Il marito incoraggia Manuela ad accettare la sua situazione, a vivere bene e approfittare ancora al meglio del tempo di vita a disposizione. Professionista affermato e soddisfatto, lascia il lavoro per una pensione anticipata. La coppia si adatta a una vita piuttosto casalinga, date le difficoltà di Manuela di spostarsi. Malgrado qualche medicamento che dovrebbe ritardare la degenerazione e regolari sedute di fisioterapia, è evidente che il male fa il suo corso.
Lui gradualmente si assume tutti i compiti di casa.
Spesa, cucina, bucato, pulizie, le occupazioni prima svolte da Manuela come brava casalinga, diventano i suoi impegni quotidiani. I progetti di vacanze e di viaggi previsti per il tempo della pensione sono praticamente da cancellare. La coppia avanza arrancando, mano nella mano, perché il cammino si fa presto duro, penoso: Manuela ha proprio bisogno della mano del marito per i pochi passi che riesce ancora a fare.
Diventano ormai necessari interventi e mezzi speciali. Servizi e parti della casa sono adattati alle nuove esigenze. La sedia a rotelle facilita uno spostarsi sempre più complicato. E comunque per passare dal letto al divano, alla tavola, al bagno, allo studio, è indispensabile l’intervento del marito che letteralmente deve abbracciare Manuela per sostenerla nel passaggio da una posizione seduta all’altra. E’ un simbolo di come lui si tiene ben stretta a sé quella moglie a cui ha promesso fedeltà e aiuto “nella buona come nella cattiva sorte”. Mesi e anni passano, in questo estenuante compito quotidiano di ovviare alle costrizioni limitanti di un degradarsi inesorabile del male, per gustare il buono del vivere ancora possibile.
Manuela è sopravvissuta cinque anni e mezzo al suo male, più delle previsioni statistiche. Ha avuto la fortuna di non provare dolori, malgrado i disagi certo pesanti. Il suo male non ha mai intaccato la lucidità della sua coscienza. Ha saputo accettare serena il suo stato, grazie anche all’amore e alla dedizione instancabile del marito, che ha fatto con lei un accompagnamento esemplare.
è morta qualche giorno fa quasi all’improvviso, dopo un giorno di febbre alta, che sembrava dovuta a un’influenza. Il marito si è svegliato in piena notte, ha avuto l’impressione che non respirasse più, ha tentato di rianimarla, ha richiesto l’intervento tempestivo di un’ambulanza. Manuela aveva finito il suo cammino e il suo travaglio nel suo letto, accanto al compagno fedele della sua vita.
L’accompagnamento a una paziente terminale fatto con tanta finezza di amore e di dedizione è una dimostrazione genuina che questa umanità moderna non è poi così depravata, che è ancora capace di praticare a fondo i valori umani più nobili ed esigenti. n