Il Programma per la giornata giubilare, proprio domenica 17 Febbraio contemplava un Meeting dei consigli Generali e provinciali delle suore Figlie di S. Maria della Provvidenza e dei Servi delle Carità, cooperatori guanelliani e operatori della Pia Unione.
La Giornata si è aperta con la preghiera accuratamente preparata da don Mario.
Erano presenti il padre Generale dei Servi della Carità padre Alfonso Crippa con i Consiglieri p. Luigi De Giambattista e p. Gustavo de Bonis, la madre Serena Ciserani con la madre provinciale Sr. Teresa Gatti e alcune consorelle provenienti da varie parti del mondo dove siamo presenti con le nostre suore e alcuni cooperatori con gli operatori della Pia Unione e simpatizzanti dell’ Opera.
La riunione del mattino era un meeting per un passaggio nella storia, ma soprattutto un’escursione sulle problematiche della nostra epoca.
Il primo relatore è stato padre Donato Cauzzo, sacerdote camilliano, che ha accennato al morire e alla morte al tempo di don Luigi Guanella e come si muore oggi con una morte medicalizzata e disumanizzata. E’ stato molto interessante solcare in breve i tempi e metterci nell’ottica che noi e i nostri contemporanei abbiamo paura della morte e la fuggiamo. I progressi della medicina ci portano a vedere la morte lontana e che pure il pensiero di morire è allontanato o evitato.
Ci si è chiesti oggi in questo contesto e con questa cultura come si può porre quindi la nostra opera attraverso la nostra associazione e il nostro concreto contributo?
Dalle domande sono emerse puntuali riflessioni che ci portano a prendere seriamente questa eredità stupenda del prendersi cura dei morenti che ci è stata donata come parte integrante del nostro carisma. E’necessario incentivare la formazione sull’accompagnamento alla morte con novelli sacerdoti, suore, operatori e cooperatori.
Come investire per ridare forza e fuoco a questa intuizione e opera di cui noi siamo custodi e dispensatori?
La seconda riflessione dettataci dal nostro confratello don Gabriele Cantaluppi ci ha portato a considerare la dimensione spirituale di essere «Figli nel Figlio», che ci apre ad una figliolanza universale e a sentirci parte del Corpo mistico della Chiesa come figli amati e colmati di beni e benefici che ci portano alla dimensione spirituale e di Risorti a cui siamo chiamati in forza del nostro Battesimo.
Tutto questo ha rafforzato in noi la visione grandemente carismatica donata a San Luigi dallo Spirito Santo per aver intuito che i Benefici Spirituali attraverso la Pia Opera sono per tutta l’Umanità sofferente che grida al Padre e che dal Padre è rivestita di Luce e Gioia Eterna.
In ultimo la riflessione di don Mario Carrera ci ha presentato lo Spirito originario del pensiero e del cuore di don Guanella nell’aver concepito la Pia Unione come dimensione di salvezza da raggiungere attraverso l’imitazione elle virtù e l’intercessione di San Giuseppe, e nell’aver investito energia, tempo, persone e denaro per un’opera che è patrimonio della Chiesa e di cui noi guanelliani siamo i custodi.
Questa ricchezza di intuizione evangelica e di passione per l’uomo nel momento del culmine della vita terrena, non può restare solo come un monumento da ammirare , ma deve suscitare in noi un risveglio e un desiderio di ripartire per rivisitare e rinvigorire questa forza, coltivandola sia nella nostra vita personale e nelle nostre case e nelle nostre comunità e parrocchie.
Il Centenario della Pia unione si svolge per un dono della Provvidenza nel cuore dell’«Anno della Fede» indetto da Benedetto XVI. Questa circostanza ci sprona quindi a rivisitare la nostra fede e a donare con nuovo slancio alla nostra presenza, una incidenza forte e decisa per rinverdire il nostro modo di porci come presenza che evangelizza e dona attraverso la nostra Pia Unione speranza e adesione radicale e vera al Dio della Vita.
Dopo la pausa pranzo è iniziato un ritiro spirituale aperto a tutti gli associati e di nuovo ci ha rivisti convocati come «Famiglia guanellina».
Dopo la proiezione di due filmati e la testimonianza sul loro lavoro e impegno da parte degli operatori della Pia Unione abbiamo ricevuto in dono la relazione di padre Bruno Secondin (sacerdote carmelitano) che attraverso la «Lectio divina» sul Vangelo di Matteo ( Matteo 1, 18-25 ) ci ha portato a considerare la paternità vissuta da San Giuseppe come colui che ha mostrato a Gesù il volto paterno di Dio attraverso il suo stesso volto, la sua tenerezza e la fortezza della sua umanità.
Suor Tecla