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La famiglia

La famiglia (11)

Sabato, 09 Giugno 2018 13:59

La famiglia nella sua concretezza

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L'Amoris laetitia

di don Nico Rutigliano

L’atteggiamento che papa Francesco ha assunto nei confronti della famiglia è quello di camminare vicino alle famiglie con sguardo amorevole. Egli guarda alla famiglia con uno stile tipico di chi abita la famiglia e usa un linguaggio fatto di metafore ed esempi tratti dalla vita quotidiana. 

La esortazione apostolica Amoris laetitia è molto concreta e capace di affrontare una questione spinosa e di grande attualità: la realtà della famiglia e le sue sfide.

Egli guarda alla famiglia così com’è. Non alla famiglia ideale, ma alla famiglia reale. Non un modello astratto, ma la realtà concreta, fatta di bellezza e di criticità, di esaltazioni e di ferite. Non uno stereotipo, ma un mosaico fatto di grandi differenze che compongono qualcosa di unico. La famiglia è imperfetta e nella sua imperfezione sta anche la sua possibilità di aver bisogno degli altri, il suo desiderio di affidare le proprie difficoltà e incertezze ad una mano che la sorregga, la protegga e la aiuti. 

Venerdì, 06 Aprile 2018 10:16

Accompagnamento

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L'Amoris laetitia

di Nico Rutigliano

Se l’aereo perde velocità, va in stallo. Per prendere quota, il pilota inesperto tende a puntare il muso verso l’alto: risultato è che l’aereo precipita. Bisogna invece puntare verso il basso. 

Quando nella famiglia si tende a salvarsi da soli, è il fallimento. Il ruolo dell’accompagnamento, allora,  è decisivo, non solo importante.

Sabato, 17 Marzo 2018 16:34

L'Amoris laetitia interpella la pastorale

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di Nico Rutigliano

L’’esortazione apostolica Amoris laetitia è nata da lavori sinodali, cioè dall’impegno dei vescovi radunati in sinodo, fin dal 2013, quando si è notato un modo nuovo di procedere: un tema scelto dal Santo Padre sviluppato in due sinodi, con allegato un questionario. Con questo modo di lavorare insieme, la collegialità è diventata sinodalità. 

Dal primo questionario è nato l’instrumentum laboris, discusso nella Assemblea straordinaria dei vescovi. Il segretario speciale per tutti e due i sinodi è stato monsignor Bruno Forte. Per volere del Papa, durante l’assemblea è stata adottata la lingua italiana: altra novità, in quanto nel passato si usava il latino. Nei circoli minori invece, si è parlata la lingua madre dei padri sinodali. L’instrumentum laboris è fatto di tre parti: le sfide, la vocazione, la missione della famiglia; ed è stato affidato ai lavori del secondo sinodo della famiglia.

Sinodo sulla famiglia

di Gianni Gennari

Due Sinodi (2014 e 2015) voluti da Papa Francesco. La novità. Mai un Sinodo era stato preceduto da una consultazione di tutte le chiese del mondo. E qui si trattava di famiglia, matrimonio e sessualità, temi su cui al Concilio per decisione papale fu chiusa la discussione anche tra i vescovi. Dopo il Concilio il tema della famiglia ancora molte volte era stato affrontato, anche in un Sinodo dedicatogli e concluso con la “Familiaris Consortio” di San Giovanni Paolo II (1980). Tenendo conto di questo nel 2014 si poteva semplicemente rimandare al testo di San Giovanni Paolo II: conferma e avanti… Non è andata così…

Mercoledì, 17 Dicembre 2014 13:42

Nonni: mamme e papà due volte

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Il Papa alle generazioni in un cammino solidale

La domenica precedente all’apertura del Sinodo speciale sulla pastorale della famiglia e l’evangelizzazione, papa Francesco ha voluto invitare a Roma i nonni e le nonne e ha coniato per le famiglie dei figli una nuova beatitudine: «Beate quelle famiglie che hanno i nonni vicini. Il nonno è padre due volte e la nonna è madre due volte».  In quell’occasione ha voluto salutare anche papa Benedetto con un affettuoso appellativo di «nonno», esprimendo anche la gioia della sua vicinanza, «perché è come avere un nonno saggio in casa». 
Erano più di quarantamila i nonni accanto a papa Francesco e a Benedetto XVI.  La loro presenza è stata un dono fatto non solo alla Chiesa universale, ma alle società civili di diverse matrici culturali affinché abbiano sempre una maggior attenzione alla proficua presenza degli anziani.  I nonni sono la memoria viva necessaria per costruire il presente e guardare con fiducia il futuro.  
Giovedì, 06 Settembre 2012 12:17

Io e la mia famiglia... ci crediamo

di Giosy Cento

Quando Qualcuno, Lui… il Signore, ha comunicato se stesso e io, noi lo abbiamo ascoltato, è necessario e… educato rispondere. La comunità si alza in piedi per gridare con il cuore: Tu ci hai rivelato la strada della vita e noi ci fidiamo di Te, perché Tu sei l’Amore che non tradisce per tutte le generazioni. “Credo” è il grido ripetuto varie volte in questo simbolo che è davvero il… manifesto dei credenti della Chiesa Cattolica Romana. Una sintesi meravigliosa della fede che si è formata nei secoli attraverso il cuore ecclesiale e il soffio dello Spirito Santo che mai è mancato come sorgente di verità. Per l’Assemblea della Santa Messa sembra quasi una nenia a memoria mentre invece possiede una energia sempre rigenerante della fede.

Venerdì, 01 Giugno 2012 13:05

Senza prediche non possiamo... vivere

Parole educative

di Giosy Cento

I giovani ammirano chi sa loro rispondere
alle provocazioni tipiche della loro età
e ritengono queste persone come riferimenti importanti con i quali relazionarsi

“Uffa mamma, basta con le prediche! Ma perché sempre le stesse cose? Ma non potresti inventarti qualcosa di nuovo?”. E in chiesa, guardando l’orologio: “Uffa, ma quando la smette questo prete? Sono già dieci minuti e poi… sempre le stesse cose! Ma quando dirà qualcosa di interessante?… oh!... adesso parla anche di politica… ma che parli del Vangelo e di Gesù Cristo…!”.

Giovedì, 12 Aprile 2012 08:14

Da "dammi" a "dimmi"

di Giosy Cento

Comprendere il momento della Liturgia della Parola significa immer­gersi nel dialogo del­l’Amore, perché non può essere un monologo. La comunicazione solitaria è da palcoscenico di teatro. Qui, il luogo è la comunità ecclesiale che attende la voce del suo Signore per bere alla Sorgente l’acqua limpida e mai inquinata della verità assoluta che rivela solo Amore. Sono i minuti dedicati all’incontro cuore a cuore con il  Dio innamorato che si toglie tutti i veli e si fa conoscere alle sue creature.
E se la Celebrazione eucaristica è la fonte e il culmine della vita della Chiesa (Lumen Gentium), è proprio qui, con la Parola, che avviene la prima fondamentale comunicazione tra Dio e l’uomo. è il Signore che prende l’iniziativa perché, da una… eternità, sente il grido dell’uomo, ascolta i suoi perché, conosce i segreti intrighi della storia e delle storie e vuole rispondere per aprire gli orizzonti della speranza che l’uomo, da solo, non riesce a trovare. Ecco perché, nello srotolarsi della storia, Dio ha suscitato degli uomini che hanno letto con il cuore di Dio gli avvenimenti e li hanno scritti, nel suo santo nome, per dare le… “dritte” giuste, “le chiavi divine” di lettura della vita umana, personale e storica. Così il Signore Onnipotente ha scritto la sua lettera d’amore senza fine ai suoi figli che non dovrebbero mai stancarsi di leggerla.

Mercoledì, 08 Febbraio 2012 13:02

Facciamo una “colletta” in famiglia

di Giosy Cento

La  Celebrazione Eucaristica è la massima preghiera che la comunità cristiana può offrire al Padre per mezzo di Gesù e con l’opera dello Spirito Santo. Ci sono due momenti, durante la Santa Messa, nei quali il sacerdote dice esplicitamente la parola preghiamo: dopo il Gloria e dopo la Comunione. Nella Liturgia originaria questo preghiamo è chiamato Colletta, parola che significa, dal latino, “fare una raccolta”.Noi la usiamo, nel linguaggio comune per indicare una raccolta di denaro per qualche necessità particolare. Qui sta ad indicare che il celebrante, in quel momento, raccoglie la preghiera di ciascuno e di tutti nella comunità, e, a nome di tutti, offre questo… Mazzo di preghiere”, come fiori, al Padre. è quindi una preghiera importantissima perché è tutta la comunità che viene rappresentata dal sacerdote e si presenta unita davanti al suo Signore. è una preghiera grande che conclude con il testo, a volte troppo scontato per le nostre orecchie, ma profondissimo: accogli la nostra invocazione per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. E allora la preghiera diventa forte e irresistibile sul cuore del Padre perché detta a Lui, raccomandata da Colui che è il nostro Signore (perché ha dato la vita per noi e si fa nostro garante!).

di Giosy Cento

Sull’umile grotta-casa di Bethlehem scende, nella Santa Notte, il canto divino del Coro e del­l’Orchestra celeste: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini”. Rimbalzato per secoli, nelle orecchie e nei cuori, questo breve inno accende sempre, davanti agli occhi, l’immagine viva dell’uomo-Dio diventato carne e tenerezza toccabile.
è diventato un inno eucaristico perché, anche nel pane e nel vino, si tocca e si abbraccia Cristo in ogni istante della storia, fino alla fine del tempo, con infinito amore. In questo momento della celebrazione, soprattutto nella domenica e nelle feste, è il canto del “Grazie a Te, Signore, che, dall’alto dei cieli, compi meraviglie di pace totale, cioè di salvezza, in mezzo a tutti gli uomini”. è anche la preghiera più bella e più giusta, ma forse anche un po’ dimenticata da parte di noi figli nei riguardi della Trinità, dal cui amore infinito tutto e tutti noi proveniamo. Gesù disse grazie al lebbroso che lo ringraziava, perché vi leggeva un frammento di riconoscenza dei dieci lebbrosi guariti.