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Luoghi e famiglia

Luoghi e famiglia (6)

Martedì, 12 Aprile 2011 15:17

La lettera che non c'è

{flv}Lalettera{/flv}

Giovedì, 07 Aprile 2011 13:23

Raccolta video

Questi video sono l'eredità preziosa, scoperta e vissuta come il segreto dei segreti: l'amore del prossimo. Nei volti, nelle storie c'è una notizia che racconta un Vangelo vivo, rivoluzionario, capace di rovesciare le cose: rendere sorgente di amore quello che 'normalmente' è buttato, nascosto, seppellito.

Le immagini raccontano come l'amore del prossimo rende preziose delle esistenze considerate inutili, dannose, problematiche, scartate.

Dicono ancora che le fragilità  umane sono state abbracciate da don Luigi Guanella e da coloro che, ancora oggi, rendono vivo il suo carisma.

I video, quindi, non sono una campagna pubblicitaria dei Servi della carità o delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, ma un invito a ricercare le orme che guidano alla scoperta della perla preziosa del Vangelo.

Guarda la collezione

di Enrico Ghezzi


Le parole del Concilio Vaticano II sull’educazione dei figli da parte dei genitori - «Tocca ai genitori creare in seno alla  famiglia quell’atmosfera vivificata dall’amore e dalla pietà verso Dio e gli uomini» (Conc. Vat. II, Gravissimum educationis, 3) - sono il frutto di una lunga riflessione e sperimentazione della santità di tante nostre famiglie che con l’esempio e la saggezza biblica hanno cresciuto figli destinati da Dio, alla santità. All’inizio di quell’evento straordinario di grazia, che fu il Concilio, c’era un uomo carico di luce e di bontà,  Papa Giovanni XXIII, manifestazione di vita evangelica, coltivata in famiglia da due santi genitori contadini. Non diversamente da quanto è avvenuto nella famiglia Guanella.
L’ambiente e l’habitat della famiglia ci definisce in modo determinante. Come comprendere gli eroi o i santi? Nessuna persona, uomo o donna è quello che è diventato da adulto, senza fare riferimento alle radici della sua infanzia e adolescenza. La storia di don Bosco, del Cottolengo, di don Guanella, di don Orione o di Papa Giovanni  XXIII, sono il frutto dell’ origine popolare, semplice, contadina o operaia delle loro famiglie. Se penso a Giovanni XXIII, nella sua altissima dignità di Papa, si portava con sé lo sguardo dolce e forte, contadino e sapiente dei suoi santi genitori, degli zii, dei preti che avevano collaborato con sacrificio e santità alla sua formazione. Il ‘Papa buono’, lo chiamerà il popolo.

di Giacomo Martina

Accanto alle riforme attuate da Pio IX per il ripristino di una completa vita comune negli antichi istituti religiosi e per una più facile dimissione (con l'introduzione dei voti semplici prima di quelli solenni nel 1857), assistiamo al proliferare vivissimo delle nuove fondazioni, soprattutto femminili: 183 nel solo Ottocento in Italia! Fino ad allora la vita religiosa femminile era strettamente legata alla clausura (secondo la costituzione apostolica Circa pastoralis di Pio V del 1566). Ora invece la donna si consacra con i voti semplici, è realmente «religiosa» (anche se il riconoscimento giuridico arriverà solo nel 1900 con la costituzione apostolica Conditae a Christo, e questo salverà le nuove congregazioni dalla soppressione) e si dedica alla scuola e all'assistenza.

 

Martedì, 05 Aprile 2011 12:59

La famiglia di don Luigi Guanella

di Domenico Saginario

A Luigi Guanella, tramite la sua famiglia, giunse l’eredità solidale della sua gente. In quel tessuto sociale vi entra e vi comunica con tutto il suo essere, ne assume la situazione, ne viene segnato. Per essere compreso a fondo, sarà necessario tener conto di questa sua radicale appartenenza alla gente di montagna, alla famiglia Guanella e, più in particolare, a quella di Pa’ Lorenzo e di Mamma Maria Bianchi.
C’è consistenza in Pa' Lorenzo, robusto di fisico e di spirito, che infonde sicurezza, stabile e forte come una montagna; e dolcezza nella mamma Maria.
Don Attilio Beria ha tracciato una sintesi dell'influenza, diversa e complementare, dei due genitori: «...Luigi Guanella... trascorse infanzia e fanciullezza coltivato dalla mano rude del padre, tipica figura dell’alpigiano di quei posti, e da quella dolce della madre, una creatura di quelle che vivono sulla terra senza allontanarsi dalla loro casa, inosservate, ma che ci riempiranno di stupore quando leggeremo la storia del nostro mondo scritta da Dio. Soave quanto il padre fu severo, umile, forte di Dio, essa ha salutato sulla porta dell'uscio, e avviato per il mondo tredici figli, più d'uno dei quali, forse, degno di essere venerato come santo».

Martedì, 05 Aprile 2011 12:56

In casa Guanella

di Angelo Forti

Chi incomincia ad avere i capelli brizzolati ricorda il film di Ermanno Olmi L’albero degli  zoccoli. Il titolo del film nasce da un episodio di povertà. Il ragazzo, che deve fare sei chilometri al giorno per andare a scuola, un giorno torna a casa con i calzari rotti. Non ci sono soldi per un paio nuovo, allora il padre taglia un albero di pioppo per ricavarne un paio di nuovi. Il padrone della terra si accorge del furto e lo licenzia costringendolo ad emigrare in un altro paese, dove per amore viene accolto dai parenti. In quella famiglia viveva il nonno Anselmo, un anziano ingegnoso e saggio contadino. Anselmo è un anziano molto amato dai bambini ed è il continuatore della cultura popolare, fatta di proverbi e filastrocche, ingegnose astuzie che si tramandano oralmente di generazione in generazione.