Giuseppe con la tradizionale tavolata, in cui ospiti d'onore erano tre persone povere - un bambino, una donna ed un uomo - rappresentanti la Sacra Famiglia. E puntualmente, il 17 febbraio iniziava, sotto la direzione di mia madre, il mese di San Giuseppe, seguito dal mese di maggio, da quello del Sacro Cuore, poi del Preziosissimo Sangue e, a ottobre, ancora per Maria e a novembre per i morti. Partecipavano tante persone, in prevalenza del vicinato, e queste esperienze fanno parte della mia personale storia di formazione. Sono convinta che San Giuseppe, come si addice alla sua umiltà e al silenzio che ha connotato la sua vita, dovrebbe essere maggiormente conosciuto. Qualche anno fa, seguendo Radio Maria, ascoltai la presentazione di un libro su San Giuseppe, scritto da un medico, il Dr. Donna: attratta dalla poeticità del testo, lo comprai immediatamente e letteralmente lo divorai. Ne ho poi regalato una ventina di copie: a sacerdoti e a persone che portano il nome di questo Santo, in occasione dell'onomastico, ma anche a chi non si chiama Giuseppe, come il mio parroco di allora e il vicario del Vescovo.
Linetta Mazzilli
Caro don Mario Carrera, sono iscritto alla Pia Unione da una decina di anni, leggo e ricevo volentieri la vostra rivista. Le scrivo per ringraziare San Giuseppe per la grazia ricevuta nel maggio scorso. Mi sono recato a un controllo medico, spinto da mia moglie, per la frequenza cardiaca elevata nonostante non avessi alcun malore. I medici mi hanno trattenuto per quattro giorni per accertamenti e visita coronarica a cui è seguito l’intervento chirurgico, andato benissimo, per l’applicazione di tre bypass. Mi sono affidato ovviamente a S. Giuseppe e anche il post operatorio e la riabilitazione necessaria è andato benissimo. Volevo comunicarle che il 1 maggio prossimo, ricorre il 10 anniversario del monumento a San Giuseppe da me realizzato nel 2001 e del quale la vostra testata aveva dato notizia a pag. 14 del numero di ottobre 2001. Ora accanto a questo farò realizzare una colonna con la dedica che non avevo potuto mettere dieci anni fa: “Dedicato a San Giuseppe che veglia sul mondo del lavoro”. Sarà mia premura inviarle una foto a colori dell’avvenimento. Mentre ringrazio S. Giuseppe le chiedo preghiere per un amico scomparso di recente e per un altro mio caro amico che due anni fa si era recato nell’ambulatorio per il vaccino antinfluenzale e i giorno successivo è entrato in coma e a tutt’oggi è ancora lì, steso sul letto, immobile. Vorrei che pregassimo per alleviare a lui, alla moglie e alla famiglia questa sofferenza.
Lettera firmata
Egregi Signori,
ho avuto occasione di essere ospite della Vostra struttura […] dal 24/08/2010 allo 08/09/2010 per una neoplasia polmonare in stato avanzato.
Da venticinque anni la mia professione (lavoro per una società che commercializza prodotti per laboratorio di analisi) mi ha costantemente portato a contatto con la sanità italiana, sperimentandone giorno dopo giorno il lento e costante declino sotto molteplici aspetti.
Inefficienza, degrado, opportunismo, qualunquismo, superficialità, arroganza, arrivismo sono solo alcuni degli aggettivi che mi sento di utilizzare per descrivere quanto ho vissuto in questi anni ogni qualvolta ho messo piede in un laboratorio pubblico o ho avuto a che fare con l’amministrazione ospedaliera.
La malattia che mi ha colpito in modo così subdolo ed improvviso a soli cinquantuno anni mi ha offerto la possibilità di sperimentare una sanità diversa.
Nel reparto in cui sono stato ricoverato ho trovato personale medico qualificato, sempre pronto e disposto a dare risposte in modo esauriente e garbato a pazienti e parenti di qualunque ceto ed estrazione culturale. Il personale infermieristico, seppure palesemente sottorganico, si è prodigato a tutte le ore per alleviare i disagi della malattia sempre con cortesia e sorriso. Gli allievi infermieri con l’entusiasmo e la forza propria dei giovani hanno portato ogni giorno un vento di serenità a tutti noi ammalati. I servizi offerti dal personale ausiliario hanno reso la degenza più simile ad un soggiorno alberghiero che ad un ricovero ospedaliero.
Ed infine un’efficienza generale superlativa (sono stato sottoposto ad una RMN al cranio alle 18.30!). Tutto ciò mi rende felice e speranzoso non solo perché la sanità italiana può funzionare in modo diverso, ma soprattutto perché l’Italia tutta può essere migliore.
Di fronte allo sfacelo della vita pubblica di questi ultimi giorni, sapere che esistono persone come tutti Voi dà una grande forza morale e spirituale a chi come me è stato colpito dalla malattia.
Ma non solo!
Senza alcuna retorica, mi sento di affermare e sottoscrivere che Voi siete la parte migliore di questo Paese. Voi siete quell’Italia che tutti noi cittadini vorremmo e meriteremmo di avere, a dispetto della vuota retorica che tutti i giorni siamo costretti a sentire dai politici di turno. Non so se riuscirò a sconfiggere il male che mi ha colpito, ma sono certo che con Voi il nostro Paese, a cominciare dalla sanità, potrà essere migliore.
Grazie ancora di tutto per ciò che siete e che fate.
Con riconoscenza
Questa lettera è stata scritta da Ernesto, un altro giovane cooperatore guanelliano dopo un’esperienza assai impegnativa in un ospedale romano, dove accanto a casi dolorosi di mala sanità, c’è anche un segreto tessuto di buone relazioni.
Ernesto ha vissuto con impegno la sua vita cristiana, ha motivato la sua fede in Gesù con una tesi sulla visione antropologica di don Guanella.
Ernesto è stato chiamato ad entrare nel Regno dei giusti nei mesi scorsi e dall’alto ci guarda per aiutarci a vivere la nostra esperienza di fede con fiducia e serenità.
Dio non abbandona mai nessuno.