I parroci lo sanno molto bene: in tempo di esami e di interrogazioni il consumo di lumini in chiesa aumenta esponenzialmente e non è difficili incontrare tra i banchi della chiesa ragazzi che non si vedevano dai tempi della Prima Comunione. Bisogna ammettere infatti che la preghiera “perché mi vada bene il compito in classe” o “perché mio nipote sia promosso” sono tra le più gettonate. E, obiettivamente, al di là dell’affetto che dimostrano verso i nipoti, per cui si desidera sempre il meglio, tra le più insensate.
Forse ai tempi in cui si credeva al potere magico di certi gesti, luoghi o parole, si poteva anche pensare di portare Dio dalla nostra parte, di sperare in un Suo favore, di comprarLo con qualche offerta o sacrificio. Ma il cristianesimo ha spazzato via tutto questo e la croce di Gesù ha rivelato un volto di Dio completamente diverso, un Dio che non si compra ma che si offre, che non risolve magicamente i problemi ma se li carica sulle sue spalle. Non dobbiamo dunque aver paura di ricordare ai ragazzi (e a noi stessi!) che a scuola si è promossi solo se si studia e che interrogazioni e compiti in classe vanno bene solo se si lavora con passione e disciplina; scorciatoie pseudo religiose non esistono!
Uno degli scopi principali delle vacanze è quello di cambiare il ritmo delle giornate, per trovare tempi di riposo e fare cose che normalmente la vita quotidiana non permettono, a partire da uno stare insieme in famiglia più disteso e rilassato. Insieme all’orario giornaliero, alla residenza, alle compagnie e ai menù, anche la preghiera può cambiare durante le vacanze, anzi tale mutamento costituisce un arricchimento fecondo che merita di essere gustato fino in fondo.
di Andrea Ciucci
Poi, a un certo punto, bisogna fare i conti con la morte. Talvolta è quella quasi naturale di un nonno molto anziano che chiude gli occhi dopo una vita intensa, attorniato da figli e nipoti, e la cosa è appena più sopportabile. Altre volte invece è una morte tragica: una malattia, un incidente, dove spesso i defunti sono giovani, ragazzi, madri e padri, addirittura bambini, e qui lo strazio è infinito. Le parole vengono a mancare, si vorrebbe stare soli, tutto e tutti risultano fastidiosi. Eppure, questo è proprio il momento in cui la preghiera in famiglia diventa particolarmente importante e significativa.