Don Luigi Previtali è subentrato nel ruolo di parroco a Don Aurelio Bacciarini, il quale alla morte del Fondatore è stato chiamato a governare la giovane Congregazione, erede naturale fu don luigi Previtali che si trovava a Roma ancora prima che arrivasse don Aurelio. Era un giovane promettente, laureato in Diritto canonico e discepolo di grandi maestri: da ragazzo, nel seminario di Bergamo, ha avuto come educatore il giovane Angelo Roncalli, il futuro Beato Giovanni XXIII. Don Guanella se l’è tenuto accanto con affetto e stima. Nei tre anni in cui è stato a coadiuvare il Venerabile Aurelio Bacciarini ha appreso lo stile e l’ardore pastorale di questo santo prete. L’ha imitato talmente bene che al termine del suo mandato di parroco al Trionfale, come del resto era un desiderio mai cancellato di Bacciarini, si ritirò in un monastero di clausura, nel Romitorio di Calmaldoli, ma per la sua fragile salute dovette desistere e ritornare in Congregazione.
Era il 24 giugno, le campane della parrocchiale di Campodolcino, con il concerto delle solennità, avevano suonato a lungo. Dalle frazioni vicine erano giunti i parrocchiani.
Il secondo episodio avvenne sull’altura di Gualdera, un grappolo di baite, dove i Guanella pascolavano le pecore. Era il 9 aprile.
Di mattino, durante la funzione del giovedì santo, Luigi aveva ricevuto Gesù per la prima volta.
«Ibambini sono diversi e ciascuno è unico». Unici perché ognuno di noi è chiamato da Dio dall’eternità con il proprio nome. Nessuno è fotocopia di un altro, ma Dio ha stampato sul palmo della sua mano la nostra foto come unica. «Ognuno di noi è una parola di Dio incarnata, quindi, immagine unica e irripetibile di Dio stesso». Per ogni creatura, che entra in questo mondo, Dio ha sognato un sogno e a ogni genitore ed educatore è assegnato il compito di aiutare questa creatura a realizzare il sogno di Dio.
Il pensiero della Montessori identifica il bambino come essere completo,
capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore),
che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive
Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.
Suor Paolina aderì con fervore di neofita al progetto del Fondatore ed, insieme alla consorella suor Maria Landoni, si dedicò con tutta se stessa alla realizzazione della missione affidatale.
Don Guanella volle personalmente porre la pietra miliare della nuova fondazione,
attraverso la celebrazione dell’Eucaristia nel capannone che per tre anni fungerà da chiesa
e da asilo per i bambini. Posto tale fondamento, diede poi la solenne investitura
alle due suore incaricate di concretizzare il progetto
Di buon mattino si parte con la buona superiora suor Landoni e si dà principio alla nuova missione. Con noi si prende il pranzo che consiste in una manciata di fichi, oppure un pezzetto di formaggio così stagionato che per mangiarlo i denti devono essere bene affilati.
Chi è accompagnato dalla mamma, chi abbastanza ordinato e chi invece ha bisogno di una abbondante lavanda con una buona perquisizione alla testa. E questo sarà il lavoro di ogni giorno, che non solo durerà dei mesi ma anni interi per liberare quei poveri bambini da ospiti inopportuni.
Siamo nel cuore dell’inverno, bisogna pensare al modo onde poter riscaldare questi poveri piccoli che sono tutti intirizziti dal freddo. Si va in cerca di qualche pezzo di legna che si trova or qua or là; si fa un braciere. Ecco il mezzo di riscaldamento dei primi giorni che verrà poi sostituito da una stufa portatile di latta. Di arredi scolastici neppure parlarne. Solo qualche bancone di origine molto antica dove i bambini si infilano dentro a decine. Di pedagogico non esiste nulla, pure quei poveri bambini, confrontando il misero tugurio della loro abitazione, qui si trovano molto meglio. Si comincia con un po’ di religione, di canto, di conversazione cercando di istillare nel cuore di questi piccoli l’amore al buono e al bello. Ora siamo alla fine della prima settimana.
Negli anni a cavallo dall’800 al ‘900 Roma conobbe un notevole incremento dell’edilizia
con la conseguente richiesta di manodopera. Gli immigrati si dovevano accontentare
di vivere in baracche poco distanti dai posti di lavoro.
La zona del Trionfale ai tempi del Guanella non era lo specchio del suo nome. Dai secoli dell’Impero romano i legionari avevano cessato di scendere trionfanti e carichi di gloria dai Paesi dell’Europa settentrionale. Porta Trionfale era una baraccopoli, catapecchie dove si erano raccolti gli immigrati affluiti dalle province del Lazio e di altre Regioni in cerca di lavoro.
Per Roma capitale d’Italia i governanti desideravano ristrutturarla con un volto sì nobile, ma con un marchio laicale. I dicasteri dello Stato pontificio, sequestrati dai nuovi governanti, non erano sufficienti per una nazione che aveva ampliato il suo territorio e moltiplicato i servizi alla popolazione.
Negli anni a cavallo dall’800 al ‘900 Roma conobbe un notevole incremento dell’edilizia con la conseguente richiesta di manodopera. Gli immigrati si dovevano accontentare di vivere in baracche poco distanti dai posti di lavoro.
La scuola, come privilegiata palestra di vita, don Guanella l’aveva nel sangue
sin dagli anni giovanili. Da prete è stato uno dei suoi impegni quotidiani, per questo ha conseguito la licenza statale di maestro elementare. "Il cuore di una persona è come una terra da orto e da giardino che, coltivata, produce fiori e frutti di benedizione"
Don Guanella ha passato i suoi anni d’intensa attività scrutando il cielo stellato con la pedagogia di Dio per la salvezza del suo popolo, ma per ogni creatura umana che entra nella storia. La parola educare significa: «far uscire» dal guscio del nostro patrimonio ricevuto in dotazione dalla bontà di Dio. Imparare è sempre cancellare un’ignoranza, sconfiggere un’incertezza; imparare è frequentare l’apprendistato della vita per riuscire a far meglio ed essere migliori. La scuola, come privilegiata palestra di vita, don Guanella l’aveva nel sangue sin dagli anni giovanili.