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Venerdì, 27 Maggio 2011 12:14

Invito a recuperare le ragioni del cuore Featured

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di don Mario Carrera

L’aveva intitolato «Nel mese del fervore» e, in quel volumetto, dedicato al Sacro Cuore, don Guanella gli aveva riversato tutta la sua devozione e il suo affetto, voleva far conoscere a tutti che in quel «cuore» è presente un abisso di misericordia.
All’inizio di questo mese di giugno, velato dalla nebbia dell’indifferenza religiosa, bagnato dalle lacrime della guerra e dalla difficoltà dell’immigrazione, vorrei invitare a far nostra una preghiera, un po’ paradossale, scritta nel diario di una giovane, che s’impegnava ad «aiutare Dio», affinché il suo nome non scomparisse dai nostri cuori: «L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi è un piccolo pezzo di Te, o Dio, dentro di noi e forse possiamo contribuire a disseppellirti dal cuore devastato di tanti uomini».

Tante volte in questi tempi moderni vale l’ammonimento del grande pensatore Blaise Pascal ad evitare «i due eccessi: escludere la ragione e non ammettere che la ragione», sapendo con certezza che «il cuore ha delle ragioni che la mente non conosce» e che «l’ultimo passo della ragione è riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano».
Come dal costato di Adamo il Creatore ha formato Eva, così dal costato di Cristo lo Spirito ha formato la Chiesa.  Dal sonno di Adamo nacque Eva, dal sonno della morte di Cristo nasce la Chiesa.
San Giovanni Crisostomo, in una sua catechesi ammonisce: «Carissimo, non passare troppo facilmente su questo mistero» perché in esso c’è, simbolicamente, il grembo della nostra nascita nella stessa famiglia di Dio.
Nell’evangelo dell’apostolo Giovanni si legge che «uno dei soldati gli trafisse il costato con la lancia» e dal corpo di Gesù morto ne «uscì sangue e acqua»: il sangue del sacrificio, come dono di amore e l’acqua della rigenerazione. «Il sangue e l’acqua escono dal cuore di Cristo e significano che il sacrificio di Gesù ci dona lo Spirito di Dio, lo Spirito di verità, lo Spirito d’amore. Il sangue esprime il sacrificio di Gesù che ha versato il suo sangue, che ha accettato di morire per noi; l’acqua uscita con il suo sangue in modo inaspettato, per l’evangelista Giovanni, è un “segno” di Dio. […] D’altra parte, nella Bibbia spirito e cuore sono intimamente legati, il cuore indica l’interiorità dell’uomo e nell’interno dell’uomo parte e viene lo “spirito”, che significa soffio», quel soffio con il quale Dio-Creatore ha reso Adamo un essere vivente.
In quel fianco lacerato, Gesù invita ogni credente a mettere il dito com’è avvenuto per San Tommaso. è alla luce dello Spirito Santo, inviato su Maria e gli Apostoli nel Cenacolo con potenza, fragore e fuoco, che noi professiamo la nostra fede in questa nuova famiglia di Dio.
Il dono dello Spirito ci invita a guardare ancora il costato di Cristo e, in quell’acqua e sangue, ammirare l’immagine della Chiesa, nuova creatura, nata dall’acqua del battesimo e rigenerata dall’energia dello Spirito attraverso l’Eucaristia, il perenne sacrificio della nuova ed eterna alleanza.

 

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