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Giovedì, 06 Settembre 2012 13:23

Maria presentata al tempio Featured

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di Gabriele Cantaluppi

Se poco sappiamo circa l’infanzia e l’adolescenza di Gesù, ancor minori notizie abbiamo della fanciullezza di Maria. L’autore del Protoevangelo di Giacomo, scritto apocrifo del secondo secolo,  racconta che all’età di tre anni Maria fu accompagnata dai suoi genitori Gioacchino e Anna al tempio, dove un sacerdote l’accolse e la benedisse, facendola sedere sul terzo gradino,  cioè il più vicino possibile all’altare; il Signore effuse su di lei la sua grazia ed ella si mise a danzare.
Il racconto apocrifo nasconde un grande messaggio: il cuore di Maria fu sempre interamente dedicato a Dio solo. Come molte feste mariane antiche, anche questa nasce dalla dedicazione di una basilica in onore di Santa Maria, costruita dall’imperatore Giustiniano (527-565) a Gerusalemme e dedicata il 21 novembre 543, sul luogo in cui la Vergine avrebbe trascorso la propria infanzia consacrata al servizio divino.

Ancor oggi in Oriente appartiene alle dodici maggiori feste dell’anno liturgico, mentre nella liturgia latina, dopo il Vaticano II, è una semplice memoria.
Che Maria sia stata presentata al tempio di Gerusalemme, per trascorrervi un periodo di tempo, non è certamente un dato puramente fantastico, considerando le usanze degli Ebrei. L’Antico Testamento attesta che molti ebrei devoti offrivano i loro figli a Dio e al suo servizio: essi erano portati in quartieri collegati al Tempio, dove vi erano alloggi speciali per le donne e i bambini. Abbiamo esempi di questa speciale consacrazione dei bambini nella persona di Samuele (1 Sam. 24-28).
San Gerolamo, che conosceva bene le usanze palestinesi, così ripartisce la giornata di Maria al servizio di Dio: dal mattino fino alle nove pregava; si dedicava poi al lavoro manuale fino alle tre del pomeriggio, per rivolgersi poi nuovamente alla preghiera.
Ma questa ricorrenza può essere per noi un insegnamento spirituale.
La fanciulla, separata dal mondo e introdotta nel tempio per dimorarvi, richiama l’idea di una vita di intimità con Dio, come esprime un’antifona della liturgia ortodossa: “Oggi, la tutta pura e tutta santa entra nel Santo dei Santi”.
è un’allusione evidente alla verginità, ma ogni vita umana, in misure diverse, può essere una vita “presentata al tempio”, una vita santa e pura con Dio.
Ancora la liturgia ortodossa esclama: “Il tempio tutto puro del Salvatore è oggi condotto dalla mano del Signore, che tramite lei porta la grazia dello Spirito divino”.  Maria, che porterà nel suo grembo il Dio-Uomo, è un tempio più sacro di quello di Gerusalemme.
Anche ogni persona unita a Dio è il suo tempio. Lo dirà esplicitamente san Paolo: “Non sapete che voi siete il tempio di Dio? (1 Cor. 3,16)… E che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo? (id. 6,19)”.
Nel dipinto di Pietro Ivaldi, presentato dal nostro calendario, al chiaroscuro dell’ambiente fa risalto la bianca figura della bambina Maria, mentre dall’interno del tempio promana la luce che sembra riversarsi sulla fanciulla.
è la raffigurazione di quella Grazia che ricolma l’anima di Maria e che è dono soprannaturale dall’alto, ma sembra quasi voler dirci che è lei la benedetta che consacrerà il tempio, quando durante la sua vita terrena, divenuta Madre del Figlio di Dio, vi si sarà più volte recata per le feste del suo popolo.
La Madonna è la portabandiera per tutti coloro che vogliono donarsi totalmente a Dio in una vita nascosta di preghiera e di sacrificio, soprattutto, religiosa contemplativa, che è una testimonianza potente di donazione al servizio di Dio.
Per questo da alcuni anni questa giornata viene dedicata alla preghiera e all’aiuto “pro orantibus”, cioè per gli istituti religiosi di vita contemplativa. Un’eco di questa festa la troviamo nell’usanza dei genitori cristiani di consacrare i loro figli a Dio, sia prima che dopo la loro nascita, affidandoli alla protezione della Madonna o di qualche Santo.
è molto probabile che il santo profeta Simeone e la profetessa Anna, ambedue avanti negli anni come leggiamo nel Vangelo di san Luca (cap.2), avessero conosciuto la Beata Vergine Maria come bambina nel Tempio, osservando la sua santità veramente unica.
Dove meglio che nel Tempio, Maria avrebbe potuto prepararsi alla sua missione, diventando modello per ogni vita cristiana, ma più ancora per la vita di clausura e monastica, un segno potente al resto della Chiesa di abbracciare ciò che conta nella vita: l’unione perfetta con Dio?

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