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Arte e bellezza al servizio del culto

Arte e bellezza al servizio del culto (5)

L'ingegner Aristide Leonori

di Angelo Forti

Ha scritto il Beato Giovanni Paolo II che «l’arte è conoscenza tradotta in linee, immagini, suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezione del mistero della vita», che sa andare oltre le apparenze, aprendo il profondo dell’anima per innalzarlo verso l’alto. L’arte è un tentativo dell’uomo per offrire una risposta alla nostalgia di bellezza, alle inquietudini dell’anima, alla voglia di luce. L’artista non è mai appiattito sugli orizzonti bassi, ma è sempre un cercatore del divino.
Anche l’ingegner Aristide Leonori ha messo il genio del divino nelle sue progettazioni; un genio che fioriva dalla coltivazione di una forte interiorità.

Giovedì, 06 Settembre 2012 13:50

La luce illumina una storia di salvezza

Le vetrate della basilica

La lunimosità, calda e con intense vibrazioni di colore, è data da un complesso di 20 finestre decorate e da 17 vetrate istoriate, che si aprono, le une e le altre, scandite da piacevoli ritmi geometrici: le finestre, dipinte con colori tenui (Giuliani, su disegni del Cisterna, 1922) nelle altre pareti della navata centrale, che risulta in tal modo leggera e quasi aerea e dà slancio ed eleganza a tutto l’interno, e ai lati dell’abside; le vetrate istoriate sulle pareti delle navate laterali. Nelle vetrate istoriate che si aprono nelle pareti delle navate laterali, sono narrati gli attributi e i fatti principali della vita di San Giuseppe.

Giovedì, 06 Settembre 2012 13:46

La Cappella don Guanella "date pane e Signore"

Ultimo ritocco in Basilica

di Stefania Severi

Il mosaico, che si presenta come un grande dipinto terminante superiormente ad arco,
è l’elemento qualificante dell’intera ristrutturazione. L’immagine mostra il Santo,
sulla destra, nel gesto di offrire due pani ai poveri


La canonizzazione di San Luigi Guanella è stata celebrata, nella “sua” basilica di San Giuseppe al Trionfale, con la ristrutturazione della cappella a lui dedicata, consistente in un vano rettangolare al fondo della navata destra. Tale rifacimento, affidato alla Domus Dei, è un omaggio della Pia Unione di San Giuseppe, particolarmente legata al luogo perché ne illustra la genesi. La cappella originale fu realizzata negli anni 1970-71, quando fu ricostruita la crociera della basilica, e decorata nel 1972. La cappella originariamente si presentava come quella che, a tutt’oggi, è al fondo della navata sinistra, e che è dedicata a San Pio X. La cappella era arricchita da un rilievo sul frontale, due pale laterali e l’altare addossato alla parete di fondo con sopra il ritratto dell’allora Beato Luigi Guanella, realizzato dal pittore romano Aristide Capanna. Nella ristrutturazione sono stati conservati il rilievo del frontale e i due dipinti laterali, mentre l’altare è stato avanzato e completato nel retro in armonia con la parte anteriore e, sulla parete di fondo, è stato realizzato un mosaico con nell’interno il tabernacolo.

Facciata esterna, abside

di Stefania Severi

I mosaici che “illuminano” l’abside, il catino absidale e l’arco trionfale che lo precede,
risalgono agli anni 1963-64 e sono stati eseguiti dai Fratelli Toniutti di Bollate (Milano)
della Scuola del Mosaico di Spilinbergo, su cartoni dei fratelli Pio e Silvio Eroli di Roma

I mosaici che ornano la facciata sono tre e sono collocati entro le lunette sopra i tre portali, risalenti alla costruzione della facciata, mentre i mosaici furono messi in opera nel 1937. Eseguiti dallo Studio Vaticano del Mosaico, presentano due angeli nelle lunette laterali e San Giuseppe col Bambino in quella centrale. Le figure sono colte tutte a mezzo busto per ottemperare le esigenze di visibilità in relazione allo spazio.
Il mosaico centrale presenta San Giuseppe che tiene, tra le braccia, il Bambino infante che allunga le manine quasi ad accarezzare la barba bianca del vecchio padre terreno. La dolcezza affettiva del gesto e dell’incrocio degli sguardi perfettamente si inserisce nell’ambientazione, offerta da un bosco rigoglioso, con in primo piano la pianta di melograno con i suoi frutti simbolo della Chiesa, che si apre su un lago dalle verdi sponde. La luce calda del giorno, ammorbidita quasi dal filtro degli alberi, avvolge i due protagonisti. Un bordo rosso perimetrale, appena visibile, accentua l’effetto di profondità.

Giovedì, 06 Settembre 2012 13:34

L'architettura ponte sulla riva dell'Eterno

Armonia di linee

di Mario Carrera

L’arte non è una cosa puramente individuale, è un’istituzione sociale come la lingua,
l’architettura, la musica. è lo sviluppo di una tradizione che si modifica e cerca linguaggi
nuovi per offrire sempre un messaggio di bellezza, in particolare nell’arte sacra

Siamo quasi alla conclusione di questi «inserti» in cui abbiamo raccontato il pellegrinaggio storico della basilica di San Giuseppe al Trionfale. Abbiamo scritto le vicende del passato che hanno creato le condizioni favorevoli per l’inizio dei lavori.
Pur avendo solo cento anni la chiesa del Trionfale si presenta con dignità, raffinatezza e grazia come sintesi di un’opera d’arte che abilita e favorisce la preghiera. In questa fase conclusiva, dobbiamo condividere l’affermazione che «l’architettura è essenzialmente un’arte cooperativa»: infatti, l’ingegner Aristide Leonori è stato il tecnico e don Guanella è stato il mentore di alcune caratteristiche. Non dimentichiamo che è di don Guanella l’idea delle colonne marmoree delle cave di Baveno, sua l’iniziativa nel recuperare le porte smesse del duomo di Milano. L’arte, la pastorale e le esigenze dell’ambiente hanno consegnato alla storia una chiesa, ma soprattutto un’anima al popolo. Ammirando la basilica di San Giuseppe abbiamo la registrazione di un frammento importante della storia di questo Quartiere. L’uomo dimenticando ed escludendo Dio dalla sua vita non può fare altro che  nutrire sentimenti di malvagia rivalità. Nella progettazione dell’ingegner Leonori emergono due elementi costitutivi: la lode a Dio e la dignità restituita agli abitanti poveri del Quartiere.