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Pia Unione del Transito di San Giuseppe

Pia Unione del Transito di San Giuseppe (6)

San Massimiliano Kolbe 

di Maurizio Schoepflin

«Una mattina stavo scavando il letame da una fossa per portarlo nei campi. Arrivò una guardia con un cane e domandò al prigioniero che riceveva il letame e lo buttava fuori perché ne caricasse così poco, e senza dargli il tempo di rispondere cominciò a bastonarlo e ad aizzargli contro il cane, che lo morse ripetutamente. Ma l’altro se ne stava calmo, senza lasciarsi sfuggire un lamento. In tedesco disse anzi di essere un sacerdote, il che fece andare in bestia l’aguzzino, che lo colpì ancor più duramente.

Pia Unione del Transito di San Giuseppe

di Alfonso Crippa, superiore generale dei Servi della Carità

Tra le eredità più belle ricevute dal santo Fondatore certamente dobbiamo considerare l’iniziativa dell’istituzione della Pia Unione del Transito di San Giuseppe per invocare la sua protezione in favore dei morenti.

Possiamo dire che questa intuizione rappresenta la maturità del suo impegno caritativo, volendo abbracciare la povertà umana, materiale e spirituale, nel momento più serio della vita, in cui ognuno di noi ha bisogno di sentire la vicinanza fisica, affettiva e

spirituale nel compiere il grande passo che ci apre a una nuova vita.

Mercoledì, 21 Dicembre 2016 13:55

Volto rinnovato di un'opera antica di carità

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La sede della Primaria Pia Unione

«La felicità non va inseguita, ma è un fiore da cogliere ogni giorno, perché essa è sempre attorno a noi. Basta accorgersene». Stupore e meraviglia sono le ali della gioia. Anche gli ambienti della sede centrale della Primaria Pia Unione del Transito di san Giuseppe stanno fiorendo di colori sia per onorare san Giuseppe e sia per offrire ospitalità ai pellegrini che transitano in quest’oasi per immagazzinare energie vitali per vivere nelle loro case un clima di serenità come riflesso della casa di Nazareth.

Venerdì, 22 Febbraio 2013 16:25

Centenario della Pia Unione

100 anni di preghiere e di sostegno

di suor Tecla

Domenica 17 febbraio si è aperto ufficialmente il Primo  centenario della Pia Unione del Transito di San Giuseppe.
La Pia unione  venne fondata da S. Luigi Guanella con l’approvazione e il sostegno del Pontefice Pio X per due scopi ben precisi:
Promuovere e divulgare ovunque il culto di San Giuseppe , Patrono universale della Santa Chiesa e Patrono dei morenti
Unire ilmaggior numero di sacerdoti e fedeli in una crociata universale di
preghiere ed opere buone  a favore dei morenti.

Il Giubileo che stiamo celebrando vuole riportare alla luce questi due scopi principali e rilanciare con più forza la pregnanza spirituale e carismatica di questo grande dono di aiuto  a tutti coloro che invocano San Giuseppe come padre di Gesù e Sposo di Maria e ora protettore di coloro che si sentono bisognosi di sostegno non solo nel corso delle vita terrena, ma soprattutto alla stretta finale della nostra esistenza.

Mercoledì, 09 Marzo 2011 13:41

Apostolato

Chi arriva a Roma sosta sempre almeno per un attimo di raccoglimento davanti all’Altare della Patria, davanti al monumento del Milite ignoto. Ai fianchi del braciere sempre fiammeggiante, vegliano, ventiquattro ore al giorno, due militari come guardie d’onore ai caduti per la Patria. 
Anche per gli iscritti alla Pia Unione del Transito di San Giuseppe c’è la possibilità di essere guardie d’onore per San Giuseppe. Non si veglia davanti ad un morto, ma davanti a chi ha svolto un ruolo assai importante per il bambino Gesù e la Madonna e che ora intercede per tanti fratelli giunti al traguardo dell’esistenza.
In questa iniziativa gli iscritti alla Pia Unione decidono di impegnarsi per un’ora al giorno o alla settimana o al mese a stare in compagnia  di San Giuseppe nell’offrire atti di amore e di solidarietà affettiva ai morenti e a chi lotta nella vita.
In quest’ora non si tratta di stare in ginocchio o in preghiera, ma di innestare un’intenzione particolare nel lavoro o nelle faccende, in modo che siano compiute con quell’intensità di attenzione di  amore che avrebbe impegnato San Giuseppe nella sua vita a Nazareth. Una mamma, che sia a casa o al lavoro, pensa spesso ai propri figli. Così è anche per l’ora  nostra: si inizia con una piccola preghiera e la si conclude con un’invocazione a San Giuseppe. Le modalità di adesione, semplicissime, sono indicate su una pagellina che inviamo agli associati che vogliono impegnarsi nel consacrare la propria ora di bontà e solidarietà verso i morenti.
Il servo di Dio, il professor Giorgio La Pira, il “sindaco santo”, sosteneva - e lo ripeteva spesso – che le preghiere e le buone azioni, anche se silenziose o nascoste, non solo salgono a Dio, ma scendono nelle correnti sotterranee della storia umana per riscaldare le radici della storia stessa e così far maturare frutti di bontà, di pace e di giustizia.
I lettori che desiderano  iscriversi all’Ora di San Giuseppe  possono inviare alla Pia Unione  la loro adesione indicando, ovviamente, nome e cognome, l’ora (dall’ora… all’ora…) che quotidianamente, settimanalmente o mensilmente intendono dedicare ad onore di San Giuseppe, tenendo desta l’attenzione a favore degli agonizzanti.
Da parte nostra invieremo la pagellina, in cui saranno indicate l’ora scelta, la preghiera iniziale e quella finale.

Mercoledì, 11 Ottobre 2006 00:42

Chi siamo

L'anima e il cuore del Beato Luigi Guanella

Luigi Guanella, negli anni 1905-1908, passando per il Quartiere Trionfale, per recarsi al Ricovero per anziani aperto da lui a Monte Mario, pensò di costruire una chiesa che potesse diventare un centro di elevazione religiosa e morale in quel Rione popolare allora tanto povero, dove il senso religioso era assente.
Una chiesa dedicata a S. Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono delle famiglie e dei lavoratori, quale esempio e protettore delle famiglie cristiane.
San Giuseppe, dopo una vita di sacrifici dedicata interamente alla sua santa famiglia, morì confortato da Gesù e da Maria: una morte, la sua, veramente beata, che lo ha consacrato come il più potente e pietoso Patrono dei morenti.
Innumerevoli sono, infatti, le chiese che hanno un altare o un quadro dedicato al pio Transito di S. Giuseppe.
Per questo, Don Guanella, che tanto si era preoccupato delle sofferenze fisiche degli handicappati, degli orfani e degli anziani, pensò anche agli agonizzanti, e volle dedicare la nuova chiesa appunto al Transito di S. Giuseppe, per mantenere vivi nei fedeli il pensiero e la preghiera in favore dei morenti di ogni giorno.

Un grande gesto di amore per l'ultima frontiera della vita


L'opera che maggiormente manifesta e contraddistingue la preoccupazione del nostro Beato per la salvezza delle anime è dunque la Pia Unione del Transito di S. Giuseppe per la salvezza dei morenti. Significativa quella aggiunta "... per la salvezza dei morenti": una precisazione che dice tutto!
Salvare le anime! Questo dunque era il suo ideale. Ora, fra tutti gli istanti della vita, quello dell'agonia decide sicuro della salvezza eterna: se l'uomo muore nell'amicizia di Dio, tutto è guadagnato per sempre, se invece, in quell'istante supremo, non è in pace con Dio, tutto è
perduto per sempre. Certo: la Misericordia divina è infinita, ma la salvezza delle anime è legata, oltre che ai meriti infiniti di Cristo Salvatore, anche alle preghiere.
Don Guanella, sapendo che nel mondo ogni giorno muoiono centinaia di migliaia di persone, e conoscendo la potenza della preghiera che ottiene tutto dal Cuore di Dio, pensò quindi di organizzare come una grande santa Crociata di preghiere da parte di tanti fedeli per implorare da Dio, tramite l'intercessione di S. Giuseppe, Patrono dei morenti, la salvezza delle anime che fossero in maggiore pericolo.
Fu così che, sotto gli auspici di S. Pio X, venne eretta la Pia Unione del Transito di S. Giuseppe, approvata canonicamente con Decreto del Card. Respighi il 17 febbraio 1913 ed elevata poi a dignità di Primaria, vale a dire con la facoltà di erigere a sua volta Filiali della Pia Unione presso altre Nazioni e chiese nel mondo (Breve Apostolico del 12 febbraio 1914).
Da quell'anno 1914 si assiste ad una grande diffusione di questa particolare Opera di spirituale carità, anche perché il pensiero di soccorrere i morenti con la preghiera era allora molto sentito presso il popolo cristiano (si era, infatti, negli anni della prima sanguinosa guerra mondiale)