Due giorni dopo ci fu un matrimonio a Cana, una città della Galilea. C'era anche la madre di Gesù, e Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. A un certo punto mancò il vino. Allora la madre di Gesù gli dice: «Non hanno più vino» (Gv 2, 1-3)
Il vino. Credo che sia una delle realtà più vicine ai nostri ricordi, alla nostra vita; senza vino non si mangia, almeno dove non siamo ancora – diciamo così – definitivamente rovinati da certa modernità tutta tecnica e artificiale, anche nel mangiare e nel bere. Ricordo che quando ero bambino il vino compariva a tavola soltanto una volta la settimana, la nostra lunga tavola in cui eravamo seduti tutti insieme con papà e mamma, e quella volta alla settimana che compariva ce n'era un «goccettino» per uno, ed era un segno della festa.
Può capitare qualche volta anche a noi di incontrare qualcuno che ci guarda in faccia appena e ci parla come se ci conoscesse da sempre. Ci accorgiamo di essere di fronte a lui come un libro aperto. Ecco. Qualcosa del genere dev'essere capitato quel giorno a Natanaele: si è accostato a questo figlio del falegname di Nazaret, falegname anche lui, ma con un senso di diffidenza, perché Nazaret era un paese che non godeva buona fama. Doveva essere un paese - chissà? - abbastanza anonimo e di gente poco istruita, o altro... «Può essere che il Messia venga da lì?». Meglio diffidare.